Disturbi d'ansia ossessivi - compulsivi

Gentili dottori, sono un ragazzo di 23 anni e da ormai 2 anni sono in cura da un'analista:
Io soffro di ciò che viene definito disturbo d'ansia ossessivo compulsivo, con manifestazioni di ipocondria incontrollabile ed invalidante, seguita da somatizzazioni di malattie, che oserei definire quantomeno esotiche.
Iniziai con un periodo di 7 mesi, dove costantemente per tutto il giorno ho sofferto di dispnea, terribile, perché mi ero convinto di avere un tumore ai polmoni e una bronchite cronica. Con l'analisi e con l'arrivo delle vacanze estive il disagio è passato.
E' però da qualche mese che sto ricascando in questo vortice, complici alcuni insuccessi universitari, difficoltà amorose e una dieta debilitante (ho perso 20 Kg in 10 mesi). Ad oggi dopo essermi diagnosticato un tumore ai testicoli, un tumore alla prostata, un tumore dei linfonodi, sono giunto alla conclusione di avere la sclerosi multipla: questo perché ho paura di fare la pipì, e ovviamente più ci penso e più mi scappa (oltretutto il numero delle mie minzioni giornaliere, tranquillamente trattenibili, è di 6/7 al massimo 8 al giorno, quando di norma ne facevo 5 (ho sempre bevuto e urinato abbastanza).
Questa ossessione dice la mia analista, deriva da una mia incapacità di affrontare la vita da solo (sono figlio unico, con genitori iperprotettivi, che anche se mi hanno spronato a rapportarmi con gli altri, mi hanno amato alla follia), e dall'incapacità di affrontare le frustrazioni che la vita reale ci porge.
L'unica mia fortuna era che tali manifestazioni ansiogene tendevano a sparire se ero in compagnia di amici, ma ahimè anche questo jolly sembra stia scomparendo. Inizio ad alzarmi anche di notte, il sonno è interrotto e spesso (in questo periodo) sento l'urgenza di urinare anche nottetempo.
Ma si può avere paura di fare la pipì? E' un pensiero fisso, angosciante e appena la faccio penso "oddio chissà fra quanto mi scapperà ancora"..
La mia domanda a tal punto è: sono veramente malato di sclerosi, o devo preoccuparmi perché sto entrando in una crisi depressiva? Purtroppo temo che l'analisi non mi basti più, e temo che lo creda anche la mia dottoressa..
Cosa devo fare?
Faccio davvero fatica a vivere così: mi vergogno a parlarne con i miei genitori e con i miei amici; perdo tempo, al posto di studiare per il mio esame sono qui a scrivere su un sito di medicina.. Ma non riesco a farne a meno.. E intanto penso che di sicuro mi scappa la pipì..
Grazie della pazienza
Cordialmente
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,
i sintomi che lei descrive ricordano effettivamente un DOC, anche se con alcune riserve per la presenza di questa intermittenza, forse stagionale, dei sintomi.

"Questa ossessione dice la mia analista, deriva da una mia incapacità di affrontare la vita da solo (sono figlio unico, con genitori iperprotettivi, che anche se mi hanno spronato a rapportarmi con gli altri, mi hanno amato alla follia), e dall'incapacità di affrontare le frustrazioni che la vita reale ci porge"

Questa appunto sarà l'interpretazione della sua analista, mentre la medicina dice tutt'altro e non individua meccanismi di questo tipo alla base del DOC. Se mai è vero l'inverso, chi ha il DOC sviluppa uno stile di vita timoroso e introverso, suo malgrado, o perché nella persnoalità vi sono comunque tratti benigni di tipo ossessivo.

Il DOC ha una terapia con precisi standard di riferimento, sia farmacologica che psicoterapica (non analitica però). Tenga poi presente che con le sollecitazioni "interpretative" della psicoanalisi alcune forme di DOC possono peggiorare, perché si istillano dubbi o verità di appoggio che la persona usa come stampelle per trovare un senso ai propri sintomi, ma che in realtà abbassano l'autostima o peggiorano i rapporti con gli altri. La capacità di oggettivizzazione dei sintomi può nel tempo peggiorare per questo meccanismo analitico inserito in un cervello ossessivo.

Lei non è stato indirizzato verso terapie specifiche per il DOC ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Utente
Utente
In realtà la mia analista è restia, all'utilizzo di antidepressivi, anche se mi ha detto che ne esistono di terza generazione che possono aiutarmi senza infliggermi particolari dipendenze.
Lei ha solo menzionato in via ipotetica il DOC come mia possibile patologia, ma probabilmente nella mia testa io me ne sono subito appropriato.. Sbagliando.
Secondo lei, cosa dovrei fare. Proprio oggi ho una seduta, e detto sinceramente, io ne sento il bisogno di andare. La mia dottoressa mi tranquillizza, mi riporta in un certo senso sui binari giusti.
Secondo lei dottore quale potrebbe essere la mia patologia? Una lieve depressione, o solamente un'ansia generalizzata con picchi acuti?
E nei momenti di panico ossessivo (ad esempio, mi sono fatto prescrivere da un medico non il mio curante che mi conosce e sa sella mia ansia, un'ecografia perché sentivo una piccola pallina nel collo. L'ecografista mi ha detto che avendo 23 anni come normale che sia ho dei linfonodi reattivi.. Risultato: ho iniziato a massacrarmi letteralmente il collo, spingendo, tastando, alla ricerca dei linfoodi finche non mi si sono infiammati e mi hanno causato un dolore diffuso, per una settimana che solo in questi giorni migliora). Il problema per me serio e che io appena "guarisco" da una malattia, me ne invento subito un'altra.. Non sono mai tranquillo e sereno..
Mi dia un consiglio la prego..
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