Ansia e farmaci idonei
Salve!
Ho 39 anni e praticamente da sempre, soffro di problemi di ansia.
Premesso che sono una persona emotiva, ansiosa e ho la tendenza a pensare molto, rimuginando spesso sulle cose passate o su quelle che devo fare n futuro. Il mio problema nasce qui.
I miei problemi ruotano tutto a un'ansia, a una forte emotività, a un'agitazione interiore così forte, da bloccarmi l'azione...
La mia estrema soggezione, l'imbarazzo che provo davanti alle persone in certe situazioni, al giudizio che posso subire dalle stesse, a una eventuale brutta figura che potrei fare davanti agli altri, mi ha sempre fatto evitare certi ambienti, certe situazioni sociali, etc... Cioè, il rimuginare, il fatto di "anticiparmi" mentalmente a livello interiore, come le cose si presenteranno, è tutto un problema legato all'ansia?
Faccio un esempio: l'andare dal medico (qualsiasi esso sia) - dover ricontrare un parente o un amico che non vedo da anni - un possibile incontro di lavoro, sono causa di un'ansia e una soggezione tremenda e devo veramente forzarmi per andare incontro a queste cose. Naturalmente, c'è una scala di valori dell'ansia: si va da piccole cose in cui è magari controllabile, ad altre più grandi ed importanti.
Ad ogni modo, mi sono recato da uno psicologo e lui sostiene che alla mia età non si possa guarire SOLO con la psicoterapia, dovrei recarmi da uno psichiatra ed eventualmente solo allora, iniziare una psicoterapia.
Ora, io da 5 mesi sono in cura (attraverso il mio medico di base) con paroxetina e le cose sono molto migliorate.
Il tono dell'umore è migliorato e molte ansie si sono attenuate.
Ho provato ad andare da uno psichiatra, ma il mio medico mi ha detto che non è necessario, andare da un privato mi costerebbe veramente troppo.
Faccio questo consulto, per avere un suo parere a riguardo.
1)la cura è adatta per i miei problemi?
2) da tre mesi, ho ridotto la dose a 10 mg al giorno (avevo dei piccoli effetti collaterali e inoltre il famraco mi mandava troppo "su di giri", diciamo), sembra sia sufficiente per aiutarmi a gestire meglio le mie ansie.
3)per quanto tempo, sarebbe lecito continuare la cura, senza incorrere nei problemi della dipendenza? Temo soprattutto questo.
Potrei sospenderla per VALUTARE i possibili miglioramenti ed eventualmente riprenderla dfopo qualche mese, cosa ne pensa?
4 ) alla mia età, avendo questi problemi, si può guarire solo attraverso i farmaci, o potrei prendere in considerazione la psicoterapia?
Chiedo scusa per le domande, ma vorrei se possibile, un parere di uno specialista.
Grazie ancora
Ho 39 anni e praticamente da sempre, soffro di problemi di ansia.
Premesso che sono una persona emotiva, ansiosa e ho la tendenza a pensare molto, rimuginando spesso sulle cose passate o su quelle che devo fare n futuro. Il mio problema nasce qui.
I miei problemi ruotano tutto a un'ansia, a una forte emotività, a un'agitazione interiore così forte, da bloccarmi l'azione...
La mia estrema soggezione, l'imbarazzo che provo davanti alle persone in certe situazioni, al giudizio che posso subire dalle stesse, a una eventuale brutta figura che potrei fare davanti agli altri, mi ha sempre fatto evitare certi ambienti, certe situazioni sociali, etc... Cioè, il rimuginare, il fatto di "anticiparmi" mentalmente a livello interiore, come le cose si presenteranno, è tutto un problema legato all'ansia?
Faccio un esempio: l'andare dal medico (qualsiasi esso sia) - dover ricontrare un parente o un amico che non vedo da anni - un possibile incontro di lavoro, sono causa di un'ansia e una soggezione tremenda e devo veramente forzarmi per andare incontro a queste cose. Naturalmente, c'è una scala di valori dell'ansia: si va da piccole cose in cui è magari controllabile, ad altre più grandi ed importanti.
Ad ogni modo, mi sono recato da uno psicologo e lui sostiene che alla mia età non si possa guarire SOLO con la psicoterapia, dovrei recarmi da uno psichiatra ed eventualmente solo allora, iniziare una psicoterapia.
Ora, io da 5 mesi sono in cura (attraverso il mio medico di base) con paroxetina e le cose sono molto migliorate.
Il tono dell'umore è migliorato e molte ansie si sono attenuate.
Ho provato ad andare da uno psichiatra, ma il mio medico mi ha detto che non è necessario, andare da un privato mi costerebbe veramente troppo.
Faccio questo consulto, per avere un suo parere a riguardo.
1)la cura è adatta per i miei problemi?
2) da tre mesi, ho ridotto la dose a 10 mg al giorno (avevo dei piccoli effetti collaterali e inoltre il famraco mi mandava troppo "su di giri", diciamo), sembra sia sufficiente per aiutarmi a gestire meglio le mie ansie.
3)per quanto tempo, sarebbe lecito continuare la cura, senza incorrere nei problemi della dipendenza? Temo soprattutto questo.
Potrei sospenderla per VALUTARE i possibili miglioramenti ed eventualmente riprenderla dfopo qualche mese, cosa ne pensa?
4 ) alla mia età, avendo questi problemi, si può guarire solo attraverso i farmaci, o potrei prendere in considerazione la psicoterapia?
Chiedo scusa per le domande, ma vorrei se possibile, un parere di uno specialista.
Grazie ancora
[#1]
Gentile utente,
La cura è adatta. La dose però sotto i 20 mg diventa mediamente inefficace. Lei sta già andando verso una strada paradossale: sospendere per valutare i benefici...se mai i benefici li valuta a lungo termine a cura in corso. E mentre toglie la cura, si pone il problema se ha bisogno di più di un intervento.
Scusi, ma non è più semplice seguire le indicazioni del suo medico che, a quanto pare, sa il fatto suo ? Non autogestisca la cura.
La cura è in corso e non c'è ragione di sospenderla se non quella di favorire la ripresa del disturbo.
La cura è adatta. La dose però sotto i 20 mg diventa mediamente inefficace. Lei sta già andando verso una strada paradossale: sospendere per valutare i benefici...se mai i benefici li valuta a lungo termine a cura in corso. E mentre toglie la cura, si pone il problema se ha bisogno di più di un intervento.
Scusi, ma non è più semplice seguire le indicazioni del suo medico che, a quanto pare, sa il fatto suo ? Non autogestisca la cura.
La cura è in corso e non c'è ragione di sospenderla se non quella di favorire la ripresa del disturbo.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Ex utente
Intanto la ringrazio enormemente per la sua risposta.
Quindi, ritiene che PAROXETINA, sia la più indicata per i miei problemi di ansia, timidezza sociale, etc?
La più adatta in assoluto?
Io intendevo sospenderla momentaneamente, solo per perché ho dei piccoli effetti collaterali e vorrei capire QUANTO è il farmaco a provocarli; e poi, sono anche conscio del fatto che non posso continuare tutta la vita con la cura. Il farmaco agisce sul sintomo e lo attenua, ma non lo può eliminare, mi corregga se sbaglio... per questo, volevo associare della psicoterapia.
Le chiedo: 5 mesi non è abbastanza per poter valutare gli effetti di una cura? Nel senso, che in qualche modo, io posso essermi abituato a gestire queste ansie in modo più positivo e anche senza assumere farmaci, posso proseguire bene senza?
Le ricordo che ne sto assumendo solo 10 mg al giorno, e anche se la dose è minima, riesco ad essere meno ansioso e a gestire meglio le mie emozioni.
Sono solo ipotesi, anche perché il mio medico chiede a me sul fatto se sto bene o meno, per questo per ora si limita a prescrivermi ancora la terapia.
Lei dice che i benefici li valuterò a lungo termine. Ma per "lungo termine", cosa intende esattamente? Forse anni?
Io temo i sintomi da sospensione, ho letto cose sgradevolissime su quando si dismette la cura e non voglio caderci anche io, prolungandola oltremodo.
Lei dice che è inefficace la dose di 10 mg, ma se sto sufficientemente bene, perché devo prendere la dose intera?
Le ho già spiegato, il perché ho dovuto dimezzare la dose.
Quindi, ritiene che PAROXETINA, sia la più indicata per i miei problemi di ansia, timidezza sociale, etc?
La più adatta in assoluto?
Io intendevo sospenderla momentaneamente, solo per perché ho dei piccoli effetti collaterali e vorrei capire QUANTO è il farmaco a provocarli; e poi, sono anche conscio del fatto che non posso continuare tutta la vita con la cura. Il farmaco agisce sul sintomo e lo attenua, ma non lo può eliminare, mi corregga se sbaglio... per questo, volevo associare della psicoterapia.
Le chiedo: 5 mesi non è abbastanza per poter valutare gli effetti di una cura? Nel senso, che in qualche modo, io posso essermi abituato a gestire queste ansie in modo più positivo e anche senza assumere farmaci, posso proseguire bene senza?
Le ricordo che ne sto assumendo solo 10 mg al giorno, e anche se la dose è minima, riesco ad essere meno ansioso e a gestire meglio le mie emozioni.
Sono solo ipotesi, anche perché il mio medico chiede a me sul fatto se sto bene o meno, per questo per ora si limita a prescrivermi ancora la terapia.
Lei dice che i benefici li valuterò a lungo termine. Ma per "lungo termine", cosa intende esattamente? Forse anni?
Io temo i sintomi da sospensione, ho letto cose sgradevolissime su quando si dismette la cura e non voglio caderci anche io, prolungandola oltremodo.
Lei dice che è inefficace la dose di 10 mg, ma se sto sufficientemente bene, perché devo prendere la dose intera?
Le ho già spiegato, il perché ho dovuto dimezzare la dose.
[#3]
Gentile utente,
5 mesi, anche meno, sono sufficienti per valutare il beneficio (se c'è stato o no), dopo di che i benefici possono continuare nel tempo. Ma non sono sufficienti per pensare che i benefici restino sospendendola.
Le terapie come questa funzionano bene anche nel lungo termine, per fortuna. Non c'è un termine unico per tutti entro cui si debbano sospendere. Si ragiona in primis sulla diagnosi, e poi si possono anche far prove a sospenderle, ma non senza aver ragionato sulle durate minime e consigliate.
Le dosi di mantenimento possono anche essere minori, ma qui mi pare che ci sia una tendenza a volersene disfare, e questo non è un ragionamento sulla dose.
Cioè uno non si cura perché può avere dei sintomi da sospensione ? Questo fa parte di quei ragionamenti paradossali.
Bisognerebbe che in questa fase migliorasse un po' la sua conoscenza del disturbo che ha e di come agisce la cura, altrimenti mi pare stia perdendo di vista la semplicità della questione.
5 mesi, anche meno, sono sufficienti per valutare il beneficio (se c'è stato o no), dopo di che i benefici possono continuare nel tempo. Ma non sono sufficienti per pensare che i benefici restino sospendendola.
Le terapie come questa funzionano bene anche nel lungo termine, per fortuna. Non c'è un termine unico per tutti entro cui si debbano sospendere. Si ragiona in primis sulla diagnosi, e poi si possono anche far prove a sospenderle, ma non senza aver ragionato sulle durate minime e consigliate.
Le dosi di mantenimento possono anche essere minori, ma qui mi pare che ci sia una tendenza a volersene disfare, e questo non è un ragionamento sulla dose.
Cioè uno non si cura perché può avere dei sintomi da sospensione ? Questo fa parte di quei ragionamenti paradossali.
Bisognerebbe che in questa fase migliorasse un po' la sua conoscenza del disturbo che ha e di come agisce la cura, altrimenti mi pare stia perdendo di vista la semplicità della questione.
[#4]
Ex utente
La ringrazio ancora Dottore per il suo supporto, mi creda è molto importante per me avere un parere di uno specialista in questo momento, per cui mi scusi le domande, ma ho la necessità di dover capire bene ciò che devo fare.
A questo punto le chiedo: qual è la durata minima consigliata della terapia?
Mi pare ci sia stato un fraintendimento, o forse non mi sono spiegato sufficientemente bene.
Le ho detto dei sintomi della sospensione per un semplice motivo: più passa il tempo e più evidentemente, sarà più difficile staccarsi dal farmaco e i sintomi da sospensione (presumo da quel che mi è stato raccontato) saranno più difficili da dover sopportare (vomiti, nausea, vertigini, etc)
Non ha risposto alla domanda più importante: lo psicologo da cui mi sono recato, sostiene che alla mia età, la psicoterapia sia inefficace per risolvere i miei problemi. Voglio capire quindi, se posso curare questi sintomi attraverso questa, oppure devo rassegnarmi a dover vivere tutta la vita, dipendendo dai medicinali in questione.
Lei dice "Si ragiona in primis sulla diagnosi, e poi si possono anche far prove a sospenderle, ma non senza aver ragionato sulle durate minime e consigliate."
Le richiedo: quale potrebbe essere la durata minima?
Glielo chiedo, perché il mio medico di famiglia continua a non darmi una risposta. Sostiene che la si possa fare tutta la vita, ma io ho anche necessità di capire (e di confrontarmi dopo 6 mesi di cura) quanto in effetti posso aver attenuato i miei problemi, e non posso farlo senza sospendere "per un periodo" la terapia.
Cerco di essere più esplicito: non potrei sospenderla per 2-3 mesi, valutare le differenze del mio stato ed eventualmente riprenderla?
L'ultima cosa che le chiedo è, 10 mg al giorno danno quindi un beneficio? Sono sufficienti per eliminare le mie ansie, migliorare l'umore, etc?
Perché le ripeto questo: con 20 mg le ansie sono quasi azzerate, però mi sento molto "su di giri", una dose di questo tipo mi rende iperattivo, mi fa parlare in eccesso, mi trasmette un eccesso di energia che altrimenti non avrei...
Con 10 mg invece, tutto ciò non c'è. L'ansia è meno coperta dal medicinale, ma è tutto sommato abbastanza controllabile
Spero possa darmi delle risposte esaustive
A questo punto le chiedo: qual è la durata minima consigliata della terapia?
Mi pare ci sia stato un fraintendimento, o forse non mi sono spiegato sufficientemente bene.
Le ho detto dei sintomi della sospensione per un semplice motivo: più passa il tempo e più evidentemente, sarà più difficile staccarsi dal farmaco e i sintomi da sospensione (presumo da quel che mi è stato raccontato) saranno più difficili da dover sopportare (vomiti, nausea, vertigini, etc)
Non ha risposto alla domanda più importante: lo psicologo da cui mi sono recato, sostiene che alla mia età, la psicoterapia sia inefficace per risolvere i miei problemi. Voglio capire quindi, se posso curare questi sintomi attraverso questa, oppure devo rassegnarmi a dover vivere tutta la vita, dipendendo dai medicinali in questione.
Lei dice "Si ragiona in primis sulla diagnosi, e poi si possono anche far prove a sospenderle, ma non senza aver ragionato sulle durate minime e consigliate."
Le richiedo: quale potrebbe essere la durata minima?
Glielo chiedo, perché il mio medico di famiglia continua a non darmi una risposta. Sostiene che la si possa fare tutta la vita, ma io ho anche necessità di capire (e di confrontarmi dopo 6 mesi di cura) quanto in effetti posso aver attenuato i miei problemi, e non posso farlo senza sospendere "per un periodo" la terapia.
Cerco di essere più esplicito: non potrei sospenderla per 2-3 mesi, valutare le differenze del mio stato ed eventualmente riprenderla?
L'ultima cosa che le chiedo è, 10 mg al giorno danno quindi un beneficio? Sono sufficienti per eliminare le mie ansie, migliorare l'umore, etc?
Perché le ripeto questo: con 20 mg le ansie sono quasi azzerate, però mi sento molto "su di giri", una dose di questo tipo mi rende iperattivo, mi fa parlare in eccesso, mi trasmette un eccesso di energia che altrimenti non avrei...
Con 10 mg invece, tutto ciò non c'è. L'ansia è meno coperta dal medicinale, ma è tutto sommato abbastanza controllabile
Spero possa darmi delle risposte esaustive
[#5]
Gentile utente,
La durata minima è sempre definita in termini di rischio di ricaduta, quindi "minima" è in senso statistico. Se si dovesse ragionare su una durata ragionevole, le terapie durerebbero a lungo, un paio d'anni. Poiché invece si ritiene di venire incontro all'idea di sospenderle, si ritiene che anche dopo pochi mesi sia proponibile o una riduzione della dose iniziale, o una sospensione.
Dipende dalla diagnosi in questione.
Prendiamo un generico disturbo d'ansia. Si ragiona in base a quanto è durato, se c'è familiarità, se è il primo episodio o no, quanto sono durati gli altri, etc.
Per cui si potrebbe dire 6 mesi per esempio, ma la percentuale di ricadute dopo 6 mesi è elevata, quindi le cure che riescono meglio non sono quelle con sospensioni precoci, ma quelle con cure che durano a lungo, trovando il giusto compromesso tra effetti, dosi e copertura terapeutica. Le ricadute infatti non sono solo una ripresa dei sintomi, ma sono anche una ripresa della malattia che sta sotto i sintomi, per cui significa che chi sospende subito per poi ricadere, e crede di fare cosa buona, spesso invece va verso la necessità poi di curarsi davvero a lungo perché si aggrava con le ricadute.
La prospettiva migliore è che una cura fatta bene e a lungo subito poi sia seguita da ricadute minori, o non sia seguita da ricadute.
La durata minima è sempre definita in termini di rischio di ricaduta, quindi "minima" è in senso statistico. Se si dovesse ragionare su una durata ragionevole, le terapie durerebbero a lungo, un paio d'anni. Poiché invece si ritiene di venire incontro all'idea di sospenderle, si ritiene che anche dopo pochi mesi sia proponibile o una riduzione della dose iniziale, o una sospensione.
Dipende dalla diagnosi in questione.
Prendiamo un generico disturbo d'ansia. Si ragiona in base a quanto è durato, se c'è familiarità, se è il primo episodio o no, quanto sono durati gli altri, etc.
Per cui si potrebbe dire 6 mesi per esempio, ma la percentuale di ricadute dopo 6 mesi è elevata, quindi le cure che riescono meglio non sono quelle con sospensioni precoci, ma quelle con cure che durano a lungo, trovando il giusto compromesso tra effetti, dosi e copertura terapeutica. Le ricadute infatti non sono solo una ripresa dei sintomi, ma sono anche una ripresa della malattia che sta sotto i sintomi, per cui significa che chi sospende subito per poi ricadere, e crede di fare cosa buona, spesso invece va verso la necessità poi di curarsi davvero a lungo perché si aggrava con le ricadute.
La prospettiva migliore è che una cura fatta bene e a lungo subito poi sia seguita da ricadute minori, o non sia seguita da ricadute.
[#6]
Ex utente
Ringraziandola enormemente per le sue delucidazioni, volevo chiarire dei punti.
Io ho 39 anni e da sempre convivo con questi sintomi. Vivo una vita normale, con delle limitazioni dovute appunto all'ansia.
Come le ho già detto, il mio medico non riesce a darmi una definizione precisa su quanto debba durare la terapia.
Mi ha semplicemente chiesto come sto, mi ha detto che si può fare la cura anche per tutta la vita, ma non sono queste le risposte che sto cercando.
Mi scusi, ma non credo che questi farmaci potranno GUARIRMI del tutto, per questo le ho chiesto: crede che con la psicoterapia possa risolvere alla radice i problemi che portano ad avere quest'ansia?
Le ho anche detto che 20 mg per me sono eccessivi. Con questa dose, il mio carattere cambia radicalmente. Sono una persona molto riflessiva, con la dose intera ero diventato eccessivamente estroverso, pensavo poco prima di agire, avevo un'iperattività motoria,sentivo quindi il bisogno di essere sempre in movimento, parlavo in eccesso...
Io devo sì risolvere i miei problemi di ansia, ma questo non deve portarmi a subire queste forti modifiche a livello caratteriale. Non devo diventare un'altra persona, ma solo essere in grado di gestire meglio ansie, fobie, etc.
Per questo, le chiedevo se la Paroxetina fosse il farmaco più indicato.
Ora sono in cura da 6 mesi, potrei ad esempio sospendere la cura (che è di soli 10 mg al giorno) valutarne gli effetti senza il farmaco più in circolo, ed eventualmente concordare un secondo ciclo terapeutico a distanza di 2-3-4 mesi?
Per favore, risponda a questa domanda, è necessario affinché possa farmi un'idea sul come agire; anche perché ho dei piccoli effetti collaterali e devo capire QUANTO sia il farmaco a causarli o quanto possa dipendere da altri fattori.
Chiedo scusa se insisto, ma cerchi di capire che mi è assolutamente INDISPENSABILE il parere di uno specialista in materia
La ringrazio per il supporto
Io ho 39 anni e da sempre convivo con questi sintomi. Vivo una vita normale, con delle limitazioni dovute appunto all'ansia.
Come le ho già detto, il mio medico non riesce a darmi una definizione precisa su quanto debba durare la terapia.
Mi ha semplicemente chiesto come sto, mi ha detto che si può fare la cura anche per tutta la vita, ma non sono queste le risposte che sto cercando.
Mi scusi, ma non credo che questi farmaci potranno GUARIRMI del tutto, per questo le ho chiesto: crede che con la psicoterapia possa risolvere alla radice i problemi che portano ad avere quest'ansia?
Le ho anche detto che 20 mg per me sono eccessivi. Con questa dose, il mio carattere cambia radicalmente. Sono una persona molto riflessiva, con la dose intera ero diventato eccessivamente estroverso, pensavo poco prima di agire, avevo un'iperattività motoria,sentivo quindi il bisogno di essere sempre in movimento, parlavo in eccesso...
Io devo sì risolvere i miei problemi di ansia, ma questo non deve portarmi a subire queste forti modifiche a livello caratteriale. Non devo diventare un'altra persona, ma solo essere in grado di gestire meglio ansie, fobie, etc.
Per questo, le chiedevo se la Paroxetina fosse il farmaco più indicato.
Ora sono in cura da 6 mesi, potrei ad esempio sospendere la cura (che è di soli 10 mg al giorno) valutarne gli effetti senza il farmaco più in circolo, ed eventualmente concordare un secondo ciclo terapeutico a distanza di 2-3-4 mesi?
Per favore, risponda a questa domanda, è necessario affinché possa farmi un'idea sul come agire; anche perché ho dei piccoli effetti collaterali e devo capire QUANTO sia il farmaco a causarli o quanto possa dipendere da altri fattori.
Chiedo scusa se insisto, ma cerchi di capire che mi è assolutamente INDISPENSABILE il parere di uno specialista in materia
La ringrazio per il supporto
[#7]
Gentile utente,
Allora si pone se mai un problema di diagnosi, se quello era l'effetto dell'antidepressivo su di Lei. E quindi anche di un cambiamento di rotta sul tipo di terapia.
Ma non cambia il resto del ragionamento. Sbagliata l'idea che i farmaci non guariscono e la psicoterapia sì. Non si inventano cicli terapeutici della durata desiderata. Non siamo al mercato a concordare con il medico una via di mezzo tra una gestione corretta e una sbagliata.
Infine: qui non si danno indicazioni su cosa fare delle terapie, se continuarle o meno etc.
Allora si pone se mai un problema di diagnosi, se quello era l'effetto dell'antidepressivo su di Lei. E quindi anche di un cambiamento di rotta sul tipo di terapia.
Ma non cambia il resto del ragionamento. Sbagliata l'idea che i farmaci non guariscono e la psicoterapia sì. Non si inventano cicli terapeutici della durata desiderata. Non siamo al mercato a concordare con il medico una via di mezzo tra una gestione corretta e una sbagliata.
Infine: qui non si danno indicazioni su cosa fare delle terapie, se continuarle o meno etc.
[#8]
Ex utente
Mi scusi caro Dottore, ma SOLO con i farmaci non si può guarire da problemi del genere. Ho consultato più medici e la risposta è sempre stata questa: "i farmaci (per quanto tempo li si possano prendere) sopprimono il sintomo, ma non lo posso eliminare alla radice, per questo serve fare una psicoterapia di supporto."
Si fa questo per risolvere il problema DEFINITIVAMENTE e in profondità.
Io voglio capire due cose, alla fin fine:
1) perché la dose intera (20 mg) mi dà un senso di eccitazione così forte? Il farmaco lo prendo per calmare le mie ansie, fobie, per migliorare il tono dell'umore, ma ribadisco che con la dose da 20, mi crea troppa sovraeccitazione, iperattività, eccesso di energia; che quindi mi porta a comportarmi diversamente da come farei in situazioni di normalità.
In sostanza, modifica e non di poco il mio livello caratteriale.
Questo significa che la cura può non essere corretta, o più semplicemente che la dose da 10 mg (per il mio specifico caso) potrebbe essere più che sufficiente?
2) Se sospendessi la cura per un paio di mesi, per poi riprenderla, andrei incontro a dei problemi? Cioè, se si sospende, il lasso di tempo che deve passare tra l'interruzione e la ripresa, deve avere una durata, per così dire "minima"?
La ringrazio e mi auguro risponda in modo chiaro ed esauriente.
Saluti
Si fa questo per risolvere il problema DEFINITIVAMENTE e in profondità.
Io voglio capire due cose, alla fin fine:
1) perché la dose intera (20 mg) mi dà un senso di eccitazione così forte? Il farmaco lo prendo per calmare le mie ansie, fobie, per migliorare il tono dell'umore, ma ribadisco che con la dose da 20, mi crea troppa sovraeccitazione, iperattività, eccesso di energia; che quindi mi porta a comportarmi diversamente da come farei in situazioni di normalità.
In sostanza, modifica e non di poco il mio livello caratteriale.
Questo significa che la cura può non essere corretta, o più semplicemente che la dose da 10 mg (per il mio specifico caso) potrebbe essere più che sufficiente?
2) Se sospendessi la cura per un paio di mesi, per poi riprenderla, andrei incontro a dei problemi? Cioè, se si sospende, il lasso di tempo che deve passare tra l'interruzione e la ripresa, deve avere una durata, per così dire "minima"?
La ringrazio e mi auguro risponda in modo chiaro ed esauriente.
Saluti
[#9]
" "i farmaci (per quanto tempo li si possano prendere) sopprimono il sintomo, ma non lo posso eliminare alla radice, per questo serve fare una psicoterapia di supporto.""
Come concetto generale è una sciocchezza. Non sussiste questa differenza tra farmaci e psicoterapia in generale, ammesso che abbia senso fare un confronto tra due cose così vaghe (farmaci tra loro diversissimi, psicoterapie tra loro diverse, diagnosi tra loro diverse).
Se per eccitazione si intende quello che si intende tecnicamente, significa che l'antidepressivo mal si accoppia con la situazione, almeno usato da solo.
Non c'entra il discorso di sospendere la cura per poi riprenderla, il punto è se questa cura sia adatta alla sua diagnosi o meno, oppure quale altra vada bene. Ovvio che se non è adatta, il medico le dirà di sospenderla, o gliela sostituirà.
Come concetto generale è una sciocchezza. Non sussiste questa differenza tra farmaci e psicoterapia in generale, ammesso che abbia senso fare un confronto tra due cose così vaghe (farmaci tra loro diversissimi, psicoterapie tra loro diverse, diagnosi tra loro diverse).
Se per eccitazione si intende quello che si intende tecnicamente, significa che l'antidepressivo mal si accoppia con la situazione, almeno usato da solo.
Non c'entra il discorso di sospendere la cura per poi riprenderla, il punto è se questa cura sia adatta alla sua diagnosi o meno, oppure quale altra vada bene. Ovvio che se non è adatta, il medico le dirà di sospenderla, o gliela sostituirà.
[#10]
Ex utente
Lei potrà anche dire che è una sciocchezza, ma non è un MIO PARERE, ma di medici e psicologi da cui mi son recato.
Torno a dire che la cura sarebbe adatta (sopprime tutte le ansie che avevo), salvo un eccesso di "eccitazione", che però potrebbe anche essere una caratteristica del farmaco stesso; io questo non lo posso sapere, nè se ci siano farmaci che non creano questo tipo di effetto. Il medico questo mi ha prescritto. Tutto qua.
Torno a dire che la cura sarebbe adatta (sopprime tutte le ansie che avevo), salvo un eccesso di "eccitazione", che però potrebbe anche essere una caratteristica del farmaco stesso; io questo non lo posso sapere, nè se ci siano farmaci che non creano questo tipo di effetto. Il medico questo mi ha prescritto. Tutto qua.
[#11]
Gentile utente,
Nessuno ha infatti detto che fosse un suo parere, mi sembra chiaro questo.
No, un eccesso di eccitazione non è una caratteristica della terapia della depressione, è un segno che la diagnosi è da rivedere, e con essa magari anche la strategia terapeutica.
Questo se appunto ipereccitazione è nel senso che si intende tecnicamente, poiché è anche una parola di uso comune, quindi non per tutti significa la stessa cosa.
Nessuno ha infatti detto che fosse un suo parere, mi sembra chiaro questo.
No, un eccesso di eccitazione non è una caratteristica della terapia della depressione, è un segno che la diagnosi è da rivedere, e con essa magari anche la strategia terapeutica.
Questo se appunto ipereccitazione è nel senso che si intende tecnicamente, poiché è anche una parola di uso comune, quindi non per tutti significa la stessa cosa.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 2.8k visite dal 19/01/2017.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.