Possibili danni da psicofarmaci.

Gentili dottori, buon pomeriggio.
Comincio questo consulto col dirvi che sono un ragazzo di 18 anni, che da quasi due anni ha assunto ogni sorta di psicofarmaco esistente, prescritti dal mio psichiatra per cercare di curare un disturbo ossessivo comparso all'età di 14 anni.
Questo disturbo ossessivo è scomparso da quando ho iniziato a soffrire di depressione verso ottobre del 2016, concatenata a gravissimi problemi di memoria, concentrazione e confusione mentale, il tutto accompagnato da uno stress assurdo e dal non riuscirsi più a ricordare cosa può provare una persona mentalmente sana.
Questo è l'elenco dei farmaci che ho preso dal novembre del 2015 ad oggi: Zoloft da 50 mg, Anseren da 15 mg, Impromen da 5 mg, Prozac da 20 mg, Anafranil da 10, 25 e 75 mg, Quetiapina da 25 mg, Cipralex da 20 mg, Triazolam da 0,125 mg, Clopixol da 10 mg, Brintellix da 10, 20 mg e Lazapir da 5 mg.
Ho sempre notato che la maggior parte di queste compresse non c'entravano nulla con il mio disturbo, poiché documentandomi su internet o leggendo il bugiardino dei vari medicinali, leggevo che vengono usati per curare la schizofrenia, il disturbo bipolare e tante altre psicosi e deliri, cose che io non ho mai avuto e di cui ne ho parlato più volte al mio medico, ma lui ribadiva che una compressa in base al dosaggio prescritto può guarire anche altre sintomatologie non presenti nel bugiardino.(Come quando, recentemente, mi ha prescritto il Triazolam da prendere tre volte al giorno per combattere l'ansia, quando poi nel bugiardino si specifica letteralmente che bisogna assumerlo per il trattamento a breve termine dell'insonnia, anche se dormivo benissimo).
Il mio disturbo ossessivo era semplicemente un ossessione presa nei confronti di mio zio. Essendo lui un tipo estremamente giudizievole, feci l'errore di dare troppa importanza ai suoi giudizi rimanendo impigliato in essi, senza riuscire ad essere me stesso.
Ho fatto una risonanza magnetica encefalo e tronco encefalico circa cinque mesi or sono, per capire a cosa siano dovuti questi problemi di memoria, ed il referto dice questo:
- Normale morfologia e segnale delle strutture parenchimali encefaliche.
- Non si rilevano aree di alterazione della diffusione.
- Sistema ventricolare in sede, di regolare morfologia ed ampiezza normale.
- Modico aumento di ampiezza degli spazi liquorali pericerebrali e periencefalici.
- R.A. modesta flogosi del seno mascellare sinistro.
Ed ora ecco le mie domande, che ormai mi tartassano la mente da un paio di giorni a questa parte:
E' possibile che tutti questi antidepressivi e antipsicotici mi abbiano danneggiato il cervello e le sue funzioni cognitive?
E riguardo alla risonanza, questo modico aumento degli spazi liquorali non è altro che un rimpicciolimento della corteccia cerebrale, anch'essa irreversibile?
E secondo voi, in base a tutto ciò, il mio psichiatra ha fatto un buon lavoro con me, oppure ha sbagliato tutto?
PS: Al momento assumo Brintellix, Triazolam e Lazapir.
[#1]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
I dubbi che esprime fanno parte del doc, che è purtroppo uno dei disturbi più resistenti alle terapie farmacologiche.
I dosaggi in questa patologia in media sono più alti che per i disturbi d'ansia e la depressione. I tranquillanti maggiori, o antipsicotici, sono utili in associazione agli antidepressivi ( che si chiamano così, ma sono indicati anche per ansia cronica e disturbi ossessivi). Può essere utile associare una psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale per imparare a gestire i continui dubbi e i pensieri parassiti che la tormentano.
Escludo che i farmaci che ha assunto possano aver danneggiato il suo cervello; memoria e capacità di concentrazione sono ridotte a causa del doc, perché i pensieri parassiti interferiscono con normale funzionamento cerebrale.

Franca Scapellato

[#2]
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Buonasera dottoressa, grazie mille per la tempestiva risposta, molto soddisfacente e rassicurante.
Da circa quattro anni faccio sedute di psicologia, e nell'arco di tutto questo tempo, ho cambiato ben due psicologhe.
Purtroppo ho avuto scarsi risultati, ovviamente non per colpa loro, poiché sono due donne di grande professionalità e umanità, ma bensì per via del mio malessere che ha sempre preso il sopravvento su tutto, anche sui consigli ricevuti su come affrontare i miei problemi.
Mi scusi se le pongo un'altra domanda, ma nel consulto principale avevo quasi superato il numero di caratteri necessari.
Dunque, la domanda è questa:
Secondo voi, un terapia farmacologica durata due anni, se venisse stoppata nel tempo di un mese, ovviamente con tanto di scalaggio, dopo quanto tempo il corpo può essere considerato pulito e completamente ristabilito da queste sostanze?
La ringrazio ancora, in attesa di risposta.
[#3]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
La durata della terapia non ha nessuna importanza, le sostanze farmacologiche in poche settimane vengono eliminate, poi i sintomi peggiorano e poi ci vuole molto più tempo per ottenere risultati dalla terapia.
E' un film già visto tante volte; chi sta così male insegue sogni di "disintossicazione" attribuendo ai farmaci un generico indebolimento psichico.
Non funziona; l'unica cosa che può funzionare è tenere il punto, aumentando i farmaci (sempre gli stessi per mesi, senza cambiare spesso) e impegnandosi nella psicoterapia, se si tratta di quella cognitiva, l'unica validata per questo disturbo.
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