Opportunità o meno di un sostegno farmacologico
Salve gentili dottori,
dopo 3 anni di psicoterapia ed una diagnosi di PTSD complesso, continuo ad accusare, in particolare nei momenti di stress, una forte sintomatologia che mi toglie lucidità e mi sfianca anche fisicamente. Seppure la mia consapevolezza sia aumentata e noto molti passi avanti, inizio a dubitare che ciò possa bastare a stare meglio ed a riprendere in mano la mia vita ormai arenata. Mi ritrovo, infatti, ad avere una capacità mentale e di concentrazione di molto ridotta, mal di testa e mal di schiena di origine psicosomatica, continui pensieri autosvalutanti e pessimistici oltre che ossessivi, conflittuali (ipercontrollo), fenomeni dissociativi, la sensazione di non potercela fare e, soprattutto, un'incapacità marcata di prendere decisioni e fare un progetto di vita perché non riesco a capire quello che voglio e come raggiungerlo. A volte sembra andare meglio, ma poi basta un non nulla per farmi ricadere nello stato di apatia precedente. Mi sembra di non provare interesse per nulla, solo un intenso stato confusionale. Fobia sociale, evitamento ed isolamento possono fare solo da cappello a questa situazione che io percepisco con un drammatico senso di impotenza. La situazione contingente non è, infatti, delle più favorevoli, anche se non ricordo di essere mai stata bene, neanche da piccola, quando tutto dovrebbe essere allegro e spensierato, invece che gravato da sofferenze insopportabili. Verso in un'anestesia emozionale perenne, che mi fa vivere una non vita. Data la presenza nella famiglia estesa di casi di depressione grave cronica, ansia e disturbi vari di personalità, mi chiedevo se può la sola psicoterapia (sto comunque anche valutando di cambiare approccio nel caso la situazione non si sbloccasse) aiutarmi a venirne fuori o se, in situazioni come la mia, sia il caso di abbinare anche una terapia farmacologica. In che modo agisce il PTSD dell'età evolutiva sulla chimica del cervello? I farmaci potrebbero darmi almeno un sollievo dalla sintomatologia ed una maggiore spinta all'azione di cui necessito in questa fase della mia vita in cui sto tentando di ripartire? Quali sono gli effetti collaterali principali ed i primi effetti positivi sarebbero percepibili a breve? (Dalle analisi fatte qualche anno fa risultavano valori non proprio in linea delle catecolamine ed ho letto che potrebbero avere una correlazione con il mio disturbo).
Grazie per l'attenzione che vorrete dedicarmi.
Giulia
dopo 3 anni di psicoterapia ed una diagnosi di PTSD complesso, continuo ad accusare, in particolare nei momenti di stress, una forte sintomatologia che mi toglie lucidità e mi sfianca anche fisicamente. Seppure la mia consapevolezza sia aumentata e noto molti passi avanti, inizio a dubitare che ciò possa bastare a stare meglio ed a riprendere in mano la mia vita ormai arenata. Mi ritrovo, infatti, ad avere una capacità mentale e di concentrazione di molto ridotta, mal di testa e mal di schiena di origine psicosomatica, continui pensieri autosvalutanti e pessimistici oltre che ossessivi, conflittuali (ipercontrollo), fenomeni dissociativi, la sensazione di non potercela fare e, soprattutto, un'incapacità marcata di prendere decisioni e fare un progetto di vita perché non riesco a capire quello che voglio e come raggiungerlo. A volte sembra andare meglio, ma poi basta un non nulla per farmi ricadere nello stato di apatia precedente. Mi sembra di non provare interesse per nulla, solo un intenso stato confusionale. Fobia sociale, evitamento ed isolamento possono fare solo da cappello a questa situazione che io percepisco con un drammatico senso di impotenza. La situazione contingente non è, infatti, delle più favorevoli, anche se non ricordo di essere mai stata bene, neanche da piccola, quando tutto dovrebbe essere allegro e spensierato, invece che gravato da sofferenze insopportabili. Verso in un'anestesia emozionale perenne, che mi fa vivere una non vita. Data la presenza nella famiglia estesa di casi di depressione grave cronica, ansia e disturbi vari di personalità, mi chiedevo se può la sola psicoterapia (sto comunque anche valutando di cambiare approccio nel caso la situazione non si sbloccasse) aiutarmi a venirne fuori o se, in situazioni come la mia, sia il caso di abbinare anche una terapia farmacologica. In che modo agisce il PTSD dell'età evolutiva sulla chimica del cervello? I farmaci potrebbero darmi almeno un sollievo dalla sintomatologia ed una maggiore spinta all'azione di cui necessito in questa fase della mia vita in cui sto tentando di ripartire? Quali sono gli effetti collaterali principali ed i primi effetti positivi sarebbero percepibili a breve? (Dalle analisi fatte qualche anno fa risultavano valori non proprio in linea delle catecolamine ed ho letto che potrebbero avere una correlazione con il mio disturbo).
Grazie per l'attenzione che vorrete dedicarmi.
Giulia
[#1]
Gentile utente,
Molto strano che non abbia fatto una cura farmacologica per un PTSD, per cui esistono terapie consolidate.
Gli esami possono dare un'idea della situazione ormonale, ma sono più utili per una graduazione a fini legali che non per la decisione delle cure.
La sta seguendo uno psichiatra, cioè qualcuno che conosce le terapie farmacologiche ?
Molto strano che non abbia fatto una cura farmacologica per un PTSD, per cui esistono terapie consolidate.
Gli esami possono dare un'idea della situazione ormonale, ma sono più utili per una graduazione a fini legali che non per la decisione delle cure.
La sta seguendo uno psichiatra, cioè qualcuno che conosce le terapie farmacologiche ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Dottor Pacini la ringrazio anzitutto per la sua celere risposta. No, non mi sta seguendo nessuno dal punto di vista farmacologico. Per ora sono in cura solo da uno psicoterapeuta. Le analisi, in effetti, mi furono prescritte dal medico di base come screaning ormonale. Sto valutando l'opportunità appunto di farmi seguire anche da uno psichiatra, perché veramente la situazione mi sembra diventata troppo invalidante e volevo proprio sincerarmi, con questo consulto, circa l'esistenza di una valida terapia farmacologica per il PTSD e l'opportunità di farne uso a questo punto piuttosto avanzato della psicoterapia.
[#3]
Gentile utente,
Il PTSD ha delle terapie psicologiche e farmacologiche, ma non è che queste ultime si applichino solo a casi gravi o come ultima risorsa, per questo mi suona strano che neanche le siano mai state indicate come opzione.
Il PTSD ha delle terapie psicologiche e farmacologiche, ma non è che queste ultime si applichino solo a casi gravi o come ultima risorsa, per questo mi suona strano che neanche le siano mai state indicate come opzione.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.9k visite dal 20/07/2017.
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