Strana depressione, allergia, prurito
Salve, mi scuso in anticipo per la lunghezza del messaggio, ma voglio essere il più completo possibile.
E' davvero difficile introdurre ma anche spiegare bene la mia storia, posso dire che ho 24 anni e che molti sintomi che mi assillano ricordo di averli avuti fin dai tempi delle elementari/medie. I sintomi principali sono la mia dannatissima depressione e un fastidiosissimo prurito al cuoio capelluto. Ma andiamo per gradi.
Da piccolo il sintomo che più mi assillava era l'insonnia, ricordo molto bene che spesso non riuscivo ad addormentarmi e non capitava raramente che specie in estate stavo sveglio tutta la notte e mi addormentavo l'indomani mattina, ricordo molto bene che fin da allora era una situazione frustrante. Non ricordo sinceramente la data dell'esordio di questo sintomo, ma sicuramente molto presto, come riferimento posso prendere la fine delle elementari/inizio delle medie, quindi attorno ai 10-11 anni, o giù di lì.
A questa situazione (credo che in ordine cronologico sia un sintomo successivo) si affiancava un prurito al cuoio capelluto che mi costringeva a fare spessissimo lo shampoo (quasi tutti i giorni) perchè il prurito era tale che sopportarlo era impossibile, prurito che cominciava dopo anche lievi "strofinamenti" del cuoio capelluto, la cute infatti era (ed è) sensibilissima, la cosa positiva e che dopo uno shampoo la situazione calma abbastanza ed è l'unica nota positiva ma forse anche il motivo per cui negli anni ho sottovalutato questa situazione, pensando potesse risolversi da se, e invece...
Un altro sintomo di questo periodo (ma forse anche da prima, ho ricordi molto frammentari) è rappresentato dai tic nervosi, dal classico tic all'occhio a tic molto più strani, ricordo che venivo preso in giro da un cugino perchè dice che ero solito dire "tre, tre, tre" forse davanti alla tv o non so in quale occasione... un altro ricordo di tic nervoso ricordo fosse quello di toccare per "tre volte" un oggetto"... ma quest'ultimo può anche essere successivo.
Faccio presente che la mia situazione familiare non era delle più facili, non ho avuto un'infanzia molto "semplice", ma nemmeno dei cattivi genitori (inesperti sicuramente, erano molto giovani, quando sono nato mio padre aveva 20 anni), a causa di problemi economici e non ricordo bene cos'altro, ricordo
solo un eccessivo nervosismo da parte di mio padre che mi ha portato col tempo praticamente ad escluderlo dalla mia vita, ma non mi ha mai picchiato (in
maniera esagerata almeno, non più che altri genitori insomma) o chissà cos'altro... direi più una situazione "Kafkiana" (mi ritrovo molto nelle "Lettere al padre", più nell'esito che nei contenuti).
Da qui le cose vanno avanti, o meglio si trascinano, per anni, senza profondi cambiamenti nella sintomatica, se non per l'aggravarsi dei tic nervosi, della
paranoie (eccessiva gelosia verso la mia ragazza), ansia e fenomeni ossessivo-compulsivi (dei veri e propri riti) e dalla consolidazione di una forma (credo
atipica) di depressione. Circa 2 anni e mezzo fa mi reco da uno Psichiatra, più per caso nonostante volessi andarci già da prima (non so perchè non l'ho
fatto prima infatti), questo può sembrare strano ma spiegarne il motivo significherebbe aprire una parentesi infinita, posso sintetizzare dicendo che la visita era prenotata per la mia ragazza (anche lei ha qualche disturbo, ora in nettissimo miglioramento) ed essendosi rifiutata proprio lì davanti, ho deciso sul momento di "sfruttare" l'occasione.
Da qui comincia una terapia farmacologica di circa 2 anni con un antipsicotico, un antidepressivo (sertralina) e un ansiolitico.
Il tutto era incentrato essenzialmente sulla forma "ossessivo-compulsiva" dei miei disturbi, che però erano in fase calante, fatto sta che o grazie a questa
o meno, tutti i tic e i fenomeni ossessivo-compulsivi sono spariti. Un altro aspetto era la mia depressione, questa invece, mai intaccata.
Cerco di approfondire questo aspetto: non è la classica depressione che si vede nei film o di cui si sente parlare, non sono sempre giù di morale, come se avessi subito un lutto, non sono sempre triste insomma, più che altro il mio umore cambia in maniera repentina. Un altro aspetto è che mi sento come senza forze, demotivato. Cerco di farmi capire con degli esempi.
Ho una grande passione per la musica e per quello che studio all'università, però per entrambe le cose (quindi sia la prima che dovrebbe essere un hobby che per la seconda che dovrebbe essere un dovere ma è anche un piacere) spesso mi ritrovo a non avere la forza "mentale" per intraprenderle. Nel senso che vorrei farlo, ma mi manca la forza di farlo, la spinta. In tutto questo aggiungo un fatto singolare: quando riesco a studiare, riesco a farlo a letto, disteso e quasi mai seduto alla scrivania, perchè già sedermi alla scrivania mi comporta uno sforzo psico-fisico maggiore.
Da questo si potrebbe pensare che io sia "eccessivamente stanco" e invece non è così: non mi risparmio mai di camminare, non prendo mai l'ascensore, non mi
sento mai "stanco" per davvero, sembra quasi che mi senta "stanco" solo quando debba fare quello che "vorrei fare ma non riesco". Immagino sia difficile da
comprendere, purtroppo è una sensazione strana anche per me.
Capite bene quindi che tutto questo incide pesantemente sul mio umore e sul mio stress, ma in maniera più marcate sulle mie prestazioni universitarie. La
cosa frustrante però non è che io non riesca a studiare e basta, ma che io non riesca a studiare ciò che "io voglio studiare"! In certi periodi riesco a
studiare (quasi sempre a letto), anche con una certa costanza, riuscendo a superare anche materia abbastanza difficili. Tutto basandomi più sulla mia vera passione per quello che studio che per altro. Questo a testimonianza del fatto che non è questione di una scelta sbagliata (anche perchè non si spiegherebbe perchè gli stessi sintomi si manifestano anche con quello che in teoria dovrebbe essere uno svago come il suonare), proprio perchè se oggi scrivo è più perchè sono stanco di tutto questo, ma soprattutto stanco che tutto questo incida sull'università, perchè io non vedo l'ora di laurearmi, ma anche di vivere questi anni non come un semplice percorso, ma viverli piacevolmente.
Aggiungo che a tutti questi sintomi si associa una sorta di "fobia sociale", neanche questa è proprio "da manuale" (o come si legge su internet), ma più che altro è una difficoltà estrema nel trovarmi a mio agio quando mi trovo "in gruppo", quando mi trovo con una persona (o poche almeno), le cose cambiano
nettamente. Questo però credo abbia anche una base psicologica.
Da circa un anno inoltre sono in terapia da una psicoterapeuta che mi ha sostenuto parecchio durante questo periodo, ma ahimè non ha "eliminato" alla radice il problema.
Anche alla luce di questo, sono arrivato al punto di pensare che i miei sintomi non abbiano solamente una componente psicologica, ma qualcosa a livello "organico", e solo in quest'ultimo periodo ho creato un'associazione tra il mio prurito e tutti questi sintomi dell'umore. Dato che a breve tornerò da uno psichiatra e dirò anche a lui tutto questo, volevo anche un vostro parere.
Secondo voi è possibile un collegamento tra le due cose? Verso cosa vi indirizzereste?
Per completezza aggiungo che sono stato da un allergologo per i test allergici (negativi) ma che si è concluso con un nulla di fatto perchè non ho più fatto
gli esami che mi aveva indicato (qualcosa sulle Ig, ora non ricordo bene). Aggiungo anche che sono in marcato sovrappeso, non ho un metabolismo
eccessivamente lento (in passato mangiavo davvero tanto), quindi i kg che ho li ho per colpa mia, però sicuramente non ho un metabolismo "sveglio", poichè
tutto quello che mangio in più, lo assimilo per benino. Ma questo anche perchè non mi muovo molto (seppur sia iscritto da 2 anni in palestra, e in 2 anni a
causa del mio umore, ci sarò andato 2 mesi al massimo).
Non so che altro aggiungere, probabilmente ho tralasciato qualcosa che mi verrà in mente successivamente.
Vi ringrazio già da ora solo per il fatto di aver letto il mio messaggio kilometrico, attendo con ansia i vostri pareri.
A presto.
E' davvero difficile introdurre ma anche spiegare bene la mia storia, posso dire che ho 24 anni e che molti sintomi che mi assillano ricordo di averli avuti fin dai tempi delle elementari/medie. I sintomi principali sono la mia dannatissima depressione e un fastidiosissimo prurito al cuoio capelluto. Ma andiamo per gradi.
Da piccolo il sintomo che più mi assillava era l'insonnia, ricordo molto bene che spesso non riuscivo ad addormentarmi e non capitava raramente che specie in estate stavo sveglio tutta la notte e mi addormentavo l'indomani mattina, ricordo molto bene che fin da allora era una situazione frustrante. Non ricordo sinceramente la data dell'esordio di questo sintomo, ma sicuramente molto presto, come riferimento posso prendere la fine delle elementari/inizio delle medie, quindi attorno ai 10-11 anni, o giù di lì.
A questa situazione (credo che in ordine cronologico sia un sintomo successivo) si affiancava un prurito al cuoio capelluto che mi costringeva a fare spessissimo lo shampoo (quasi tutti i giorni) perchè il prurito era tale che sopportarlo era impossibile, prurito che cominciava dopo anche lievi "strofinamenti" del cuoio capelluto, la cute infatti era (ed è) sensibilissima, la cosa positiva e che dopo uno shampoo la situazione calma abbastanza ed è l'unica nota positiva ma forse anche il motivo per cui negli anni ho sottovalutato questa situazione, pensando potesse risolversi da se, e invece...
Un altro sintomo di questo periodo (ma forse anche da prima, ho ricordi molto frammentari) è rappresentato dai tic nervosi, dal classico tic all'occhio a tic molto più strani, ricordo che venivo preso in giro da un cugino perchè dice che ero solito dire "tre, tre, tre" forse davanti alla tv o non so in quale occasione... un altro ricordo di tic nervoso ricordo fosse quello di toccare per "tre volte" un oggetto"... ma quest'ultimo può anche essere successivo.
Faccio presente che la mia situazione familiare non era delle più facili, non ho avuto un'infanzia molto "semplice", ma nemmeno dei cattivi genitori (inesperti sicuramente, erano molto giovani, quando sono nato mio padre aveva 20 anni), a causa di problemi economici e non ricordo bene cos'altro, ricordo
solo un eccessivo nervosismo da parte di mio padre che mi ha portato col tempo praticamente ad escluderlo dalla mia vita, ma non mi ha mai picchiato (in
maniera esagerata almeno, non più che altri genitori insomma) o chissà cos'altro... direi più una situazione "Kafkiana" (mi ritrovo molto nelle "Lettere al padre", più nell'esito che nei contenuti).
Da qui le cose vanno avanti, o meglio si trascinano, per anni, senza profondi cambiamenti nella sintomatica, se non per l'aggravarsi dei tic nervosi, della
paranoie (eccessiva gelosia verso la mia ragazza), ansia e fenomeni ossessivo-compulsivi (dei veri e propri riti) e dalla consolidazione di una forma (credo
atipica) di depressione. Circa 2 anni e mezzo fa mi reco da uno Psichiatra, più per caso nonostante volessi andarci già da prima (non so perchè non l'ho
fatto prima infatti), questo può sembrare strano ma spiegarne il motivo significherebbe aprire una parentesi infinita, posso sintetizzare dicendo che la visita era prenotata per la mia ragazza (anche lei ha qualche disturbo, ora in nettissimo miglioramento) ed essendosi rifiutata proprio lì davanti, ho deciso sul momento di "sfruttare" l'occasione.
Da qui comincia una terapia farmacologica di circa 2 anni con un antipsicotico, un antidepressivo (sertralina) e un ansiolitico.
Il tutto era incentrato essenzialmente sulla forma "ossessivo-compulsiva" dei miei disturbi, che però erano in fase calante, fatto sta che o grazie a questa
o meno, tutti i tic e i fenomeni ossessivo-compulsivi sono spariti. Un altro aspetto era la mia depressione, questa invece, mai intaccata.
Cerco di approfondire questo aspetto: non è la classica depressione che si vede nei film o di cui si sente parlare, non sono sempre giù di morale, come se avessi subito un lutto, non sono sempre triste insomma, più che altro il mio umore cambia in maniera repentina. Un altro aspetto è che mi sento come senza forze, demotivato. Cerco di farmi capire con degli esempi.
Ho una grande passione per la musica e per quello che studio all'università, però per entrambe le cose (quindi sia la prima che dovrebbe essere un hobby che per la seconda che dovrebbe essere un dovere ma è anche un piacere) spesso mi ritrovo a non avere la forza "mentale" per intraprenderle. Nel senso che vorrei farlo, ma mi manca la forza di farlo, la spinta. In tutto questo aggiungo un fatto singolare: quando riesco a studiare, riesco a farlo a letto, disteso e quasi mai seduto alla scrivania, perchè già sedermi alla scrivania mi comporta uno sforzo psico-fisico maggiore.
Da questo si potrebbe pensare che io sia "eccessivamente stanco" e invece non è così: non mi risparmio mai di camminare, non prendo mai l'ascensore, non mi
sento mai "stanco" per davvero, sembra quasi che mi senta "stanco" solo quando debba fare quello che "vorrei fare ma non riesco". Immagino sia difficile da
comprendere, purtroppo è una sensazione strana anche per me.
Capite bene quindi che tutto questo incide pesantemente sul mio umore e sul mio stress, ma in maniera più marcate sulle mie prestazioni universitarie. La
cosa frustrante però non è che io non riesca a studiare e basta, ma che io non riesca a studiare ciò che "io voglio studiare"! In certi periodi riesco a
studiare (quasi sempre a letto), anche con una certa costanza, riuscendo a superare anche materia abbastanza difficili. Tutto basandomi più sulla mia vera passione per quello che studio che per altro. Questo a testimonianza del fatto che non è questione di una scelta sbagliata (anche perchè non si spiegherebbe perchè gli stessi sintomi si manifestano anche con quello che in teoria dovrebbe essere uno svago come il suonare), proprio perchè se oggi scrivo è più perchè sono stanco di tutto questo, ma soprattutto stanco che tutto questo incida sull'università, perchè io non vedo l'ora di laurearmi, ma anche di vivere questi anni non come un semplice percorso, ma viverli piacevolmente.
Aggiungo che a tutti questi sintomi si associa una sorta di "fobia sociale", neanche questa è proprio "da manuale" (o come si legge su internet), ma più che altro è una difficoltà estrema nel trovarmi a mio agio quando mi trovo "in gruppo", quando mi trovo con una persona (o poche almeno), le cose cambiano
nettamente. Questo però credo abbia anche una base psicologica.
Da circa un anno inoltre sono in terapia da una psicoterapeuta che mi ha sostenuto parecchio durante questo periodo, ma ahimè non ha "eliminato" alla radice il problema.
Anche alla luce di questo, sono arrivato al punto di pensare che i miei sintomi non abbiano solamente una componente psicologica, ma qualcosa a livello "organico", e solo in quest'ultimo periodo ho creato un'associazione tra il mio prurito e tutti questi sintomi dell'umore. Dato che a breve tornerò da uno psichiatra e dirò anche a lui tutto questo, volevo anche un vostro parere.
Secondo voi è possibile un collegamento tra le due cose? Verso cosa vi indirizzereste?
Per completezza aggiungo che sono stato da un allergologo per i test allergici (negativi) ma che si è concluso con un nulla di fatto perchè non ho più fatto
gli esami che mi aveva indicato (qualcosa sulle Ig, ora non ricordo bene). Aggiungo anche che sono in marcato sovrappeso, non ho un metabolismo
eccessivamente lento (in passato mangiavo davvero tanto), quindi i kg che ho li ho per colpa mia, però sicuramente non ho un metabolismo "sveglio", poichè
tutto quello che mangio in più, lo assimilo per benino. Ma questo anche perchè non mi muovo molto (seppur sia iscritto da 2 anni in palestra, e in 2 anni a
causa del mio umore, ci sarò andato 2 mesi al massimo).
Non so che altro aggiungere, probabilmente ho tralasciato qualcosa che mi verrà in mente successivamente.
Vi ringrazio già da ora solo per il fatto di aver letto il mio messaggio kilometrico, attendo con ansia i vostri pareri.
A presto.
[#1]
Mi completa il quadro specificando quali sono gli altri farmaci che assume, le dosi e la diagnosi ricevuta dallo psichiatra.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Ex utente
Salve, grazie per la risposta. Dunque, la diagnosi io non l'ho ben capita, il medico ha sottolineato la componente ossessivo-compulsiva ma non mi ha detto esplicitamente cosa avessi. Devo ammettere anche che dopo l'ultima volta non sono più tornato da quel medico perchè non mi ha trattato molto bene, ricordo che ho aspettato due ore (oltre l'orario dell'appuntamento) e mi ha liquidato dopo nemmeno 5 minuti apportando qualche modifica alla posologia.
Ecco comunque la terapia:
- Sertralina (50mg inizialmente, poi aumentati a 75, infine a 150mg, senza nessuna risposta)
- Clonazepam (inizialmente 10 gocce per 3 volte al dì)
- Aloperidolo (3 gocce x 3 volte al dì)
Ho dimenticato a scrivere una cosa importante: io non prendo più l'antidepressivo (da circa 6 mesi) e l'antipsicotico (da 1 anno circa) ma soltanto il Clonazepam quando sospetto che non riuscirò a prendere sonno (10-15 gocce), ma anche questo a volte non funziona.
Naturalmente ho sospeso l'antidepressivo molto gradualmente, non ho notato comunque cambiamenti tra quando l'assumevo regolarmente e oggi, se non appunto i primi mesi in cui sono spariti tutti i fenomeni ossessivo-compulsivi che comunque tendo a ribadire, erano già in fase calante.
Quando ho smesso la sertralina pensavo di non prendere mai più psicofarmaci, ma lo stress è troppo e sono davvero stanco di continuare così, da qui la scelta di ripercorrere la strada nuovamente (andrò da uno Psichiatra consigliatomi dalla mia Psicoterapeuta).
Non so se può essere importante, ma non ho problemi a livello "cognitivo", ho una buona memoria (ricordo nomi e numeri imparati anche anni prima) e quando vivo quei rari momenti buoni la sfrutto anche, anche se non riesco a trovare un nesso tra il loro arrivo e il mio stato mentale/fisico, faccio tranquillamente la qualunque, come una persona normale, direi. Il problema è spesso "cominciare" ad utilizzare la mente, come se per me metterla in moto sia parecchio difficile, anche perchè, quando provo anche a leggere un libro (anche di semplice narrativa), la mente comincia a vagare e a pensare, o comunque quello che leggo è come se non l'avessi letto. Quindi molte volte mi ritrovo ad aspettare il momento buono, cosa che è snervante perchè dentro di me sento di voler fare tantissime cose, e poi mi ritrovo a non farne nessuna.
Ho notato anche che molto spesso la mattina mi sento meno passivo e più su di morale, mentre la sera altrattanto spesso aumenta il nervosismo e il morale scende. Credo abbia attinenza con il fatto che la giornata sia finita senza che io abbia "concluso" nulla, come ad esempio studiare, o fare qualcosa di significativo più che stare a vegetare tutto il giorno.
Ancora grazie,
Cordiali Saluti.
Ecco comunque la terapia:
- Sertralina (50mg inizialmente, poi aumentati a 75, infine a 150mg, senza nessuna risposta)
- Clonazepam (inizialmente 10 gocce per 3 volte al dì)
- Aloperidolo (3 gocce x 3 volte al dì)
Ho dimenticato a scrivere una cosa importante: io non prendo più l'antidepressivo (da circa 6 mesi) e l'antipsicotico (da 1 anno circa) ma soltanto il Clonazepam quando sospetto che non riuscirò a prendere sonno (10-15 gocce), ma anche questo a volte non funziona.
Naturalmente ho sospeso l'antidepressivo molto gradualmente, non ho notato comunque cambiamenti tra quando l'assumevo regolarmente e oggi, se non appunto i primi mesi in cui sono spariti tutti i fenomeni ossessivo-compulsivi che comunque tendo a ribadire, erano già in fase calante.
Quando ho smesso la sertralina pensavo di non prendere mai più psicofarmaci, ma lo stress è troppo e sono davvero stanco di continuare così, da qui la scelta di ripercorrere la strada nuovamente (andrò da uno Psichiatra consigliatomi dalla mia Psicoterapeuta).
Non so se può essere importante, ma non ho problemi a livello "cognitivo", ho una buona memoria (ricordo nomi e numeri imparati anche anni prima) e quando vivo quei rari momenti buoni la sfrutto anche, anche se non riesco a trovare un nesso tra il loro arrivo e il mio stato mentale/fisico, faccio tranquillamente la qualunque, come una persona normale, direi. Il problema è spesso "cominciare" ad utilizzare la mente, come se per me metterla in moto sia parecchio difficile, anche perchè, quando provo anche a leggere un libro (anche di semplice narrativa), la mente comincia a vagare e a pensare, o comunque quello che leggo è come se non l'avessi letto. Quindi molte volte mi ritrovo ad aspettare il momento buono, cosa che è snervante perchè dentro di me sento di voler fare tantissime cose, e poi mi ritrovo a non farne nessuna.
Ho notato anche che molto spesso la mattina mi sento meno passivo e più su di morale, mentre la sera altrattanto spesso aumenta il nervosismo e il morale scende. Credo abbia attinenza con il fatto che la giornata sia finita senza che io abbia "concluso" nulla, come ad esempio studiare, o fare qualcosa di significativo più che stare a vegetare tutto il giorno.
Ancora grazie,
Cordiali Saluti.
[#3]
Dunque, in effetti la terapia torna con la storia, cioè il tipo di sintomi. Bisogna vedere quale è la diagnosi, perché cambia la strategia e soprattutto il significato di questa sindrome "depressiva" atipica. Non necessariamente in questi casi è un male aver sospeso la terapia dopo la risoluzione stabile dei sintomi, anche se ovviamente può esserci qualche recidiva nel corso degli anni. Siccome mi parla di demotivazione, provi a fare una cosa: legga l'articolo MinForma dove si parla di sintomi residui del disturbo bipolare, in riferimento al sottotipo II, e mi dica se quel quadro combacia con la sua situazione (può benissimo darsi di no ma tanto per capire meglio).
[#4]
Ex utente
La terapia comunque l'ho sospesa senza il parere del medico perchè erano già 2 anni che assumevo sertralina e il mio problema di fondo permaneva. Non so se ho fatto bene o male, ma non è cambiato assolutamente nulla da quando ho sospeso.
Per quanto riguarda l'articolo, mi rivedo parecchio nei sintomi a parte la paura della ricaduta, che per ovvi motivi non può impensierirmi dato che penso di non essermi mai risollevato. Un pò meno nell' "autostima incerta", è strano, ma non ho una brutta opinione di me stesso, e la cosa è paradossalmente peggiore. Non mi rivedo proprio nel modo in cui vivo attualmente e principalmente non mi rivedo nel mio percorso universitario (attualmente, dato che a tutto il resto mi sono abituato, è la cosa che più mi preme), perchè so che posso fare di più ma non ci riesco.
La mia psicoterapeuta, che conosce bene la mia situazione, mi ha definito "ciclotimico", più che bipolare, perchè anche se il mio umore è una trottola, ho bassi "bassissimi" ma alti "normali". Non provo mai questa "euforia" di cui si parla nel disturbo bipolare, più che altro mi capita di avere voglia di fare 1000 cose, di trovare gli stimoli, ma dopo qualche minuto in genere tutto finisce. Non so se questo rientri nello stato di "ipomania" o meno. A volte mi capita di tornare di buon umore anche per cose semplici, come una partita di calcio che danno in tv, o perchè so che andrò al cinema con la mia ragazza, o perchè il giorno dopo ho un impegno (e quindi so che dovrò essere più attivo del solito) o cose del genere. Però è raro che mantenga uno stato mentale per molto tempo (leggasi ore). Più che altro la fa da padrona, come scritto nell'articolo, la mia bassa soglia ansiogena (anche per cose stupidissime), e il mio umore eccessivamente irritabile.
Per quanto riguarda l'allergia (non so come altro chiamarla) al cuoio capelluto, dunque pensa che non possa esserci correlazione? Il dubbio mi è venuto ripensando all'esordio dei vari sintomi, e se non proprio contemporaneamente, che io ricordi si sono manifestati nello stesso periodo. A tal riguardo nelle classiche analisi del sangue mi è capitato di notare gli eosinofili e i monociti un pò più alti del valore normale (anche in analisi di anni fa, è una costante).
Grazie ancora!
Per quanto riguarda l'articolo, mi rivedo parecchio nei sintomi a parte la paura della ricaduta, che per ovvi motivi non può impensierirmi dato che penso di non essermi mai risollevato. Un pò meno nell' "autostima incerta", è strano, ma non ho una brutta opinione di me stesso, e la cosa è paradossalmente peggiore. Non mi rivedo proprio nel modo in cui vivo attualmente e principalmente non mi rivedo nel mio percorso universitario (attualmente, dato che a tutto il resto mi sono abituato, è la cosa che più mi preme), perchè so che posso fare di più ma non ci riesco.
La mia psicoterapeuta, che conosce bene la mia situazione, mi ha definito "ciclotimico", più che bipolare, perchè anche se il mio umore è una trottola, ho bassi "bassissimi" ma alti "normali". Non provo mai questa "euforia" di cui si parla nel disturbo bipolare, più che altro mi capita di avere voglia di fare 1000 cose, di trovare gli stimoli, ma dopo qualche minuto in genere tutto finisce. Non so se questo rientri nello stato di "ipomania" o meno. A volte mi capita di tornare di buon umore anche per cose semplici, come una partita di calcio che danno in tv, o perchè so che andrò al cinema con la mia ragazza, o perchè il giorno dopo ho un impegno (e quindi so che dovrò essere più attivo del solito) o cose del genere. Però è raro che mantenga uno stato mentale per molto tempo (leggasi ore). Più che altro la fa da padrona, come scritto nell'articolo, la mia bassa soglia ansiogena (anche per cose stupidissime), e il mio umore eccessivamente irritabile.
Per quanto riguarda l'allergia (non so come altro chiamarla) al cuoio capelluto, dunque pensa che non possa esserci correlazione? Il dubbio mi è venuto ripensando all'esordio dei vari sintomi, e se non proprio contemporaneamente, che io ricordi si sono manifestati nello stesso periodo. A tal riguardo nelle classiche analisi del sangue mi è capitato di notare gli eosinofili e i monociti un pò più alti del valore normale (anche in analisi di anni fa, è una costante).
Grazie ancora!
[#5]
L'impressione era un po' quella, cioè che fosse una depressione atipica come spesso ce l'ha chi ha una qualche forma attinente ai disturbi bipolari. Ciclotimico è un sinonimo, riferito alla condizione abituale e non necessariamente "patologico", ma insomma il modello è quello della bipolarità. Ora, se si tratta di un problema simile è trattabile farmacologicamente, e magari anche la psicoterapia ne sarebbe potenziata. Ma ovviamente restiamo nel campo delle ipotesi perché andrebbe diagnosticata la cosa direttamente. Sarebbe anche normale che non abbia risposto un granché alle terapie antidepressive standard, che invece hanno risolto la parte ossessiva.
[#6]
Ex utente
Beh se è così, cioè che può essere normale una mancata risposta, la cosa mi dà un pò di speranza. Capisco che non può scrivere nomi di farmaci e/o principi attivi, ma può informarmi almeno indicativamente sulle attuali terapie relative al mio (almeno apparentemente, capisco che non si può fare una diagnosi telematica) disturbo? Non è per sfiducia nella figura dello psichiatra, però non vorrei affrontare nuovamente una terapia farmacologica magari con un classico SSRI che magari serve per una depressione tipica. Ad esempio ho letto che in alcuni casi il Litio può essere utile sebbene non sia, a quanto pare, una prima scelta. Ci sono altre classi di farmaci attualmente più utili alla causa?
Naturalmente io non andrò dal medico dicendogli di essere un bipolare di II tipo e che necessito certi farmaci, anzi la mia ansia mi porterà a cercare un parere il più obiettivo possibile, quindi non vorrei influenzare minimamente (sempre che sia possibile farlo) il parere dello psichiatra, quello che farò invece è raccontargli il più dettagliatamente possibile la mia storia. Nonostante questo però vorrei un qualcosa, linee guida, libro, altro con cui confrontarmi.
Le porgo cordiali saluti.
Naturalmente io non andrò dal medico dicendogli di essere un bipolare di II tipo e che necessito certi farmaci, anzi la mia ansia mi porterà a cercare un parere il più obiettivo possibile, quindi non vorrei influenzare minimamente (sempre che sia possibile farlo) il parere dello psichiatra, quello che farò invece è raccontargli il più dettagliatamente possibile la mia storia. Nonostante questo però vorrei un qualcosa, linee guida, libro, altro con cui confrontarmi.
Le porgo cordiali saluti.
[#7]
Gentile utente, le consiglio due cose:
"Ad esempio ho letto che...". Eviti di leggere documenti confusionari e divulgativi come base per uno spunto terapeutico. Le linee guida le può leggere un medico, per il resto le sarebbero oscure. E' necessario fare una diagnosi però per darle indicazioni, quindi ho paura che più in là di un'ipotesi quale quella sopra non si possa andare.
"Ad esempio ho letto che...". Eviti di leggere documenti confusionari e divulgativi come base per uno spunto terapeutico. Le linee guida le può leggere un medico, per il resto le sarebbero oscure. E' necessario fare una diagnosi però per darle indicazioni, quindi ho paura che più in là di un'ipotesi quale quella sopra non si possa andare.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 8.4k visite dal 06/11/2008.
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Approfondimento su Allergia
L'allergia è una reazione immunitaria eccessiva di fronte a una sostanza (allergene) innocua per molti. Gli allergeni più frequenti e le forme di allergie.