Difficile dare un nome

Salve,
Scrivo qui in attesa di poter avere una visita diretta.. E a causa della mia ormai totale disperazione.
Definire il mio mondo non è facile, ma proverò a sintetizzarlo in poche righe.
Senza tornare indietro di 27 anni e descrivere alcuni episodi che già allora si presentavano (vedersi dall'alto con la sensazione di fare le cose in automatico) ma che rientravano subito, e tralasciando quello che però poi permaneva ossia un problema con gli altri.. posso dire che da dieci anni e più oltre ad aver cominciato a vivere in una perenne derealizzazione e depersonalizzazione sia psichica che di tutti gli altri generi.. allopatica soprattutto come descriveva il dott. Pacini ossia come sentirsi congiunto ad un tutto.. all'universo in un mondo in cui la spazialità è alterata. Anni che non mi guardo allo specchio. Oltre a questo che pian piano riuscivo a far "rientrare" ad "integrare" di nuovo, il problema è che è come se i miei pensieri irreali e lontani che spesso mi sfuggono fossero incollati in questo mondo bidimensionale in cui io cerco di tenermi insieme con apparenti riti compulsivi ma che in realtà altro non sono che modi di tenere insieme me stessa per poi avere la tranquillità di muovermi nel mondo... di gestire una spazialità.. come se dovessi costantemente recuperarli o finisco a ciondolarmi su una sedia senza muovere un muscolo.. ovviamente un modo di ricollegarsi con un mondo che senti alieno e che devi costantemente interpretare rimettere a posto....chiederti se è giusto.. manca quella componente intuitiva nel rapporto con gli altri che metto sempre in discussione come se improvvisamente fossi diventata autistica.. Solo che questi miei meccanismi sono collassati e oltre ad una diagnosi di psicosi paucisintomatica curata con Abilify a causa di quel velo che a volte mi faceva vedere diversamente o male la realta.. dopo miglioramenti ad oggi mi causa vuoti terrificanti che mi impediscono di vivere e di "recuperare" me stessa con pensieri ossessivi che non riesco a portare a termine tipo "perchè dovrei fare questo o quello" "chi sono" etc.. pur sapendo chi sono e cosa voglio ma è proprio come se avessi difficoltà a mentalizzare e mettere in pratica in uno stand by che dura da una settimana e che non avevo mai provato prima portandomi al punto di essere così spaventata e disperata da pensare seriamente al suicidio. Come unica via se non riesco a riappropriarmi di me stessa e vivere la mia vita.
Sarò grata a chiunque tenterà di rispondermi nonostante la complessità estrema della questione. Che mi risulta molto difficile tentare di spiegare qui.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Può cercare di definire meglio la domanda (cosa chiede a noi e quello che desidera per lei), e riferire che terapie ha in atto al momento, sia farmacologiche che psicologiche?

Franca Scapellato

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Utente
Utente
Grazie.
Mi rendo conto di aver tracciato un quadro piuttosto confuso.
La cosa incredibile è devastante per me è esserne ed essere pienamente consapevole.
Sono in cura con Abilify 10 ma visto i vuoti terribili che mi ha provocato ultimamente l' ho dimezzato.
Non sono convinta della cura. Anzi. Chiaramente per me vorrei sapere che uscirne è possibile, ma soprattutto avere un parere più accurato di quelli che fino ad oggi ho sentito. Chiaramente non mi aspetto diagnosi ma sapere che non sono sola e in letteratura tutto questo ha un nome già sarebbe di conforto.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Se ha dimezzato di sua iniziativa l'Abilify, che cura i sintomi di depersonalizzazione, ora sta peggio. I sintomi che descrive sono come dice lei di depersonalizzazione e derealizzazione, purtroppo molto spiacevoli e angoscianti, ma non insoliti. Le consiglio di rivalutare la terapia con il suo psichiatra. A volte la psicoterapia basata sulla minfullness può essere d'aiuto, ma alla base ci dev'essere la terapia antipsicotica continuata con pazienza per anni.
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Utente
Utente
Quindi da quanto descritto la diagnosi di psicosi paucisintomatica sarebbe corretta.
Capisco che da qui non sia possibile fare diagnosi. Mi chiedo allora questi vuoti terribili uniti alla mancanza di mentalizzare ossia di ricomporli a cosa siano dovuti se non all' antipsicotici appena ripreso. Infatti un periodo l'avevo sospeso e a dirla tutta stavo meglio
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Con la sospensione dell'antipsicotico alcuni effetti collaterali si attenuano e nel breve termine si sta meglio, ma la malattia poi si fa sentire di nuovo.
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Utente
Utente
Grazie amcora. In effetti uno degli effetti collaterali più devastanti era l'acatisia che già con 15 mg aveva raggiunto livelli i tollerabili tanto da non riuscire a stare seduta a tavola. Mi chiedo se così fosse allora solo coincidenza che questi vuoti si siano ripresentato con l'antipsicotico... a prescindere da questo so che faccio estrema fatica.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Purtroppo gli antipsicotici non hanno un effetto immediatamente riscontrabile da chi li assume: all'inizio c'è solo la sedazione ed effetti collaterali sgradevoli. Gli antipsicotici atipici come quello che assume, l'aripiprazolo, dovrebbero dare meno disturbi, ma ogni persona ha una sensibilità diversa.
La parola chiave è tempo: trovato il dosaggio adeguato con effetti collaterali sopportabili (che comunque si attenuano fino quasi a scomparire dopo qualche settimana, se la dose è giusta), col tempo il farmaco agisce migliorando la funzionalità cerebrale soprattutto nei siti deputati alla memoria, come si è visto con la neuroimaging cerebrale. Vale quindi la pena pazientare perché l'effetto c'è.
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