Depressione ansia somatizzazioni disturbi del sonno

Egregi signori, cercherò di essere breve. Vengo da una famiglia monoreddito, padre madre e fratello. Mio padre era alcolista ed è morto qualche anno fa a causa del suo vizio e di altre patologie concomitanti, tra cui ostruzione aorta e peritonite al sigma, poi coma.
In famiglia ho sempre dovuto fare la parte da uomo, e lui era quasi un figlio,visto che dovevo controllarlo dalla più enera età. Mi ha molestato sessualmente di 14 anni in poi per parecchi anni. Mia madre sempre fissata in maniera maniacale con le pulizie, la renderà asettica come un ospedale tanto che sarò sensibilizzata all'aceto e alla varechina e ammoniaca, che fin da piccola mi generano vomito, ma non mal di testa. Con mia madre ci sarà un rapporto amore-odio simbiotico che mi crea ancora oggi problemi di indipendenza.
A fine anni 80 muore mia nonna e sarà fonte di dispiacere per tanto tempo, ancora oggi, e di insonnia ricorrente alternata a iper sonnia-
Fin da piccola soffro di nausee e ho difficoltà a mangiare, a tavola era sempre una guerra continua.
Alle gite scolastiche vado poco sia per educazione restrittiva sia per paura di lasciare casa e trovare mamma morta.
Via sociale quasi nulla.
A 17 anni primo attacco di panico. Storia con un ragazzo finita male. Sotto esami di stato perdo chili, da 52 a 46. e la situazione dura un paio di anni.
Poi nel 1994 sotto università, un anno senza dormire bene di notte, reflusso notturno, dimagrimento di nuovo a 46 kg. Per un anno uso levopraid ma la mestruazione che mai è stato regolare dai 15 anni salta e ritarda.
tutto inizia con due potenti virus gastroenterici locali, tremori, dolori agli arti, e da allora, avrò sempre ansia cronica non occasionale di mangiare fuori, per timore che qualcosa mi faccia male e per un periodo anche in casa,anche se con periodi di remissione dell'ansia stessa.
Nel 1995 mi reco da psichiatra che prova a darmi antidepressivi tipo haldol ma il mio stomaco non lo tollera, e vomito e lascio perdere.
Nel contempo trattenendomi di più in facoltà avendo conosciuto gente, la mamma mi maltratta perchè arrivo tardi a casa e pensa abbia cattive amicizie, ci saranno liti furibonde. Ho sempre avuto terrore dell'altro sesso ora è per tutto irreparabile. Terrore totale.
Provo ad andare da una psicolga ma devo lasciare, vuole coinvolgere i genitori e mamma che è gia arrabbiata mi costringe a lasciar perdere, per amor suo, giustificazione da dare. Nel frattemo esordiscono disturbi intestinali a cui fa seguito colon scopia completa e gastroscopia in ospedale.
Gastrite è la diagnosi, per l'altro nulla.
Continuo periodicamente ad avere pancia gonfia,faccio molto gas, sangue nelle feci per uno o due mesi all'anno,curato il tutto erroneamente per emorroidi, invece era già colon irritabile con stipsi.
Non esco di casa perché non ho amici, faccio una vita reclusa, e non potrei uscire, anche se volessi con tutta l'angoscia dell'abbandono del tetto familiare.
Passo il periodo universitario a dormire anche 12 ore al giorno, a scrivere e occuparmi di letture e hobbystica per non morire dentro, cosa che mi verrà addebitata da mamma perchè ero fuori corso.
SOno depressa, ho sempre l'ansia per ciò che potrebbe accadere in casa.
Nel frattempo ho uscite molto di rado 4 volte l'anno con un ragazzo ex compagno di scuola.
Nel 1997 c'è assenza di ciclo mestruale, ansia, insonnia, vomito, e mi viene prescritto peridon.
NEl 1998 ci mettiamo insieme, io e il ragazzo che frequentavo ogni tanto e pare non ci sia molto da dire da parte della famiglia, ma mio padre non lo conoscerà mai. Poi laurea, disoccupazione, incertezza affettiva e stress si fanno sentire.
tre mesi di panico e vomito specie nei locali pubblici che però passano con l'amore. Nel 2001 primo lavoro fuori città per un anno in un ente pubblico, difficoltà di pendolarismo dovendo fare 100 km solo andata, con il treno.
Non ho patente e ho il terrore di guidare.
L'ansia da prestazione lavorativa è alle stelle.
Poi ritorno stesso ente, altra zona, e inizio mobbing a carico mio e di altri precari. Da allora tutti i lavori precari nell'ente saranno connotati da questo atteggiamento ostruttivo. Non devo maturare punteggio per eventuali concorsi. Devono subentrare altre persone scelte in graduatoria.
Sovraccarichi di lavoro, vivere solo per lavoro questi sono stati anni persi,come l'infanzia, l'adolescenza tutto.
Fino ad allora uso farmaci omeopatici.
Nel 2002 crollo depressivo,astenia, insonnia, cefalea, un mese di malattia, vomito diarrea, attacchi di panico, burn out. Controllati ogni secondo da altro personale non potevamo osservare le pause al pc.L fibromialgia si fa insopportabile e se prima e imputata al pc forse la causa si fa cpiù chiara, forse è l'intestino. Ma già da Gennaio 2002 l'intestino medesimo , il colon, inizia a dare sintomi di colite ulcerosa, quella diagnosticata solo qualche mese fa, e darà fastidio per un anno intero fino a quando cambio datore di lavoro per un pò di tempo per poi essere richiamata. Non avevo alternative.
Non potevo rifiutare, mio padre stava morendo. Il medico mi cura per emorroidi e mi dà i farmaci per l'ansia, ma perdo peso, mangio poco, e in bagno faccio molto sangue. cura con 60 gocce pasaden al giorno 3x20 e elopram. Vado in ospedale a psichiatria, lo psichiatra dopo 3 sedute si rende irreperibile.
Nel 2003 non paghi mi mettono a fare lavori pesanti in un ambiente angusto e puzzolente, pur avendo qualifica superiore, in pratica facchinaggio fotocopie, manutenzione ecc. Nei 24 mesi successivi lavoro sempre li' in ragioneria gestendo la parte economale, magazzino ed altre incombenze, lavorando dentro il magazzino stesso, pieno di puzza di materiale e poco arieggiato. Vomito dalla puzza ogni mattina.
Nel frattempo qualche viaggio fuori viene fatto e l'ansia sembra gestibie con i farmaci, e ogni volta che si parte c'è sempre meno disagio.
La cura il medico di famiglia me la mantiene fino a quando nel 2004 non scalo lentamente. Nel 2004, matrimonio col ragazzo del 1999. Stress da concorsi iniziati dal 2003, ne devo dare 5, intrusioni della suocera che ci ha dato una casa da ristruttuare. Conflitti con suoceri perché il fidanzato ha delegato tutto a loro e io avevo poca voce in capitolo. Invadenza della suocera ad ogni ora. Viaggio di nozzze? un disastro, attacchi di panico per timore aereo e di stare nel nord europa. Riprendo i farmaci, Elopram e pasaden 60 gocce che poi scalo nel 2006 dopo che mi consulto con uno psichiatra noto della asl.
NEl 2006 perdo il lavoro, starò chiusa in casa depressa e agitata. Non faccio faccende domestiche che per il necessario, non guardo tv esco poco. Per mesi non vado a casa genitoriale. Ingrasso sino a olte 70 kg.
Inizio psicoterapia rivelatasi disastrosa, pur avendo lavorato 4 mesi in una ditta, non mi riprendo ma peggioro decisamente.
Ero arrivata a odiare tutta la famiglia e i membri contattati dallo psicologo non avevano voglia di farsi psicanalizzare.
Lo psicologo mi spingeva a mandare a quel paese tutti.
A dicembre 2006 crollo con iniezioni di liposom doppie, e cambio terapia con xanax 60 gocce al di' e remeron 30, dopo essere passati per un inutile depakin crono, e depakin. I problemi di stomaco ricorrenti impediscono di assumere capsule per il reflusso.Mio marito in questo tempo aspetta, dice che non devo pensarci alle cose e che mi passa è arrabbiato perchè vorrebbe fare viaggi fuori, ma quando andiamo è spesso nervoso per un niente e a me prende l'ansia.
Nel 2007 vinco un concorso al solito ente, ma mi rimettono quasi a fare le stesse cose di mansione inferiore all'assunzione, in uno stanzino angusto, umido soleggiato, con macchine fotocopiatrici. L'estate è micidiale di nuovo disturbi intestinali, vomito, e pure emicrania con aura, diagnosticata dal neurologo. Nello stesso anno intraprendo percorso psicoterapeutico comportamentale. SOno in piedi per miracolo ma nel 2008 crollo, stress per la colite finalmente diagnosticata, ansia, depressione, insonnia.
Vado a fare test allergici presso medicina del lavoro. Sapone e certi tessuti, deodoranti in genere, nonché insufficienza respiratoria, non si sa se da polveri visto il poste ove lavoravo o da reflusso gastrico.
Cura 20 gocce cipralex per un mese e poi a scalare En 60 gocce a di', un mese di lendormin. Poi benessere per diversi mesi perché ottengo le mansioni consone al mio livello, e intanto l'emcirania sparisce. l'ambiente lavorativo è gradevole. Tuttavia sono oltre 18 mesi che ho colite attiva, anche se in fase di apparente remissione, e sono ricomparsi grossi disturbi da reflusso curati con pantorc 40 mattina e sera,mentr in precedenza era stato usato per alcuni anni il maloox e poi il limpidex 15e 30 mg, e insonnia già da un mesetto.Avendo scalato in questi mesi i farmaci ed essendo a 10 gocce cipralex, en nulla, fiori di bach,agrimony rescue remedy 4x4 al di',ogni essenza e tilia tormentosa 20+30 gocce alla sera, mi domando se la cura è giusta. Lo psichiatra dice che sono intossicata forse dai farmaci per le patologie di cui soffro. Vuole togliermi tutto, anche perchè ho dovuto sospendere la pillola che usavo da anni perché mi dava emcirania e cattivo umore. Di gravidanza non se ne parla, da parte mia e questo crea comunque conflitto. Con lo psicologo stiamo affrontando dei traumi con la tecnica dei movimenti oculari, e mi ha aiutato molto con il trainig autogeno ad avere anche autostima e a raggiungere ciò che volevo in termini di giustizia anche se questo lavoro lo ho accettato perché non avevo scelta. Non so se sia il caso di cambiare psichiatra o di rivedere la cura che dice è immodificabile.
So che la mia base sono disturbi organici, ma lo stress persiste e il vomito psicogeno è una mi reazione fin a piccola a situazioni stressanti.
Forse in questo periodo si sta scaricando la tensione residua accumulata in anni e anni? I sintomi fisici li sto curando, anche se per lo stomaco il gastroenterologo dice ci non fare nuova gastroscopia perché non serve.
Mi rimane difficile lavorare dovendo fare conati al mattino in tarda mattinata a ora di pranzo e a notte fonda. Quanto c'è di organico e quando di psicosomatico?Come curare questo quadro complesso?
Premetto che dal 1994 ho stanchezza cronica, e sidrome cerviale dal 1998.Non faccio sport, ma cammino molto.
Scusate tanto per essere stata prolissa ma dovevo cercare di dare un quadro completo a chi risponderà.
Grazie.



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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
gentile utente,

scorrendo la storia delle sue terapie, premettendo che una diagnosi precisa non c'è, si rintracciano due farmaci cipralex e elopram (che poi sono analoghi), vari sintomatici di scarso rilievo, haldol che però NON è un antidepressivo, forse fu prescritto come anti-vomito (ovviamente però dipende su che diagnosi, può fare anche effetti opposti).
Direi che la cosa più sensata, nell'ipotesi che si tratti di un disturbo di somatizzazione (ma questa è solo una delle diagnosi possibili) farsi impostare una cura un pò più "vecchia", perché i farmaci per le somatizzazioni gastrointestinali, il colon irritabile e il vomito esistono da tempo. Bisogna naturalmente verificare che non vi siano controindicazioni etc.
Per quanto riguarda organico e psicosomatico, sono due termini privi di significato che non userei. Il punto in cui si trova l'origine del sintomo può essere nell'intestino o nel cervello (mai nella psiche che non è un oggetto ma la rappresentazione del funzionamento del cervello). Inoltre molte delle sue condotte fanno anche pensare alla presenza di disturbo di panico, che spesso si associa a somatizzazioni.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Egregio dottor Pacini la ringrazio della disponiblità.
cosa intende per cura un pò più 'vecchia'?
In caso lo psichiatra non intenda reimpostare la cura, cosa dovrei fare?
Ritiene che la psicoterapia che sto seguendo possa essere corretta? Pare che aiuti anche nel caso di malattie organiche nella loro gestione.
Quanto al panico effettivamente è stato diagnosticato anche se non lo ho riferito, ma pare per questo tipo associato a somatizzazioni usino solo En, che però si rivela dopo qualche mesi inefficace.
Dal primo antidepressivo, sviluppo tolleranza dopo un anno circa.
E' normale ciò?
La ringrazio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
En è un farmaco indicato a breve termine, dopo un pò perde efficacia ed è contro-indicato assumerlo per lungo tempo (c'è scritto anche). Se le hanno detto che si usa nel panico associato a somatizzazioni è falso. Gli antidepressivi non inducono tolleranza, possono perdere l'efficacia per un altro meccanismo, per questo la diagnosi è importante. Temo sia stata lacunosa.
Per farmaci vecchi intendo che le somatizzazioni si curavano ben prima dell'uscita degli SSRI, cioè anni '90, quindi non occorre buttarsi su farmaci nuovi per l'idea che sia una forma strana grave e resistente, prima di aver provato i classici.
La gestione delle malattie è un conto, la cura è un altro. Insomma, penso che i sintomi lei possibilmente non li voglia avere e voglia vivere in maniera più libera ? Questa sarebbe la cura.
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Utente
Utente
dunque En a cosa diavolo serve?
possibile che lo psichiatra stia andando a tentativi??
Quanto agli antideppressivi essi effettivamente dopo un anno non mi anno effetto più di tanto e non so per quali meccanismi. praticamente vorrei avere una vita più libera senza questi fastidi, ha raggiunto il clou del problema.
grazie ancora.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
En è un farmaco anti-ansia che si usa per periodi limitati. Nel tempo perde efficacia, ha effetti controproducenti su ansia e depressione e induce assuefazione, ovvero problemi di necessità di sospensione graduale.
Andare a tentativi non è un problema, purché si tratti di tentativi sensati. Per questo esistono le diagnosi, le indicazioni ufficiali, le linee-guida e gli articoli scientifici.
Pertanto, lei non è assolutamente in condizioni "tragiche", ha ricevuto (stando al suo racconto) alcune indicazioni "bizzarre" sul tipo di trattamenti disponibili, mentre altri tentativi (SSRI) sono stati fatti in maniera sensata con esiti tuttavia deludenti.
Quindi chieda altri pareri o riparli con il suo psichiatra.
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