Consulto psichiatrico, cardiologico e ortopedico
Ho avuto una vita normale fino ai 18 anni quando una mattina vidi una persona in TV che mentre veniva intervistato iniziava a sudare e ho pensato: "se succedesse a me che figura che farei" e neanche a farlo a posta la sera stessa ad una festa iniziai a sudare tantissimo perché pensai a quello che avevo visto in TV. Li è iniziata la mia condotta di evitamento, anche se la cosa era abbastanza sopportabile tant'è che mi sono anche fidanzato con una ragazza che nonostante tutto è ancora al mio fianco.
Una sera però la febbre alta più il dolore di un intervento ad un dente mi portò una forte tachicardia con delle extrasistole (o meglio sensazione di cuore che perde dei battiti, purtroppo nei vari holter che ho fatto non ho mai avvertito la stessa sensazione) mani e piedi che non sentivo piu, così fu chiamato il 118 che mi portò in ospedale dove però non trovarono niente se non questa tachicardia sinusale.
Così mi iniziai a concentrare sulla paura della tachicardia con varie corse al PS in cui una volta venni anche ricoverato poiché mi fu trovata per una volta la troponina alta che è risultata nella norma al secondo prelievo.
All'epoca ho iniziato anche una terapia cognitivo comportamentale di 8 mesi che però non ha dato molti risultati.
Volenteroso di uscire da questa situazione inizio a correre per cercare di entrare in confidenza con la tachicardia. Inizialmente sembra funzionare ma proprio mentre corro ogni volta che mi fermo inizio ad avere dei giramenti di testa fortissimi, come avere la sensazione di non avere piu equilibrio.
Così inizio un accanimento per capire cosa possa portare a questo e tra i vari accertamenti esce dalla RM solo un'inversione della colonna cervicale e riduzione di segnale in T2 per fenomeni disidratativi. Che potrebbe portare a questo infatti se sono a PC per piu di mezz'ora ho un dolore fortissimo al collo con conseguenti accentuazione delle vertigini. Ma quando sono fuori casa in situazioni di ansia la tensione sul collo e i giramenti sono molto di piu.
In tutto questo ho fatto un'altra psicoterapia integrata di due anni, sempre senza risultati dove è emersa una forte paura del giudizio e un attaccamento a mia madre
Così in 4-5 anni ho iniziato ad evitare tutto, al punto che esco solo se accompagnato.
Un anno fa ho fatto una cura con triptofano, prazene 10mg al giorno e cinnarizina e per qualche mese sono stato meglio. Poi però ho iniziato ad essere tollerante alla BDZ e ho interrotto.
Adesso sono stato da due psichiatri ed entrambi mi hanno prescritto paroxetina 10mg da portare in una settimana a 20. Ma ho davvero paura degli effetti collaterali, dell' astinenza e soprattutto del prolungamento sul QT che agli ultimi ECG con FC però superiore a 100 è risultato nella norma (380). Data la mia ipocondria però sono andato a vedere gli holter precedenti e risulta un QTc massimo di 463 quando però la mia FC è bassa, quindi di notte.
Detto questo la paroxetina è davvero l'unica soluzione?
I ragionamenti sui valori del QT li lasci fare al medico, a cui è bene comunicarne i valori (se già non li sapeva).
La cura ricevuta è specifica per il suo tipo di problema.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Può essere perché la paroxetina è tra tutti gli SSRI quello che meno influisce sul QT?
Inizio comunque la terapia senza un controllo più approfondito?
Il discorso sul qt è complesso, ma al di là delle questioni tecniche, se ha fatto un ecg, qualcuno dovrà verificare che vada bene (si presume che chi l'ha fatto ci scriva che va bene oppure cosa c'è di anomalo, ma non sempre è così).
Tralasciando il QT, nonostante tutti questi giorni non sono riuscito ad iniziare, quando arriva il momento ho troppa paura e rimando.
Quello che più mi preoccupa è che possa non fare effetto su di me e quindi peggiorare una situazione già molto grave.
Poiché penso che se non fa effetto magari devo staccare e subirmi tutti gli effetti di astinenza che a quanto pare sono al limite della tolleranza.
Come posso fare per superare questo ostacolo e iniziare la cura?
A quanto pare a chi ?
La cura l'ha ricevuta. Il cervello sta passando in rassegna qualsiasi motivo per non iniziarla, rendendolo automaticamente un "buon" motivo. Questo ostacolo è una delle espressioni della sua condizione mentale di questo periodo, verosimilmente.
Già ho di mio, muscoli del collo ultra-tesi con mancanza di equilibrio/vertigini. Non vorrei che peggiorassero poiché il capogiro, sempre leggendo commenti di altre persone che hanno staccato la paroxetina, è il sintomo principale. Tra l'altro mi è stata descritta la paroxetina proprio per queste vertigini che compaiono di più nei momenti di ansia. Quindi sarebbe davvero un controsenso.
Sempre nel foglio illustrativo/altri pazienti è riportato che può causare sudorazione, altro motivo per il quale mi è stata prescritta, ovvero il fatto che quando sono in una situazione di imbarazzo inizio a sudare. Anche questo un controsenso.
Purtroppo tutto questo mi blocca nell'iniziare, nonostante so che è proprio la paura, che potrei alleviare con questa medicina, a fermarmi.
La parte razionale di me vuole iniziare, ma poi subentra la paura e la convinzione che sto cercando un qualcosa di miracoloso che faccia passare tutto, cosa che neanche la paroxetina penso possa fare.
La prescrizione del medico è lo strumento con cui si approda a una cura, altrimenti in questo modo diventa una informazione autogestita da fonti incontrollabili e ininterpretabili.
Non credo che sul foglietto ci sia scritto che gli effetti da sospensione sono al limite del tollerabile, e poi questo è un ragionamento sul nulla, su qualcosa che non sta prendendo.
Come le dicevo, più che altro sta accumulando e argomentando anche in maniera sbrigativa dei motivi per non seguire la prescrizione.
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