Disturbo ossessivo compulsivo?

Gentili dottori, ho una visita psichiatrica fissata nei prossimi giorni, ma c'è una domanda che vorrei fare e purtroppo non ho trovato disponibilità da parte di nessuno. Ecco, la mia paura di ammalarmi di un disturbo ossessivo compulsivo, indotta da un malinteso "terapeutico" del passato, mi ha portato da un mesetto la paura di potermi fissare su di un numero e di non riuscire più a togliermelo dalla testa e, come in ogni buona profezia che si autoavvera, è successo proprio questo. Sono venti giorni che ripeto mentalmente un numero nella testa, tranne in alcuni momenti in cui, per una serie di ragioni, mi ero tranquillizzato all'idea di non soffrire di doc. Come dicevo ho la visita nei prossimi giorni ma, con grande amarezza, ho potuto constatare che non è stato possibile rivolgere a nessuno (compreso lo psichiatra da cui andrò) una semplicissima domanda, che per me può voler dire tanto. Secondo voi, in linea puramente e strettamente teorica, un problema del genere è unicamente riferibile al doc o potrebbe rientrare anche nel quadro di altri disturbi d'ansia?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Ma dallo psichiatra invece va per quale motivo ? Per questo stesso ?
E quale sarebbe il malinteso terapeutico del passato ?

Non ho capito poi perché essere preoccupato di avere una malattia piuttosto che un'altra che comunque rientrano nello stesso ambito.

Quindi se lo psichiatra le dice che soffre di doc che succede ? Non si cura ?

Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Salve dottor Pacini, le spiego meglio la situazione e spero di non dilungarmi troppo o annoiarla. Sono stato in cura da uno psicanalista ed un giorno gli ho parlato di un sintomo che ebbi una notte per 5 minuti, ovvero la paura di respirare troppo o troppo poco e di svenire, risoltasi alla fine con un " e pure che svengo chi se ne frega" e mi addormentai subito.

Quando gli riportai l'episodio, lui balzò dalla poltrona e mi disse "ma questa è una nevrosi fobica ossessiva, è roba grave...si vive molto male!!!", dopodichè gli feci un paio di domande ma l'ora era praticamente scaduta e mi mise alla porta. Tornai a casa terrorizzato e, non sapendo dove sbattere la testa, aprii internet e lessi di molti sintomi che mi terrorizzarono. Immediatamente mi fissai sul mio respiro e durò un mesetto, poi passo' da solo, però ormai quell'episodio mi aveva traumatizzato e di tanto in tanto, con cadenza quasi semestrale, per un paio di anni mi è capitato di fissarmi per un mesetto sul battito delle ciglia o degli occhi. Il tutto passò per due motivi: il primo è che mi resi conto che queste cose andavano e venivano e nel frattempo riuscivo pure a campare benino, per cui non aveva senso preoccuparsi, e poi per delle rassicurazioni di un altro terapeuta.

Siccome però qualche piccola fissazione l'ho sempre avuta (un pizzico di pensiero magico, roba simile, roba che mi rubava al massimo 5 minuti al giorno e con la quale ci convivevo una favola), la paura di essere destinato a questo tipo di disturbo non mi è mai passata. E' un disturbo che mi spaventa più degli altri per due motivi:
-è cronico, difficilmente curabile. "campi male per tutta la vita", sarò molto suggestionabile io dottore, ma quelle parole mi hanno colpito molto.
- Mi sono reso conto in passato che non appena mi passa la paura del disturbo ossessivo compulsivo, mi passano tutti i sintomi. 6 o 7 anni fà, in una situazione simile, la mia vecchia psicoterapeuta mi disse che ero una persona troppo fluida per sviluppare il doc e immediatamente mi passarono tutti i sintomi. Negli ultimi anni ho vissuto molto bene, sempre con qualche piccolissima fissazione di poco conto e nessun peso, purtroppo, leggendo per passatempo un articolo sul perfezionismo su internet, ho letto anche che in america stanno mettendo in discussione l'idea dello stereotipo tipico dell'ossessivo come persona rigida, meticolosa, etc etc, e mi è presa nuovamente la paura.


SI, dallo psichiatra ci vado in ogni caso, e qualsiasi cosa sia proverò a curarla ma, non mi chieda perchè, io sono sicuro che se mi dicesse che non è doc i miei sintomi si alleverebbero immediatamente almeno del 90%, se non completamente. La ringrazio per l'attenzione che mi dedica.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
""ma questa è una nevrosi fobica ossessiva, è roba grave...si vive molto male!!!","

La prima parte la posso anche capire, è la seconda che è decisamente incomprensibile, compreso il salto sulla poltrona. Idem per tutte le considerazioni conseguenti.

Ora però il punto non è parlare della prognosi del doc, ma toglierle questa idea che sta assumendo lo stesso connotato di quella sullo svenimento, e appunto in genere si risolve nello stesso modo. Solo che in quel caso lo fece da sé, e adesso magari una cura deve sollecitare quel passaggio, quello "scatto" di oscuramento dei dubbi inutili.

Quindi vada con fiducia dallo psichiatra, e si concentri sulla cura, non sulla discussione delle diagnosi, poiché questo peggiora due cose: la capacità di agire per curarsi, e quanto si soffre prima che la cura funzioni e si stia comunque bene.
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Utente
Utente
La ringrazio per le parole gentili e di conforto dottor Pacini, a dire il vero io non capisco nemmeno come si sia potuti arrivare a parlare di doc per un sintomo di un giorno durato 5 minuti, ma rimuginare sul passato non serve a niente.

So che la mia domanda, ed in genere la mia paura, sono cose un po' strane, che potevano essere facilmente liquidate come cose stupide ma lei è voluto andare un poco a fondo e la ringrazio per questo.

Purtroppo non posso prometterle di riuscire a fare quanto mi consiglia: la mia idea è che se non è doc, passa qualsiasi pensiero, e quindi l'incidenza della diagnosi per me avrà un peso, è un momento di cui ho molta paura. Comunque, proverò a fare del mio meglio.

A mio favore la totale assenza di dubbi ossessivi, così come di qualsiasi elemento sintomatico legato a ordine, dubbi, scrupoli morali, contaminazione, etc etc. Ma essendo ignorante, queste cose potrebbero anche non voler dire nulla.

La ringrazio davvero di cuore e le auguro una buona giornata
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
"a dire il vero io non capisco nemmeno come si sia potuti arrivare a parlare di doc per un sintomo di un giorno durato 5 minuti"

Non è affatto questo il punto, vedo che interpreta secondo la sua paura cose che non ho detto.

Ho detto che ora è fissato su questa cosa, questo va diagnosticato. La sua autodiagnosi è irrilevante, abbia pazienza, tende a escludere una cosa di cui ha paura (senza peraltro un motivo alla base di questa paura).

Sembra quasi che vada dai medici per farsi dire che non è un disturbo ossessivo. Vada invece a farsi curare, che può stare meglio, che sia quello o meno.
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Utente
Utente
Salve dottor Pacini, mi perdoni non volevo assolutamente metterle in bocca parole non sue, è che la rabbia per quell'episodio scatenante non l'ho mai digerita.

Sono stato dallo psichiatra, mi è parso di capire che mi consideri una specie di ipocondriaco in erba. "lei ha qualche tendenza ossessiva, ma il suo vero problema è il lato fobico, se non si interviene su quello rischia di radicalizzarsi e può iniziare a concentrarsi su altre parti del corpo." Mi ha prescritto un integratore sierotoninergico, il sametil, e mi ha detto di fare lunghe passeggiate e di dedicarmi più attivamente all'azione piuttosto che al pensiero.

Però oggi capisco al 100% il valore del suo consiglio: qualsiasi cosa sia questa mia paura, va affrontata, ed in effetti mi rendo conto che uno che si sveglia la mattina e dice di punto in bianco "oddio e se mi prende il disturbo ossessivo compulsivo e mi fisso su di un numero?", per quanto possa essere traumatizzato da un'esperienza passata, ha qualche problema.

Lo psichiatra non ha usato nessuno degli strumenti di valutazione diagnostici che utilizzate (test, cose così) ma si è affidato al colloquio. Non lo so dottor Pacini, inizio in parte a rendermi conto dell'assurdità della mia posizione e la ringrazio per la pazienza che ha avuto fin ora con me.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente.,

Stiamo girando intorno ad una diagnosi banale e magari già fatta correttamente. Deve curarsi, non "affrontare" cose che non ha le capacità di affrontare, secondo la strana idea che i disturbi del cervello guariscono da soli o con l'aiuto delle parti che sono le stesse ad essere coinvolte.

Sinceramente un integratore non vedo cosa c'entri. Non è denutrito.... Se mai avrebbe bisogno di un farmaco classico contro questo tipo di problemi.

Dovrebbe cominciare nel farsi dire la diagnosi senza esprimere un terrore verso questo o quel nome.
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Utente
Utente
Lei ha perfettamente ragione e, sebbene prima di entrare nello studio mi fossi fumato una sigaretta come un condannato a morte, ho affrontato la visita mettendomi in gioco con tutto me stesso. Io la diagnosi la volevo e l'ho chiesta, e' probabile che lo psichiatra si sia "impietosito" di me e della mia storia, per cui ha deciso di indorare la pillola. Mi aveva proposto una cura a base di SSRi o la via degli integratori ed io ho preferito provare prima con gli integratori, ma se mi dice che con quelli butto solo tempo allora provvederò quanto prima a tornare sui miei passi in favore dello ssri. Il motivo della mia paura è presto detto: se non soffri di questo tipo di disturbi, i pensieri vanno e vengono per cui ti metti tranquillo con questa consapevolezza e va tutto via da se in un attimo(come mi successe in passato),se ne soffri purtroppo hai la consapevolezza che non sarà così. Comunque non voglio fare lo struzzo solo per questo, se purtroppo il disturbo c'è va accettato e curato. Visto che in passato ho avuto fasi più acute e lunghe fasi di remissione quasi totale posso sperare almeno in un decorso episodico?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Indorare la pillola può servire infatti, ma poi la cura deve essere di quelle efficaci. Un SSRI mi pare appropriato.
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Utente
Utente
...capisco dottore, è proprio doc. La rabbia di essere una persona in cui prima è nata la diagnosi prima del disturbo è un qualcosa che devo accettare e, in qualche modo, imparare a superare.

se è possibile, vorrei approfittare per un'ultima volta della sua disponibilità:
- visto che in passato ho avuto attacchi isolati di un paio di mesi, posso sperare in un decorso episodico oppure può cronicizzarsi?
-se uno ha paura di pensare sempre ad un numero e di non riuscire a pensare ad altro, i farmaci possono aiutare?
Vede, la mia paura del doc (e la remissione totale di tutti i sintomi quando ho pensato di non avercelo) nascono proprio da qui: la consapevolezza che se non ne soffri tutto scorre e non c'è motivo di preoccuparsi, se ne soffri non scorre via proprio niente. Grazie per tutto quello che ha fatto per me.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Beh, se non aiutano in questo, a cosa dovrebbero servire le cure ?

Per quanto riguarda gli attacchi isolati, attacchi isolati e distanziati non configurano di per sé un disturbo che poi prenda il via.

Il doc è automatico, non si sceglie di soffrirne né si evita di soffrirne, come ogni malattia se deve venire viene, il controllo va applicato alle cure, non alle malattie per non farne venire mai nessuna.
Si cerca di evitarle certo, ma non sempre si sa come e non sempre comunque è possibile.
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Utente
Utente
Dottore, io non so proprio come ringraziarla, con molta pazienza ha provato ad aprirmi la mente su alcune cose e devo dire che probabilmente il numerino che ho nella testa è l'ultima cosa di cui devo preoccuparmi, è il mio approccio verso questa cosa che invece deve darmi modo di riflettere (in modo sano) su alcuni miei limiti e alcune mie problematiche. Proseguirò la cura, passerò agli ssri, e vada tutto come deve andare.

Forse dovrei andare a trovare anche la tomba del mio ex analista, morto in preda a terribili dolori neuropatici (di cui già soffriva all'epoca di quel triste evento), sebbene non possa perdonargli di aver provato a screditare mio padre in ogni modo di fronte a me per un'antipatia personale ed una rivalità di fondo (lui, in modo molto superficiale, amava definirmi come il figlio che non aveva mai avuto), forse posso perdonargli quello che ha fatto a me.

Se possibile, vorrei chiederle l'amicizia su facebook in segno di simpatia, stia tranquillo non la voglio importunare ulteriormente, mi ha già detto tutto quello che era importante dire, e per questo ha la mia gratitudine. La saluto e la ringrazio di cuore.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Faccia pure, mi fa piacere di esserLe stato utile.