Temperamento ciclotimico: chiarimenti

Buonasera. Sono un ragazzo di 24 anni.

Evito di fare nuovamente il riassunto della mia storia clinica, avendola già scritta in un precedente consulto che a quanto so è accessibile agli specialisti.

Premetto sin da subito di non avere ancora una diagnosi certa, in quanto ho cambiato da poche settimana psichiatra, il quale necessita di un periodo di osservazione per poter dirimere al meglio il mio quadro clinico. La mia diagnosi è infatti caratterizzata dalla concomitanza di due disturbi: disturbo ossessivo puro (sul quale sia il vecchio che il nuovo specialista concordano) e, per quanto riguarda il secondo, è da definire se si tratti di un disturbo ciclotimico o di depressione. Mi spiego: il mio vecchio psichiatra sostiene che io abbia uno spettro ciclotimico, che a quanto sono riuscito a capire è una sorta di forma attenuata di disturbo bipolare. Trattandosi di una forma non evidente, ho riscontrato una grande difficoltà a riconoscere le cosiddette "fasi ipomaniacali", mentre mi riesce molto più agevole riconoscere quelle depressive.

Quando sono giunto all'osservazione del mio nuovo specialista, la mia terapia era basata su: paroxetina 40 mg e aripiprazolo 2.5 mg. Per quanto riguarda il quadro clinico, lamentavo una forte apatia / sonnolenza, che mi impediva di svolgere le mie quotidiane attività, specialmente lo studio.

Lo specialista mi ha prescritto una terapia a base di: duloxetina (30 mg la prima settimana al mattino, 60 mg dalla seconda); paroxetina (20 mg la prima settimana al mattino, interrompere dalla seconda); oxcarbazepina 300 mg (la sera).

Il razionale di questa terapia è stato quello di darmi una terapia per la presunta depressione (che mi tirasse un po' su, considerando i sintomi che lamentavo) e,al tempo stesso,inserire uno stabilizzatore in modo tale che, se la depressione si fosse rivelata invece una fase depressiva di disturbo bipolare, avremmo già avuto una base farmacologica (oxcarbazepina) eventualmente da incrementare.

Durante la prima settimana di terapia ho avuto, sin da subito, un miglioramento dell'umore, con un aumento dell'energia, ma senza (a mio parere) episodi di mania o sintomatici di disturbo bipolare.La seconda settimana, ho avvertito delle sensazioni di ansia e simil-panicose, motivo per cui il mio psichiatra ha deciso di aspettare prima di incrementare la dose di duloxetina.

Ho appuntamento con il nuovo specialista tra circa un mese, motivo per cui preferisco porre alcune domande.

1) La fase depressiva del disturbo ciclotimico, può effettivamente manifestarsi anche con episodi di panico?

2) Trattandosi di spettro ciclotimico, quindi non mi una forma conclamata di disturbo, è possibile che la diagnosi sia quella di una depressione che si sovrappone ad un temperamento leggermente instabile ma nei limiti del fisiologico, e che quindi la diagnosi non sia disturbo bipolare ma comunque soltanto depressione?

Vi ringrazio dell'attenzione e cordiali saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
L'uso di questi prodotti nell'ipotesi di un disturbo ciclotimico non risulta essere corretto.

Se non ha sintomi di disturbo bipolare o manifestazioni maniacali o ipomaniacali o sospetti restano solo nel temperamento che non dovrebbe essere trattato.

Nel sospetti la terapia di riferimento sono glinstabilizzanti del tono dell'umore a dosaggio terapeutico.

Gli attacchi di panico che ha avuto possono dipendere dal dosaggio degli antidepressivi, associati in tal modo.

Dr. F. S. Ruggiero

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Utente
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La ringrazio per la risposta. Al più presto, allora, ne parlerò con il mio specialista.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Il punto è questo: la depressione di una sindrome bipolare non è assimilabile alla malattia depressiva. Ragion per cui cambia l'evoluzione, spesso anche i sintomi guida, e gli strumenti terapeutici.
Quindi parlare di depressione come aspetto di una sindrome bipolare non ha senso in sé.
E' vero che più la forma è attenuata e più si ritiene fattibile l'impiego di antidepressivi associati a stabilizzatori, ma questo è un aggiustamento che forse in futuro sarà rivisto nella sua fondatezza e effettiva utilità.
Le fasi depressive di un disturbo bipolare possono coincidere con sindromi ansiose, sì, e quindi prevalere ad esempio il panico sull'aspetto più puramente umorale.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Gentile dott. Pacini, la ringrazio innanzitutto per la risposta. A tal proposito avevo letto un suo articolo ("geometria del disturbo bipolare"), che mi aveva appunto chiarito la situazione (ho infatti inteso che non ha senso parlare di depressione sovrapposta ad un disturbo bipolare, essendo due condizioni cliniche differenti). Il mio dubbio, in parte chiarito dalla sua risposta, deriva dalle seguenti perplessità:

-Se si tratta di un "temperamento ciclotimico" e quindi (deduco, mi corregga se sbaglio), di una situazione che non supera una soglia tale da parlare di "disturbo" (essendo una situazione diciamo borderline, ai limiti del fisiologico), un episodio depressivo che insorga su un tale substrato, è sufficiente a diagnosticare un disturbo bipolare (seppur in forma attenuata) o è da considerarsi una vera e propria depressione? Ho capito che un episodio depressivo su un substrato bipolare equivale ad una fase depressiva del bipolarismo (quindi, disturbo bipolare), ma vale lo stesso se si parla di temperamento, con tutte le conseguenze relative al trattamento specifico? Mi scuso se sono sembrato ridondante o poco chiaro, spero abbia inteso il mio dubbio.

La ringrazio ancora per l'attenzione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Il temperamento ciclotimico è una struttura biologica, può essere sfumato o estremo, ma in sé non costituisce una diagnosi medica, solo una tipizzazione. Quel che si intende con disturbo più che far riferimento ad una gradazione di quantità, è una questione di interferenza. La differenza tra un temperamento "estremo" in senso statistico e un disturbo ciclotimico è questione di problemi che il paziente riferisce, più che di stabilire esattamente una differenza di quantità.
Per "spettro" si intende invece un insieme di situazioni e di fattori che indicano il rischio di instabilità umorale, e possono anche comprendere sindromi "non umorali": per esempio, sindrome ansiose marcate in età infantile con certe caratteristiche sono predittive di bipolarismo, l'uso di sostanze sono indicative di bipolarismo (se non è evidente già sul momento) etc.
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Utente
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Ho capito. La ringrazio per il consulto.

Cordiali saluti.
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Utente
Utente
Gentile dottor Pacini, scusi se la disturbo nuovamente, ma vorrei porle altre due domande:

1) E' possibile che la duloxetina provochi, inizialmente, un aumento dell'ansia ed in generale un senso di agitazione corporea? Chiedo perché da oggi sto assumendo la dose terapeutica (passaggio da 30 mg a 60 mg), ed avverto delle sensazioni del genere. Se si, si tratta di sintomi transitori?

2) A quanto mi sembra di capire, gli antidepressivi possono accentuare / stimolare il disturbo bipolare (ovviamente in soggetti geneticamente predisposti). A tal proposito vorrei chiedere: lo stimolo riguarda esclusivamente l'insorgenza di fasi maniacali o il disturbo in toto (accelerando il passaggio da fasi depressive a fasi maniacali e viceversa)? So che le fasi ipomaniacali sono un po' più difficili da riconoscere di quelle depressive, almeno da parte del paziente, motivo per cui vorrei stare in guardia rispetto ad un aumento patologico del tono dell'umore ed evitare comportamenti azzardati (non che mi sia capitato, almeno per quanto io possa riconoscere, ma preferirei stare attento).

La ringrazio ancora per l'attenzione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
1) si, possibile

2) il disturbo in toto. Non c'è modo di essere eccitati ed evitare i comportamenti che ne conseguono, è sintonico (si agisce in un certo modo perché viene di farlo, perché lo ritiene giusto e sensato, perché se ne ha voglia, perché si agisce d'impulso).
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Utente
Utente
Ho capito. La ringrazio ancora.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Gentile dottor Pacini, mi spiace abusare della sua disponibilità, ma non scriverei se non fossi in una situazione difficile ed in cui il mio specialista non risulta reperibile.

Sto assumendo da 4-5 giorni 60 mg di Cymbalta (insieme a 300 mg di Tolep suddivisi in due somministrazioni, mattina e pomeriggio). Il passaggio al Cymbalta, come le dicevo, è stato graduale (avendo assunto 30 mg la prima settimana). Ebbene, la situazione non è affatto positiva.

In breve: avverto, contemporaneamente, sensazioni di stordimento / spossatezza, calo dell'umore, sintomi dissociativi e sensazioni di ansia / panico. Nel corso della giornata possono prevalere alcune sensazioni piuttosto che altre, ma in generale il quadro è questo. Non riesco a capire se si tratti di effetti collaterali del farmaco, della patologia non correttamente curata (per problemi di molecola, posologia o semplicemente tempistica d'azione) o un misto di tutto ciò. Di fatto, sono molto demoralizzato. Ho grande rispetto e fiducia nella medicina e nella psichiatria di approccio biologico in generale, ma è da almeno un anno che non riesco a trovare una terapia idonea, in grado di determinare una remissione di questi fastidiosi aspetti senza tuttavia incorrere in pesanti effetti collaterali. E' un anno infatti che oscillo, a seconda della terapia di base, da quadri caratterizzati da un senso di rilassatezza eccessivo a quadri dominati invece da sensazioni di panico e di ansia. Addirittura, in questi giorni, avverto un insieme di tutto ciò.

So che non si possono chiedere diagnosi o piani terapeutici online, e non è questo il mio intento. Vorrei solo capire se esiste effettivamente una strada da intraprendere per un quadro clinico assimilabile al mio, senza effetti collaterali così pesanti, o se devo accettare l'idea che le cure si associno necessariamente a effetti collaterali di questo rilievo. Lo dico senza nessun tono polemico. Semplicemente, eviterei così di consultare più specialisti, con conseguente risparmio economico e senza espormi a nuovi approcci / teorie che, in questo momento, non fanno altro che confondermi le idee.

Grazie ancora dell'attenzione e cordiali saluti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Esistono svariate cure possibili, consistenti in un solo medicinale o in associazioni di medicinali.
Non saprei interpretare oltre dopo 2 settimane o giù di lì il senso di questa situazione.
Non è che le persone che si curano stiano male in generale, altrimenti va da sé che non sarebbe una cura.
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Utente
Utente
Capisco dottore. Sperando che la situazione si risolva, la ringrazio per la sua disponibilità.

Cordiali saluti
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