Deluso da una diagnosi/cura
Gentili dottori
Ho 37 anni. Sono sempre stato attivo, vitale, positivo anche se durante la mia gioventù ho fatto alcuni errori che mi hanno portato a trovarmi, oggi, in una situazione di precarietà lavorativa e generale. Situazione che, tuttavia, condivido con tantissimi altri miei coetanei.
Ho un po' di ansia generalizzata, è vero. Ho iniziato ad avvertirla dopo i trent'anni. Mia madre è molto ansiosa, io avrò ereditato da lei questo lato del carattere.
Un anno fa, e oggi posso dirlo con certezza "a causa di alcuni problemi prettamente esistenziali", ho fatto l'errore di rivolgermi a tanti specialisti alla ricerca di una soluzione. Il mio disturbo era la nicturia che generava insonnia, o l'insonnia che generava nicturia. Son passato dal medico curante al gastroenterologo all'urologo e poi, infine, dallo psichiatra. Uno psichiatra molto conosciuto e stimato nella mia città e non solo.
Dopo un primo incontro di venti minuti, durante il quale non ha resistito ad utilizzare lo smatphone, mi ha diagnosticato con disinvoltura e leggerezza il "disturbo bipolare". Mi ha prescritto varie medicine tra cui xanax, olanzapina e trittico e mi ha dato appuntamento ad un mese dopo. Con altrettanta leggerezza io mi sono rifiutato di prendere quelle medicine ed ho continuato a non dormire. Pensavo di farcela da solo. Un mese e mezzo dopo sono tornato da lui, anzi è meglio dire che mi sono consegnato a lui. Dal giorno successivo ho iniziato la cura: Citalopram 15 gocce la mattina, olanzapina 0,5 e xanax 0,5 la sera.
Il mio problema esistenziale non è sparito, naturalmente, poichè non potrebbero mai essere i farmaci a risolverlo. Però ho 5kg in più.
Mi chiedo, quindi, se sia stato indispensabile assumere degli psicofarmaci pur non manifestando alcun sintomo che potesse essere ricondotto ad un problema psichiatrico.
Ho letto in rete tante cose brutte sull'olanzapina ed anche se so bene che internet può essere un eccellente presidio di stupidità, devo ammettere che mi è venuta un po' di paura.
Sono deluso e amareggiato, con la pancia (mai avuta) e con la consapevolezza che la vita va affrontata senza scorciatoie ed io, probabilmente, ho sbagliato nel non identificare la mia insonnia come una fase passeggera ma mi sono ostinato a voler trovare una soluzione immediata e a tutti i costi.
Mi scuso per lo sfogo
Ho 37 anni. Sono sempre stato attivo, vitale, positivo anche se durante la mia gioventù ho fatto alcuni errori che mi hanno portato a trovarmi, oggi, in una situazione di precarietà lavorativa e generale. Situazione che, tuttavia, condivido con tantissimi altri miei coetanei.
Ho un po' di ansia generalizzata, è vero. Ho iniziato ad avvertirla dopo i trent'anni. Mia madre è molto ansiosa, io avrò ereditato da lei questo lato del carattere.
Un anno fa, e oggi posso dirlo con certezza "a causa di alcuni problemi prettamente esistenziali", ho fatto l'errore di rivolgermi a tanti specialisti alla ricerca di una soluzione. Il mio disturbo era la nicturia che generava insonnia, o l'insonnia che generava nicturia. Son passato dal medico curante al gastroenterologo all'urologo e poi, infine, dallo psichiatra. Uno psichiatra molto conosciuto e stimato nella mia città e non solo.
Dopo un primo incontro di venti minuti, durante il quale non ha resistito ad utilizzare lo smatphone, mi ha diagnosticato con disinvoltura e leggerezza il "disturbo bipolare". Mi ha prescritto varie medicine tra cui xanax, olanzapina e trittico e mi ha dato appuntamento ad un mese dopo. Con altrettanta leggerezza io mi sono rifiutato di prendere quelle medicine ed ho continuato a non dormire. Pensavo di farcela da solo. Un mese e mezzo dopo sono tornato da lui, anzi è meglio dire che mi sono consegnato a lui. Dal giorno successivo ho iniziato la cura: Citalopram 15 gocce la mattina, olanzapina 0,5 e xanax 0,5 la sera.
Il mio problema esistenziale non è sparito, naturalmente, poichè non potrebbero mai essere i farmaci a risolverlo. Però ho 5kg in più.
Mi chiedo, quindi, se sia stato indispensabile assumere degli psicofarmaci pur non manifestando alcun sintomo che potesse essere ricondotto ad un problema psichiatrico.
Ho letto in rete tante cose brutte sull'olanzapina ed anche se so bene che internet può essere un eccellente presidio di stupidità, devo ammettere che mi è venuta un po' di paura.
Sono deluso e amareggiato, con la pancia (mai avuta) e con la consapevolezza che la vita va affrontata senza scorciatoie ed io, probabilmente, ho sbagliato nel non identificare la mia insonnia come una fase passeggera ma mi sono ostinato a voler trovare una soluzione immediata e a tutti i costi.
Mi scuso per lo sfogo
[#1]
Ha una domanda da porre?
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Assumo:
- olanzapina 2,5mg alla sera da 8 mesi
- xanax da 0,5mg alla sera da 8 mesi
- citalopram 15 gocce alla mattina da due mesi (compreso l'inizio graduale)
Crede che l'interruzione graduale che sto portando avanti sia prematura? O che gli effetti collaterali possano protrarsi a lungo? O che, sussistendo i problemi esistenziali nella mia vita, sia indispensabile assumere psicofarmaci per poterli affrontare?
Grazie e mi scuso per la lungaggine.
- olanzapina 2,5mg alla sera da 8 mesi
- xanax da 0,5mg alla sera da 8 mesi
- citalopram 15 gocce alla mattina da due mesi (compreso l'inizio graduale)
Crede che l'interruzione graduale che sto portando avanti sia prematura? O che gli effetti collaterali possano protrarsi a lungo? O che, sussistendo i problemi esistenziali nella mia vita, sia indispensabile assumere psicofarmaci per poterli affrontare?
Grazie e mi scuso per la lungaggine.
[#3]
Un problema "esistenziale" non può essere di motivo di trattamento farmacologico.
Una terapia farmacologica deve essere fatta su sintomi e su una diagnosi precisa.
Probabilmente, c'è confusione tra questi ultimi aspetti che andrebbero chiariti prima di considerare la sospensione del trattamento se effettivamente prescritto per dei disturbi.
Una terapia farmacologica deve essere fatta su sintomi e su una diagnosi precisa.
Probabilmente, c'è confusione tra questi ultimi aspetti che andrebbero chiariti prima di considerare la sospensione del trattamento se effettivamente prescritto per dei disturbi.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.8k visite dal 05/11/2016.
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