Disturbo paranoide e comportamento

Buongiorno.
Sono fidanzata con un uomo che soffre di disturbo paranoide, il quale lo spinge, ovviamente, ad avere paranoie gigantesche e molto invalidanti (legate a miei possibili tradimenti o ad ex relazioni, a complotti nei suoi confronti da parte mia e della mia famiglia, a miei bugie non dette o ad una mia propensione alla bugia patologica) in quanto non gli permettono di "vivere liberamente", di pensare o portare a termine qualcosa durante l'arco della giornata.
Gli episodi presentati lo rendono inoltre nervoso, collerico, con umore depresso, silenzioso ed insensibile nei confronti di tutti.
Io, convivendoci, ci ho fatto una sorta di "callo" e quando queste paranoie si presentano (sempre in mia assenza, mai quando siamo fisicamente vicini) cerco di metterci tutto l'amore del mondo nel parlargli, in quanto credo occorra un linguaggio estremamente dolce, comprensivo, materno, pieno di cura e d'amore, in grado di rassicurarlo ma allo stesso tempo fermo, perchè possa capire dove sbaglia e dove non c'è, nella sua paranoia, collegamento con la realtà oggettiva.
Credo che il concetto di dolcezza e pazienza qui sia centrale e non transigibile.
Secondo voi come dovrei affrontare queste situazioni?

Vi ringrazio!
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Il signore in questione si cura per il suo disturbo? È stato effettivamente diagnosticato?

Dr. F. S. Ruggiero

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Utente
Utente
È stato effettivamente diagnosticato ma ha smesso di prendere farmaci perchè gli effetti indesiderati (calo della libido, inappetenza, apatia, distorsione della vista, vertigini, forti tremori, spasmi muscolari ed altri..) erano ben più forti della cura farmacologica.
In ogni caso, i farmaci che prendeva (trilafon l'ultimo, ora gli hanno prescritto il depakin chrono per l'umore) doveva assumerli in sovradosaggio già dopo 1 settimana e mezza circa, in quanto la sola pastiglia si vedeva chiaramente non fargli più effetto; questa situazione era per lui frustrante e motivo di forte, per cui ha scelto di lasciare i farmaci per non "annullarsi" al di sotto di essi.
Senza farmaci lo vedo migliorato quando siamo insieme e quando è da solo, ma appunto, quando è solo adesso la situazione precipita.
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