Amisulpride come farmaco aggiuntivo a terapia già in atto
Gentili dottori,
vorrei chiedervi alcune informazioni riguardo alla terapia antidepressiva che sto assumendo.
Premetto che soffro di depressione ed ansia generalizzata da molto tempo.
Sono in terapia con escitalopram 20mg e bupropione 150mg da un paio di anni. Questa terapia mi ha giovato molto ma non è stata mai sufficiente ad alleviare quella sintomatologia depressiva caratterizzata principalmente da rallentamento motorio, astenia e sonnolenza.
Il mio psichiatra ha provato varie soluzioni di aggiunta di un altro farmaco alla terapia esistente fino a che pochi giorni fa mi è stato prescritto di assumere amisulpride al dosaggio di 100mg.
Adesso, vorrei chiedervi se potreste darmi alcune informazioni che non ho potuto chiedere al mio psichiatra.
- Vorrei sapere quali possono essere le interazioni tra i farmaci che ho finora preso (escitalopram e bupropione) con questa nuova molecola aggiunta, l'amisulpride.
Ho letto ad esempio che amisulpride non dovrebbe essere assunto con escitalopram o citalopram per alcune problematiche inerenti al prolungamento dell'intervallo Qt. E' vero questo? - E in che dosi si può ritenere l'abbinamento delle due molecole entro dei limiti di sicurezza?
- Quali sono invece le interazioni tra bupropione e amisulpride visto che entrambi agiscono sul sistema dopaminergico?
- I due farmaci agiscono congiuntamente o hanno azioni contrastanti?
- Quali sono le azioni complementari che potrebbero invece essere a vantaggio della terapia antidepressiva ed ansiolitica complessiva?
Mi piacerebbe avere delle informazioni anche tecniche a riguardo, credo che potrei comprenderle lo stesso anche se non sono "del mestiere".
Vi ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti,
F.
Dr. F. S. Ruggiero
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Non è detto, perché se si scende nel tecnico facciamo discorsi intanto da Lei proposti, e poi che fino a prova contraria non può capire nella loro componente sostanziale. Non a caso c'è un corso di studi per capire poi questioni anche semplici di gestione di farmaci.
Detto questo, amisulpride come aggiunta può aver senso, però in genere si usa a dosaggi bassi, perchè a dosaggi più alti ha un'azione antagonista rispetto al bupropione, mentre ai bassi può andare nello stesso senso.
Dr.Matteo Pacini
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Guardi volevo solo precisare che non mi va tanto di fare queste domande al mio psichiatra perchè non ho voglia che pensi che non mi fidi di lui o non mi va piu' di iniziare una discussione se sono o non sono ipocondriaco come già mi è capitato una volta con un'altra psichiatra.
Potrei chiedere cosa ne pensate del problema del prolungamento dell'intervallo Qt che è poi la questione che piu' mi preme? Mi fido del mio psichiatra e credo sappia bene quello che fa quando abbina 20 mg di escitalopram a 100mg di amisulpride, ma voi cosa ne pensate?
Grazie ancora.
F.
Può anche aver senso che uno non faccia al medico domande tecniche per evitare appunto di dare questa impressione.
Il parametro del QT, preso così, non è nenche confermato che sia utile in senso preventivo. E' importante sapere se uno ha il QT lungo o se per caso gli si allunga con determinati farmaci, però ad qui a stabilire che se non è lungo non c'è rischio ce ne passa, idem a stabilire che se è un po' più lungo piuttosto che un po' meno lungo il rischio sia maggiore.
E' chiaro che si consigliano tutta una serie di cose, tra cui se possibile evitare di associare farmaci i quali possono allungare il QT, ma non è sempre realistico perché se prende ad esempio i farmaci psichiatrici, praticamente ce l'hanno tutti questa raccomandazione.
la ringrazio ancora per la gentile attenzione e risposta che ha dedicato alla mia domanda.
Mi chiedo ancora nonostante tutto come mai la mia depressione abbia una così difficile risoluzione; cioè mi chiedo come mai due antidepressivi non sono finora bastati alla completa remissione dei sintomi; e tuttavia non mi sono stati prescritti solo questi ma sono state provate varie altre combinazioni, altre molecole anche in monoterapia.
Tra le opinioni che ho avuto dagli psichiatri che ho avuto modo di consultare ci sono varie versioni; il dott. Pieraccini a Siena mi ha parlato di depressione resistente; il dott. Paiano qui a Roma crede invece che sia affetto da bipolarismo e sto vedendo che mi sta prescrivendo insieme ad escitalopram e bupropione che già assumevo, tutti farmaci antipsicotici atipici che vanno bene per il trattamento della depressione bipolare. Aveva anche provato a prescrivermi l'acido valproico che mi fece stare solo male. Il prof. Fagiolini di Siena invece ritiene che escitalopram è un blando antidepressivo che generalmente è piu' efficace come ansiolitico (cosa che posso certamente confermare dalla mia personale esperienza).
Insomma la domanda è perchè alcune forme di depressione sono così complicate da comprendere e da curare? E' una questione di non buona comunicazione con il proprio psichiatra o è proprio una questione che ognuno si impunta con la sua versione delle cose? Dico questo perché spesso noto che nonostante gli psichiatri che mi hanno visitato possano essere stati bravi, molto sicuri e professionali, spesso non si sforzano tanto a chiedere, chiarificare, fare domande approfondite sui sintomi. Eppure per lo psichiatra la parola è l'unico mezzo che ha per cercare di fare una diagnosi. Mi chiedo delle volte se ad esempio oltre alla depressione e i disturbi di ansia nel mio caso non ci possa essere la concomitanza di altri disturbi psichiatrici come il disturbo da deficit di attenzione, la narcolessia e una sindrome da fatica cronica; ed è per questo motivo allora che il solo uso di molecole antidepressive e antipsicotici vari abbia dato solo una risposta parziale alla sintomatologia; gli antipsicotici mi hanno fatto stare finora solo male fisicamente, adesso si vedrà con l'amisulpride. So che l'autodiagnosi ha poco valore come anche i nomi che si possono appiccicare ad ogni tipo di sintomatologia, eppure nella descrizione di questi disturbi mi ci trovo pienamente. Il bupropione per esempio ha migliorato molto la mia scarsa capacità a concentrarmi nelle cose e fatica mentale. Tuttavia debolezza fisica, disturbi nel sonno e mente annebbiata sono sempre lì a rendermi passato, presente e futuro incerti.
Mi scusi per questo sfogo, capisco che quello che appena scritto può non avere tanto senso, non sto cercando una diagnosi qui in questo spazio. E' solo uno sfogo forse.
Grazie ancora.
F.
La questione della diagnosi è centrale, perché depressione e disturbo bipolare non sono due tipi di depressione, sono due malattie diverse. Con terapie diverse.
E' vero che spesso si usano poi le stesse cose diversamente combinate, ma questo perché c'è comunque la tendenza a curare per sindromi, quando non per sintomi. Quindi è probabile che chi soffre di disturbo bipolare minore si trovi in terapia un antidepressivo, un farmaco per il sonno, insieme a farmaci specifici. Non è sempre chiaro se questo sia effettivamente utile e necessario.
Ogni malattia ha delle forme resistenti, o per tipologia o per gravità. Possono anche essere malattie diverse, con genetica diversa, per cui si trattano come fossero una cosa unica, ma magari non è così.
mi sembra di aver capito...
Quindi le mie ipotesi di concomitanza di piu' disturbi possono anche non essere del tutto sbagliate... Glielo chiedo perché magari alla prossima visita potrei parlarne al mio psichiatra.
Se mi sembra di aver capito il cervello si può presentare come un caleidoscopio di disturbi del tutto aleatorio, la cui risoluzione o attenuazione è affidata all'applicazione di uno o piu' farmaci in diversi tentativi.
Potrei farle un'ultima domanda?
Nel caso in cui io soffrissi di un disturbo bipolare minore, perché non può essere considerata questo come una depressione unipolare? Quali sono le differenze tra i due disturbi? Glielo chiedo perché proprio il dott. Paiano mi disse che depressioni di lunga durata come la mia sono con molta probabilità disturbi bipolari sottosoglia. Vorrei qui specificare di piu' il mio caso spiegandole che sinceramente io ancora non sono del tutto certo di avere delle fasi "up" del mio umore nel senso maniacale del termine; l'ipotesi di essere affetto da bipolarismo è stata avanzata dal dott. Paiano che adesso sembra forse aver abbandonato non avendomi prescritto piu' uno stabilizzatore. Quando mi sento su di morale, semplicemente mi sento bene e questo non mi procura problemi. Quello che sperimento è un aumento di sensibilità per le cose e le persone e del pensiero, che vedo solo come un qualcosa di positivo in cui riconosco la mia personalità e intelligenza. Queste fasi sono tuttavia rarissime e di durata limitata (alle volte anche solo di ore), e sono capitate finora solo sotto terapia psicofarmacologica. La maggior parte del mio tempo è invasa da una persistente depressione, che da quando assumo escitalopram e bupropione, è caratterizzata per lo piu' da sintomi di forte astenia e sonnolenza; non piu' ansia, ideazione suicidaria, senso di vuoto e senso di fallimento che avevo prima di assumere farmaci.
La ringrazio ancora per la sua gentilezza dott. Pacini.
F.
Allora non mi resta che affidarmi alle cure del mio psichiatra e provare diversi farmaci fino a che non trovo quelli piu' adatti a me... in fondo, leggendo quali e quanti altri pesanti disturbi psichiatrici esistono nell'umanità, il mio, pur limitandomi l'esistenza, non sembra poi così grave.
Intanto l'amisulpride in questo paio di giorni sembra già dare degli effetti positivi nella mia mente.
Cordiali saluti,
F.
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