Personalità ossessivo-compulsiva
Sono una donna di 45 anni,felicemente sposata, piena d'amici,stimata nel suo ambiente di lavoro, di carattere solare, allegra, vivace, piena di spirito d'iniziativa, ricca di hobby e d'interessi, a detta di tutti calma ed equilibrata, benchè assolutamente non priva di difetti e di limiti che accetto.Purtroppo da qualche mese nella mia azienda è andato in pensione il saggio, gentile, ma ormai anziano capo ed è subentrata una capa nuova di circa 50 anni che, sin dal primo giorno, ha mostrato uno strano comportamento che, in breve,si è dimostrato alquanto molesto particolarmente nei miei riguardi, forse perchè possiedo un carattere ed una personalià opposta alla sua.La capa in questione è affetta da disturbo ossessivo-compulsivo di personalità (personalità anancastica)caratterizzato da mania di perfezionismo, ordine e inflessibilità fino alla follia, sempre durissima, formale, rigida e ansiosa,perchè teme continamente di perdere il controllo sulle persone e sulla situazione.Sento come frustrante e limitante il suo incessante, continuo fiato sul collo.Intollerante, mortalmente preoccupata delle regole, dei regolamenti, dell'ordine, della precisione, dei dettagli e del raggiungimento della perfezione, la mia capa non è in grado di accogliere quelle che considera infrazioni, mancando del tutto di flessibilità e mostrando limitatissime capacità interpersonali.Ma credo che non si accorga del suo problema.Sembra che mi abbia presa di mira,standomi addosso con gli occhi per cogliere meglio ogni riga storta, ogni minima imperfezione del mio operato e facendomi fare cose improntate alla più folle precisione:contare uno ad uno i fascicoli (16000) del nostro infinito archivio, corregere una ad una le virgole di un discorso scritto a pc di cinquanta pagine, perchè lei le voleva rotonde e avanti così.Qualsiasi cosa io faccia, sbaglio sempre e lei mostra d'essere gravemente delusa. Purtroppo un mio recente,grave lutto ha fatto esplodere la situazione, portandomi ad una certa mancanza d'autostima a forza di critiche continue e distruttive, nonostante il mio carattere sostanzialmente solare.Così eclettica e libera, benchè seria, io sono un elemento di continuo disturbo per lei. Nessuno osa dire nulla e ribellarsi, essendo lei dotata, peraltro, delle amicizie (poche) giuste, anzi giustissime.Come debbo comportarmi per distogliere da me il suo insistente sguardo? Ringraziando per l'attenzione, invio cordiali saluti. utente 91358
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Gentile utente,
Lei ha già "confezionato" una diagnosi psichiatrica almeno apparentemente corrispondente alle manifestazioni e comportamenti della sua collega, se ciò che descrive corrisponde alla verità e non c'è motivo per non crederle è doveroso farle i complimenti; d'altronde siamo tutti molto bravi a vedere quello che non va negli altri un pò meno in noi stessi.
Ora tornando allo specifico della sua domanda non si può penso ancora definire la sua situazione come "mobbing" in quanto manca il condizionamento psicologico della vittima ( Lei in questo caso ) che a causa delle continue vessazioni del "superiore" modifica la sua attività lavorativa o comunque ne viene limitata.
L'unico consiglio che mi sento di darle, almeno in questa fase è quello di parlare con questa persona, intrattenga o cerchi di instaurare un livello di comunicazione positiva anche su argomenti non necessariamente inerenti l'attività lavorativa e forse qualche aspetto del vostro rapporto si modificherà, visti da vicino siamo tutti diversi.
Spesso un incarico di mansioni superiori determina in soggetto impreparato a questi cambiamenti di ruolo delle resistenze, paure non sempre motivate, diffidenze soprattutto verso coloro che appaiono sicuri e capaci; almeno che Lei non abbia percepito la sua nuova dirigente come "usurpatrice", ma questa sarebbe un'altra storia.
Cordiali saluti
Lei ha già "confezionato" una diagnosi psichiatrica almeno apparentemente corrispondente alle manifestazioni e comportamenti della sua collega, se ciò che descrive corrisponde alla verità e non c'è motivo per non crederle è doveroso farle i complimenti; d'altronde siamo tutti molto bravi a vedere quello che non va negli altri un pò meno in noi stessi.
Ora tornando allo specifico della sua domanda non si può penso ancora definire la sua situazione come "mobbing" in quanto manca il condizionamento psicologico della vittima ( Lei in questo caso ) che a causa delle continue vessazioni del "superiore" modifica la sua attività lavorativa o comunque ne viene limitata.
L'unico consiglio che mi sento di darle, almeno in questa fase è quello di parlare con questa persona, intrattenga o cerchi di instaurare un livello di comunicazione positiva anche su argomenti non necessariamente inerenti l'attività lavorativa e forse qualche aspetto del vostro rapporto si modificherà, visti da vicino siamo tutti diversi.
Spesso un incarico di mansioni superiori determina in soggetto impreparato a questi cambiamenti di ruolo delle resistenze, paure non sempre motivate, diffidenze soprattutto verso coloro che appaiono sicuri e capaci; almeno che Lei non abbia percepito la sua nuova dirigente come "usurpatrice", ma questa sarebbe un'altra storia.
Cordiali saluti
Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.6k visite dal 26/11/2008.
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