Fobia sociale e paroxetina
Salve, sono un ragazzo di 23 anni, studente universitario fuori sede.
Son sempre stato una persona ansiosa e molto timido.
Con il passare degli anni questi problemi sono aumentati e ogni qualvolta devo affrontare una situazione in cui vi sia molta gente, spazi affollati o se devo parlare con qualcuno che non conosco mi vengono questi episodi di fobia sociale in cui mi sento agitato, divento rosso e sudo, e talvolta con sensazione di non riuscire a respirare adeguatamente.
Il mio medico mi ha prescritto un colloquio psichiatrico e stamane ho sostenuto la visita.
Ho sempre avuto il timore di prendere medicinali per il problema descritto in quanto preferisco risolvere il problema senza aggirarlo curando i sintomi.
Ho parlato con la dottoressa e le ho spiegato le situazioni.
Alla fine mi ha prescritto la Paroxetina 20mg da prendere un quarto di pastiglia per 5 giorni e aumentare di un quarto ogni 5 giorni sino a prendere la dose intera.
mi ha spiegato che inizialmente potrei avvertire un maggiore stato di ansia ed episodi di panico in quanto il farmaco agisce dopo circa 20 giorni.
non mi ha fissato nessun'altro colloquio e visto che io preferivo risolvere con più sedute sono rimasto un po deluso.
Ora sono indeciso se seguire la terapia in quanto non so se possa essermi utile a risolvere il problema o a risolvere solo i sintomi.
inoltre non ho capito per quanto tempo devo proseguire con la terapia.
Non vorrei dover prendere farmaci per tutta la vita per questo problema.
purtroppo ultimamente gli episodi stanno aumentando sopratutto in ambito universitario dove è capitato a volte che io uscissi prima dalle lezioni in quanto preso da questi attacchi e ovviamente avendo vergogna che gli altri mi vedessero cosi.
Vorrei capire se questo farmaco possa aiutarmi, e sopratutto se serve solo come incentivo e una volta smesso i problemi non tornano.
inoltre volevo chiederle se è un farmaco che da dipendenza.
Mi ha prescritto inoltre al bisogno "compendium gtt".
La ringrazio per l'attenzione.
cordiali saluti
Son sempre stato una persona ansiosa e molto timido.
Con il passare degli anni questi problemi sono aumentati e ogni qualvolta devo affrontare una situazione in cui vi sia molta gente, spazi affollati o se devo parlare con qualcuno che non conosco mi vengono questi episodi di fobia sociale in cui mi sento agitato, divento rosso e sudo, e talvolta con sensazione di non riuscire a respirare adeguatamente.
Il mio medico mi ha prescritto un colloquio psichiatrico e stamane ho sostenuto la visita.
Ho sempre avuto il timore di prendere medicinali per il problema descritto in quanto preferisco risolvere il problema senza aggirarlo curando i sintomi.
Ho parlato con la dottoressa e le ho spiegato le situazioni.
Alla fine mi ha prescritto la Paroxetina 20mg da prendere un quarto di pastiglia per 5 giorni e aumentare di un quarto ogni 5 giorni sino a prendere la dose intera.
mi ha spiegato che inizialmente potrei avvertire un maggiore stato di ansia ed episodi di panico in quanto il farmaco agisce dopo circa 20 giorni.
non mi ha fissato nessun'altro colloquio e visto che io preferivo risolvere con più sedute sono rimasto un po deluso.
Ora sono indeciso se seguire la terapia in quanto non so se possa essermi utile a risolvere il problema o a risolvere solo i sintomi.
inoltre non ho capito per quanto tempo devo proseguire con la terapia.
Non vorrei dover prendere farmaci per tutta la vita per questo problema.
purtroppo ultimamente gli episodi stanno aumentando sopratutto in ambito universitario dove è capitato a volte che io uscissi prima dalle lezioni in quanto preso da questi attacchi e ovviamente avendo vergogna che gli altri mi vedessero cosi.
Vorrei capire se questo farmaco possa aiutarmi, e sopratutto se serve solo come incentivo e una volta smesso i problemi non tornano.
inoltre volevo chiederle se è un farmaco che da dipendenza.
Mi ha prescritto inoltre al bisogno "compendium gtt".
La ringrazio per l'attenzione.
cordiali saluti
[#1]
Gentile utente,
Sta partendo con delle false idee su questo tipo di problemi e terapie.
Prima di tutto, i sintomi vanno via con qualsiasi tipo di cura, alla fine. Certo, ci sono cure che mirano subito ad alcuni sintomi, sul momento, e non intervengono sul resto.
Questa fa invece parte di quelle che intervengono sul resto, tanto che sul momento le è stato spiegato che potrebbe addirittura aumentare l'ansia, il che significa che non sono farmaci sintomatici.
Purtroppo però questi ragionamenti spesso vanno a parare altrove, e cioè che uno passerebbe mesi a parlarsi addosso ma senza fare alcunché, nella convinzione che il problema stia in uno spazio di manovra astratto tra se e il mondo.
Il problema si svolge nel cervello, per cui lì che, con qualsiasi strumento, va trattato. La diagnosi si fa solitamente in una seduta.
Sta partendo con delle false idee su questo tipo di problemi e terapie.
Prima di tutto, i sintomi vanno via con qualsiasi tipo di cura, alla fine. Certo, ci sono cure che mirano subito ad alcuni sintomi, sul momento, e non intervengono sul resto.
Questa fa invece parte di quelle che intervengono sul resto, tanto che sul momento le è stato spiegato che potrebbe addirittura aumentare l'ansia, il che significa che non sono farmaci sintomatici.
Purtroppo però questi ragionamenti spesso vanno a parare altrove, e cioè che uno passerebbe mesi a parlarsi addosso ma senza fare alcunché, nella convinzione che il problema stia in uno spazio di manovra astratto tra se e il mondo.
Il problema si svolge nel cervello, per cui lì che, con qualsiasi strumento, va trattato. La diagnosi si fa solitamente in una seduta.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#4]
Gentile utente,
Dove si dice ? Non saprei. Non siamo mica qui a dover gestire pettegolezzi, che sono fraintendimenti o supposizioni dettate o da motivi ideologici, o da motivi pratici (per sottrarre i pazienti alle cure e cooptarli in vari tipi di sette o movimenti di presunta guarigione).
Dove si dice ? Non saprei. Non siamo mica qui a dover gestire pettegolezzi, che sono fraintendimenti o supposizioni dettate o da motivi ideologici, o da motivi pratici (per sottrarre i pazienti alle cure e cooptarli in vari tipi di sette o movimenti di presunta guarigione).
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 8.9k visite dal 11/01/2017.
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