Medici di famiglia "fuori di testa"?
Salve a tutti.
Innanzitutto volevo complimentarvi con voi (e con il vostro sito web) per la professionalità e per l'ottimo servizio che riuscite ad offrire agli utenti. Ho scoperto il vostro sito per caso (grazie ai motori di ricerca), cercando informazioni sul web, e sono felice di questa "scoperta". Detto questo vorrei porvi alcuni quesiti riguardanti il "mio" caso.
Sono preoccupato per la situazione (possibili "prossimi scenari") di una mia carissima amica. Ma andiamo con ordine. Vi illustro il quadro/situazione partendo dall'inizio.
Questa mia amica ha 39 anni, è alta circa 170, pesa circa 60 kg., è asmatica da sempre (asma "controllata" grazie al ventolin spray). Per fortuna gli attacchi d'asma sono rari, però ogni tanto succede che deve usare il ventolin. E purtroppo ha il vizio del fumo (fuma circa 1 pacchetto di sigarette al giorno). Inoltre è una ragazza/donna molto emotiva ed un pò ansiosa. Ha sempre dormito poco e lavorato molto. Non beve alcolici e/o superalcolici e mangia il dovuto (nè troppo, nè poco). Uno o due caffè al giorno. Tutto sommato ha sempre avuto (ed ha) una salute di ferro, è una ragazza/donna forte fisicamente e di carattere (nonostante l'emotività). Ora però devo aggiungere un'altra premessa molto importante.
Nel 2004 (dopo 15 anni di convivenza, ma senza figli), lei lascia il proprio partner. Lei solare, aperta al dialogo, etc. Lui troppo geloso, egoista, iper-maschilista, e poco affine alle "carinerie". Lo lascia convinta dicendo testuali parole: "Non ti amo più". Poco dopo... conosce un altro uomo, e se ne innamora. Passa qualche anno, ma lei non si da pace, ha sempre un tarlo in testa che gli frulla questo pensiero: "Avrò fatto bene chiudere il mio vecchio rapporto? E se fossi io la causa? Se fossi io ad aver sbagliato qualcosa?". Ragion per cui, nel 2006, vuole provare a riallacciare il rapporto con il suo ex compagno. Allontana il suo nuovo compagno, perchè vuole vedere dove e se ha sbagliato qualcosa con il suo ex. Riesce poi a ri-avvicinarsi al suo ex compagno poco a poco (con molta fatica e con molti pianti), e alla fine si ri-frequentano, etc. ma... dopo circa un anno, il suo ex dice basta! Vuole lasciare tutto com'è! In poche parole... non vuole ritornare da lei. A questo punto lei va nel panico più totale, fa scenate, piange a dirotto, mangia poco, dorme meno, (fa pure un incidente in auto, per fortuna senza conseguenze), etc. Ed è proprio qui che per lei iniziano i veri problemi di salute.
Nel gennaio 2008, lei riallaccia i problemi con il suo nuovo compagno (quello che ha conosciuto nel 2004), cercando conforto (che trova), etc. Ma i problemi di salute si fanno sentire (causa precedente situazione). Ansia, cefalee, cervicale, mal di stomaco, etc. Allora va dal medico di famiglia che le consiglia delle visite: oltre ad esami del sangue e soliti controlli (ecografie, etc.) aggiunge anche una TAC. Tutti gli esami danno esito negativo, di conseguenza il suo problema risulta essere solo un problema psicologico. A questo punto il suo medico di famiglia, dopo averla visitata (ed aver parlato con lei della situazione, e di tutti i problemi trascorsi), le prescrive il Lexotan, 20 gocce da prendere qualche ora prima di coricarsi.
Inutile dire che in mezzo a tutta questa vicenda, lei si confidava con il sottoscritto (siamo amici da una vita), ma attenzione... nè io e tantomeno il suo nuovo compagno si è permesso di interagire con e/o nelle sue decisioni. Ci limitavamo a dare dei semplici consigli (opinioni, pareri personali) che lei puntualmente ignorava (essendo convinta delle sue decisioni), com'è giusto che sia. Per cui, tutto ciò che ha fatto (le sue azioni), è frutto delle sue decisioni, senza nessuna condizione esterna.
La situazione attuale.
Da fine maggio 2008, lei prende il Lexotan (20 gocce al dì). Cefalee, cervicale, ansia, etc. tutto sparito. Ora sta bene (da precisare che lei ha sempre continuato a lavorare), anche se dice che ha sempre sonno (dormirebbe sempre). L'unico sui giorno di riposo è la domenica. Il medico di famiglia le ha detto di prenderle tutte le sere fino a Natale 2008. Sotto mio "consiglio", la settimana scorsa, lei telefona al medico di famiglia, chiedendo se poteva sospendere la somministrazione del Lexotan da un giorno all'altro, o se doveva calare gradualmente la dose. Il medico di famiglia, dopo aver chiesto (telefonicamente) se la situazione fosse migliorata ed avendo avuto risposta positiva, le consiglia di continuare con il Lexotan (20 gocce al dì) fino al prossimo maggio 2009. Poi... per altri 15 giorni calando la dose (10 gocce al dì), e poi per altri 15 giorni calando ulteriormente la dose (2 gocce al dì). Fino a smettere completamente.
Perplessità del "caso", e relativi quesiti in merito.
1) come può un semplice medico di famiglia, senza nessuna specializzazione in merito, prescriverle degli psicofarmaci?
2) come può un semplice medico di famiglia, senza averla nè vista nè visitata (parlando solo telefonicamente e ricevendo rassicurazioni dal paziente stesso), duplicare la cura?
3) essendomi informato, ho notato che (finito il trattamento) esistono molti casi di dipendenza da tale farmaco. Farmaco che solitamente viene prescritto per 8-12 settimane, e poi... nel caso, può essere preso solo quando e se necessario (all'occorenza). Perchè questo medico di famiglia gli ha prescritto codesta cura (rincarando pure la dose), a mio avviso esagerata, o meglio... "fuori di testa"?
IMPORTANTE! C'è da sottolineare soprattutto il fatto che (da quando è in "cura" con il Lexotan), i rapporti sociali della mia amica sono sempre più rari (lavoro a parte, sul quale è sempre molto attenta e partecipe). Trascura il suo nuovo compagno, trascura le sue amicizie, spegne il telefonino per non sentire nessuno, etc. E tutto questo è molto molto molto strano, perchè lei non è mai stata così, anzi... lei ha sempre amato i contatti, le amicizie, l'uscire tra la gente, svagarsi, etc. Ora però sembra essere totalmente un'altra persona. E' irriconoscibile! Per cui mi chiedo... è normale questa cosa? E' normale 1 anno di trattamento quando il Lexotan è consigliato per 8-12 settimane di trattamento? E poi, il Lexotan provoca tutto questo (chiusura a riccio)? Secondo voi... il suo medico di famiglia non è uno sprovveduto? Non serve qualche visita specialistica? Non serve cambiare cura? O cosa? Per favore... datemi qualche consiglio, sto perdendo un'amica che era splendida, ma che adesso è irriconoscibile! (a detta di tutti, e non solo per il sottoscritto). Grazie.
Ric
Innanzitutto volevo complimentarvi con voi (e con il vostro sito web) per la professionalità e per l'ottimo servizio che riuscite ad offrire agli utenti. Ho scoperto il vostro sito per caso (grazie ai motori di ricerca), cercando informazioni sul web, e sono felice di questa "scoperta". Detto questo vorrei porvi alcuni quesiti riguardanti il "mio" caso.
Sono preoccupato per la situazione (possibili "prossimi scenari") di una mia carissima amica. Ma andiamo con ordine. Vi illustro il quadro/situazione partendo dall'inizio.
Questa mia amica ha 39 anni, è alta circa 170, pesa circa 60 kg., è asmatica da sempre (asma "controllata" grazie al ventolin spray). Per fortuna gli attacchi d'asma sono rari, però ogni tanto succede che deve usare il ventolin. E purtroppo ha il vizio del fumo (fuma circa 1 pacchetto di sigarette al giorno). Inoltre è una ragazza/donna molto emotiva ed un pò ansiosa. Ha sempre dormito poco e lavorato molto. Non beve alcolici e/o superalcolici e mangia il dovuto (nè troppo, nè poco). Uno o due caffè al giorno. Tutto sommato ha sempre avuto (ed ha) una salute di ferro, è una ragazza/donna forte fisicamente e di carattere (nonostante l'emotività). Ora però devo aggiungere un'altra premessa molto importante.
Nel 2004 (dopo 15 anni di convivenza, ma senza figli), lei lascia il proprio partner. Lei solare, aperta al dialogo, etc. Lui troppo geloso, egoista, iper-maschilista, e poco affine alle "carinerie". Lo lascia convinta dicendo testuali parole: "Non ti amo più". Poco dopo... conosce un altro uomo, e se ne innamora. Passa qualche anno, ma lei non si da pace, ha sempre un tarlo in testa che gli frulla questo pensiero: "Avrò fatto bene chiudere il mio vecchio rapporto? E se fossi io la causa? Se fossi io ad aver sbagliato qualcosa?". Ragion per cui, nel 2006, vuole provare a riallacciare il rapporto con il suo ex compagno. Allontana il suo nuovo compagno, perchè vuole vedere dove e se ha sbagliato qualcosa con il suo ex. Riesce poi a ri-avvicinarsi al suo ex compagno poco a poco (con molta fatica e con molti pianti), e alla fine si ri-frequentano, etc. ma... dopo circa un anno, il suo ex dice basta! Vuole lasciare tutto com'è! In poche parole... non vuole ritornare da lei. A questo punto lei va nel panico più totale, fa scenate, piange a dirotto, mangia poco, dorme meno, (fa pure un incidente in auto, per fortuna senza conseguenze), etc. Ed è proprio qui che per lei iniziano i veri problemi di salute.
Nel gennaio 2008, lei riallaccia i problemi con il suo nuovo compagno (quello che ha conosciuto nel 2004), cercando conforto (che trova), etc. Ma i problemi di salute si fanno sentire (causa precedente situazione). Ansia, cefalee, cervicale, mal di stomaco, etc. Allora va dal medico di famiglia che le consiglia delle visite: oltre ad esami del sangue e soliti controlli (ecografie, etc.) aggiunge anche una TAC. Tutti gli esami danno esito negativo, di conseguenza il suo problema risulta essere solo un problema psicologico. A questo punto il suo medico di famiglia, dopo averla visitata (ed aver parlato con lei della situazione, e di tutti i problemi trascorsi), le prescrive il Lexotan, 20 gocce da prendere qualche ora prima di coricarsi.
Inutile dire che in mezzo a tutta questa vicenda, lei si confidava con il sottoscritto (siamo amici da una vita), ma attenzione... nè io e tantomeno il suo nuovo compagno si è permesso di interagire con e/o nelle sue decisioni. Ci limitavamo a dare dei semplici consigli (opinioni, pareri personali) che lei puntualmente ignorava (essendo convinta delle sue decisioni), com'è giusto che sia. Per cui, tutto ciò che ha fatto (le sue azioni), è frutto delle sue decisioni, senza nessuna condizione esterna.
La situazione attuale.
Da fine maggio 2008, lei prende il Lexotan (20 gocce al dì). Cefalee, cervicale, ansia, etc. tutto sparito. Ora sta bene (da precisare che lei ha sempre continuato a lavorare), anche se dice che ha sempre sonno (dormirebbe sempre). L'unico sui giorno di riposo è la domenica. Il medico di famiglia le ha detto di prenderle tutte le sere fino a Natale 2008. Sotto mio "consiglio", la settimana scorsa, lei telefona al medico di famiglia, chiedendo se poteva sospendere la somministrazione del Lexotan da un giorno all'altro, o se doveva calare gradualmente la dose. Il medico di famiglia, dopo aver chiesto (telefonicamente) se la situazione fosse migliorata ed avendo avuto risposta positiva, le consiglia di continuare con il Lexotan (20 gocce al dì) fino al prossimo maggio 2009. Poi... per altri 15 giorni calando la dose (10 gocce al dì), e poi per altri 15 giorni calando ulteriormente la dose (2 gocce al dì). Fino a smettere completamente.
Perplessità del "caso", e relativi quesiti in merito.
1) come può un semplice medico di famiglia, senza nessuna specializzazione in merito, prescriverle degli psicofarmaci?
2) come può un semplice medico di famiglia, senza averla nè vista nè visitata (parlando solo telefonicamente e ricevendo rassicurazioni dal paziente stesso), duplicare la cura?
3) essendomi informato, ho notato che (finito il trattamento) esistono molti casi di dipendenza da tale farmaco. Farmaco che solitamente viene prescritto per 8-12 settimane, e poi... nel caso, può essere preso solo quando e se necessario (all'occorenza). Perchè questo medico di famiglia gli ha prescritto codesta cura (rincarando pure la dose), a mio avviso esagerata, o meglio... "fuori di testa"?
IMPORTANTE! C'è da sottolineare soprattutto il fatto che (da quando è in "cura" con il Lexotan), i rapporti sociali della mia amica sono sempre più rari (lavoro a parte, sul quale è sempre molto attenta e partecipe). Trascura il suo nuovo compagno, trascura le sue amicizie, spegne il telefonino per non sentire nessuno, etc. E tutto questo è molto molto molto strano, perchè lei non è mai stata così, anzi... lei ha sempre amato i contatti, le amicizie, l'uscire tra la gente, svagarsi, etc. Ora però sembra essere totalmente un'altra persona. E' irriconoscibile! Per cui mi chiedo... è normale questa cosa? E' normale 1 anno di trattamento quando il Lexotan è consigliato per 8-12 settimane di trattamento? E poi, il Lexotan provoca tutto questo (chiusura a riccio)? Secondo voi... il suo medico di famiglia non è uno sprovveduto? Non serve qualche visita specialistica? Non serve cambiare cura? O cosa? Per favore... datemi qualche consiglio, sto perdendo un'amica che era splendida, ma che adesso è irriconoscibile! (a detta di tutti, e non solo per il sottoscritto). Grazie.
Ric
[#1]
Gentile utente,
a volte le persone scelgono di fare delle cose pur sapendo di poter liberamente intraprendere altre strade.
Se vuole la sua amica puo' rivolgersi ad uno specialista in psichiatria.
Diversamente, puo' seguire i consigli del suo medico di famiglia del quale ha fiducia.
a volte le persone scelgono di fare delle cose pur sapendo di poter liberamente intraprendere altre strade.
Se vuole la sua amica puo' rivolgersi ad uno specialista in psichiatria.
Diversamente, puo' seguire i consigli del suo medico di famiglia del quale ha fiducia.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Ex utente
Gentilissmo Dr.Ruggiero, la ringrazio per la risposta immediata, ma... mi perdoni... non ho ben capito il suo intervento. Io sto cercando consigli su come poter "recuperare" un'amica, che (a mio modesto avviso) sta intraprendendo una cura non propriamente adeguata, ma lei non conferma e tantomeno smentisce se codesta cura sia normale e/o fuori dai canoni. Le sembra normale che una persona con determinate caratteristiche (solare, aperta, confidente, etc.) cambi totalmente (e ripeto... totalmente) atteggiamenti con le persone e con la vita sociale in genere? Non le sembra che il medico di famiglia (della mia amica) sia stato troppo precipitoso? Non le sembra che certi temi devono (dovrebbero) essere affrontati da gente competente in materia? (tipo lei Sig. Ruggiero). Scusi, ma ripeto... non ho capito il suo intervento. Dovrei consigliare alla mia amica una visita da uno psichiatra? O devo rivolgermi al medico di famiglia (della mia amica) dicendogli che (a mio avviso) sta gestendo male la situazione? O forse sono io che mi sto preoccupando senza motivo? Mi faccia capire... Grazie.
Ric
Ric
[#3]
Gentile utente,
da quello che scrive non sembra che esistano grandi motivi di preoccupazione dal punto di vista psichiatrico.
Il consiglio è quello di ridurre gradualmente le gocce di lexotan (eliminare 1 gtt ogni 2-3 giorni fino a sospensione totale) ed "osservare" se durante questo periodo le manifestazioni di scarsa socializzazione e sonnolenza proporzionalmente si attenuano. Se così non fosse è assolutamente indicata una visita specialistica.
da quello che scrive non sembra che esistano grandi motivi di preoccupazione dal punto di vista psichiatrico.
Il consiglio è quello di ridurre gradualmente le gocce di lexotan (eliminare 1 gtt ogni 2-3 giorni fino a sospensione totale) ed "osservare" se durante questo periodo le manifestazioni di scarsa socializzazione e sonnolenza proporzionalmente si attenuano. Se così non fosse è assolutamente indicata una visita specialistica.
Dr. Andrea Castrogiovanni
[#4]
Gentile utente,
innanzitutto qui non stiamo a discutere l'operato del medico di famiglia della sua amica, per due motivi:
- non e' il suo medico di famiglia quindi non sa quali accordi sono intercorsi per la prescrizione
- il medico di famiglia ha la facolta' di prescrivere qualsivoglia farmaco, come del resto sono abilitati a fare tutti i medici specialisti dei diversi settori.
Per quanto riguarda la sua amica:
- non e' lei a chiedere un aiuto diretto, pertanto potrebbe non avere bisogno di alcun aiuto che invece viene interpretato da Lei.
- lo specialista di riferimento e' sempre lo psichiatra per i trattamenti di tipo psichiatrico e soprattutto per le questioni che riguardano la sfera psichica
- la sua amica potrebbe non voler andare da uno psichiatra che, forse, il medico di famiglia ha suggerito
- qualsiasi digressione sul suo racconto, e' e resta solo il suo racconto, in quanto potrebbe anche essere che la sua amica non si veda nella condizione che lei descrive.
- il fatto che l'uso di benzodiazepine sia sconsigliato e' un dato di fatto, ma se lo sconsiglio a Lei, come si fa con la sua amica?
Detto questo, consigli alla sua amica una visita psichiatrica, credo pero' che non avra' successo.
innanzitutto qui non stiamo a discutere l'operato del medico di famiglia della sua amica, per due motivi:
- non e' il suo medico di famiglia quindi non sa quali accordi sono intercorsi per la prescrizione
- il medico di famiglia ha la facolta' di prescrivere qualsivoglia farmaco, come del resto sono abilitati a fare tutti i medici specialisti dei diversi settori.
Per quanto riguarda la sua amica:
- non e' lei a chiedere un aiuto diretto, pertanto potrebbe non avere bisogno di alcun aiuto che invece viene interpretato da Lei.
- lo specialista di riferimento e' sempre lo psichiatra per i trattamenti di tipo psichiatrico e soprattutto per le questioni che riguardano la sfera psichica
- la sua amica potrebbe non voler andare da uno psichiatra che, forse, il medico di famiglia ha suggerito
- qualsiasi digressione sul suo racconto, e' e resta solo il suo racconto, in quanto potrebbe anche essere che la sua amica non si veda nella condizione che lei descrive.
- il fatto che l'uso di benzodiazepine sia sconsigliato e' un dato di fatto, ma se lo sconsiglio a Lei, come si fa con la sua amica?
Detto questo, consigli alla sua amica una visita psichiatrica, credo pero' che non avra' successo.
[#5]
Ex utente
La ringrazio per l'intervento Dr. Castrogiovanni.
Quindi mi sembra di capire che il problema (le mie preoccupazioni) non sussiste. Ma allora... perchè (leggendo in altri forum del web) il Lexotan è consigliato per 8-12 settimane, e poi... da assumere solo in caso di necessità? Mentre il medico di famiglia della mia amica raddoppia addirittura la dose (senza nessun controllo, ma solo grazie ad un consulto telefonico), prolungando il trattamento per 1 anno (pur non essendo uno specialista)? Inoltre, perchè questo "rifiuto" di socializzazione della mia amica (che mai nella sua vita ha avuto atteggiamenti simili)? E' normale (vista la cura con questo Lexotan)?
PS: grazie per il consiglio di "fine trattamento" Lexotan (ovvero... la sospensione graduale). Farò presente.
Ric
Quindi mi sembra di capire che il problema (le mie preoccupazioni) non sussiste. Ma allora... perchè (leggendo in altri forum del web) il Lexotan è consigliato per 8-12 settimane, e poi... da assumere solo in caso di necessità? Mentre il medico di famiglia della mia amica raddoppia addirittura la dose (senza nessun controllo, ma solo grazie ad un consulto telefonico), prolungando il trattamento per 1 anno (pur non essendo uno specialista)? Inoltre, perchè questo "rifiuto" di socializzazione della mia amica (che mai nella sua vita ha avuto atteggiamenti simili)? E' normale (vista la cura con questo Lexotan)?
PS: grazie per il consiglio di "fine trattamento" Lexotan (ovvero... la sospensione graduale). Farò presente.
Ric
[#6]
Gentile utente,
le sconsiglio di attuare quanto suggerito dal collega neo-iscritto in quanto per poter discutere della riduzione dei trattamenti e' sempre necessaria ed imprescindibile una visita diretta e non e' possibile suggerirlo online.
Se la sua amica vuole realmente ridurre il trattamento con benzodiazepine deve rivolgersi ad uno psichiatra che provvedera' a valutare anche altri aspetti disfunzionali eventualmente soggetti alla assunzione del farmaco.
Non ci sono dati sufficienti per poter suggerire una riduzione di farmaco, per la quale le consenguenze potrebbero non essere favorevoli.
le sconsiglio di attuare quanto suggerito dal collega neo-iscritto in quanto per poter discutere della riduzione dei trattamenti e' sempre necessaria ed imprescindibile una visita diretta e non e' possibile suggerirlo online.
Se la sua amica vuole realmente ridurre il trattamento con benzodiazepine deve rivolgersi ad uno psichiatra che provvedera' a valutare anche altri aspetti disfunzionali eventualmente soggetti alla assunzione del farmaco.
Non ci sono dati sufficienti per poter suggerire una riduzione di farmaco, per la quale le consenguenze potrebbero non essere favorevoli.
[#7]
Ex utente
Dr. Ruggiero, la ringrazio nuovamente per la risposta.
Lei ha pienamente ragione, e non volevo di certo discutere l'operato dei medici, ma bensì... di un medico di famiglia che (ovviamente) come lei fa notare (e come si può ben capire), non può essere uno specialista nei casi specifici. Detto questo, convengo sul fatto che la mia amica ha sempre l'ultima parola, di conseguenza le decisioni le deve prendere lei, tra cui quella di un'eventuale visita specialistica. La mia domanda (o domande) era rivolta soprattutto al tipo di cura, che (come ho ben illustrato) sembra aver modificato il carattere della persona (la mia amica). Da qui sono nate le mie perplessità del caso, visto che (ripeto) io e questa mia amica ci conosciamo come le nostre tasche. Tutto qui.
Comunque ha pienamente ragione, io non posso decidere per gli altri (e mai lo farei), però se mi permette... posso essere preoccupato per una mia carissima amica? Senza nessuna polemica nei suo confronti Dr. Ruggiero, sia chiaro. :)
Grazie ancora.
Ric
Lei ha pienamente ragione, e non volevo di certo discutere l'operato dei medici, ma bensì... di un medico di famiglia che (ovviamente) come lei fa notare (e come si può ben capire), non può essere uno specialista nei casi specifici. Detto questo, convengo sul fatto che la mia amica ha sempre l'ultima parola, di conseguenza le decisioni le deve prendere lei, tra cui quella di un'eventuale visita specialistica. La mia domanda (o domande) era rivolta soprattutto al tipo di cura, che (come ho ben illustrato) sembra aver modificato il carattere della persona (la mia amica). Da qui sono nate le mie perplessità del caso, visto che (ripeto) io e questa mia amica ci conosciamo come le nostre tasche. Tutto qui.
Comunque ha pienamente ragione, io non posso decidere per gli altri (e mai lo farei), però se mi permette... posso essere preoccupato per una mia carissima amica? Senza nessuna polemica nei suo confronti Dr. Ruggiero, sia chiaro. :)
Grazie ancora.
Ric
[#8]
Gentile utente,
la preoccupazione per la sua amica appare più che legittima. Come ha già ampiamente descritto il Dott. ruggiero non è possibile però dare consigli terapeutici ed eventuali prescrizioni online, si figuri se è poi possibile farlo per interposta persona. Riguardo ai quesiti più specifici che lei poneva è vero che la terapia con benzodiazepine va effettuata per periodi limitati di tempo, ma è anche vero che per diverse ragioni, a volte, e sotto stretto controllo medico, la terapia può essere prolungata oltre questi periodi. Sarebbe opportuno però che tali decisioni venissero prese con l'ausilio di uno specialista. Riguardo al "cambiamento di carattere", la terapia prolungata con benzodiazepine (per di più in monosomministrazione serale) non causa evidenti modificazioni dei comportamenti e delle abitudini sociali così come da lei descritte; queste potrebbero essere una manifestazione di un disagio psichico che nulla ha a che vedere con la terapia attuata. Non mi sentirei quindi di tacciare di incompetenza il medico di base della sua amica, ma consiglierei vivamente una valutazione specialistica per un inquadramento globale della situazione, con gli accorgimenti terapeutici del caso, e non solo per continuare o sospendere il lexotan. La scelta deve essere della sua amica.
cordiali saluti
la preoccupazione per la sua amica appare più che legittima. Come ha già ampiamente descritto il Dott. ruggiero non è possibile però dare consigli terapeutici ed eventuali prescrizioni online, si figuri se è poi possibile farlo per interposta persona. Riguardo ai quesiti più specifici che lei poneva è vero che la terapia con benzodiazepine va effettuata per periodi limitati di tempo, ma è anche vero che per diverse ragioni, a volte, e sotto stretto controllo medico, la terapia può essere prolungata oltre questi periodi. Sarebbe opportuno però che tali decisioni venissero prese con l'ausilio di uno specialista. Riguardo al "cambiamento di carattere", la terapia prolungata con benzodiazepine (per di più in monosomministrazione serale) non causa evidenti modificazioni dei comportamenti e delle abitudini sociali così come da lei descritte; queste potrebbero essere una manifestazione di un disagio psichico che nulla ha a che vedere con la terapia attuata. Non mi sentirei quindi di tacciare di incompetenza il medico di base della sua amica, ma consiglierei vivamente una valutazione specialistica per un inquadramento globale della situazione, con gli accorgimenti terapeutici del caso, e non solo per continuare o sospendere il lexotan. La scelta deve essere della sua amica.
cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 5.9k visite dal 17/11/2008.
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