Ansia e patente
Buongiorno,
sono una ragazza di 26 anni che due anni e mezzo fa, a due esami dal conseguimento della laurea magistrale, ha iniziato a soffrire di un disturbo d'ansia generalizzata. L'esperienza del disturbo è stata per me traumatica: io, perfezionista e abituata alla spensieratezza, mi sono infatti ritrovata a non voler più uscire di casa e a evitare qualsiasi tipo di interazione con gli altri per timore del loro giudizio, e così facendo ho perso fiducia in me stessa e assistito a un grave crollo di autostima. Nonostante questo mio malessere interiore, sono però riuscita a portare a termine gli impegni che ritenevo improcrastinabili nei tempi previsti, seppur con grande fatica: il superamento degli ultimi due esami universitari (con 30), il tirocinio, la discussione della tesi di laurea (ottenuta a pieni voti assoluti e con dignità di stampa), la partecipazione a uno stage di nove mesi in un'azienda abbastanza importante della mia provincia. Dal punto di vista terapeutico, mi sono dedicata a una psicoterapia con approccio psicodinamico con cadenza bisettimanale, e ho rifiutato la terapia farmacologica per timore dell'invasività dei farmaci. La psichiatra con cui ho fatto e tuttora faccio psicoterapia due volte al mese mi ha comunque prescritto il farmaco Xanax, da assumere al bisogno nella dose di 5/10 gocce. Io ho sempre rinunciato al farmaco, e mi sono ripromessa di assumerlo solo in casi di estrema necessità (l'ultima volta è stata in occasione della discussione della tesi, ad aprile 2015, quando ne ho assunte 5 gocce per stare un po' più tranquilla), nonostante per me ogni giorno presenti i suoi momenti d'ansia. Preciso infatti che uscire di casa, specialmente se sola, e interagire con estranei mi provoca ancora sintomi ansiosi e che spesso ricado nella trappola dell'evitamento di queste situazioni per me potenzialmente imbarazzanti. Ciò che temo è infatti di stare male in pubblico e per questo di fare brutta figura di fronte agli altri, anche se comprendo che questo mio atteggiamento influisce negativamente sulla qualità della mia vita e sulle mie possibilità di indipendenza dai miei genitori, da sempre molto presenti e protettivi nei confronti della loro unica figlia.
Ora mi trovo di fronte alla necessità di affrontare un'ulteriore sfida: devo infatti fare la patente b, e temo che il mio essere sempre ansiosa possa essere d'ostacolo al raggiungimento dell'obiettivo. Penso di poter tranquillamente dichiarare che non assumo psicofarmaci, ma mi chiedo se l'insorgere di una sintomatologia ansiosa conclamata ed evidente in sede di prova di guida potrà mettere in discussione la mia idoneità al conseguimento della patente. Noto infatti che, specialmente se sono già in ansia per altri motivi, lo stare in macchina mi provoca una sensazione claustrofobica e un forte istinto di fuga, e temo che queste sensazioni possano accentuarsi nel contesto di una prova o esame di guida eseguiti con sconosciuti. Mi chiedo perciò se questi timori siano fondati.
sono una ragazza di 26 anni che due anni e mezzo fa, a due esami dal conseguimento della laurea magistrale, ha iniziato a soffrire di un disturbo d'ansia generalizzata. L'esperienza del disturbo è stata per me traumatica: io, perfezionista e abituata alla spensieratezza, mi sono infatti ritrovata a non voler più uscire di casa e a evitare qualsiasi tipo di interazione con gli altri per timore del loro giudizio, e così facendo ho perso fiducia in me stessa e assistito a un grave crollo di autostima. Nonostante questo mio malessere interiore, sono però riuscita a portare a termine gli impegni che ritenevo improcrastinabili nei tempi previsti, seppur con grande fatica: il superamento degli ultimi due esami universitari (con 30), il tirocinio, la discussione della tesi di laurea (ottenuta a pieni voti assoluti e con dignità di stampa), la partecipazione a uno stage di nove mesi in un'azienda abbastanza importante della mia provincia. Dal punto di vista terapeutico, mi sono dedicata a una psicoterapia con approccio psicodinamico con cadenza bisettimanale, e ho rifiutato la terapia farmacologica per timore dell'invasività dei farmaci. La psichiatra con cui ho fatto e tuttora faccio psicoterapia due volte al mese mi ha comunque prescritto il farmaco Xanax, da assumere al bisogno nella dose di 5/10 gocce. Io ho sempre rinunciato al farmaco, e mi sono ripromessa di assumerlo solo in casi di estrema necessità (l'ultima volta è stata in occasione della discussione della tesi, ad aprile 2015, quando ne ho assunte 5 gocce per stare un po' più tranquilla), nonostante per me ogni giorno presenti i suoi momenti d'ansia. Preciso infatti che uscire di casa, specialmente se sola, e interagire con estranei mi provoca ancora sintomi ansiosi e che spesso ricado nella trappola dell'evitamento di queste situazioni per me potenzialmente imbarazzanti. Ciò che temo è infatti di stare male in pubblico e per questo di fare brutta figura di fronte agli altri, anche se comprendo che questo mio atteggiamento influisce negativamente sulla qualità della mia vita e sulle mie possibilità di indipendenza dai miei genitori, da sempre molto presenti e protettivi nei confronti della loro unica figlia.
Ora mi trovo di fronte alla necessità di affrontare un'ulteriore sfida: devo infatti fare la patente b, e temo che il mio essere sempre ansiosa possa essere d'ostacolo al raggiungimento dell'obiettivo. Penso di poter tranquillamente dichiarare che non assumo psicofarmaci, ma mi chiedo se l'insorgere di una sintomatologia ansiosa conclamata ed evidente in sede di prova di guida potrà mettere in discussione la mia idoneità al conseguimento della patente. Noto infatti che, specialmente se sono già in ansia per altri motivi, lo stare in macchina mi provoca una sensazione claustrofobica e un forte istinto di fuga, e temo che queste sensazioni possano accentuarsi nel contesto di una prova o esame di guida eseguiti con sconosciuti. Mi chiedo perciò se questi timori siano fondati.
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Evidentemente la sua psicoterapia non risolve le questioni per cui è sempre in ansia.
L'uso di xanax a questi dosaggi è pressoché inutile.
Sarebbe opportuno che si rivolga ad uno specialista che prescriva una terapia adatta ai suoi disturbi.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
L'uso di xanax a questi dosaggi è pressoché inutile.
Sarebbe opportuno che si rivolga ad uno specialista che prescriva una terapia adatta ai suoi disturbi.
Dr. F. S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
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Approfondimento su Ansia
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