Ciclotimia e disturbo bipolare 2
Buonasera,
La mia è una domanda piuttosto tenica.
Che probabilità c'è che una ciclotimia si trasformi in disturbo bipolare 2?
Se il rischio è reale, in genere quanto tempo ci impiega? C'è una correlazione con l'età?
Quali sono le principali caratteristiche che si notano?
Il rischio è diverso tra un'assenza totale di terapia e una terapia non ancora ben bilanciata?
Vi ringrazio.
La mia è una domanda piuttosto tenica.
Che probabilità c'è che una ciclotimia si trasformi in disturbo bipolare 2?
Se il rischio è reale, in genere quanto tempo ci impiega? C'è una correlazione con l'età?
Quali sono le principali caratteristiche che si notano?
Il rischio è diverso tra un'assenza totale di terapia e una terapia non ancora ben bilanciata?
Vi ringrazio.
[#1]
Deve contestualizzare la richiesta alla sua situazione.
Le statistiche esulano dalle richieste.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
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Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Salve, quando si parla di ciclotimia si parla in genere di un temperamento, non di un disturbo, mentre il disturbo bipolare tipo due è una sindrome diversa,con caratteristiche ben precise e necessità nella maggior parte di cure. Il disturbo bipolare non è l'evoluzione della ciclotimia, una persona ciclotimica non è detto sia anche bipolare, sono due entità separate che talvolta possono coesistere.. è come dire che essere ciclotimici è un aspetto personologico"caratteriale" anche se il termine non è corretto, ma per farmi capire. Sebbene anche la ciclotimia in certi soggetti può portare ad un alterato funzionamento lavorativo e sociale, dipende dalla gravità del caso, in genere non richiede particolari interventi terapeutici.
Dr.ssa irene pergentini
[#3]
Utente
Buonasera,
Vi ringrazio per le risposte e proverò ad essere un po' più chiara:
Sono ciclotimica, ma non penso che qualcuno lo abbia mai inteso come temperamento, perché il disturbo è caratterizzato da lievi e brevi periodi di iperattività e da un po' meno brevi e un po' meno lievi (purtroppo) periodi depressivi. L'alternanza è piuttosto rapida (a volte pochi giorni, anche se i periodi depressivi durano a volte diverse settimane), ma per la gran parte dell'anno non ho sbalzi di umore.
Immagino che se fosse un temperamento sarebbe una costante.
Non ho problemi lavorativi e sociali, se non altro perché ho una chiara idea di normalità e quindi so come devo comportarmi per attenermi allo standard (quindi i sintomi sono effettivamente lievi a sufficienza per essere contrastabili, anche se solo apparentemente). Ma ne risento a livello di qualità di vita poiché faccio o non faccio le cose come autoimposozione (anche quelle che normalmente sarebbero piacevoli). Oltretutto poi arrivo al punto di non sopportare più nulla.
Nessuno mi ha detto che potrei peggiorare, ma non mi è mai stato nemmeno negato, però da quando sono comparsi i primi malesseri intorno ai 16 anni (che collego al disturbo retroattivamente, lì mi accusavo di essere solo svogliata) ad adesso un peggioramento c'è stato. E notevole. Oltretutto non mi ricordo di periodi di iperattività in quel periodo. Le cose sono iniziate un po'in sordina.
Quindi credo che un peggioramento ulteriore possa non essere improbabile.
Quindi ripropongo le mie domande:
In un contesto del genere tale dubbio è fuori luogo? Il rischio potrebbe esserci?
Come potrei accorgermene? C'è un segnale?
Eventuali terapie stabilizzanti riducono il rischio? Se sì, solo se si raggiunge un buon bilanciamento o pure anche se la terapia non è performante?
Grazie ancora
Vi ringrazio per le risposte e proverò ad essere un po' più chiara:
Sono ciclotimica, ma non penso che qualcuno lo abbia mai inteso come temperamento, perché il disturbo è caratterizzato da lievi e brevi periodi di iperattività e da un po' meno brevi e un po' meno lievi (purtroppo) periodi depressivi. L'alternanza è piuttosto rapida (a volte pochi giorni, anche se i periodi depressivi durano a volte diverse settimane), ma per la gran parte dell'anno non ho sbalzi di umore.
Immagino che se fosse un temperamento sarebbe una costante.
Non ho problemi lavorativi e sociali, se non altro perché ho una chiara idea di normalità e quindi so come devo comportarmi per attenermi allo standard (quindi i sintomi sono effettivamente lievi a sufficienza per essere contrastabili, anche se solo apparentemente). Ma ne risento a livello di qualità di vita poiché faccio o non faccio le cose come autoimposozione (anche quelle che normalmente sarebbero piacevoli). Oltretutto poi arrivo al punto di non sopportare più nulla.
Nessuno mi ha detto che potrei peggiorare, ma non mi è mai stato nemmeno negato, però da quando sono comparsi i primi malesseri intorno ai 16 anni (che collego al disturbo retroattivamente, lì mi accusavo di essere solo svogliata) ad adesso un peggioramento c'è stato. E notevole. Oltretutto non mi ricordo di periodi di iperattività in quel periodo. Le cose sono iniziate un po'in sordina.
Quindi credo che un peggioramento ulteriore possa non essere improbabile.
Quindi ripropongo le mie domande:
In un contesto del genere tale dubbio è fuori luogo? Il rischio potrebbe esserci?
Come potrei accorgermene? C'è un segnale?
Eventuali terapie stabilizzanti riducono il rischio? Se sì, solo se si raggiunge un buon bilanciamento o pure anche se la terapia non è performante?
Grazie ancora
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.1k visite dal 06/11/2016.
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