Pressione, frequenza cardiaca, ansia

Buongiorno,
premetto che non sono una fumatrice, che non bevo alcolici, bevo un unico caffè al giorno, sono normopeso, ma che sono una persona molto emotiva, sensibile e soffro di ansia. Sono in terapia da uno psicoterapeuta e ho fatto anche una terapia farmacologica (tra cui alprazolam) a causa di alcuni attacchi di panico. Ho attraversato un lungo periodo di benessere, ma nelle ultime settimane, a causa di qualche problema in famiglia di carattere legale e un po' di disturbi di salute di mio marito (niente di grave), mi sono agitata molto. Di solito io somatizzo a livello gastrico, ma questa volta ho iniziato ad avvertire (circa 5 gg fa) una sensazione di "fame di aria", ovvero il bisogno di fare ampi respiri e buttare poi fuori l'aria. Di notte riposo bene, quindi non ho disturbi di questo tipo. Se poi mi distraggo, non ne avverto la necessità. Non si tratta di affanno o fiatone, ma soltanto di bisogno di fare respiri profondi. Mi era già successo in passato, quindi ho avuto il dubbio che fosse una questione legata all'ansia. Per scrupolo però mi sono recata dalla mia dottoressa. Mi ha misurato la pressione (70/105, la mia pressione si attesta sempre intorno a questi valori, a volte anche 60/100), auscultato cuore e polmoni e non ha avvertito nulla di anomalo. Mi ha detto che la frequenza cardiaca era un po' alta (non mi ha detto quanto), di certo perchè ero agitata e perchè la pressione su livelli bassi tende ad aumentare la frequenza. Ho fatto elettrocardiogramma ed ecocardiogramma a marzo, analisi del sangue a fine febbraio. Tutto perfetto. Nelle occasioni di 3/4 attacchi di panico avuti negli anni passati che mi hanno condotto al PS, la frequenza era sempre intorno ai 100 battiti. La pressione 70/110. Mi ha quindi consigliato di stare tranquilla perchè a livello organico non c'è nulla che non vada e di prendere qualche goccia di alprazolam per qualche giorno, in modo da tranquillarmi e lasciar passare questo periodo più complicato.
In effetti con la prima dose di Alprazolam è passata la fame di aria.
Lei cosa ne pensa? Posso stare tranquilla nonostante questi saltuari episodi di frequenza un po' alta?
La dottoressa non vede motivo di ripetere le analisi del sangue adesso (emoglobina, ferro e tiroide a marzo erano perfetti).
Aggiungo che faccio vita piuttosto sedentaria, nel senso che non faccio attività sportiva e lavoro in ufficio.

Ringrazio per la cortesia.
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Dr. Maurizio Cecchini Cardiologo 112.7k 3.7k
Gentile Signora, i sintomi che lei riferisce sono propri dell'attacco di panico.
L'alprazolam può' tamponare alcuni sintomi, ma occorrono altri farmaci per curare il DAP e sono di pertinenza psichiatrica.
Per questo le sposto il suo post in quell'area.

Cordialità'

cecchini

Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

A parte l'alprazolam, in cosa consiste la terapia antipanico ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Ringrazio il Dott Cecchini per la risposta.
Dott Pacini, sono stata in cura tempo fa con daparox e all'inizio con alprazolam, ma attualmente non stavo prendendo nulla. Sto continuando invece la terapia psicologica. Il mio è stato definito come DAG (con due episodi di attacchi di panico in un anno), con lieve depressione post Partum (sia dopo la prima che seconda gravidanza). Ho due bimbi di 5 anni e 13 mesi. La situazione è cambiata e nettamente migliorata, soprattutto per lo stato di depressione (da cui sono uscita) e per gli attacchi di panico, che non si sono più presentati. In questa settimana invece si è ripresentato uno stato di ansia, legato ad episodi ben precisi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Ha una terapia passata di riferimento, un secondo episodio, con una lieve depressione post-partum compatibile con quella diagnosi, per cui val la pena di valutare la ripresa della cura.
Al di là della gravidanza, quella diagnosi prevede un decorso fluttuante, o ricadute anche dopo periodi di benessere (peraltro in gravidanza spesso si ha un miglioramento spontaneo).

Si consulti con lo psichiatra e così prenderete una decisione.
[#5]
Utente
Utente
Quando le dicevo che la situazione è cambiata e migliorata non mi riferivo in confronto alla prima gravidanza ma proprio negli ultimi mesi. Speravo che il supporto psicoterapico fosse sufficiente. Speravo di stare bene lavorando su me stessa o sulle reazioni agli avvenimenti esterni...insomma senza fare di nuovo ricorso a farmaci. So che non è sempre possibile...
Ogni volta mi sorprendo che un mio sintomo fisico (problemi di stomaco, tachicardia, ECC) alla fine siano sempre causati dalla mia maledetta ansia. Il sospetto che ci possa essere un disturbo organico viene sempre smentita (per fortuna mi viene da dire), e torno sempre a dover "combattere" questo nemico che sto cercando di accettare come compagno di viaggio.
Chiederò di certo un consulto allo specialista.
Grazie di cuore per la risposta.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Il farmaco è un modo di lavorare su se stessi. Altrimenti significa controllare i sintomi, il che non ha senso. I sintomi si subiscono.
I meccanismi che li producono sono per lo più automatici. Non deve accettare come compagno di viaggio qualcosa che può invece allontanare.
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Utente
Utente
C'è spesso la paura (non credo di essere l'unica) di dover poi far ricorso a questi farmaci più volte nella vita... so che a differenza delle benzodiazepine non dovrebbero creare dipendenza...ma a volte è più una suggestione che altro.
Grazie ancora
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

A parte la paura, ma se uno deve far ricorso a una terapia più volte significa che è dipendente dalla cura ? Significa che ha una malattia.

Per questo dicevo che sono i presupposti con cui si ragiona sulle malattie psichiatriche che sono diversi, e fanno poi arrivare a dei ragionamenti assurdi tipo questo.
Secondo questo ragionamento o una terapia eradica, o si è dipendenti. E per giunta, non dipendenti dalla malattia, e dalla cura come strumento per star bene,... no, dipendenti dalla cura, perché se non la si fosse presa non si avrebbe poi bisogno di riprenderla..un ragionamento totalmente sballato.
[#9]
Utente
Utente
Capisco e condivido perfettamente il suo ragionamento e infatti mi rivolgerò nuovamente allo specialista. Come lei ben sa, la paura fa parte di chi ha disturbi di ansia...e quindi anche il fare ricorso a una terapia importante e doverosa, può generare qualche apprensione. Se così non fosse, forse non saremmo qui a parlarne. A volte si ha soltanto bisogno di essere ben rassicurati sull'importanza di una terapia, dei suoi benefici, degli effetti collaterali (che all'inizio per me furono tanti), del fatto che serva o non serva un sostegno psicoterapico, ecc. Perché ahimè come talvolta accade in medicina, se ci si rivolge a tre medici diversi, si sentono tre pareri e tre terapie diverse. E questo genera confusione. Il mio medico di base e lo psichiatra ad esempio non concordavano sulla terapia...soltanto per farle un esempio.
La ringrazio per i chiarimenti.
[#10]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Lei riportava una terapia con daparox per una diagnosi di dag, il che torna. Su cosa dissentivano i medici ?
[#11]
Utente
Utente
Il medico di base avrebbe provato a fare prima un tentativo con alprazolam per un mese e vedere come andava, per far passare il periodo di disagio e di stress da più agenti esterni. Mio marito aveva e ha ancora un indagine penale in corso, ha rischiato gli arresti domiciliari (nonostante l'assoluta innocenza, è un ingegnere e insieme ai suoi colleghi sono accusati di abuso edilizio e altro). In più era deceduto mio padre per tumore cerebrale in soli 40 giorni. L'azienda nella quale lavoro ha subito l'arresto di una decina di dirigenti, cassa integrazione, mobilità... Insomma, non è stato un periodo semplice. Dopo la gravidanza sono crollata.
In primis ho scaricato ansia e preoccupazioni sullo stomaco (come accade da anni). Ho fatto mille accertamenti, ho un po' di reflusso ed ernia iatale, ma il problema è che Il mio gastroenterologo di fiducia (dopo averne cambiati un paio...) dice che lo stomaco è il mio organo bersaglio. Dopo avermi prescritto levopraid (che però mi causava ritardi nel ciclo) mi consiglio il laroxyl. Il medico di base e lo psichiatra dissentirono. Insomma, sarò sfortunata con i medici però a me hanno creato molta confusione!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Lo psichiatra mi pare abbia fatto la prescrizione più mirata. L'alprazolam è un farmaco temporaneo, era stato concepito come tale, ma non c'entra nulla col fatto che ci siano cause esterne. Se i sintomi procedono per un periodo sono indicate altri tipi di cure.
Il gastroenterologo ha prescritto una cura mirata sui sintomi gastrointestinali, ma lo è anche la paroxetina, se l'idea è quella dei sintomi somatici associati all'ansia.
La diagnosi psichiatrica riassume tutto ciò e la cura è indicata, quindi direi che la prescrizione psichiatrica alla fine sia la più specifica.
[#13]
Utente
Utente
Grazie per la chiarezza che è riuscito a fare. La ringrazio nuovamente per la cortesia e la disponibilità.
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