Parere ansia generalizzata

Salve

sono un ragazzo di 37 anni che soffre di disturbi di ansia generalizzata da circa 6/7 anni, anche se non sempre in maniera acuta. Sono in cura da uno psichiatra e da 1 anno all incirca ho cominciato anche sessioni psicoterapeutiche.

Il mio problema e' che' la terapia farmacologica (1 compressa di zoloft al giorno) che prendevo da circa ottobre 2015 a seguito dell'ultimo evento ansioso un po' piu' acuto, una volta avermi riportato all ordine :) secondo me "copriva" un po le problematiche da dover affrontare tramite psicoterapia.

Ragione per cui dopo circa 8 mesi dall evento acuto e sotto consiglio del dottore ho sospeso lo zoloft e continuato la psicoterapia fino a oggi.

4 mesi dopo la sospensione mi trovo sempre ad avere una casistica ansiosa, pero' mi sembra un poco piu' gestibile di quanto fosse prima. Tuttavia e' ancora presente talvolta un poco frustrante.

Vorrei chiedervi un parere se questo decorso possa essere normale? Nel senso mesi dopo la sospensione si continui ad avere momenti di ansia pero' che (almeno sinora) ho gestito anche con qualche difficolta pero' senza bisogno di ritornare al farmaco?

La psicoterapeuta ritiene che almeno non ci sia un bisogno chiaro che posso continuare cosi. Comunque interpellero anche il mio dottore.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
" secondo me "copriva" un po le problematiche da dover affrontare tramite psicoterapia. "

Quindi lo scopo della terapia sarebbe quello di avere sempre dei problemi da dover affrontare con la psicoterapia ? Perché si va nell'assurdo così.

Tenicamente parlando, è una sciocchezza. Se la persona quando si cura non ritiene di dover più discutere niente, evidentemente erano problemi che sono tali sono in fase di sintomaticità. Non è che le copre la terapia farmacologica, elimina il problema.
La psicoterapia non serve a risolvere cose che invece il farmaco copre, questa è un'idea che è fonte di equivoci e pasticci.
Nessuno impone che, se una persona sta ben con un trattamento, debba per forza associarne un altro, addirittura poi star male di nuovo per poterlo associare...

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Grazie dottore. Forse mi sono spiegato male. Con la terapia farmacologica utilissima tra l altro a ristabilirmi ero arrivato una fase che Non riuscivo a rivivere quei conflitti e problematiche mentali ancora presenti e probablimente da risolvere con psicoterapia e legati a convinzioni sul mondo sul lavoro su me stesso che sono le cause di ansia. personalmente ho capito che devo avere esperienza delle ragioni e conflitto mentali che portano alla mia ansia per poterle decifrare e risolverle. Comunque continuo con psicoterapia e vedrò se ci saranno cambiamenti, decisamente ho una sensazione di poter gestire l ansia che prima non avevo
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Siamo veramente nell'assurdo. Tenere i sintomi di una malattia per poterci lavorare sopra. Il tutto senza alcuna evidenza di successo, né di esistenza di cause.
Se il disturbo produce dei pensieri, o li amplifica, e la terapia li riduce, o li abolisce, non vedo il punto. Lei non li ha e la cosa è risolta.
Ora deve gestire pensieri che prima non aveva, a me pare poco sensato.

Ma di quali pensieri esattamente si tratta ?
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Utente
Utente
faccio un passo indetro. In diverse circostanze tra 6/7 anni a questa parte ho trattatoi sintomi dell'ansia e la paura dell ansia stessa con lo zoloft 1 compressa al giorno. alla sua sospensione ( tutto seguito da dottore) i sintomi riapparivano.

Ho affiancato ultimamente un percorso psicoterapeutico per i sintomi dell'ansia (fiato corto etc) ed i pensieri ansiogeni quali scarsa fiducia in alcuni ambiti personali, problemi al lavoro etc.

quello che esponevo e' che da 4 mesi la sintomatologia e' apparsa ma in modi molto piu' ridimensionato di prima , tanto che aparte alcuni giorni, mi consentono di svolgere una vita totalmente regolare in tutti i sensi. Penso sia in parte dovuto al mio modo di rapportarmi al sintomo ansioso ( non ne ho piu paura, lo contestualizzo, etc). Quanto ai pensieri ansiogeni alcuni sono andati via grazie alla terapia altri ci sto lavorando.

l'unico problema che ho con l assunzione del farmaco e' che molti di questi pensieri o convinzioni che causano ansia spariscono nel giro di nemmeno 2 mesi, che in se non sarebbe un problema in se, pero' non riesco a risolvere questi conflitti dal un punto di vista psicologico. Infatti alla sospensione del farmaco questi ritornano.

Capisco dal suo intervento che in casi in generale come questi sarebbe comunque consigliato riassumere il farmaco per trattare il sintomo, anche per quanto ridimensionato, continuando la psicoterapia.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Non si capisce chi abbia stabilito che esista un punto di vista psicologico che sia diverso dal disturbo in sé.
Lei manda via i sintomi, però non li "risolve" perché le cause non sono risolte: a che livello ? Perché quel che accade è che si cura e migliora, come si prevede che sia.
L'assunto per cui c'è un livello profondo a cui le cose rimangono irrisolte è già di per sé gratuito, inverificato, e anche concettualmente poco chiaro.
Ma si arriva all'assurdo quando per risolvere ciò che secondo una teoria non chiara ci sarebbe ancora (però la persona sta bene comunque) si devono far ricomparire i sintomi, cioè far riaggravare il disturbo.

Io non vedo in questo un ragionamento terapeutico.
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Utente
Utente
Quindi alla luce di cio' che ho esposto ritiene che questa comparsa di sintomatologia piu' blanda venga piu' vista come fatto che psicoterapia e tecniche varie di rilassamento non siano abbastanza per risolvere sintomi e disturbo ed andrebbe riaffiancato nuovamente il farmaco?

inbuddiamente non mi aspetto certamente che le tecniche psicoterapeutiche da sole risolvano il disturbo in maniera immediata e per cio' che concerne la sintomatologia.




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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Non mi esprimo su cosa fare nel suo caso, mi riferisco in generale a questo tipo di ragionamenti, che sono dei "Luoghi comuni" di contrapposizione tra tecniche psicologiche e farmacologiche, con il risultato che si sceglie di sospendere la cura efficace e ci si imbarca in percorsi tanto "profondi" che alla fine coincidono con delle semplici ricadute.
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