Attachi di ansia
Salve, ho 28 anni sono una dottoranda. Ho fatto uso di gocce rivotril dai 18 ai 24 anni da quando si è scatenato un attacco di panico forte tanto che i miei genitori mi hanno portato al pronto soccorso perchè non sapevamo cosa fosse. Sono allegra, soddisfatta . Poi ho iniziato a prendere per un anno anche la fluorexina. Ho vissuto 3 anni in medioriente in zone particolarmente tese e forse la lontananza dalla mia famiglia mi ha portato a questi tipi di ansia. Venendo all'oggi le direi che ho smesso da 2 anni di prendere rivotril perchè mi sono detta devo essere piu forte e perchè non potevo continuare ad affidarmi a delle gocce capace di controllare il mio umore ma dovevo essere io a controllarlo. Da due anni non prendo nessuna medicina contro l ansia di attacchi di panico veri e propri come quelli che avevo a 18 anni non me ne sono piu venuti fortunatamente ma di manifestazioni di ansia si : sento un peso al petto il fiato corto non riesco a respirare ho paura che il cuore si fermi e a volte un dolore al braccio. ma non voglio riprendere medicinali ma anche non voglio vivere in questo stato ho paura di fare qualsiasi cosa o di prendere un caffe perche ho paura che si scateni l ansia. UN altra cosa fondamentale che mi arriva è che quando sono tra la gente in una manifestazione o in una cerimonia mi si blocca il cuore nn riesco a respoirare e non sopporto piu di essere li. Per me che sono una giornalista di paesi in conflitto questo è fondamentale perchè spesso sono limitata nei miei reportage eprche non riesco a sopportare la vista di cose forti. prima nn era cosi perche? la ringrazio
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Gentile utente,
Sta avendo quella che ha tutto l'aspetto di una recidiva del disturbo di panico, in forma meno intensa ma qualitativamente paragonabile. La sua idea sui medicinali mi sembra piuttosto confusa. Quando si intende chiedere la soluzione ad un problema non è buona cosa mettere le mani avanti imponendo la scelta o l'esclusione di alcuni strumenti, chissà poi perché l'antipatia cade su quelli efficaci. Mai nessuno che dica "sto male ma non voglio andare dal mago", sempre invece "non voglio riprendere i farmaci" (che avevano funzionato). Pertanto, sarebbe bene
1) che decidesse prima di tutto lei il da farsi, perché la richiesta deve essere chiara da parte sua, nell'affidarsi ai consigli di uno specialista;
2) farsi spiegare, nel caso decida di curarsi, modalità, tempi e meccanismi delle cure.
Infatti, pur avendo avuto beneficio, l'idea di fondo che "non potevo continuare ad affidarmi a delle gocce capace di controllare il mio umore ma dovevo essere io a controllarlo" è semplicemente priva di senso. Nessuno controlla, né nella normalità né nella malattia, le proprie funzioni corporee, umore compreso. Se si è in grado di tenersi su da soli, e di cercarsi situazioni stimolanti o soddisfacenti, di sostenere impegni e sfide, questo fondamentalmente vuol dire che si sta già benino.
Sta avendo quella che ha tutto l'aspetto di una recidiva del disturbo di panico, in forma meno intensa ma qualitativamente paragonabile. La sua idea sui medicinali mi sembra piuttosto confusa. Quando si intende chiedere la soluzione ad un problema non è buona cosa mettere le mani avanti imponendo la scelta o l'esclusione di alcuni strumenti, chissà poi perché l'antipatia cade su quelli efficaci. Mai nessuno che dica "sto male ma non voglio andare dal mago", sempre invece "non voglio riprendere i farmaci" (che avevano funzionato). Pertanto, sarebbe bene
1) che decidesse prima di tutto lei il da farsi, perché la richiesta deve essere chiara da parte sua, nell'affidarsi ai consigli di uno specialista;
2) farsi spiegare, nel caso decida di curarsi, modalità, tempi e meccanismi delle cure.
Infatti, pur avendo avuto beneficio, l'idea di fondo che "non potevo continuare ad affidarmi a delle gocce capace di controllare il mio umore ma dovevo essere io a controllarlo" è semplicemente priva di senso. Nessuno controlla, né nella normalità né nella malattia, le proprie funzioni corporee, umore compreso. Se si è in grado di tenersi su da soli, e di cercarsi situazioni stimolanti o soddisfacenti, di sostenere impegni e sfide, questo fondamentalmente vuol dire che si sta già benino.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#3]
La cosa migliore sarebbe intanto farsi fare una diagnosi nel corso di una visita, attuale. A volte l'evoluzione delle cose chiarisce le idee e soprattutto permette di dare una prognosi, cioè fare delle previsioni, più precise. Il trattamento principale del disturbo di panico è medico. Ovviamente gli accertamenti di base, se non eseguiti recentemente, sono indicati.
[#4]
Gentile utente,
per quanto riguarda la terapia farmcologica lei in passato ha assunto solo rivotril che è un ansiolitico, un farmaco sintomatio, che agisce cioè per poche ore senza modificare il disturbo che sta alla base dei sintomi. Tra l'altro è una terapia che andrebbe fatta solo per poche settimane e che non incide , se non in lievissima parte e indirettamente, sull'umore.
Se la sua diagnosi è di disturbo da attacchi di panico, o comunque di un disturbo d'ansia, (ma questo può essere confermato solo da una visita specialistica), allora la terapia farmacologica deve necessariamente prevedere l'inserimento di un antidepressivo (generalmente un ssri). Gli antidepressivi, a differenza degli ansiolitici, sono farmaci in grado di agire sul substrato biologico che provoca i sintomi, modificando la storia naturale del disturbo. La migliore possibilità sarebbe quella poi di affiancare una terapia di tipo cognitivo-comportamentale (qualora ve ne fosse la possibilità e l'indicazione). Il primo passo è comunque quello di rivolgersi ad uno specialista.
Cordiali saluti
per quanto riguarda la terapia farmcologica lei in passato ha assunto solo rivotril che è un ansiolitico, un farmaco sintomatio, che agisce cioè per poche ore senza modificare il disturbo che sta alla base dei sintomi. Tra l'altro è una terapia che andrebbe fatta solo per poche settimane e che non incide , se non in lievissima parte e indirettamente, sull'umore.
Se la sua diagnosi è di disturbo da attacchi di panico, o comunque di un disturbo d'ansia, (ma questo può essere confermato solo da una visita specialistica), allora la terapia farmacologica deve necessariamente prevedere l'inserimento di un antidepressivo (generalmente un ssri). Gli antidepressivi, a differenza degli ansiolitici, sono farmaci in grado di agire sul substrato biologico che provoca i sintomi, modificando la storia naturale del disturbo. La migliore possibilità sarebbe quella poi di affiancare una terapia di tipo cognitivo-comportamentale (qualora ve ne fosse la possibilità e l'indicazione). Il primo passo è comunque quello di rivolgersi ad uno specialista.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#5]
Utente
Gentilissima dottoressa,
la ringrazio per la sua risposta. quindi aver assunto rivotril per cinque anni avrà effetti collaterali? Pensa che sia necessario rivolgermi ad uno specialista e che non possa riuscire io a superare questi attacchi di ansia che sono 1% di quello che provavo una volta? ho paura che riprendendo i farmaci possa ritornare indietro è come se avessi fatto una strada e poi ritornerei indietro..non so pensa che sia grave?
la ringrazio per la sua risposta. quindi aver assunto rivotril per cinque anni avrà effetti collaterali? Pensa che sia necessario rivolgermi ad uno specialista e che non possa riuscire io a superare questi attacchi di ansia che sono 1% di quello che provavo una volta? ho paura che riprendendo i farmaci possa ritornare indietro è come se avessi fatto una strada e poi ritornerei indietro..non so pensa che sia grave?
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Gentile utente,
"ho paura che riprendendo i farmaci possa ritornare indietro è come se avessi fatto una strada e poi ritornerei indietro"
citandola, il discorso è un pò l'esatto contrario, ovvero come le ho detto non si prevede il futuro caso per caso, ma in linea generale rischia di tornare indietro se NON si cura ancora. Dopodiché può farlo con ogni metodo di efficacia accertata, che siano farmaci o altri metodi, l'importante è però farlo con quei metodi che per quel disturbo sono efficaci, anche basandosi sulla propria storia terapeutica.
"ho paura che riprendendo i farmaci possa ritornare indietro è come se avessi fatto una strada e poi ritornerei indietro"
citandola, il discorso è un pò l'esatto contrario, ovvero come le ho detto non si prevede il futuro caso per caso, ma in linea generale rischia di tornare indietro se NON si cura ancora. Dopodiché può farlo con ogni metodo di efficacia accertata, che siano farmaci o altri metodi, l'importante è però farlo con quei metodi che per quel disturbo sono efficaci, anche basandosi sulla propria storia terapeutica.
[#7]
Gentile utente,
io non conosco personalmente la sua situazione e non posso sapere quale è l'entità del suo problema. Recarsi o meno dallo specialista deve essere una sua scelta sulla base del disagio che prova. tenga presente però che un disagio piccolo può aumentare di intensità e può essere affrontato con maggiori difficoltà se ci si intestardisce a provare varie strade da soli. Il rivotril che lei ha assunto per tanto tempo non dovrebbe portarle alcuna conseguenza.
Cordiali saluti
io non conosco personalmente la sua situazione e non posso sapere quale è l'entità del suo problema. Recarsi o meno dallo specialista deve essere una sua scelta sulla base del disagio che prova. tenga presente però che un disagio piccolo può aumentare di intensità e può essere affrontato con maggiori difficoltà se ci si intestardisce a provare varie strade da soli. Il rivotril che lei ha assunto per tanto tempo non dovrebbe portarle alcuna conseguenza.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.1k visite dal 22/11/2008.
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Approfondimento su Attacchi di panico
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