Ansia da separazione in adulto
Buongiorno,
ho 35 anni. Vivo con la mia compagna da più di dieci anni. Una storia molto bella e felice. Nel 2012 ho sofferto di disturbo di ansia generalizzata con un focus particolare di tipo ipocondriaco, superato con psicoterapia e farmaci (cipralex).
In seguito a una serie di situazioni critiche nella coppia e a un mio momento di forte tristezza dovuto alla perdita di un amico, mi trovo a riprovare le stesse sensazioni di ansia di cinque anni fa, ma nei confronti della mia compagna. Quando è via, sono costantemente in ansia. Quando è con me temo che non mi ami più e voglia lasciarmi. Vivo insomma un'ansia quasi perenne legata alla mia relazione.
Questo sta ovviamente avendo effetti molto negativi sulla relazione. Io sono invadente con domande e rassicurazioni e dopo oltre un mese, la mia compagna non ce la fa più. E' esausta, si chiude in sé, si sente "invasa" da questo mio atteggiamento, un "oggetto" del mio bisogno e non più una donna amata. Sto vedendo uno psicoterapeuta (lo stesso del primo episodio), che per il momento non ha ancora consigliato l'uso di farmaci.
Cosa posso fare per migliorare la situazione. La mia preoccupazione, oltre al mio benessere, è ovviamente che questa situazione danneggi in modo irreparabile il mio rapporto.
Cordiali saluti e grazie,
ho 35 anni. Vivo con la mia compagna da più di dieci anni. Una storia molto bella e felice. Nel 2012 ho sofferto di disturbo di ansia generalizzata con un focus particolare di tipo ipocondriaco, superato con psicoterapia e farmaci (cipralex).
In seguito a una serie di situazioni critiche nella coppia e a un mio momento di forte tristezza dovuto alla perdita di un amico, mi trovo a riprovare le stesse sensazioni di ansia di cinque anni fa, ma nei confronti della mia compagna. Quando è via, sono costantemente in ansia. Quando è con me temo che non mi ami più e voglia lasciarmi. Vivo insomma un'ansia quasi perenne legata alla mia relazione.
Questo sta ovviamente avendo effetti molto negativi sulla relazione. Io sono invadente con domande e rassicurazioni e dopo oltre un mese, la mia compagna non ce la fa più. E' esausta, si chiude in sé, si sente "invasa" da questo mio atteggiamento, un "oggetto" del mio bisogno e non più una donna amata. Sto vedendo uno psicoterapeuta (lo stesso del primo episodio), che per il momento non ha ancora consigliato l'uso di farmaci.
Cosa posso fare per migliorare la situazione. La mia preoccupazione, oltre al mio benessere, è ovviamente che questa situazione danneggi in modo irreparabile il mio rapporto.
Cordiali saluti e grazie,
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È opportuno valutare una introduzione farmacologica per l'entità del disturbo descritto.
Se lo psicoterapeuta non è un medico non può stabilire o meno l'uso di farmaci, se è anche medico sarebbe meglio che lo cambi prima che venga lasciato dalla sua compagna.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Se lo psicoterapeuta non è un medico non può stabilire o meno l'uso di farmaci, se è anche medico sarebbe meglio che lo cambi prima che venga lasciato dalla sua compagna.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Gentile dott. Ruggiero,
la ringrazio per la risposta. Il mio psicoterapeuta è anche psichiatra, quindi può prescrivere medicinali. Abbiamo fatto solo due incontri durante i quali non ha ritenuto di prescriverli, ma è possibile che lo faccia con il terzo. Il cipralex aveva dato risultati per me difficili da valutare, nel senso che il miglioramento era stato molto lento e graduale, dovuto forse più al passare del tempo che al farmaco. Crede sarebbe opportuno valutare un'altra molecola?
Cordiali saluti
la ringrazio per la risposta. Il mio psicoterapeuta è anche psichiatra, quindi può prescrivere medicinali. Abbiamo fatto solo due incontri durante i quali non ha ritenuto di prescriverli, ma è possibile che lo faccia con il terzo. Il cipralex aveva dato risultati per me difficili da valutare, nel senso che il miglioramento era stato molto lento e graduale, dovuto forse più al passare del tempo che al farmaco. Crede sarebbe opportuno valutare un'altra molecola?
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.5k visite dal 06/03/2017.
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