Somatizzazioni
Sono un ragazzo di 31 anni, collega (Specializzando in Oncologia Medica). Da quando ho 17 anni soffro di disturbo ossessivo-compulsivo che è rimasto in qualche modo compensato negli anni permettendomi di svolgere una vita dignitosa.
Alla fine del 2007 (a 22 anni) ho iniziato ad avere i primi problemi di somatizzazione (pirosi gastrica, bruciore agli arti e al pene) e dopo vari accertamenti per escludere patologie organiche mi sono rivolto ad un Neurologo che ha posto diagnosi di sindrome ansioso-depressiva con somatizzazioni ed ho iniziato nel giugno 2008 terapia con Venlafaxina 75 mg che ha portato alla scomparsa totale dei sintomi dopo circa 2-3 settimane di cura per cui l'ho sospeso nella primavera del 2009.
A fine aprile 2010 ho avuto la prima ricaduta per cui ho riprovato con la Velafaxina senza beneficio e a luglio 2010 sono passato a Escitalopram 10 mg associato ad Alprazolam 0,5 mg ½ cp per 3 volte al giorno e dopo circa 2 mesi c’è stata una risoluzione completa delle somatizzazioni. Dopo graduale riduzione della dose di Alprazolam, nella primavera del 2011 si è deciso di interrompere anche la terapia con Escitalopram, senza alcun ritorno delle somatizzazioni.
Nel settembre 2013, a seguito di un forte periodo di stress lavorativo, ho avuto la comparsa di nuove somatizzazioni (tensione alle gengive e ai denti) per cui, a marzo 2014, ho ripreso la terapia con Escitalopram ed Alprazolam senza beneficio. Dato l’accumulo di nuove e vecchie somatizzazioni (“nodo” allo stomaco, bruciore agli arti) sono poi passare a terapia con Duloxetina 60 mg (dopo un periodo iniziale con 30 mg) nell’agosto 2014, sempre come da prescrizione del Neurologo degli anni passati. Il beneficio è stato nullo.
Nell’aprile del 2015 mi sono rivolto nuovamente al Neurologo e abbiamo deciso di iniziare terapia con Citalopram 20 mg associato ad Alprazolam fino ad agosto 2015, senza beneficio.
Mi sono dunque rivolto ad uno Psichiatra che ha cambiato leggermente la cura aggiungendo Duloxetina ed iniziando un percorso di psicoterapia, che è durato da settembre 2015 a giugno 2016.
La psicoterapia mi ha aiutato un pochino e si è deciso di sospendere il Citalopram e l’Alprazolam e continuare con la sola Duloxetina.
Data però la cronicizzazione di disturbi nell’agosto 2016 ho deciso di sospendere la Duloxetina e rivolgermi all’agopuntura (che sto eseguendo tuttora), con beneficio parziale.
Ci tengo a precisare che da settembre 2013 le somatizzazioni non sono mai passate: ogni giorno mi trovo a combattere con mal di stomaco, mal di schiena nella zona dorsale, bruciori in zona perineale o al pene, senso di tensione al petto o addominale. Tali sintomi si acuiscono all’aumentare dello stress e mi provocano un netto calo dell’umore ed un aumento di ansia e pensieri ossessivi.
Mi rivolgo a voi perché non so più come comportarmi.
Ad esempio nel mio lavoro spesso prescrivo il Gabapentin in caso di neuropatie: può essere un’opzione nel mio caso?
Grazie mille
Cordiali Saluti
Alla fine del 2007 (a 22 anni) ho iniziato ad avere i primi problemi di somatizzazione (pirosi gastrica, bruciore agli arti e al pene) e dopo vari accertamenti per escludere patologie organiche mi sono rivolto ad un Neurologo che ha posto diagnosi di sindrome ansioso-depressiva con somatizzazioni ed ho iniziato nel giugno 2008 terapia con Venlafaxina 75 mg che ha portato alla scomparsa totale dei sintomi dopo circa 2-3 settimane di cura per cui l'ho sospeso nella primavera del 2009.
A fine aprile 2010 ho avuto la prima ricaduta per cui ho riprovato con la Velafaxina senza beneficio e a luglio 2010 sono passato a Escitalopram 10 mg associato ad Alprazolam 0,5 mg ½ cp per 3 volte al giorno e dopo circa 2 mesi c’è stata una risoluzione completa delle somatizzazioni. Dopo graduale riduzione della dose di Alprazolam, nella primavera del 2011 si è deciso di interrompere anche la terapia con Escitalopram, senza alcun ritorno delle somatizzazioni.
Nel settembre 2013, a seguito di un forte periodo di stress lavorativo, ho avuto la comparsa di nuove somatizzazioni (tensione alle gengive e ai denti) per cui, a marzo 2014, ho ripreso la terapia con Escitalopram ed Alprazolam senza beneficio. Dato l’accumulo di nuove e vecchie somatizzazioni (“nodo” allo stomaco, bruciore agli arti) sono poi passare a terapia con Duloxetina 60 mg (dopo un periodo iniziale con 30 mg) nell’agosto 2014, sempre come da prescrizione del Neurologo degli anni passati. Il beneficio è stato nullo.
Nell’aprile del 2015 mi sono rivolto nuovamente al Neurologo e abbiamo deciso di iniziare terapia con Citalopram 20 mg associato ad Alprazolam fino ad agosto 2015, senza beneficio.
Mi sono dunque rivolto ad uno Psichiatra che ha cambiato leggermente la cura aggiungendo Duloxetina ed iniziando un percorso di psicoterapia, che è durato da settembre 2015 a giugno 2016.
La psicoterapia mi ha aiutato un pochino e si è deciso di sospendere il Citalopram e l’Alprazolam e continuare con la sola Duloxetina.
Data però la cronicizzazione di disturbi nell’agosto 2016 ho deciso di sospendere la Duloxetina e rivolgermi all’agopuntura (che sto eseguendo tuttora), con beneficio parziale.
Ci tengo a precisare che da settembre 2013 le somatizzazioni non sono mai passate: ogni giorno mi trovo a combattere con mal di stomaco, mal di schiena nella zona dorsale, bruciori in zona perineale o al pene, senso di tensione al petto o addominale. Tali sintomi si acuiscono all’aumentare dello stress e mi provocano un netto calo dell’umore ed un aumento di ansia e pensieri ossessivi.
Mi rivolgo a voi perché non so più come comportarmi.
Ad esempio nel mio lavoro spesso prescrivo il Gabapentin in caso di neuropatie: può essere un’opzione nel mio caso?
Grazie mille
Cordiali Saluti
[#1]
Gentile utente,
La diagnosi di partenza è importante, per evitare di inquadrare le sindromi associate come diagnosi supplementari centrate sui sintomi. Somatizzazione è un termine vago, che può anche semplicemente corrispondere al disturbo ossessivo, come sua manifestazione prevalente o associata.
Inoltre, il secondo aspetto è la sospensione delle cure. Se è chiaro che sospendendole ci sono ricadute, si dovrebbe concepire una cura di mantenimento, altrimenti con il ripetersi delle ricadute si perde anche di vista il nucleo del disturbo, e la diagnosi non definita in maniera chiara.
Si finisce per fare cure sui sintomi, e così la persona si concentra anche sui sintomi senza riuscire più a misurarli o a comunicarli in maniera comprensibile, e a farsi l'idea che i sintomi producono angoscia, e non l'inverso, cioè che l'angoscia determina il livello di definizione di un qualcosa come "sintomo".
Questo ultimo meccanismo, per esempio. è quello tipico del disturbo ossessivo.
La diagnosi di partenza è importante, per evitare di inquadrare le sindromi associate come diagnosi supplementari centrate sui sintomi. Somatizzazione è un termine vago, che può anche semplicemente corrispondere al disturbo ossessivo, come sua manifestazione prevalente o associata.
Inoltre, il secondo aspetto è la sospensione delle cure. Se è chiaro che sospendendole ci sono ricadute, si dovrebbe concepire una cura di mantenimento, altrimenti con il ripetersi delle ricadute si perde anche di vista il nucleo del disturbo, e la diagnosi non definita in maniera chiara.
Si finisce per fare cure sui sintomi, e così la persona si concentra anche sui sintomi senza riuscire più a misurarli o a comunicarli in maniera comprensibile, e a farsi l'idea che i sintomi producono angoscia, e non l'inverso, cioè che l'angoscia determina il livello di definizione di un qualcosa come "sintomo".
Questo ultimo meccanismo, per esempio. è quello tipico del disturbo ossessivo.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#3]
Più che strategie andrebbe trattato il disturbo ossessivo in modo più deciso.
I trattamento fino ad ora utilizzati hanno una parziale efficacia sulle ossessioni, per cui andrebbe stabilita una terapia prolungata specifica.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
I trattamento fino ad ora utilizzati hanno una parziale efficacia sulle ossessioni, per cui andrebbe stabilita una terapia prolungata specifica.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.1k visite dal 17/12/2016.
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