Effetti da sospensione cura con zoloft
Vorrei esporle il problema che da qualche giorno mi sta facendo pensare un pò troppo.
Le spiego cercando di essere breve, il mio problema dalla sua nascita ad oggi.
Quest'estate, è accaduto un evento che mi ha colpito più fortemente del "normale", ovvero la morte per tumore del cane che avevo fin da piccola e ad altri piccoli o grandi eventi ad esso più o meno correlati.
Ho visto e toccato con mano per la prima volta il dolore e l'impotenza dei miei genitori, in particolare di mio padre: forse per la prima volta veramente ho visto stare male mio padre che, vedendo la cagna a cui era fortemente legato stare male e spegnersi lentamente e irrimediabilmente, e non potendo fare ormai più niente per lei, si lasciava andare a ripetuti pianti sommessi durante il giorno, ed io vedendo lui piangere, soffrivo da morire.
Questo è accaduto in maggio; dopo due settimane di sofferenza del cane abbiamo preso tutti insieme la "terribile" decisione di far sopprimere il cane e questo da una parte è stata un'attenuazione della sofferenza e un progressivo riprendere la quotidianità allegra della casa.
Ma, mentre tutti gi altri (mia madre, mio padre e mio fratello) elaboravano il lutto, io continuavo a soffrire e a sentirsmi molto vulnerbaile e fragile.
Dopo pochi giorni da quando il cane non c'era più mi ha buttato ancora più giù una notizia che probabilmente in un altro periodo della mia vita mi avrebbe toccato poco o niente.
Sono venuta a sapere che una ragazza di 30 anni che abita a 100 metri da casa mia, ha scoperto di avere un tumore al cervello appena dopo aver partorito il suo secondo figlio e che non ci sarebbe stato niente da fare.
Mi ha colpito profondamente questa cosa a tal punto da avere il terrore di passare davanti a casa sua per timore di vederla e fare quindi un giro più lungo per arrivare a casa mia; pensavo ripetuttamente durante il giorno a questa famiglia "rovinata" dal destino (specifico che con questa famiglia non ho mai avuto rapporti, nè ci ho mai parlato; la conosco solo di vista).
Mi buttavo sempre più giù ed ero sempre svogliata; non studiavo più, non andavo al cinema, mia grande passione, non leggevo più prima di dormire (solitamente ho sempre letto 2-3 ore prima di dormire), ero apatica e ho iniziato a mangiare pochissimo e senza voglia, tanto che sono dimagrita quasi dieci chili; ero sempre stanca e non mi prendevo cura di me (avevo perso la passione per tutto:dall'uscire a fare shopping, a guardare concentrata un film, ad andare in palestra).
A fine giugno, come se non bastasse lo stato psicofisico in cui ero, si aggiunge una tragedia totalmente inattesa e inaspettata (specifico che nè in famiglia nè nelle amicizie ho mai subito un lutto): la morte sul colpo di un mio compagno di classe del liceo (avevo fatto la maturità l'estate precedente) in un incidente in motorino.
Da sempre restia ad andare ai funerali dei nonni delle mie amiche, nonostante mi sentissi debole e senza forze, sono andata a casa del mio amico a salutare i genitori, in chiesa e infine al cimitero (dove mi sono sentita male e mi sono dovuta sdraiare per non cadere in terra svenuta).
Dopodichè i miei sintomi fisici e psichici peggioravano (pensavo tutto il giorno a malattie, morte ed ero sconfortata e pessimista).
Sono andata in campeggio al mare una settimana con i miei genitori per distrarmi, ma non sembravo in vacanza, tanto ero demotivata e "moscia".
Avevo una digestione lentissima, tachicardia, lentezza nei movimenti, tremori durante la notte, gonfiori addominali.
Appena sono tornata a casa, ho deciso di andsare dal mio medico, che mi ha prescritto di fare delle visite di controllo (analisi del sangue, ecografia addominale e pelvica, visita specialistica dal cardiologo): sono andate tutte bene.
Il cardiologo però mi ha detto che soffrivo di distonia neurovegetativa e mi ha consigliato di prendere lo zoloft e lo xanax, dopo aver sentito la mia storia.
La dottoressa invece meli ha sconsigliati, ma, vedendo che invece di migliorare peggioravo, ha poi dato l'ok per inizare la cura con lo zoloft e lo xanax (in attesa di aspettare settembre per parlare con una psicologa).
Dopo 15 giorni ha iniziato a fare effetto lo zoloft (di cui ho sempre preso 50 mg al giorno)e , gradualmente, ho smesso di prendere lo xanax.
Da agosto in cui ho iniziato a prendere lo xanax, a settembre inoltrato che mia madre si è messa in contatto con una psicologa, i sintomi psicofisici erano nettamente migliorati ed avevo ripreso tutte le mie normali attività e la mia vitalità, tanto che ero un pò restia ad andare a parlare con la psicologa, ma vista l'insistenza di mia madre che mi diceva che il problema di fondo c'era ancora, ci sono andata.
Ci andavo una volta a settimana e, man mano, che il tempo passava stavo sempre meglio: energia in quantità, voglia di vedere i film, di interessarmi alle mie passioni, di studiare, di andare spesso in palestra, maturavo sempre più l'idea di provare a vedere come fossi stata senza lo zoloft.
Avevo la paura che fosse tutto soltanto un'illusione e che si rompesse questa magia di stare benissimo, non appena avessi interrotto lo zoloft.
A gennaio ho chiamato la dottoressa mia di base e le ho chiesto se, stando bene e sentendomi carica e vitale, avessi potutto dominuire gradualemnte l'assunzione dell'antidepressivo.
Lei me lo ha fatto scalare gradualmente (per 15 giorni un giorno mezza e un giorno una; poi per 10 giorni tutti i giorni mezza; poi altri 10 giorni mezza un giorno sì e una no; e poi ho smesso).
Durante questa graduale dimnuizione, vedendo che non cambiava neinte nel mio umore e nel mio benessere fisico, ho deciso di smettere anche la psicoterapia (in cui perlatro non mi sono mai trovata benissimo e mai mi sono aperta del tutto a parlare dei miei problemi:forse non mi piaceva il metodo adottato dalla dottoressa: troppi silenzi e troppo distacco e freddezza non mi permettevano di aprirmi).
Quindi a fine gennaio ho smesso di andare dalla psicologa e ho continuato a diminuire lo zoloft.
Fino ad arrivare a 15 giorni fa, in cui ho preso l'ultima metà pasticca e ho buttato via il resto della scatola.
Ero strafelice del completo "disintossicamento" da cure psicologiche e farmacologiche; attiva, energica, vitale e molto molto serena.
Fino a 3-4 giorni fa, in cui piano piano sono iniziati a comparire sintomi fisici che mi ricordavano quelli da somatizzazione di maggio-giugno.
Ho iniziato ad accusare giramenti di testa, nausea, bruciore agli occhi (domani infatti ho una visita dall'oculista perchè non ho quasi mai usato gli occhiali da lettura che mi aveva prescritto due anni fa:trascorro moltissimo tempo tra computer, televisione e lettura), digestione molto lenta, stanchezza perenne, spossamento continuo, tremori, debolezza.
Fino a una settimana fa andavo quasi tutti i giorni in palestra (4 giorni sicuri)ed avevo sempre energia sufficiente per fare tutto.
Da un mese ho anche iniziato una dieta a punti per perdere 8 chili che avevo accumulato da quando stavo meglio e mangiavo di più; non mi piacevo più fisicamente e mi sono messa a dieta.
Ero determinata a dimagrire andando in palestra e facendo la dieta(ho già perso 4 chili).
Ho pensato prima ad un'influenza, ma non avendo febbre ho iniziato ad aver paura che fosse una ricaduta della depressione.
Volevo sapere se i sintomi da astinenza possono comparire dopo 15 giorni che ho smesso l'antidepressivo o se compaiono eventualmente appena lo interrompi e se ho sbagliato a prenderlo solo per 6 mesi.
Forse dovrei tornare da uno psicologo (un altro).
Sono molto molto giù perchè mi manca l'energia per fare qualunque cosa ed è stata abbastanza repentino questo cambaimento.
Psicologicamente non ho notato nessun cambiamento di umore o di tristezza.
Solo adesso che sto pensando che era tutta un'illusione del farmaco il mio benessere, allora mi sta prendendo un pò di tristezza e demoralizzazione.
Voglio dire anche che in generale sono una persona molto sensibile e attenta a tutto e abbsatanza ansiosa come carattere.
Vorrei un vostro parere al riguardo della mia situazione.
Vi ringrazio moltissimo in anticipo.
Valeria
Le spiego cercando di essere breve, il mio problema dalla sua nascita ad oggi.
Quest'estate, è accaduto un evento che mi ha colpito più fortemente del "normale", ovvero la morte per tumore del cane che avevo fin da piccola e ad altri piccoli o grandi eventi ad esso più o meno correlati.
Ho visto e toccato con mano per la prima volta il dolore e l'impotenza dei miei genitori, in particolare di mio padre: forse per la prima volta veramente ho visto stare male mio padre che, vedendo la cagna a cui era fortemente legato stare male e spegnersi lentamente e irrimediabilmente, e non potendo fare ormai più niente per lei, si lasciava andare a ripetuti pianti sommessi durante il giorno, ed io vedendo lui piangere, soffrivo da morire.
Questo è accaduto in maggio; dopo due settimane di sofferenza del cane abbiamo preso tutti insieme la "terribile" decisione di far sopprimere il cane e questo da una parte è stata un'attenuazione della sofferenza e un progressivo riprendere la quotidianità allegra della casa.
Ma, mentre tutti gi altri (mia madre, mio padre e mio fratello) elaboravano il lutto, io continuavo a soffrire e a sentirsmi molto vulnerbaile e fragile.
Dopo pochi giorni da quando il cane non c'era più mi ha buttato ancora più giù una notizia che probabilmente in un altro periodo della mia vita mi avrebbe toccato poco o niente.
Sono venuta a sapere che una ragazza di 30 anni che abita a 100 metri da casa mia, ha scoperto di avere un tumore al cervello appena dopo aver partorito il suo secondo figlio e che non ci sarebbe stato niente da fare.
Mi ha colpito profondamente questa cosa a tal punto da avere il terrore di passare davanti a casa sua per timore di vederla e fare quindi un giro più lungo per arrivare a casa mia; pensavo ripetuttamente durante il giorno a questa famiglia "rovinata" dal destino (specifico che con questa famiglia non ho mai avuto rapporti, nè ci ho mai parlato; la conosco solo di vista).
Mi buttavo sempre più giù ed ero sempre svogliata; non studiavo più, non andavo al cinema, mia grande passione, non leggevo più prima di dormire (solitamente ho sempre letto 2-3 ore prima di dormire), ero apatica e ho iniziato a mangiare pochissimo e senza voglia, tanto che sono dimagrita quasi dieci chili; ero sempre stanca e non mi prendevo cura di me (avevo perso la passione per tutto:dall'uscire a fare shopping, a guardare concentrata un film, ad andare in palestra).
A fine giugno, come se non bastasse lo stato psicofisico in cui ero, si aggiunge una tragedia totalmente inattesa e inaspettata (specifico che nè in famiglia nè nelle amicizie ho mai subito un lutto): la morte sul colpo di un mio compagno di classe del liceo (avevo fatto la maturità l'estate precedente) in un incidente in motorino.
Da sempre restia ad andare ai funerali dei nonni delle mie amiche, nonostante mi sentissi debole e senza forze, sono andata a casa del mio amico a salutare i genitori, in chiesa e infine al cimitero (dove mi sono sentita male e mi sono dovuta sdraiare per non cadere in terra svenuta).
Dopodichè i miei sintomi fisici e psichici peggioravano (pensavo tutto il giorno a malattie, morte ed ero sconfortata e pessimista).
Sono andata in campeggio al mare una settimana con i miei genitori per distrarmi, ma non sembravo in vacanza, tanto ero demotivata e "moscia".
Avevo una digestione lentissima, tachicardia, lentezza nei movimenti, tremori durante la notte, gonfiori addominali.
Appena sono tornata a casa, ho deciso di andsare dal mio medico, che mi ha prescritto di fare delle visite di controllo (analisi del sangue, ecografia addominale e pelvica, visita specialistica dal cardiologo): sono andate tutte bene.
Il cardiologo però mi ha detto che soffrivo di distonia neurovegetativa e mi ha consigliato di prendere lo zoloft e lo xanax, dopo aver sentito la mia storia.
La dottoressa invece meli ha sconsigliati, ma, vedendo che invece di migliorare peggioravo, ha poi dato l'ok per inizare la cura con lo zoloft e lo xanax (in attesa di aspettare settembre per parlare con una psicologa).
Dopo 15 giorni ha iniziato a fare effetto lo zoloft (di cui ho sempre preso 50 mg al giorno)e , gradualmente, ho smesso di prendere lo xanax.
Da agosto in cui ho iniziato a prendere lo xanax, a settembre inoltrato che mia madre si è messa in contatto con una psicologa, i sintomi psicofisici erano nettamente migliorati ed avevo ripreso tutte le mie normali attività e la mia vitalità, tanto che ero un pò restia ad andare a parlare con la psicologa, ma vista l'insistenza di mia madre che mi diceva che il problema di fondo c'era ancora, ci sono andata.
Ci andavo una volta a settimana e, man mano, che il tempo passava stavo sempre meglio: energia in quantità, voglia di vedere i film, di interessarmi alle mie passioni, di studiare, di andare spesso in palestra, maturavo sempre più l'idea di provare a vedere come fossi stata senza lo zoloft.
Avevo la paura che fosse tutto soltanto un'illusione e che si rompesse questa magia di stare benissimo, non appena avessi interrotto lo zoloft.
A gennaio ho chiamato la dottoressa mia di base e le ho chiesto se, stando bene e sentendomi carica e vitale, avessi potutto dominuire gradualemnte l'assunzione dell'antidepressivo.
Lei me lo ha fatto scalare gradualmente (per 15 giorni un giorno mezza e un giorno una; poi per 10 giorni tutti i giorni mezza; poi altri 10 giorni mezza un giorno sì e una no; e poi ho smesso).
Durante questa graduale dimnuizione, vedendo che non cambiava neinte nel mio umore e nel mio benessere fisico, ho deciso di smettere anche la psicoterapia (in cui perlatro non mi sono mai trovata benissimo e mai mi sono aperta del tutto a parlare dei miei problemi:forse non mi piaceva il metodo adottato dalla dottoressa: troppi silenzi e troppo distacco e freddezza non mi permettevano di aprirmi).
Quindi a fine gennaio ho smesso di andare dalla psicologa e ho continuato a diminuire lo zoloft.
Fino ad arrivare a 15 giorni fa, in cui ho preso l'ultima metà pasticca e ho buttato via il resto della scatola.
Ero strafelice del completo "disintossicamento" da cure psicologiche e farmacologiche; attiva, energica, vitale e molto molto serena.
Fino a 3-4 giorni fa, in cui piano piano sono iniziati a comparire sintomi fisici che mi ricordavano quelli da somatizzazione di maggio-giugno.
Ho iniziato ad accusare giramenti di testa, nausea, bruciore agli occhi (domani infatti ho una visita dall'oculista perchè non ho quasi mai usato gli occhiali da lettura che mi aveva prescritto due anni fa:trascorro moltissimo tempo tra computer, televisione e lettura), digestione molto lenta, stanchezza perenne, spossamento continuo, tremori, debolezza.
Fino a una settimana fa andavo quasi tutti i giorni in palestra (4 giorni sicuri)ed avevo sempre energia sufficiente per fare tutto.
Da un mese ho anche iniziato una dieta a punti per perdere 8 chili che avevo accumulato da quando stavo meglio e mangiavo di più; non mi piacevo più fisicamente e mi sono messa a dieta.
Ero determinata a dimagrire andando in palestra e facendo la dieta(ho già perso 4 chili).
Ho pensato prima ad un'influenza, ma non avendo febbre ho iniziato ad aver paura che fosse una ricaduta della depressione.
Volevo sapere se i sintomi da astinenza possono comparire dopo 15 giorni che ho smesso l'antidepressivo o se compaiono eventualmente appena lo interrompi e se ho sbagliato a prenderlo solo per 6 mesi.
Forse dovrei tornare da uno psicologo (un altro).
Sono molto molto giù perchè mi manca l'energia per fare qualunque cosa ed è stata abbastanza repentino questo cambaimento.
Psicologicamente non ho notato nessun cambiamento di umore o di tristezza.
Solo adesso che sto pensando che era tutta un'illusione del farmaco il mio benessere, allora mi sta prendendo un pò di tristezza e demoralizzazione.
Voglio dire anche che in generale sono una persona molto sensibile e attenta a tutto e abbsatanza ansiosa come carattere.
Vorrei un vostro parere al riguardo della mia situazione.
Vi ringrazio moltissimo in anticipo.
Valeria
[#1]
Perfezionato in medicine non convenzionali
Lo Zoloft ha fatto il suo lavoro, ma attualmente, i disturbi da lei presentati, non sembrano dipendere dalla sospensione, anche perchè lo ha fatto molto bene, senza incorrere in sindrome da astinenza. Sembra qui essere intervenuto qualcosa di nuovo, che forse era iniziato molto prima degli avvenimenti stressanti che ha raccontato. Questi eventi hanno abbassato notevolmente il suo sistema immunitario, permettendo o l'ingresso, o la riacutizzazione di infezioni precedentemente esistenti. Alcuni sintomi sono un poco dimostrativi di qualcosa di antecedente e di riacutizzazione, sono sintomi che non erano presenti prima: "giramenti di testa, nausea, bruciore agli occhi....stanchezza perenne, spossamento continuo, tremori, debolezza.....non mi piacevo più fisicamente e mi sono messa a dieta...." questi non sono sintomi di depressione, (Zoloft ha agito brillantemente perchè esisteva una depressione), ma ora è diverso. Il dubbio che ho è la presenza di una infezione virale riacutizzata, che naturalmente va esclusa, e che potrebbe aver influito anche prima sulla sintomatologia depressiva reattiva. Il virus che provoca questa sintomatologia che ho messo fra virgolette è il virus di Epstein-Barr, mononucleosi infettiva, che in letteratura internazionale viene messo in relazione alla sindrome da stanchezza cronica, tiroiditi, e anche bulimia e anoressia. Non si piaceva più fisicamente. Tutti sintomi iniziali, ma trascurarli, dicendo è solo depressione, francamente non mi sembra necessario, come medico, devo sempre prima escludere ogni causa fisica.
Dopo tutto questo, ritengo opportuno escludere ogni patologia fisica, pertanto le consiglio di eseguire questi esami:
emocromo e formula, piastrine, transaminasi, gammaGT.
Tipizzazione HLA classe I e II. Con espressione genica e corrispondenze sierologiche.
Tipizzazione linfocitaria e sottopopolazioni:
CD3, CD4, CD5, CD8, CD19, CD20, CD16/56, CD23, CD25,
anticorpi sierici anti tireoglobulina
anticorpi sierici anti microsoma tiroideo (TPO)
Tireoglobulina
anticorpi sierici anti recettore TSH (anti TRAK)
FT3, FT4, TSH
Anticorpi antinucleo (ANA e frazioni (ENA, Sm, RNP) tiroidite di Hashimoto
calcitonina
ANTICORPI ANTI-CITOMEGALOVIRUS lgG e lgM
· ANTICORPI ANTI-EPSTEIN BARR (EBNA-IgG, EBNA-IGM, VCA-IGG, VCA-IGM, EA-IGG, EA-IGM)
· ANTICORPI ANTI-HELICOBACTER PYLORI lgG e lgA
"analisi del sangue, ecografia addominale e pelvica, visita specialistica dal cardiologo): sono andate tutte bene." per favore, mettere sempre gli esami eseguiti con i valori, spesso visti successivamente, con l'aggiunta di altri sintomi, potrebbero non risultare così tutti bene.
Saluti
Dopo tutto questo, ritengo opportuno escludere ogni patologia fisica, pertanto le consiglio di eseguire questi esami:
emocromo e formula, piastrine, transaminasi, gammaGT.
Tipizzazione HLA classe I e II. Con espressione genica e corrispondenze sierologiche.
Tipizzazione linfocitaria e sottopopolazioni:
CD3, CD4, CD5, CD8, CD19, CD20, CD16/56, CD23, CD25,
anticorpi sierici anti tireoglobulina
anticorpi sierici anti microsoma tiroideo (TPO)
Tireoglobulina
anticorpi sierici anti recettore TSH (anti TRAK)
FT3, FT4, TSH
Anticorpi antinucleo (ANA e frazioni (ENA, Sm, RNP) tiroidite di Hashimoto
calcitonina
ANTICORPI ANTI-CITOMEGALOVIRUS lgG e lgM
· ANTICORPI ANTI-EPSTEIN BARR (EBNA-IgG, EBNA-IGM, VCA-IGG, VCA-IGM, EA-IGG, EA-IGM)
· ANTICORPI ANTI-HELICOBACTER PYLORI lgG e lgA
"analisi del sangue, ecografia addominale e pelvica, visita specialistica dal cardiologo): sono andate tutte bene." per favore, mettere sempre gli esami eseguiti con i valori, spesso visti successivamente, con l'aggiunta di altri sintomi, potrebbero non risultare così tutti bene.
Saluti
[#2]
Buongiorno,
come il collega, nemmeno io parlerei di "sindrome da sospensione" da Zoloft.
Allo stesso modo però io non mi sentirei di escludere del tutto una lieve ricaduta in senso depressivo. In questo senso sembrerebbe prematura la sospensione dell'antidepressivo. Le ricordo infatti che il suddetto farmaco andrebbe assunto ALMENO per 6 mesi DALLA COMPLETA SCOMPARSA dei sintomi o come diversamente consigliato da uno specialista psichiatra.
Dopo aver escluso una patologia organica le suggerirei di tornare da uno psichiatra ed eventualmente riprendere la terapia, per seguirla in modo accurato per tutto il tempo necessario.
Un cordiale saluto
Dott. Gianmaria Zita
come il collega, nemmeno io parlerei di "sindrome da sospensione" da Zoloft.
Allo stesso modo però io non mi sentirei di escludere del tutto una lieve ricaduta in senso depressivo. In questo senso sembrerebbe prematura la sospensione dell'antidepressivo. Le ricordo infatti che il suddetto farmaco andrebbe assunto ALMENO per 6 mesi DALLA COMPLETA SCOMPARSA dei sintomi o come diversamente consigliato da uno specialista psichiatra.
Dopo aver escluso una patologia organica le suggerirei di tornare da uno psichiatra ed eventualmente riprendere la terapia, per seguirla in modo accurato per tutto il tempo necessario.
Un cordiale saluto
Dott. Gianmaria Zita
[#3]
Concordo con i colleghi. Non credo si tratti di sintomatologia da sospensione, considerano anche il fatto che questa compare generalmente nei primissimi giorni e si risolve in un paio di settimane.
Deve prima di tutto escludere ogni possibile patologia organica, a riguardo le consiglio di rivolgersi al suo medico di famiglia. Solo nel caso di un mancato riscontro di cause fisiche si può pensare ad una ricaduta del episodio depressivo.
Cordiali saluti
Dr.ssa Cristiana Cecchi
Deve prima di tutto escludere ogni possibile patologia organica, a riguardo le consiglio di rivolgersi al suo medico di famiglia. Solo nel caso di un mancato riscontro di cause fisiche si può pensare ad una ricaduta del episodio depressivo.
Cordiali saluti
Dr.ssa Cristiana Cecchi
Dr.ssa Cristiana Cecchi
[#4]
Utente
Buongiorno.
Ho letto che mi ha scritto ...sintomatologia da sospensione, considerano anche il fatto che questa compare generalmente nei primissimi giorni e si risolve in un paio di settimane...
Volevo dirle che sono passate quasi due settimane da quando ho smesso lo zoloft; saranno 9-10 giorni che l'ho completamente smesso.
Quindi potrebbero ancora essere i suoi effetti?
O ho fatto per troppo poco tempo la cura (5 mesi e mezzo di zoloft e 3 mesi e mezzo di psicoterapia).
Grazie per la sua gentile risposta.
Ho letto che mi ha scritto ...sintomatologia da sospensione, considerano anche il fatto che questa compare generalmente nei primissimi giorni e si risolve in un paio di settimane...
Volevo dirle che sono passate quasi due settimane da quando ho smesso lo zoloft; saranno 9-10 giorni che l'ho completamente smesso.
Quindi potrebbero ancora essere i suoi effetti?
O ho fatto per troppo poco tempo la cura (5 mesi e mezzo di zoloft e 3 mesi e mezzo di psicoterapia).
Grazie per la sua gentile risposta.
[#5]
Fra i sintomi da sospensione ci sono anche quelli da lei riportati come senso di affaticamento, debolezza, nausea, capogiri ma normalmente si presentano entro 1-3 giorni e durano 7-14 giorni. Raramente la sintomatologia perdura per diverse settimane.
In teoria quindi lei sarebbe ancora nel periodo in cui tale sintomatologia è presente ma la sua dottoressa ha scalato il farmaco molto lentamente e questo è il miglior modo per evitare suddetta sindrome da sospensione. Per quanto riguarda la durata della terapia farmacologica in effetti, come ha già detto il collega psichiatra, generalmente si consiglia di continuare ad assumere l’antidepressivo per almeno 5-6 mesi dopo la completa risoluzione dei sintomi. Questo non vuol dire che lei, avendo interrotto prima la terapia, avrà sicuramente una ricaduta. Ci sono pazienti che pur sospendendo anticipatamente i farmaci (rispetto a quanto consigliato dalla maggior parte degli psichiatri.) continuano a star bene.
Quindi, per concludere, proceda a piccoli passi, prima di tutto si rivolga al suo medico di famiglia per escludere cause fisiche. Nel frattempo se dovesse trattarsi di sindrome da sospensione i sintomi andranno a scomparire nei prossimi giorni.
Se invece i sintomi persistono e non si rilevano cause fisiche allora dovrà rivolgersi nuovamente al suo psichiatra. Per fare una corretta diagnosi spesso bisogna procedere per esclusione.
Cordiali saluti
Dr.ssa Cristiana Cecchi
In teoria quindi lei sarebbe ancora nel periodo in cui tale sintomatologia è presente ma la sua dottoressa ha scalato il farmaco molto lentamente e questo è il miglior modo per evitare suddetta sindrome da sospensione. Per quanto riguarda la durata della terapia farmacologica in effetti, come ha già detto il collega psichiatra, generalmente si consiglia di continuare ad assumere l’antidepressivo per almeno 5-6 mesi dopo la completa risoluzione dei sintomi. Questo non vuol dire che lei, avendo interrotto prima la terapia, avrà sicuramente una ricaduta. Ci sono pazienti che pur sospendendo anticipatamente i farmaci (rispetto a quanto consigliato dalla maggior parte degli psichiatri.) continuano a star bene.
Quindi, per concludere, proceda a piccoli passi, prima di tutto si rivolga al suo medico di famiglia per escludere cause fisiche. Nel frattempo se dovesse trattarsi di sindrome da sospensione i sintomi andranno a scomparire nei prossimi giorni.
Se invece i sintomi persistono e non si rilevano cause fisiche allora dovrà rivolgersi nuovamente al suo psichiatra. Per fare una corretta diagnosi spesso bisogna procedere per esclusione.
Cordiali saluti
Dr.ssa Cristiana Cecchi
[#6]
Cara Valeria,
purtroppo in alcuni casi la terapia di mantenimento va assunta per periodi piuttosto prolungati, più di quanto segnalato sul 'bugiardino' o di quanto consigliato dal medico di famiglia. I sintomi che lamenti non sono da iscriversi in una sindrome da sospensione, ma più probabilmente in una piccola 'ricaduta'. Niente di male, ma sarebbe necessario proseguire la terapia più a lungo e soprattutto sotto il controllo periodico di uno specialista: moltissimi pazienti, quando stanno da un certo tempo bene, hanno logicamente il desiderio di provare a stare senza farmaco, ma questo contrasta con quanto sappiamo in merito al rischio di recidive.
In bocca al lupo!
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
purtroppo in alcuni casi la terapia di mantenimento va assunta per periodi piuttosto prolungati, più di quanto segnalato sul 'bugiardino' o di quanto consigliato dal medico di famiglia. I sintomi che lamenti non sono da iscriversi in una sindrome da sospensione, ma più probabilmente in una piccola 'ricaduta'. Niente di male, ma sarebbe necessario proseguire la terapia più a lungo e soprattutto sotto il controllo periodico di uno specialista: moltissimi pazienti, quando stanno da un certo tempo bene, hanno logicamente il desiderio di provare a stare senza farmaco, ma questo contrasta con quanto sappiamo in merito al rischio di recidive.
In bocca al lupo!
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
Silvio Presta
[#7]
Gentile utente,
il tempo di assunzione del farmaco ed il periodo descritto per la psicoterapia sono troppo brevi.
Sicuramente è necessario porre attenzione alla diagnosi differenziale per altre patologie organiche, dopodiche' qualora tutto fosse negativo deve prendere contatto con uno psichiatra che le possa reinserire la terapia nuovamente.
Dagli ultimi studi clinici, inoltre, i tempi di sospensione sono allungati e si puo' arrivare anche a due anni senza sintomi prima della sospensione totale.
Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
il tempo di assunzione del farmaco ed il periodo descritto per la psicoterapia sono troppo brevi.
Sicuramente è necessario porre attenzione alla diagnosi differenziale per altre patologie organiche, dopodiche' qualora tutto fosse negativo deve prendere contatto con uno psichiatra che le possa reinserire la terapia nuovamente.
Dagli ultimi studi clinici, inoltre, i tempi di sospensione sono allungati e si puo' arrivare anche a due anni senza sintomi prima della sospensione totale.
Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#8]
La sua situazione non è dipendente da una sindrome da sospensione in quanto il farmaco è stato ridotto in modo corretto. casomai possiamo parlare di una ricaduta. I motivi di questa ricaduta sono da una parte il tempo troppo breve di terapia e dall'altra il dosaggio troppo basso. Una terapia per la depressione deve essere protratta per almeno un anno (così recitano le linee guida internazionali, non è quindi un mio parere personale) dopo di che va scalata fino alla sospensione. 50 mg al giorno del farmaco da lei assunto sono meno della dose minima di solito consigliata (75 mg): non si fidi del "bugiardino" per quanto riguarda le dosi; spesso negli studi clinici controllati eseguiti prima della commercializzazione del farmaco vengono usati dei dosaggi più bassi rispetto a quelli poi necessari nella comune pratica clinica.
Cordiali saluti.
Claudio Lorenzetti
https://www.medicitalia.it/c.lorenzetti/
Cordiali saluti.
Claudio Lorenzetti
https://www.medicitalia.it/c.lorenzetti/
Dr. Claudio Lorenzetti
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