La terapia è giusta e, soprattutto, se è possibile aggiungere una psicoterapia
Gentile Dottore,
Da quasi 2 anni mio marito è assillato dal pensiero ossessivo del mio tradimento. Lui si è trovato tutte le giustificazioni possibili, ha cercato in ogni modo di scovare prove a mio carico (controllando i miei spostamenti, il mio telefonino, presentandosi in ufficio, chiamando le persone, spiandomi in ogni modo ed altri) e, non trovando nulla, ha concluso che ero troppo abile e furba da nascondere ogni tipo di prova. A ciò si aggiungono una serie di allucinazioni che ha avuto. Mi ha accusata di essere in possesso di altri telefonini per contattare il mio presunto amante dicendo di averli visti personalemente. Allora gli ho chiesto perchè non mi avesse perquisita per spiattellarmi il corpo del reato, ma lui ha risposto di non aver avuto il coraggio di scoprire la verità. Sono stati quasi due anni di insulti vari (molto gravi) ai quali ho cercato di sopprassedere attribuendo la causa di tutto alla sua malattia. Poi ha cominciato ad accusarmi di avere non uno ma decine di amanti e di aver cominciato a saltellare di fiore in fiore già dai primi anni di fidanzamento. Questo che ho descritto è solo una minima parte delle disavventure di questi anni. Attualmente è in cura da uno psichiatra che, avendolo trovato migliorato nell'ultima visita, ha modificato la terapia:
- da 6 a 4 gocce di Haldol 10%
- 1 akineton
- 2 Cypralex
- 1 Depakin 500
Volevo sapere se la terapia è giusta e, soprattutto, se è possibile aggiungere una psicoterapia comportamentale/cognitiva o altro considerato che il medico me l'ha sconsigliata perchè, secondo la sua opinione, non produce risultati.
Altra domanda che mi assilla: Mio marito guarirà?
Il medico non mi ha dato certezza di guarigione totale, mi ha avvisato che questo tipo di malattia, con alti e bassi, perdurerà per tutta la vita e che, pertanto, devo imparare a conviverci. Tutto questo mi spaventa molto considerato anche il fatto che abbiamo una bambina di soli 3 anni
Grazie
Da quasi 2 anni mio marito è assillato dal pensiero ossessivo del mio tradimento. Lui si è trovato tutte le giustificazioni possibili, ha cercato in ogni modo di scovare prove a mio carico (controllando i miei spostamenti, il mio telefonino, presentandosi in ufficio, chiamando le persone, spiandomi in ogni modo ed altri) e, non trovando nulla, ha concluso che ero troppo abile e furba da nascondere ogni tipo di prova. A ciò si aggiungono una serie di allucinazioni che ha avuto. Mi ha accusata di essere in possesso di altri telefonini per contattare il mio presunto amante dicendo di averli visti personalemente. Allora gli ho chiesto perchè non mi avesse perquisita per spiattellarmi il corpo del reato, ma lui ha risposto di non aver avuto il coraggio di scoprire la verità. Sono stati quasi due anni di insulti vari (molto gravi) ai quali ho cercato di sopprassedere attribuendo la causa di tutto alla sua malattia. Poi ha cominciato ad accusarmi di avere non uno ma decine di amanti e di aver cominciato a saltellare di fiore in fiore già dai primi anni di fidanzamento. Questo che ho descritto è solo una minima parte delle disavventure di questi anni. Attualmente è in cura da uno psichiatra che, avendolo trovato migliorato nell'ultima visita, ha modificato la terapia:
- da 6 a 4 gocce di Haldol 10%
- 1 akineton
- 2 Cypralex
- 1 Depakin 500
Volevo sapere se la terapia è giusta e, soprattutto, se è possibile aggiungere una psicoterapia comportamentale/cognitiva o altro considerato che il medico me l'ha sconsigliata perchè, secondo la sua opinione, non produce risultati.
Altra domanda che mi assilla: Mio marito guarirà?
Il medico non mi ha dato certezza di guarigione totale, mi ha avvisato che questo tipo di malattia, con alti e bassi, perdurerà per tutta la vita e che, pertanto, devo imparare a conviverci. Tutto questo mi spaventa molto considerato anche il fatto che abbiamo una bambina di soli 3 anni
Grazie
[#1]
Gentile utente,
Per quanto riguarda la terapia farmacologica prescritta dallo specialista, mi trovo abbastanza d'accordo, invece non condivido molto l'esclusione a priori della possibilità di intraprendere un trattamento psicoterapico di tipo cognitivo.
cordiali saluti
Per quanto riguarda la terapia farmacologica prescritta dallo specialista, mi trovo abbastanza d'accordo, invece non condivido molto l'esclusione a priori della possibilità di intraprendere un trattamento psicoterapico di tipo cognitivo.
cordiali saluti
Dr.ssa Danila Russo
[#2]
Gentile utente,
ha ben descritto i sintomi relativi alla gelosia di suo marito, ma non ha specificato quale diagnosi è stata formulata. Sulla base della diagnosi può essere formulato un giudizio più completo sulla terapia farmacologica, sulla prognosi e sulla opportunità di una eventuale psicoterapia.
cordiali saluti
ha ben descritto i sintomi relativi alla gelosia di suo marito, ma non ha specificato quale diagnosi è stata formulata. Sulla base della diagnosi può essere formulato un giudizio più completo sulla terapia farmacologica, sulla prognosi e sulla opportunità di una eventuale psicoterapia.
cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#3]
Utente
Gentile dott. Martiadis
lo psichiatra presso cui siamo in cura ha sempre parlato di delirio di gelosia, però devo precisare che non ho mai avuto modo di parlarci da sola anche per non dare a mio marito lo spunto per abbandorare le cure mediche (per convincerlo ad andare da uno psichiatra ho dovuto faticare parecchio!).
Naturalmente i sintomi già c'erano ma io non ho avuto la prontezza di comprendere cosa stava succedendo (questo è il mio cruccio da cui non riesco ancora a liberarmi... e qui apriremmo un altro discorso, sui miei sensi di colpa, che per ora lascio cadere).
Tutto nasce da un forte stress lavorativo accumulato negli anni, da una serie di investimenti andati male che hanno messo a serio rischio quello che aveva costruito faticosamente negli anni come lavoratore autonomo con conseguente sfiducia in se stesso.
Ha cominciato a non dormire più, a rivogersi sempre più spesso a maghi, cartomanti e vari perchè aveva bisogno di qualcuno che gli dicesse "stai tranquillo il lavoro andrà tutto bene" ..l'esatto contrario di quello che avveniva nella realtà.
Ho cercato di darmi una spiegazione a tutto cio: probabilmente si è visto crollare il mondo addosso, ha pensato di perdere tutto quello che aveva costruito per cui la sua mente ha "reagito" preferendo "crearsi" un problema fittizio su cui concentrarsi per non pensare ai problemi reali, molto più grandi delle sue possibilità, e a come risolverli. Tutto questo, a mio avviso, gli serviva per trovare un capro espiatorio a cui addossare la colpa del suo eventuale fallimento (del resto mi ha sempre detto che l'ho rovinato). Penso inoltre che questa forte gelosia abbia radici familiari avendo vissuto in un ambiente domestico dominato dalla forte gelosia del padre verso la madre. Pertanto penso che questo sentimento, sebbene mai manifestato apertamente in 8 anni di fidanzamento più 4 di matrimonio, fosse comunque latente fino ad espodere nelle condizioni che ho brevemente raccontato (solo in minima parte).
Non ho mai potuto condividere tutte queste mie teorie con nessuno per non incrinare la sua fiducia nell'unico medico che lo ha "conquistato".
Cordiali saluti
lo psichiatra presso cui siamo in cura ha sempre parlato di delirio di gelosia, però devo precisare che non ho mai avuto modo di parlarci da sola anche per non dare a mio marito lo spunto per abbandorare le cure mediche (per convincerlo ad andare da uno psichiatra ho dovuto faticare parecchio!).
Naturalmente i sintomi già c'erano ma io non ho avuto la prontezza di comprendere cosa stava succedendo (questo è il mio cruccio da cui non riesco ancora a liberarmi... e qui apriremmo un altro discorso, sui miei sensi di colpa, che per ora lascio cadere).
Tutto nasce da un forte stress lavorativo accumulato negli anni, da una serie di investimenti andati male che hanno messo a serio rischio quello che aveva costruito faticosamente negli anni come lavoratore autonomo con conseguente sfiducia in se stesso.
Ha cominciato a non dormire più, a rivogersi sempre più spesso a maghi, cartomanti e vari perchè aveva bisogno di qualcuno che gli dicesse "stai tranquillo il lavoro andrà tutto bene" ..l'esatto contrario di quello che avveniva nella realtà.
Ho cercato di darmi una spiegazione a tutto cio: probabilmente si è visto crollare il mondo addosso, ha pensato di perdere tutto quello che aveva costruito per cui la sua mente ha "reagito" preferendo "crearsi" un problema fittizio su cui concentrarsi per non pensare ai problemi reali, molto più grandi delle sue possibilità, e a come risolverli. Tutto questo, a mio avviso, gli serviva per trovare un capro espiatorio a cui addossare la colpa del suo eventuale fallimento (del resto mi ha sempre detto che l'ho rovinato). Penso inoltre che questa forte gelosia abbia radici familiari avendo vissuto in un ambiente domestico dominato dalla forte gelosia del padre verso la madre. Pertanto penso che questo sentimento, sebbene mai manifestato apertamente in 8 anni di fidanzamento più 4 di matrimonio, fosse comunque latente fino ad espodere nelle condizioni che ho brevemente raccontato (solo in minima parte).
Non ho mai potuto condividere tutte queste mie teorie con nessuno per non incrinare la sua fiducia nell'unico medico che lo ha "conquistato".
Cordiali saluti
[#4]
gentile utente,
in sintesi: se la diagnosi è di "delirio di gelosia" la terapia non corrisponde assolutamente. La terapia corrisponderebbe ad una diagnosi dubbia, perché c'è l'antidelirante e c'è l'antiossessivo. Ma se delirio è l'antiossessivo (cipralex) è discutibile, e quella dose di haldol prevedibilmente sarebbe inefficace.
Siccome la diagnosi per distinguere un'ossessione da un delirio non è semplice, cioè è necessario capire se la persona è divorata da un dubbio e cerca di provocare reazioni per avere conferma o disconferma dei propri dubbi, senza riuscirvi, o se è convinta di ciò che pensa, e quindi cerca sostanzialmente di punire la persona, non di chiarire se è vero o non è vero.
Le linee di comportamento di queste persone sono molto diverse, perché l'ossessivo deve avere chiare le cose, il paranoico ce le ha.
La presenza di depakin denota anche una diagnosi rispetto all'umore, e manca il riferimento del dosaggio del depakin nel sangue (acido valproico), senza cui non si può valutare l'impatto di questo farmaco sul quadro.
in sintesi: se la diagnosi è di "delirio di gelosia" la terapia non corrisponde assolutamente. La terapia corrisponderebbe ad una diagnosi dubbia, perché c'è l'antidelirante e c'è l'antiossessivo. Ma se delirio è l'antiossessivo (cipralex) è discutibile, e quella dose di haldol prevedibilmente sarebbe inefficace.
Siccome la diagnosi per distinguere un'ossessione da un delirio non è semplice, cioè è necessario capire se la persona è divorata da un dubbio e cerca di provocare reazioni per avere conferma o disconferma dei propri dubbi, senza riuscirvi, o se è convinta di ciò che pensa, e quindi cerca sostanzialmente di punire la persona, non di chiarire se è vero o non è vero.
Le linee di comportamento di queste persone sono molto diverse, perché l'ossessivo deve avere chiare le cose, il paranoico ce le ha.
La presenza di depakin denota anche una diagnosi rispetto all'umore, e manca il riferimento del dosaggio del depakin nel sangue (acido valproico), senza cui non si può valutare l'impatto di questo farmaco sul quadro.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.6k visite dal 27/11/2008.
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