Disfagia, dispnea, continuo fastidio-contrazione mandibolare
Buongiorno gentili dottori, vi scrivo ancora una volta (sperando di essere nella sezione giusta) esponendovi il problema che mi affligge da più di 1 anno, chiedendovi scusa in anticipo per la lunghezza del post.
Ho 36 anni, sono un soggetto fumatore (ed ansioso dalla nascita) e dopo un forte periodo di stress dovuto al lavoro ed a problemi familiari ho iniziato ad accusare, con costanza e differente intensità, problemi di deglutizione, con una difficoltà ad iniziare l'atto deglutitorio per una sensazione di restringimento della gola e conseguente soffocamento. A questo, progressivamente, si è aggiunta una sensazione di contrazione/debolezza ai muscoli masticatori, che dopo un pasto sembrano quasi "esausti". Dopo poco sono iniziati anche problemi respiratori, inizialmente con sensazione di gola chiusa, poi con senso di fastidio-peso al petto, tachicardia, extrasistole e fame d'aria. Quest'ultima dapprima continua durante tutto l'arco della giornata, poi 1 o 2 volte la settimana con attacchi della durata di circa un paio d'ore. Inutile dirvi che ho eseguito tutti gli accertamenti medici e gli esami prescritti del caso (sono stato più volte da otorinolarigoiatri, gastroenterologi, neurologi, cardiologi, ecc...) ma nessuna delle diagnosi è stata considerata in grado di spiegare la mia sintomatologia (in sintesi - dopo gastroscopia, rinolaringoscopia, rmx torace e mediastino, elettrocardiogramma ed eco cuore, eco collo, analisi del sangue - escluse miastenia con problemi al mediastino o altro, mi è stato diagnosticato un semplice reflusso gastroesofageo con esofagite non erosiva, nonchè leggeri fastidi cervicali, e mi è stato trovato un piccolo nodulo alla tiroide che, anche a seguito di successive analisi del sangue, è stato considerato ininfluente ed asintomatico). Quello che mi chiedo è : possibile che tutti questi fastidi-problemi, a volte davvero debilitanti, possano avere una causa psicologica? Possono ansia e stress provocare tutto questo, costantemente e per così tanto tempo? Che devo fare? Sono davvero arrivato al limite della sopportazione! :(
Nel ringraziarvi anticipatamente per il preziosissimo lavoro e per le eventuali risposte vi porgo i miei più cordiali saluti.
Ho 36 anni, sono un soggetto fumatore (ed ansioso dalla nascita) e dopo un forte periodo di stress dovuto al lavoro ed a problemi familiari ho iniziato ad accusare, con costanza e differente intensità, problemi di deglutizione, con una difficoltà ad iniziare l'atto deglutitorio per una sensazione di restringimento della gola e conseguente soffocamento. A questo, progressivamente, si è aggiunta una sensazione di contrazione/debolezza ai muscoli masticatori, che dopo un pasto sembrano quasi "esausti". Dopo poco sono iniziati anche problemi respiratori, inizialmente con sensazione di gola chiusa, poi con senso di fastidio-peso al petto, tachicardia, extrasistole e fame d'aria. Quest'ultima dapprima continua durante tutto l'arco della giornata, poi 1 o 2 volte la settimana con attacchi della durata di circa un paio d'ore. Inutile dirvi che ho eseguito tutti gli accertamenti medici e gli esami prescritti del caso (sono stato più volte da otorinolarigoiatri, gastroenterologi, neurologi, cardiologi, ecc...) ma nessuna delle diagnosi è stata considerata in grado di spiegare la mia sintomatologia (in sintesi - dopo gastroscopia, rinolaringoscopia, rmx torace e mediastino, elettrocardiogramma ed eco cuore, eco collo, analisi del sangue - escluse miastenia con problemi al mediastino o altro, mi è stato diagnosticato un semplice reflusso gastroesofageo con esofagite non erosiva, nonchè leggeri fastidi cervicali, e mi è stato trovato un piccolo nodulo alla tiroide che, anche a seguito di successive analisi del sangue, è stato considerato ininfluente ed asintomatico). Quello che mi chiedo è : possibile che tutti questi fastidi-problemi, a volte davvero debilitanti, possano avere una causa psicologica? Possono ansia e stress provocare tutto questo, costantemente e per così tanto tempo? Che devo fare? Sono davvero arrivato al limite della sopportazione! :(
Nel ringraziarvi anticipatamente per il preziosissimo lavoro e per le eventuali risposte vi porgo i miei più cordiali saluti.
[#1]
Gentile utente,
Causa psicologica non è esatto. Si intende un fattore esterno che ha prodotto uno stato di sofferenza, ma tale sofferenza non si svolge a livello extracorporeo, bensì perché il cervello inizia a funzionare in maniera tale da produrre sintomi o un'attenzione particolare al corpo, o uno stato d'allarme in cui poi cadono i sintomi del momento.
Lo stato ansioso poi è diagnosticabile di per sé, quindi non andrebbe identificato per esclusione.
Causa psicologica non è esatto. Si intende un fattore esterno che ha prodotto uno stato di sofferenza, ma tale sofferenza non si svolge a livello extracorporeo, bensì perché il cervello inizia a funzionare in maniera tale da produrre sintomi o un'attenzione particolare al corpo, o uno stato d'allarme in cui poi cadono i sintomi del momento.
Lo stato ansioso poi è diagnosticabile di per sé, quindi non andrebbe identificato per esclusione.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Gentilissimo Dr. Pacini, innanzitutto grazie mille per la risposta e l'attenzione. Credo, tuttavia, di non aver capito. La causa alla base dei miei problemi non è di natura psicologica? Non essendo competente in materia mi risulta difficile comprendere a pieno la sua gentile risposta. Cosa mi consiglia di fare?
[#3]
Gentile utente,
La causa intesa come evento che ha prodotto il malessere, può anche essere definita (in generale, non so nel suo caso), "psicologica". Ma poi il tramite dei sintomi è sempre il cervello, e quindi dire che uno stato con dei sintomi è "psichico" significa intanto aver identificato i sintomi psichici, e non solo per esclusione di altre ipotesi, e di aver quindi identificato il cervello come organo centrale dell'insieme dei sintomi.
Nel caso di sintomi corporei, il cervello può sia produrne, sia amplificarne l'impatto, rendendoli meno tollerabili, sia creare uno stato d'allarme in cui ogni cosa tende a diventare "sintomo" in quanto preoccupante.
La causa intesa come evento che ha prodotto il malessere, può anche essere definita (in generale, non so nel suo caso), "psicologica". Ma poi il tramite dei sintomi è sempre il cervello, e quindi dire che uno stato con dei sintomi è "psichico" significa intanto aver identificato i sintomi psichici, e non solo per esclusione di altre ipotesi, e di aver quindi identificato il cervello come organo centrale dell'insieme dei sintomi.
Nel caso di sintomi corporei, il cervello può sia produrne, sia amplificarne l'impatto, rendendoli meno tollerabili, sia creare uno stato d'allarme in cui ogni cosa tende a diventare "sintomo" in quanto preoccupante.
[#5]
Gentile utente,
I medici che l'hanno vista, o il suo curante, cosa le hanno detto in chiusura ? Di fare appunto una visita psichiatrica, che è "ansia", che deve fare altri esami ? Ha ricevuto insomma indicazioni in uscita da questa serie di accertamenti ?
I medici che l'hanno vista, o il suo curante, cosa le hanno detto in chiusura ? Di fare appunto una visita psichiatrica, che è "ansia", che deve fare altri esami ? Ha ricevuto insomma indicazioni in uscita da questa serie di accertamenti ?
[#6]
Utente
Si, in pratica, dopo il perdurare dei disturbi a seguito di terapie farmacologiche (parlo di farmaci per la terapia del reflusso, anti-infiammatori steroidei e non ed antibiotici per la faringite, ecc...) tutti mi hanno parlato di un possibile stato di stress, di ansia e cause "psicologiche", e che i miei sintomi sarebbero scomparsi da soli. Ma continuano a non passare...per questo motivo ho deciso di scrivere qui, per un parere specialistico.
Grazie ancora delle sue preziose risposte e della pazienza :)
Grazie ancora delle sue preziose risposte e della pazienza :)
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.2k visite dal 05/06/2017.
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