Cosa fare con un padre borderline?

Gentili professionisti,
Chiedo un consulto per Mio padre che descriverò in breve.
Mio padre ha 59 anni,separato, 2 condanne per maltrattamenti familiari alle spalle, non ha più legami amicali (se non meteore ), nessun legame parentale con la famiglia di origine, una relazione con la compagna da ormai 10 anni che sta portando la donna alla depressione come mia madre prima di lei. E due figlie, tra cui me letteralmente stanche e preoccupate per il nostro futuro essendo ormai legate sentimentalmente a 2 ragazzi e alle loro rispettive famiglie che stanno vivendo il dramma di non essere accettati bensì offesi ripetutamente. Va detto che All'età di circa 20 anni ha avuto un buffet psicotico con sintomi da derealizzazione, in seguito a uso di sostanze psicoattive e deprivazione di sonno prolungata. È stato curato con un trattamento psicofarmacologico e una psicoterapia 4 anni. Da lí niente più.
Noi tutte ormai viviamo vicine ad un uomo che ha seminato terra bruciata intorno a se per tutta la vita, distruggendo anche i nostri ricordi d'infanzia e adolescenza per i continui abusi di violenza domestiche. Recentemente mia nonna paterna ha provato a stabilire una comunicazione rivolgendosi ad uno psicoterapeuta che ha poi voluto sentire anche me e successivamente ha avuto un colloquio con lui a cui non ne sono più seguiti. Da quello che ci ha comunicato egli ha immediatamente sospettato si tratti di BDP. Io, forse sbagliando, dopo qualche tempo in una delle innumerevoli e sempre uguali discussioni con mio padre gli ho detto che penso soffra di BDP (attribuendomi l'ipotesi del dottore) e l'ho pregato di farsi aiutare da un professionista affinché potessimo ritrovare un po' di sollievo e stabilità come investimento futuro ma lui ovviamente nega la sua probabile condizione.nonostante l'affetto che Ci lega a lui Ci sentiamo tutti in una giostra mortale che fa su e giu, fatta di continui attacchi e riparazioni di ogni genere. Quello che mi chiedo è: forse lo abbiamo convinto a recarsi da un medico ma lui vuole essere accompagnato da me, per spiattellarmi in faccia che non ha niente e farmi passare per "una che gioca a fare la piccola psicologa". La mia domanda è: Il fatto che lui ora abbia sentito la parola borderline, potrebbe creare bias nella diagnosi? Come dovrei comportarmi durante la seduta? Scusate ma sono solo una semplice studentessa senza nessuna esperienza in merito e quindi ho molta confusione. Grazie
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Suo padre nega di avere patologie psichiatriche. Dato che si considera sano non vuole rivolgersi a uno specialista e men che meno assumere farmaci. Non c'è una psicoterapia per chi non si vuole curare, non l'hanno ancora inventata.
Se vi fa del male anche psicologicamente come ha continuato a fare per tutta la vita (e le "riparazioni" non bastano, se non c'è l'impegno di cambiare comportamento) l'unica soluzione è lasciarlo al suo destino, allontanandovi anche emotivamente. Se continuate a corrergli dietro, a cercare di convincerlo, a cercare uno psicoterapeuta che lo convinca a curarsi perdete tempo.

Franca Scapellato

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Gentile dottoressa Scapellato
La ringrazio per la tempestività e l'esaustivitá del suo intervento. Tuttavia non mi rassegno a questa triste realtà. Temo che l'abbandono filiale possa condurlo a acting out autodistruttivi. Temo il peggio. Tuttavia non voglio e non posso immolarmi per lui, perché gli effetti devastanti li ho pagati a caro prezzo e seppur tardi l'ho capito. Tuttavia mio padre è un uomo colto e narciso, e mi ha fatto capire che se arrivasse una conferma autorevole di BDP o qualunque altra cosa sarà disposto a collaborare pur di non perderci. In quell'unico caso, Lei da addetta ai lavori, come risponderebbe alle mie perplessità riguardo l'eventuale seduta ? Io mi sto per laureare in psicologia clinica e lei capisce bene che per me è difficile arrendermi senza aver ancora iniziato.
La ringrazio infinitamente per l'ascolto.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
La prego di considerare le mie parole come uno spunto di riflessione, basato su quello che mi riferisce.
La visita per confrontare l'ipotesi diagnostica del disturbo borderline ha un senso secondo lei? Suo padre ha un problema, una preoccupazione, soffre per qualcosa e vuole farsi aiutare o desidera solo farla passare da "piccola psicologa"?
Lei dice: "mi ha fatto capire che se arrivasse una conferma autorevole di BDP o qualunque altra cosa sarà disposto a collaborare pur di non perderci". Disposto a collaborare, conferma "autorevole": suo padre non ha nessuna motivazione personale, lui in terapia non ci vuole essere, e userebbe un'eventuale psicoterapia per l'ennesima manipolazione. Secondo me sarebbe più utile che lei e sua sorella chiedeste un aiuto per voi, per imparare a gestire la vostra vita senza farvi più condizionare da un padre violento e maltrattante e molto, molto manipolatore.
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CAra dottoressa comprendo quello che mi sta dicendo. E non posso fare a meno che convenirne. La terrò comunque aggiornata
Grazie infinite
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Gentile Dottoressa Scrivo perché ci tengo ad aggiornarla sugli ultimi avvenimenti recentemente accaduti.
Di sua spontanea iniziativa mio padre ha preso appuntamento dallo psicoterapeuta (proprio colui che mi espresse i suoi dubbi circa la sua condizione). Mi ha chiesto di accompagnarlo in seduta e ha detto di essere stato offeso dalla mia diagnosi ma che riconosce di vivere una sofferenza che lui stesso ha definito esistenziale. Il dottore dopo aver ascoltato le mie preoccupazioni ha consigliato di affidarsi ad un attento assessment psicodiagnostico attraverso l'utilizzo di Rorschach e Millon test e poi...solo poi valutare bene il da farsi ma non serve a nulla una diagosi senza collaborazione da mio padre. Mio padre ha risposto: va benissimo facciamo i test perché di quello che dice mia figlia non mi fido. Se dovesse venir fuori qualcosa io vorrei fare un training. Siamo rimasti che da questo momento in poi lui andrà in studio da solo ovviamente. Io non canto vittoria perché so quanti ostacoli ci saranno, e qualora mio padre non voglia proseguire la terapia, provvederemo noi a farci seguire per affrontare il domani, come consigliato da Lei. Certe però, di aver fatto davvero tutto l'umanamente possibile per nostro padre. Lei cosa ne pensa?
Cordiali saluti
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
E' un inizio promettente, perché suo padre ammette di avere un disagio, una sofferenza. Tra la sofferenza esistenziale e una patologia da curare c'è una bella differenza, ma se accetta di sottoporsi ai test è già un passo avanti.
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