Che cosa sto ancora sbagliando? forse davvero non posso essere felice

Sento dentro di me che le cose le sto tentando, eppure continuo a riceve delusioni e batoste dalla vita, di quelle batoste che pochi ricevono.
Se vedete i miei consulti precedenti noterete che la mia storia di vita negli ultimi 6-7 anni è stata catastrofica, principalmente per colpa di mio padre (narcisista, distruttivo, persino "demoniaco" se vogliamo scordarci il passato e vederlo solo negli ultimi anni).
La mia vita ne ha risentito tantissimo. Sto provando a ricostruirla ma proprio non ci riesco, forse perché ciò che ho perso era tanto ed importante e non vivrò mai bene senza.
Ero laureato a pieni voti alla triennale in tre anni ed ho bruciato completamente la mia carriera universitaria e lavorativa rimanendo ancora alla specialistica senza dare esami. Senza contare come sono ancora vergine a 30 anni e i vent'anni me li sono bruciati, un lutto fortissimo che mi porta a non guardare neanche di striscio le coetanee, rimango concentrato sulle ragazze ventenni un sogno proibito che senza aver fatto del male a nessuno ne sono stato privato. Ed il bello è che se parli di queste cose ti prendono anche per uno esagerato, insomma non solo soffro ma neanche vengo capito, cornuto e mazziato si dice.
Sinceramente non so cosa aspettarmi dal cercare di scrivervi nuovamente online, forse è più perché sono stanco dell'isolamento in cui mi trovo, di gente che non avendo parole per la mia situazione mi abbandona quindi al dolore.
Voglio cercare di essere chiaro perché apparentemente sembra (stranamente) che la cosa non sia scontata: io non ho fatto nulla di male per trovarmi in questa situazione, non penso di avere colpe ammesso che il soffrire sia considerata una NON colpa.
Quello che ho perso mi brucia moltissimo, da anni, difficile che ne cambi idea in proposito. I confronti con i miei ex colleghi e le loro brillanti carriere non smetto di farli nella mia mente. Non smetto di sentirmi un fallito per essere vergine e senza esperienze sessuali, e con l'età più bella della vita ormai passata.
Gli psicofarmaci non hanno sortito alcun effetto di cura, ne ho cambiati molti ed alla fine pure interrotti di colpo senza notare alcun effetto collaterale per l'interruzione repentina. Io ho problemi reali, io non sono malato. Io sono una persona a cui la vita ha voltato le spalle ed ora la si obbliga ad accettarne una in cui non trovo serenità, nemmeno quando viaggio, quando sono in vacanza, quando potrei ridere. Sto mollando tutto e con me ultimamente anche mia madre.
Persino lei è arrivata a dirmi dopo tanti anni che va bene se ci suicidassimo entrambi, la cosa un po' mi ha sorpreso visto il suo carattere, ma dall'altro mi ha fatto provare pena per lei. Se solo la società concedesse la dolce morte a chi non vuol vivere, in una clinica con tutti i confort, invece che obbligarci a morti solitarie e sanguinolente solo perché non si accetta l'idea.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Può riassumere con completezza le cure fatte fino ad ora, e la diagnosi ? Così vediamo le opzioni che magari sono state trascurate.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Dottor Pacini, la ringrazio di cuore per il suo interesse, per tentare di dare una risposta al mio caso anche se a distanza.
Tuttavia io ho postato il mio consulto in area psicologia e non psichiatria, tuttavia questo è stato trasferito qui e mi si spezza il cuore nel notare questo evitamento da parte di professionisti psicologi. Capisco le loro buone intenzioni, ma non capisco il glissare completamente il mio consulto per rigettarlo da un altra parte.
Io ho già preso farmaci e non ho alcuna intenzione di assumerne altri. I farmaci hanno già fatto per me, non ho più crisi isteriche come prima ma di fondo non hanno sortito alcun beneficio (nemmeno quando li assumevo) per quanto riguarda l'umore di base. Anche sospendendo e di colpo il daparox a 20 mg non ho notato nessun cambiamento.
Sono anche molto stanco di parlare di problemi di vita e sentirmi rispondere con nomi di molecole, mi sento non capito anzi mi sento un rompiscatole che è meglio dargli la pillolina se no rompe troppo le scatole.
So, di nuovo, che tutto ciò è fatto con le migliori intenzioni nei miei riguardi e non per nuocermi, ma non è quello che voglio. E nemmeno, stanto ai fatti, mi permette di stare meglio.
I miei problemi sono reali e durano ormai da molti anni, non mi vedo neanche minimamente una persona problematica con chissà quale immaturità o incapacità, mi rendo invece conto che se le cose andassero "normalmente" e non come è la mia vita forse delle chance le avrei eccome. O forse è troppo tardi perché ormai il vissuto è profondamente intaccato.

Le chiedo a lei o a chi di competenza la cortesia di ripostare questo mio consulto nella sezione psicologia. Non mi interessa parlare di molecole o di "cure". Voglio parlare dei miei problemi, di soluzioni non cure, non sono malato non mi sento tale, non nego ci siano persone che necessitano del vostro lavoro di psichiatri, solo chiedo il diritto di non affrontare la cosa da un punto di vista scientifico (o scientista nel mio caso).

Se poi lei o chi altri è disposto in questa sezione a parlare della mia situazione e non di pillole che ho assunto allora va bene.

Le ripeto, grazie comunque per il suo interesse nel mio caso. Appezzo molto il fatto che non mi abbia ignorato.

PS
come sottocategoria vedo che è stata posta non so da chi la parola chiave "sogno", vorrei capire perché. Mi incuriosisce e se può essermi di aiuto vorrei approfondire. Grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Se non riporta le cure fatte, non è possibile esprimere un parere sulla situazione.

Non ha bisogno di parlare a ruota libera della sua condizione in termini negativi, ha bisogno di avere indirizzi. Non è questione di rompere le scatole, è questione che una volta capita quale è la malattia l'importante è provare a curarsi, e non sempre parlare del proprio malessere aiuta, anzi può anche peggiorare le cose perché ci si pongono infinite domande che non hanno alcun costrutto.

In conclusione, se non dà le coordinate del problema, non ha costrutto parlarne. Ogni caso è un caso singolo, ma prima vengono le diagnosi e la scienza delle cure, altrimenti si va a caso.
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Utente
Utente
Zoloft, cipralex, daparox tutti a dosaggi di 20mg (e più per lo zoloft), assunti per mesi.
I pensieri non cambiano, perché sono frutto di realtà non "malattia".

Dottore cortesemente desidererei avere il mio consulto ripostato in sezione psicologia. Non ho intenzione di assumere farmaci, perché non credo sarà la molecola che mi farà scordare gli anni che ho perso, i 20 anni, gli anni migliori.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Nella sezione psicologia lo hanno spostato qui.

Zoloft è sicuramente a dosaggi maggiori di 20 mg, ma quali ?
E quindi soltanto perché a questi tre farmaci, tutti appartenenti alla stessa classe (ssri), non ha avuto risposta, la conclusione sarebbe che "i farmaci non le fanno nulla" in generale.

Lasci perdere questo atteggiamento e cerchi di curarsi in maniera costruttiva. Faccia riferimento al suo psichiatra che sicuramente avrà altre opzioni da consigliarle, e le segua.
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