Consiglio validità terapia

15.07.2017
Buongiorno,
sono un ragazzo di 28 anni (Milano) che da qualche mese soffre di ansia (nessuna particolare fobia sociale o simili...) e conseguente insonnia (riesco ad addormentarmi ma non riesco a mantenere a lungo il sonno).

Deciso a risolvere la situazione ho consultato una psicoterapeuta/psichiatra che inizialmente mi ha prescritto 10gg di EN al mattino e 10 alla sera.

Io inizialmente ho provato a risolvere la cosa senza iniziare la terapia farmaceutica indicata (prendevo della passiflora per dormire e rilassarmi durante il giorno) ma dopo qualche tempo in cui la situazione sembrava migliorata (non del tutto risolta), l'ansia è tornata sotto forma di un paio di attacchi ansiosi mentre ero in ufficio (non so se definirli forti perché era la prima volta che mi succedevano).

Ho deciso allora di prendere l'EN con il dosaggio suggeritomi dalla dottoressa (in realtà ne prendo 11 di gg) e di ritornare dalla dott.ssa per un consulto.
Con l'assunzione di queste gocce l'ansia è decisamente migliorata (non del tutto eliminata) a scapito di qualche effetto collaterale come un leggera sonnolenza generale (fastidiosa ma al momento sopportabile) e di una insonnia ancora saltuariamente presente.

Durante il secondo consulto la Dott.ssa (che mi è sempre sembrata brava e competente) mi ha detto che il mio caso rientra nei "classici" casi dei disturbi d'ansia e che è necessaria una psicoterapia mirata per "sconfiggerla". Inoltre ha aggiunto che sarebbe il caso aggiungere un SSRI (citalopram 10gg al mattino) da affiancare all'EN (il quale dopo circa un mese avremmo abbandonato in maniera graduale).

La terapia dovrebbe invece iniziata a partire da Settembre per queste ragioni:
- Chiusura dello studio nel mese di Agosto
- Preferenza a svolgere la terapia quando l'effetto dei farmaci sarà al massimo (mi ha detto che il citalopram fa effetto dopo 3-4 settimane).

Io, per sicurezza (e qui esce la mia natura ansiosa), e non per sfiducia nei confronti della Dott.ssa, volevo chiedere ai medici ed esperti qui presenti:

1.Che ne pensano della terapia e dei tempi relativi?

2. Non sarebbe possibili continuare fino a settembre con il solo EN e poi iniziare la psico terapia (voglio con tutto me stesso fare la psicoterapia, la inizierei in questo istante, ma preferirei non imbottirmi di farmaci)?

3. E' vero che prima di fare effetto il citalopram provoca effetti collaterali quali aumento dell'ansia e delle sensazioni negative da me già provate (la contemporaneità dell'EN dovrebbe eliminare questo effetto?)?

4.Quali sono invece gli effetti collaterali del citalopram alla lunga? Specialmente sulla sfera sessuale? (EN a parte la sonnolenza non mi sembra provocarmene di particolari)

5.E' davvero necessario aspettare fino a settembre per iniziare la terapia?

6.Che ne pensate di Yoga, Shiatsu, Ayurveda, ecc., per questi casi?

7. L'attività sportiva è indicata? Se sì di quale tipo?

Grazie mille e scusatemi per la numerosità delle mie domande.
F
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Le domande sono espressione del suo stato ansioso presumibilmente, perché si dividono in questi tipi:

a) domande su cose che le sono state già dette o ha già letto per conto suo, che pongono semplicemente la questione: può essere ? è possibile ? è vero ? Domande poco utili di per sé.

b) domande su modi di non seguire le prescrizioni ricevute, strategia già provata all'inizio quando ha aspettato semplicemente per diffidenza (al di là delle ragioni apparenti, tipo che il disturbo se ne vada da sé, che è una giustificazione razionale ma in realtà non logica).

Ha una terapia correttamente impostata e una tempistica che, al di là delle ferie, mi pare anche coincidente con i tempi utili a rivalutare la situazione. Quando parla di "terapia" si riferisce alla psicoterapia presumo, ma non è chiaro perché si sappia già che è indicata e dovrà iniziare. Si esclude la possibilità che stia meglio già con questa terapia ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Utente
Utente
Ha perfettamente ragione, la molteplicità di domande sono causata dallo stato ansioso (è come se avessi bisogno di ulteriori conferme).

Mi è stato detto che i farmaci curano i sintomi, ma che per la vera "guarigione" sarà necessaria una psico terapia che decideremo più avanti. Non funziona così solitamente?

Quello che mi chiedo è perché non posso aspettare la psicoterapia solo con l'En?

E se è vero che è preferibile iniziarla quando l'ansia non è al duo apice bensì quando quando è stata "farmacologicamente smussata".

Grazie
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
La psicoterapia non è uno strumento magico infarcito di credenze, cioè distinguerla tra l'apice o sia "smussata", la valutazione alla psicoterapia richiede che siano state valutate preventivamente le condizioni di eleggibilità ed eventualmente sia stata seriamente presa in considerazione la farmacoterapia.

Dr. F. S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it

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https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#4]
Utente
Utente
Ok, ovviamente non mi aspetto che sia una formula magica, anzi mi è stato detto che a settembre, prima di iniziare, faremo dei test per stabilire l'approccio idoneo.

Mi chiedo solamente se secondo voi è possibile arrivare a settembre ed iniziare la psicoterapia senza prendere il secondo farmaco che mi ha prescritto ma tenendo solamente l'EN che, al momento, sta facendo il suo lavoro.

Il tutto è dettato da una mia preferenza a prendere meno farmaci e relativi effetti collaterali possibili, che mi fanno un po' paura.

La dott.ssa mi ha consigliato di prenderlo ma, una volta esposti questi miei dubbi, mi ha detto di pensarci e di scegliere se affiancarlo o meno (non voleva forzarmi a prenderlo).

Consigli?
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Francamente non capisco perché deve cercare di formulare delle teorie a giustificazione di una sua tendenza non chiara a non seguire le indicazioni del medico. Il medico le ha spiegato perché procedere con l'introduzione del nuovo farmaco.
Non è materialmente forzato a fare alcunché, è superfluo che le si dica esplicitamente che ci può pensare.
Qui non si può indicare alcunché, non si può dirle si prendere o non prendere alcunché. Ha già una prescrizione. Non ci troviamo niente di strano.

"Il tutto è dettato da una mia preferenza a prendere meno farmaci e relativi effetti collaterali possibili, che mi fanno un po' paura."

Questo è uno dei modi per ottenere su se stesso terapie inefficaci e peggiori.
[#6]
Utente
Utente
Ha ragione. Devo imparare a fidarmi del mio terapeuta. Grazie ancora per le risposte.
[#7]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
L'indecisione del suo curante è praticamente utile ai suoi disturbi.

Deve avere uno specialista di riferimento deciso che non ponga condizioni a caso sulla base di ciò che lei ritiene di dover fare.
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