Bipolarismo?
Salve a tutti,il mio è un consulto per il mio fidanzato.Il problema è che ha dei periodi strani.Normalmente,se si può dire così,è una persona paziente,calma,simpatica,sempre scherzosa e divertente,anche se dorme molto,mangia molto ed è sempre stanco.Periodicamente cambia,è come cambiasse personalità.All' inizio pensavo fossero periodi di nervosismo,ma poi ho fatto 2+2 e ho capito che non è "semplice" nervosismo.Questi periodi capitano all' improvviso 1-2 volte l' anno e durano un mese,poco più e hanno sempre le stesse caratteristiche.Ha l' umore basso,ma è più attivo del solito,i primi giorni soffre di insonnia e ha poco appetito,dimagrisce,non ride,diventa permaloso e sospettoso e soprattutto nervoso,agitato,io dico che sembra che non sappia dove sbattere la testa,ha scoppi di ira,pensa che gli altri ce l' abbiano con lui,se la prende con gli altri,in particolare con me..a tratti riconosce di avere queste cose,dicd di sentire che arrivano,la maggior parte del tempo invece dice che è normale,che non ha niente,che sono io la pazza.Quattro anni fa,dopo una crisi peggiore delle altre, sono riuscita a portarlo da uno psichiatra,il quale dopo una visita veloce gli prescrive Remeron 30 mg al giorno e Carbolithium 300 mg.Dopo circa un mese,durante il quale la situazione era peggiorata,con autolicenziamento,torniamo dallo psichiatra,il quale decide di interrompere l' antidepressivo e dice:il litio se vuole può continuarlo.Ovviamente dopo un po' il mio ragazzo decide di interrompere anche il litio.nei tre anni successivi ha avuto una crisi all' anno,quest'anno due,una in corso..è peggiorato di nuovo...in tutto questo io sono sola,la famiglia non mi aiuta,minimizza,pensa sia un problema di coppia,dice "è lunatico"..l' unica cosa che la mamma mi dice è "non possiamo fare niente" .Non sono un medico sono una semplice psicologa,ma a me tutto questo non sembra normale...È un bipolarismo?una depressione?non capisco più niente e non so più cosa fare.Scusate se mi sono dilungata,grazie.
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Dr. Matteo Pacini
Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze
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Gentile utente,
Da quel che dice, ma non ci sono molte ambiguità su questo, la cura dovrebbe essere per un disturbo bipolare, come è di regola nel caso del litio. E' anche indicato per la semplice depressione ricorrente, ma non è di solito la prima scelta, e diversi aspetti che riporta non richiamano la depressione, ma il bipolarismo.
Da quel che dice, ma non ci sono molte ambiguità su questo, la cura dovrebbe essere per un disturbo bipolare, come è di regola nel caso del litio. E' anche indicato per la semplice depressione ricorrente, ma non è di solito la prima scelta, e diversi aspetti che riporta non richiamano la depressione, ma il bipolarismo.
Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Ex utente
Grazie per la risposta,ma scusate l'ignoranza,quindi questi episodi che ha sono maniacali alternati a periodi "normali "?anche se il suo umore è basso? Ci si può aspettare periodi di depressione o peggioramento?lo so che la diagnosi dovrebbe farla uno psichiatra di persona,ma lui non vuole andarci e ha smesso i farmaci...avendo solitamente un umore "alto" l'antidepressivo non sarebbe rischioso?
Grazie ancora.
Grazie ancora.
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Dr. Matteo Pacini
Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze
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Gentile utente,
Lo psichiatra l'avrà fatta la diagnosi, non ha detto che ce lo ha portato ?
In un disturbo bipolare l'antidepressivo in generale non è detto che sia richiesto e può anche essere da evitare.
I disturbi bipolari alternano fasi spente a fasi accese, in termini di energia e attività, la qualità dell'umore varia, e quella più probabile in fase attiva è instabile-scontrosa
Lo psichiatra l'avrà fatta la diagnosi, non ha detto che ce lo ha portato ?
In un disturbo bipolare l'antidepressivo in generale non è detto che sia richiesto e può anche essere da evitare.
I disturbi bipolari alternano fasi spente a fasi accese, in termini di energia e attività, la qualità dell'umore varia, e quella più probabile in fase attiva è instabile-scontrosa
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Ex utente
Gentile dottore,grazie per la risposta,sì l'ho portato ma purtroppo non c'è stata una diagnosi precisa,un foglio con scritto qualcosa appunto sulla diagnosi..disse forse può essere bipolarismo,forse depressione,gli aveva interrotto i farmaci e infatti siamo al punto di partenza.Grazie ancora.
[#6]
Ex utente
Gentili dottori,vorrei porre una domanda,mi scuso se potrà risultare tediosa.Come faccio a far capire al mio fidanzato che per il suo disturbo è necessario uno specialista e dei farmaci,così come per il cuore,il diabete etc?continua a dirmi che lo farà solo quando qualcuno dimostrerà praticamente che il suo cervello ha bisogno di farmaci perché c'è qualcosa di dimostrabile che non va.Come ho scritto sono psicologa e non medico e gli rispondo con le poche conoscenze che ho,che mi derivano da alcuni esami dell' università,ma non ne vuole sapere,sembra non capisca cosa dico.So che c'è mancanza di insight in questi casi,ma cosa dovrei fare?semplicemente lasciar perdere?Grazie a chi risponderà
[#7]
Dr. Matteo Pacini
Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze
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Gentile utente,
Vede, è la persona che si rivolge al medico dicendogli che qualcosa "non va". Un conto è vedere e misurare che qualcosa stia in un certo modo, un altro è che la persona lo viva male, o che ritenga di doverlo correggere. Basti pensare alle psicosi, in cui la persona mai si rivolge al medico per far curare la psicosi, lo fa tangenzialmente, per altri sintomi.
Non c'è nessuna dimostrazione diversa dalla visita psichiatrica, ma sarebbe come dire che se uno va a farsi vedere per uno sfogo sulla pelle, ma non ritiene di curarlo, questo non modifica la diagnosi ma non configura una richiesta di cura.
Quindi non esiste la dimostrazione che uno "abbia bisogno", perché il bisogno lo esprime la persona. Esiste se mai la dimostrazione che uno può trarre giovamento da un trattamento, anche se riteneva di non averne bisogno. Questo sì.
Ed in questo caso è la persona che poi, a posteriori, conviene di star meglio e magari si interessa in maniera più serena del come e del perché della sua condizione.
Vede, è la persona che si rivolge al medico dicendogli che qualcosa "non va". Un conto è vedere e misurare che qualcosa stia in un certo modo, un altro è che la persona lo viva male, o che ritenga di doverlo correggere. Basti pensare alle psicosi, in cui la persona mai si rivolge al medico per far curare la psicosi, lo fa tangenzialmente, per altri sintomi.
Non c'è nessuna dimostrazione diversa dalla visita psichiatrica, ma sarebbe come dire che se uno va a farsi vedere per uno sfogo sulla pelle, ma non ritiene di curarlo, questo non modifica la diagnosi ma non configura una richiesta di cura.
Quindi non esiste la dimostrazione che uno "abbia bisogno", perché il bisogno lo esprime la persona. Esiste se mai la dimostrazione che uno può trarre giovamento da un trattamento, anche se riteneva di non averne bisogno. Questo sì.
Ed in questo caso è la persona che poi, a posteriori, conviene di star meglio e magari si interessa in maniera più serena del come e del perché della sua condizione.
[#8]
Ex utente
Grazie dottor Pacini,è stato chiarissimo.Ho letto il suo articolo su questo sito riguardo l'impatto che depressione e disturbo bipolare hanno sulle relazioni ed è inquadrato in modo perfetto,la frattura relazionale che si crea e il fatto che le crisi vengano archiviate una volta che la persona torni ad essere positiva,questa alternanza è logorante...oltre al fatto che forse anche io avverto una leggera depressione per tutto questo.Grazie ancora,saluti.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 3.9k visite dal 30/12/2016.
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