Maternita' con problema di dipendenza da oppiacei
Buona sera.Ho gia' fatto uso di questo spazio per un consulto che mi riguardava personalmente circa un mese fa'.ora ne vorrei chiederne uno per una mia carissima amica che non possiede il PC.Cerchero' di assere il piu' sintetico possibile anche se la storia non e' breve.Allora,lei è in stato interessante,trentatreesima settimana.anche lei "era"tossicodipendente da oppiacei.Decise di andare in comunita'dove conobbe il padre del bimbo.Lui in com da 18 mesi .Da circa 4 mesi sono usciti traendo forza dalla bella notizia.Il problema è che lei da qualche mese ha ripreso a farsi con cadenza di 1 volta a settimana(ALMENO COSI MI DICE;ma credo che sia la verita') Ovviamente ho cercato ,appena saputo di dissuaderla in tutti i modi e con tutte le parole possibili...MA?Non devo certo spiegarvelo io...Le sue risposte erano:<ma capita poche volte.gni tanto.una volta a settimanaecceccecc.>Per il primo periodo è riuscita a non prendere ne metadone ne sostitutivi,ma ora da un pò di tempo ha riiniziato assumere 4 di metadone .diciamo che la situaz le è sfuggita di mano se si puo' usare una frase del genere.Lei ora ,ovviamente preoccupata è decisa a toglierlo anche se una dose irrisoria.Lei mi dice che ci sta riuscendo e oggi ne ha gia assunto 3.Arrivo alle domande fatte da lei che io rigiro a voi:Che conseguenze puo' avere il piccolo?Se effettivamente riuscisse a toglire tutto lo sciroppo puo' nascere con disturbi o addiritura crisi?effettivam manca poco al parto.Per ultimo,lei si è sottoposta ad analisi ed è risultata positiva all epatite C.Pero' lei dice che sentendo il medico non ha capito molto dato che questo ha detto che parecchie volte i test quando si aspetta un figlio possono essere sballati e che forse è il suo caso ,quindi le farà ripetere gli esami(Su quest ultimo argomento non riesco a essere piu' esauriente proprio per mancanza di informazioni e quelle poche molto confuse da parte sua).Mettiamo pero' che pessimisticamente abbia realmente contratto la C.....il piccolo puo' patirne? Insomma A che pericoli puo' andare incontro in generale? Chiedo scusa per la lungaggine ma non e' stato facile trovare le giuste parole per questa sitazione a mio avviso parecchio antipatica e critica. MOLTE GRAZIE ANTICIPATAMENTE.Un vostro utente.
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Gentile utente,
ha postato la richiesta nella sezione psichiatria, che e' correlata alla dipendenza da oppiacei dal punto di vista psichiatrico.
Sebbene sarebbe possibile fornirle alcune informazioni generali, sarebbe piu' utile ripostare la richiesta nella sezione ginecologia per quanto riguarda le conseguenze sul feto dell'uso da 4 mesi a questa parte di sostanze e nella sezione malattie infettive per la trasmissibilita' del virus dell'epatite C al nascituro.
Per quanto riguarda l'uso di sostanze e metadone ne dovranno essere informati i ginecologi per attivare le opportune procedure per l'assistenza al neonato peri e post partum.
ha postato la richiesta nella sezione psichiatria, che e' correlata alla dipendenza da oppiacei dal punto di vista psichiatrico.
Sebbene sarebbe possibile fornirle alcune informazioni generali, sarebbe piu' utile ripostare la richiesta nella sezione ginecologia per quanto riguarda le conseguenze sul feto dell'uso da 4 mesi a questa parte di sostanze e nella sezione malattie infettive per la trasmissibilita' del virus dell'epatite C al nascituro.
Per quanto riguarda l'uso di sostanze e metadone ne dovranno essere informati i ginecologi per attivare le opportune procedure per l'assistenza al neonato peri e post partum.
https://wa.me/3908251881139
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[#2]
Gentile utente,
Le indicazioni del trattamento della dipendenza da oppiacei in gravidanza sono chiare:
La condizione deve essere trattata per evitare le conseguenze dell'abuso di eroina e il resto sul decorso della gravidanza, sul rischio di aborto e soprattutto sullo svolgimento delle funzioni materne.
La terapia metadonica in gravidanza va mantenuta, e mai sospesa, tantomeno se la condizione di dipendenza è attiva (la persona sta usando oppiacei). La riduzione della terapia durante la gravidanza comporta il rischio di recidiva piena della dipendenza, con conseguenze gravi per la madre e il figlio, quali possono essere quelle immaginabili (madre tossicodipendente con figlio neonato).
Quindi se chi segue la persona le ha consigliato la sospensione graduale del farmaco ha consigliato un procedimento a rischio inutile, perché gli studi, numerosi, finora effettuati hanno dimostrato il beneficio della terapia durante la gravidanza. Questo include anche le conseguenze sullo sviluppo del neonato, ovvero i rischio connessi al non trattamento e alla sottrazione del trattamento sono decisamente superiori a quanto possa accadere (quasi niente per la verità) nelle fasi dello sviluppo neonatale.
Il problema principale, ovvero l'astinenza post-partum, è condizione curabile e transitoria, va tenuta sotto controllo più a lungo perché può iniziare tardi (non il giorno stesso) e non comporta conseguenze note.
Se la persona ha bisogno di ulteriori informazioni posso fornirle materiale e documentazione sulla questione, avendo anche pubblicato un Manuale del Trattamento Ambulatoriale con Metadone con capitolo dedicato all'uso del metadone in gravidanza.
può scrivermi all'indirizzo paciland@virgilio.it
Le indicazioni del trattamento della dipendenza da oppiacei in gravidanza sono chiare:
La condizione deve essere trattata per evitare le conseguenze dell'abuso di eroina e il resto sul decorso della gravidanza, sul rischio di aborto e soprattutto sullo svolgimento delle funzioni materne.
La terapia metadonica in gravidanza va mantenuta, e mai sospesa, tantomeno se la condizione di dipendenza è attiva (la persona sta usando oppiacei). La riduzione della terapia durante la gravidanza comporta il rischio di recidiva piena della dipendenza, con conseguenze gravi per la madre e il figlio, quali possono essere quelle immaginabili (madre tossicodipendente con figlio neonato).
Quindi se chi segue la persona le ha consigliato la sospensione graduale del farmaco ha consigliato un procedimento a rischio inutile, perché gli studi, numerosi, finora effettuati hanno dimostrato il beneficio della terapia durante la gravidanza. Questo include anche le conseguenze sullo sviluppo del neonato, ovvero i rischio connessi al non trattamento e alla sottrazione del trattamento sono decisamente superiori a quanto possa accadere (quasi niente per la verità) nelle fasi dello sviluppo neonatale.
Il problema principale, ovvero l'astinenza post-partum, è condizione curabile e transitoria, va tenuta sotto controllo più a lungo perché può iniziare tardi (non il giorno stesso) e non comporta conseguenze note.
Se la persona ha bisogno di ulteriori informazioni posso fornirle materiale e documentazione sulla questione, avendo anche pubblicato un Manuale del Trattamento Ambulatoriale con Metadone con capitolo dedicato all'uso del metadone in gravidanza.
può scrivermi all'indirizzo paciland@virgilio.it
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#3]
Ex utente
Grazie mille per le sue risposte.Quindi se non ho capito mali e' meglio che mantenga la dose di 4 di sciroppo sino al parto.Se quindi riuscisse a mantenere questa dose senza aggiungerci sostanze stupefacenti sara' possibile che il bambino non abbia problemi o sviluppi crisi astinenziali?
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Ex utente
Grazie mille per le sue risposte.Quindi se non ho capito mali e' meglio che mantenga la dose di 4 di sciroppo sino al parto.Se quindi riuscisse a mantenere questa dose senza aggiungerci sostanze stupefacenti sara' possibile che il bambino non abbia problemi o sviluppi crisi astinenziali?
[#5]
No. La sua dose durante la gravidanza dovrebbe con gradualità essere riportata al livello che prima si era dimostrato efficace. Questa dose è inefficace perché è nuovamente ricomparso un sintomo, cioè che assume eroina, quindi si trova in una condizione a rischio. Il rischio è stato posto in essere dalla sottrazione della terapia con il raggiungimento di una dose inefficace.
Quest'iniziativa non ha ragione di essere in relazione al sopravvenuto stato di gravidanza, ed è anzi controindicata perché crea condizioni di rischio di ricaduta (infatti è in corso) che ricadono su madre e feto (e figlio se e quando nasce).
Si deve tener conto che durante il terzo trimestre il sangue subisce una diluizione, e che quindi spesso per ottenere gli stessi livelli nel sangue del farmaco è necessario aumentare la dose per bocca.
Gli studi eseguiti sui neonati da madre tollerante agli oppiacei hanno dimostrato che una parte dei casi non ha problemi, diciamo che sono previsti in linea generale dei sintomi di astinenza e che questi sono -essendone il neonatologo a conoscenza - trattabili in maniera efficace.
Quest'iniziativa non ha ragione di essere in relazione al sopravvenuto stato di gravidanza, ed è anzi controindicata perché crea condizioni di rischio di ricaduta (infatti è in corso) che ricadono su madre e feto (e figlio se e quando nasce).
Si deve tener conto che durante il terzo trimestre il sangue subisce una diluizione, e che quindi spesso per ottenere gli stessi livelli nel sangue del farmaco è necessario aumentare la dose per bocca.
Gli studi eseguiti sui neonati da madre tollerante agli oppiacei hanno dimostrato che una parte dei casi non ha problemi, diciamo che sono previsti in linea generale dei sintomi di astinenza e che questi sono -essendone il neonatologo a conoscenza - trattabili in maniera efficace.
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Può trovare un articolo in Italiano su questo argomento
http://www.medicinatossicodipendenze.it/pdf/MDT%2019%20articolo%20Zolesi1.pdf
http://www.medicinatossicodipendenze.it/pdf/MDT%2019%20articolo%20Zolesi1.pdf
[#7]
Ex utente
Grazie dottor Pacini.E' sempre lei a rispondermi,credo perche 'specializzato in dipendenze....Io ovviamente riferiro'tutto alla mia amicaun po "sqinternata"ma come del resto lo sono anche io.IO ho sempre il problema del minias assunto andovena ma sono ottimista dato che da solo sono riuscito ad abbassare parecchio la dose. Lo so' (come gia' mi aveva detto qualche tempo fa')che sono un tossico in balia di terapie gestite da me. Ma ultimamente sono successe cose che mi senbra che mi stiano pian piano allontanando da questo mondo "affascinante" come affascinante e' la morte.ho voglia di farcela e mi sento un po piu forte.La cosa strana e' che con le dosi che prendevo di MINIAS (ero arrivato ad un bottiglino al giorno)ora avendo ridotto di parecchio....non mi sembra di avvertire questa grossa astinenza.IL farmaco ovviamente non lo avvertivo piu'.....non mi faceva nemmeno dormire per la grende assuefazione. lei come si spiga cosi poca astinenza o mi devo aspettare che un bel giorno mi arrivi tutto insieme ? Grazie ancora a lei e a tutto lo staff!!!!!!
[#8]
Gentile utente,
rispetto al suo problema, esiste una risposta nella mia esperienza, e cioè che queste riduzioni avvengono spesso in una fase di umore "carico". Se ben guarda lei ha scritto un pò di tempo fa in uno stato d'animo d'angoscia e disperazione, con sensi di colpa, vergogna e l'idea di impossibilità di risolvere la situazione. Adesso invece ha uno stato d'animo diverso, con sensazione di recuperare il controllo, relativo ottimismo e anche maggior resistenza al distacco "fisico" dalla sostanza.
Questo verosimilmente perché prima era depresso, adesso è un pò il contrario.
Ma entrambi questi stati d'animo portano con sé un errore di valutazione. La depressione perché le toglie la speranza, ma tutto sommato è l'occasione di chiedere aiuto. Lo stato d'animo di ora invece è peggiore, perché le fa credere di poter risolvere il problema da solo, rimanendo la diagnosi uguale (anche se fosse a zero di MINIAS). Una diagnosi come quella non curata non lascia grandi prospettive. L'ottimismo relativo di ora non è un buon consigliere, anzi pessimo. Sentire che ce la si può fare talvolta è una condanna, perché la verità nelle malattie recidivanti sta un pò più dalla parte della depressione. Utilizzi se mai questo stato d'animo di ora per sostenere una cura, non un'autogestione (che è lo stesso errore di cui abbiamo discusso la volta scorsa, soltanto adesso vissuto in maniera positiva - non guardi i risultati, prima disastrosi ora migliori in termini quantitativi, guardi la prognosi, che è sempre la stessa - cioè cronicità e recidive).
rispetto al suo problema, esiste una risposta nella mia esperienza, e cioè che queste riduzioni avvengono spesso in una fase di umore "carico". Se ben guarda lei ha scritto un pò di tempo fa in uno stato d'animo d'angoscia e disperazione, con sensi di colpa, vergogna e l'idea di impossibilità di risolvere la situazione. Adesso invece ha uno stato d'animo diverso, con sensazione di recuperare il controllo, relativo ottimismo e anche maggior resistenza al distacco "fisico" dalla sostanza.
Questo verosimilmente perché prima era depresso, adesso è un pò il contrario.
Ma entrambi questi stati d'animo portano con sé un errore di valutazione. La depressione perché le toglie la speranza, ma tutto sommato è l'occasione di chiedere aiuto. Lo stato d'animo di ora invece è peggiore, perché le fa credere di poter risolvere il problema da solo, rimanendo la diagnosi uguale (anche se fosse a zero di MINIAS). Una diagnosi come quella non curata non lascia grandi prospettive. L'ottimismo relativo di ora non è un buon consigliere, anzi pessimo. Sentire che ce la si può fare talvolta è una condanna, perché la verità nelle malattie recidivanti sta un pò più dalla parte della depressione. Utilizzi se mai questo stato d'animo di ora per sostenere una cura, non un'autogestione (che è lo stesso errore di cui abbiamo discusso la volta scorsa, soltanto adesso vissuto in maniera positiva - non guardi i risultati, prima disastrosi ora migliori in termini quantitativi, guardi la prognosi, che è sempre la stessa - cioè cronicità e recidive).
[#9]
Ex utente
caro dottore. Credo di capire A COSA SI RIFERISCE.fORSE CREDE (e spero DI NO)CHE siam passato da una fase di depressione"classisca"............MI PASSI IL TERMINE,ad una fase "maniacale". ma sempre cnn il senno di poi non credo. NEGLI ultimi periodi sono sucese un po' di cose che mi hanno fatto rifletere molto(chissa quante volte se lo e' sentito dire)....ovviamente ho preso in consideraz l opportunita' di andare da uno psichiatra oltre allo psicologo da cui vado gia' DA 4 5 MESI PER FARE IL PUNTO E MAGARE FARMI PRESCRIVERE UN QUALCOSA PER SOSTITUIRE IL MINIAS..... NON HO DETTO CHE HO INTERROTTO MA CHE HO DIMINUITO.MA QUANTO RIMANE NELL ORGANISMO ?e POI COME LE AVEVOI CHIESTO CHE CONSEGUENZE POSSO AVERE OLTRE ALLE VENE CHE SI BRUCIANO? io DOTT MI SENTO FIDUCIOSO ANHE SE SO CHE LA PASSEGGIATA SARA TUTTA IN SALITA .........MA NON CREDO LE RIPETO DI ESSERE IN UNA FASE "alterata"o maniacale. non mi sento fortissimo ne tantomeno invincibile.Le mie tristezze permangono anche se cerco di accettarle un po' di piu'.....cosa dice dottore non c e' proprio possibilita' che io riesca"DA SOLO"intendo non in comunita'?grazia
[#10]
Gentile utente,
non ad una fase maniacale facevo riferimento, ma ad una ipo-maniacale, che non fa perdere il senno, ma induce una visione delle cose più positiva e ottimistica, maggiore fiducia nelle proprie capacità di risoluzione dei problemi etc, sottovalutazione di eventuali rischi etc.
La questione è che lei ha una dipendenza, quindi senza stare a perder tempo sul discutere quanto le sostanze restano nell'organismo, che comunque sono tempi di giorni, la dipendenza resta nell'organismo senza andarsene. Che sia un periodo che "si fa", o che "non si fa", o che "si fa di meno", la dipendenza è sempre quella, stessa diagnosi in ogni fase. Significa che procede per ricadute, fluttuazioni quantitative ma non tende alla risoluzione.
I ragionamento che fa sostanzialmente sembrano modi per far finta di non avere una dipendenza, o di averla ma poterne uscire (che è un discorso privo di senso). Non stiamo parlando (lo ripeto) di livelli d'uso, non c'entra niente l'astinenza, stiamo parlando di tossicodipendenza, che deriva da una perdita di controllo sul comportamento. Lei ragiona come se fosse libero di scegliere sull'uso di minias, dopo aver scritto che non lo è più ormai da tempo (e già prima non lo era con altre sostanze).
Quello che serve in un caso di tossicodipendenza da oppiacei evoluto in dipendenza da minias non è un sostitutivo del minias, ma una terapia che elimimi la smania di minias. Quindi:
a) una terapia per la condizione originaria che non è attualmente curata e infatti prende la solita piega, questa sì, sostitutiva, con una sostanza diversa ma affine (bdz anziché eroina).
b) se siamo fortunati, le due dipendenze se ne vanno via insieme con la cura, se invece è tardi, la dipendenza da bdz è divenuta un secondo problema che va curato indipendentemente.
non ad una fase maniacale facevo riferimento, ma ad una ipo-maniacale, che non fa perdere il senno, ma induce una visione delle cose più positiva e ottimistica, maggiore fiducia nelle proprie capacità di risoluzione dei problemi etc, sottovalutazione di eventuali rischi etc.
La questione è che lei ha una dipendenza, quindi senza stare a perder tempo sul discutere quanto le sostanze restano nell'organismo, che comunque sono tempi di giorni, la dipendenza resta nell'organismo senza andarsene. Che sia un periodo che "si fa", o che "non si fa", o che "si fa di meno", la dipendenza è sempre quella, stessa diagnosi in ogni fase. Significa che procede per ricadute, fluttuazioni quantitative ma non tende alla risoluzione.
I ragionamento che fa sostanzialmente sembrano modi per far finta di non avere una dipendenza, o di averla ma poterne uscire (che è un discorso privo di senso). Non stiamo parlando (lo ripeto) di livelli d'uso, non c'entra niente l'astinenza, stiamo parlando di tossicodipendenza, che deriva da una perdita di controllo sul comportamento. Lei ragiona come se fosse libero di scegliere sull'uso di minias, dopo aver scritto che non lo è più ormai da tempo (e già prima non lo era con altre sostanze).
Quello che serve in un caso di tossicodipendenza da oppiacei evoluto in dipendenza da minias non è un sostitutivo del minias, ma una terapia che elimimi la smania di minias. Quindi:
a) una terapia per la condizione originaria che non è attualmente curata e infatti prende la solita piega, questa sì, sostitutiva, con una sostanza diversa ma affine (bdz anziché eroina).
b) se siamo fortunati, le due dipendenze se ne vanno via insieme con la cura, se invece è tardi, la dipendenza da bdz è divenuta un secondo problema che va curato indipendentemente.
[#11]
Ex utente
ho capito dottore.é stato molto esauriente come sempre. Faro0' in mod di curare tutti e due gli aspetti. Sono seguito dal sert e mi danno l affido settimanale di subutex: 4 mg.Il punto e' che x ora le sto assumendo come evono essere assunte e sinceramente fino a quando non ho parlato con lei ero convinto di riuscire a toglire tutto in maniera"REGOLARE" ma ora mi stanno venendo gia' dei dubbi(MA COME SONO FORTE E STABILE).Dubbi di poter ripetere le iniezioni di bupre..... e quindi cosa faccio? ne parlero' con il mio medicoe con lui optero'magari x il metano ,cosi sono sicuro che almeno quello non me lo sparo.Mi sento rattristito non glielo nego....x una volta mi sentivo ottimista..... ma voglio e me lo devo continuare ad esserlo.X il minias vedremo cosa dice il mio medico. Grazie ancora.PS me lo sentivo che era troppo facile ma ma mi creda forse i presupposti c erano. BASTA CON QUESTA VITA!!!!!!!!in fondo la soluzione è a mio avviso molto semplice(non mi prenda x uno senza piu'ragione) :MOTIVAZIONE.Ma motivazione personale.Posso fare anche 2 anni di comune ma se manca quella? Secondo me uno ci puo' anche arivare da solo! Scusi se insisto ma non mi ha risposto alla domanda di come mai riducendo abba drasticamente il minias non ho sofferto poi cosi tanto come tutti mi dicevano?ANCORA GRAZIE !!!!
[#12]
"Secondo me uno ci puo' anche arivare da solo! " No, è proprio questo che lei stesso lamenta quando esprime la sua sofferenza per la dipendenza. Ed è proprio questo che ogni soggetto dipendente, immediatamente dopo arriva a pensare perché il cervello di chi ha una dipendenza è sotto sotto guidato da un pensiero di "uso controllato" della sostanza, comprensibile se non ci fosse di mezzo una malattia che ad un certo punto ha eliminato questa libertà di scelta. Quindi la motivazione a curarsi la può avere, quella a smettere rimane "monca" perché per quanto forte non si traduce in comportamento stabile, proprio questo significa la dipendenza: non riuscire a gestire la sostanza secondo le proprie intenzioni, anche in presenza di forti motivazioni.
Per le terapie: hanno messo a punto il subutex non abusabile, il subuxone, che non si sente se iniettato e invece funziona per la via normale. Ma il problema è un altro: se questo farmaco alla sua dose massima di stimolo (intorno ai 16 mg) non la trattiene, evidentemente necessita di livelli di azione oppiacea più alti, quali soltanto il metadone è in grado di raggiungere. Inoltre, essendo la terapia più "vecchia" e di efficacia più chiara, è bene far riferimento a quella. Di solito chi ha problemi di abuso di bdz risponde a dosi abbastanza elevate, raggiunte ovviamente con gradualità e mai in maniera autogestita.
Per la dipendenza da bdz in chi è dipendente da oppiacei esiste poi una cura specifica (è necessario essersi aggiornati per conoscerla, non è così scontato che tutti la conoscano).
Per finire, non è strano che si riesca a ridurre una dose del genere, tenga poi presente che a dosi alte in realtà il minias è in sovrappiù rispetto ai recettori, quindi non è "reale". In altre parole, dopo una certa dose il cervello non sente più minias, è al massimo, quindi sottranedolo all'inizio non c'è una così grande differenza, ma se si prosegue sì. Quindi faccia attenzione perché il rischio convulsivo può innescarsi ad un certo punto anche se prima non c'era stata astinenza di nessun tipo. Non si autogestisca.
Per le terapie: hanno messo a punto il subutex non abusabile, il subuxone, che non si sente se iniettato e invece funziona per la via normale. Ma il problema è un altro: se questo farmaco alla sua dose massima di stimolo (intorno ai 16 mg) non la trattiene, evidentemente necessita di livelli di azione oppiacea più alti, quali soltanto il metadone è in grado di raggiungere. Inoltre, essendo la terapia più "vecchia" e di efficacia più chiara, è bene far riferimento a quella. Di solito chi ha problemi di abuso di bdz risponde a dosi abbastanza elevate, raggiunte ovviamente con gradualità e mai in maniera autogestita.
Per la dipendenza da bdz in chi è dipendente da oppiacei esiste poi una cura specifica (è necessario essersi aggiornati per conoscerla, non è così scontato che tutti la conoscano).
Per finire, non è strano che si riesca a ridurre una dose del genere, tenga poi presente che a dosi alte in realtà il minias è in sovrappiù rispetto ai recettori, quindi non è "reale". In altre parole, dopo una certa dose il cervello non sente più minias, è al massimo, quindi sottranedolo all'inizio non c'è una così grande differenza, ma se si prosegue sì. Quindi faccia attenzione perché il rischio convulsivo può innescarsi ad un certo punto anche se prima non c'era stata astinenza di nessun tipo. Non si autogestisca.
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 5.6k visite dal 28/11/2008.
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