Informazioni su daparox

Buongiorno gentili medici.

A causa di forte ansia generalizzata che ogni quattro, cinque anni mi porta ad uno stato tale da,dovermi rivolgere ad un neurologo/psichiatra poiché pare che da un punto di vista chimico si generi uno squilibrio tale per cui ho necessità di ripristinare le cose attraverso farmaci mi è stato sempre prescritta una combinazione di Xanax più Zoloft che mi ha dato ottimi risultati, addirittura in pochi mesi ho sospeso da sola i farmaci.

Stavolta però mi hanno prescritta Daparox combinato con Prazene e un integratore Migratens. E qui il panico.
Cos hanno di diverso questi medicinali?
Ho paura di prendere questo Daparox per via degli effetti collaterali di cui ho letto su internet.

È vero che provoca aumento di peso?
Che non riuscirò a,sospendendo da,sola come lo Xanax?
Sono farmaci più forti rispetto a quelli che mi furono dati in precedenza?
È vero che il daparox provoca aumento della pressione oculare? Sono molto miope con un basso spessore corneale, potrebbe crearmi problemi?
Mi creerà problemi sul lavoro, nello sport ed in tutte le attività che svolgo durante la giornata?
Ed il prazene e migratens che funzione hanno?

Scusatemi ma sarebbero tantissime le domande vorrei trovare il coraggio di iniziare la terapia per stare meglio ma allo stesso tempo vorrei non averne bisogno.

Grazie mille a chi mi risponderà
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Per farci capire meglio ci dovrebbe dire se c'è un motivo per il quale le è stato sostituito il farmaco che assumeva con buoni risultati, dal momento che il meccanismo d'azione della paroxetina (che è un ottimo farmaco, in genere ben tollerato) è lo stesso. La cosa migliore è chiedere spiegazioni direttamente a chi ha prescritto la terapia.
Dal momento che questi episodi che definisce di ansia generalizzata sono ricorrenti, sarebbe opportuno che la terapia non fosse solo prescritta, ma anche gestita da uno psichiatra, compresa la dismissione dei farmaci.
Il modello di malattia che riferisce: "pare che da un punto di vista chimico si generi uno squilibrio tale per cui ho necessità di ripristinare le cose attraverso farmaci" è inadeguato perché riduttivo, non tiene conto degli eventi della vita, delle caratteristiche psicologiche sue personali e delle modalità di reazione a questo ipotizzato squilibrio.
Di solito in questi casi è utile associata ai farmaci una psicoterapia cognitiva che le permetta di avere strumenti per contrastare/eliminare/aggirare (dipende dal caso) sul nascere i disturbi d'ansia.

Franca Scapellato

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Utente
Utente
Buongiorno dottoressa, diciamo che ogni quattro o cinque anni ricorro a terapia farmacologica che seguo per qualche mese con elevato successo, poi smetto da sola o meglio con xanax e zoloft ho sempre fatto in,questo modo.
Il mio problema pare sia legato ad ansia ed attacchi di panico dovuti a squilibri di serotonina.
Nel caso specifico il medico mi ha prescritto questi farmaci per regolarizzare la situazione e poter valutare se episodi di picchi ipertensivi associati a cefalea e attacchi di panico siano da associare all ansia o siano da,curare con un antipertensivo.
Ho provato anche terapia psichiatrica ma alterno momenti in cui sto molto bene e sento di non aver bisogno di alcun supporto esterno a situazioni come questa, ed il sostegno psichiatrico ha bisogno di costanza e di tempo da parte del paziente.

Quindi il daparox sostituirebbe lo xanax ed il prazene lo zoloft? Per cosa sono utilizzati tali medicinali?
Ho un Po paura di iniziare la cura poiché non ne conosco gli effetti.
Grazie mille
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Che si tratti di paroxetina o sertralina importa poco, ma per prevenire ricadute bisogna assumere il farmaco per un periodo minimo di un anno, pochi mesi non bastano, come ha potuto constatare.
Se lo zoloft (sertralina) era efficace non capisco il perché della sostituzione con paroxetina.
Prazene e xanax sono benzodiazepine, il prazene ha un effetto prolungato, mentre l' xanax dura poco, poi l'ansia riprende, probabilmente lo psichiatra vuole valutare se così gli attacchi di ansia sono controllati meglio.
La terapia cognitiva ha bisogno dell'impegno del paziente, ma ha una durata limitata nel tempo, è una sorta di "addestramento" a pensare in modo differente e quindi a reagire a determinati segnali fisici senza farsi prendere dal panico.
Deve chiedere spiegazioni a chi la segue e fidarsi, senza voler controllare tutto da sola con l'aiuto di internet che è una fonte di ansia ulteriore.
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Utente
Utente
Grazie mille dottoressa in realtà credevo che daparox sostituisse xanax e prazene lo zoloft.
Non ho mai avuto nessun effetto collaterale con i precedenti farmaci.
Questo non vuol dire che reagirò bene anche con questi?

Se ho un disturbo a distanza di cinque anni, è già la.terza volta che mi succede, vuol dire che si tratta di una ricaduta? Anche dopo così tanto tempo?

Non ho mai proseguito con terapie cognitive perché dopo pochi mesi mi sono sempre sentita talmente bene da abbandonare le.cure.
Comunque in ogni caso l origine dei miei problemi è legata alla mia difficoltà di dire NO alle persone e di far valere le mie volontà nonostante abbia una forte e definita struttura alla base. Quindi entro in crisi ogni qual volta insisto nel mortificare me stessa per compiacere il prossimo. Nel caso specifico convivo con una persona che amo molto e con cui sto benissimo se non fosse che un anno fa ho scoperto che non vuole figli, non desidera una famiglia né adesso né mai e che quindi resta una mia scelta il da farsi.
La cosa mi ha gettato in una situazione di crisi e per diversi mesi ho soffocato il problema senza più affrontare la.cosa e senza più parlarne ma ho vissuto profonde crisi personali che costantemente cerco di rigettare.
Ovviamente l organismo è andato in,tilt e me ne accorgo dall umore, dalle vertigini, dalle crisi di panico e dalle notti insonni...intere notti sveglia con battiti cardiaci a mille.

La psicologa che per qualche tempo mi ha seguito a dire il vero mi ha fatto solo parlare, ma io so già bene qual è il mio problema non mi è servito a molto anche perché già ho molte persone con cui parlare.

Spero di riuscire a trovare il coraggio di assumere questi nuovi medicinali.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Ci sono due aspetti da considerare: il primo è che gli SSRI, inibitori della ricaptazione della serotonina (come paroxetina e sertralina), sono efficaci, ma se sospesi una volta ristabilita la condizione di benessere non evitano ricadute; anni fa si consigliava di assumerli per 6 mesi circa, ora si parla di almeno un anno.
Da quello che riferisce, e la ringrazio di aver preso in considerazione quanto le ho suggerito nei post precedenti senza arroccarsi in difesa, più che una ricaduta della patologia c'è di mezzo una grave crisi esistenziale: restare con l'uomo che ama e rinunciare forse per sempre al suo progetto di avere figli e una famiglia, oppure lasciarlo per un futuro ignoto, restare sola in attesa di qualcosa che non può prevedere? Crisi di ansia e attacchi di panico sono il minimo in una situazione del genere: è sola a prendere una decisione, immagino anche arrabbiata con se stessa per non aver saputo (voluto?) capire la volontà del suo compagno e arrabbiata con lui perché le nega qualcosa di cui sente di aver diritto. E' con le spalle al muro, qualunque scelta è dolorosa e questa sofferenza in qualche modo si deve manifestare.
Avete un problema di coppia, il suo compagno non può chiamarsi fuori, si deve assumere la responsabilità di una scelta e dei suoi effetti su di lei: se lei sta male lui è corresponsabile, se lei decide di andarsene è perché entrambi non siete stati chiari.
Mi sembra che il problema sui farmaci sia da mettere in secondo piano: possono essere un aiuto, una stampella, ma nel suo caso non risolvono la questione principale, cioè cosa vuole fare della sua vita adesso.
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Utente
Utente
Gentile dottoressa, grazie infinite per le.sue parole in effetti sono consapevole che il medicinale in questo caso non può fungere da "cura" in quanto il mio disagio interiore è chiaro e delineato però c è anche una sorta di rifiuto da parte mia a voler prendere la.situazione a due mani.
Inoltre sono costantemente concentrata nel rispettare una delicatezza estrema nei confronti del prossimo, per darle un idea della cosa posso raccontarle che quando il medico mi ha prescritto questi nuovi medicinali avrei voluto chiedere il perché della variazione e quasi scongiurarlo di darmi i vecchi con cui avevo già sperimentato una certa familiarità ma non l ho fatto per il solo timore che lo stesso medico potesse interpretare questa mia richiesta come una mancata fiducia nella sua professionalità, o peggio ancora, forse a distanza di cinque anni avrebbe potuto dimenticare la cura precedente o non aver visto le ricette che gli avevo portato e la cosa avrebbe potuto metterlo in difficoltà. Quindi ho preferito vivere male io la cosa, sperimentare la paura di nuovi effetti collaterali e magari non iniziare mai la cura per le suddette paranoie.
Immagini quanto potrebbe pesarmi immaginare g re di dover chiedere qualcosa in più da questo rapporto di coppia, quindi esporsi al rifiuto, manifestare disagio e malessere è mettere lui in condizione di colpevolizzare di tale malessere.
Non so se si tratta di meccanismi mentali piuttosto comuni forse spero che il medicinale mi dia il coraggio o la spinta per guardare le cose diversamente.
Ho tentato la strada della psicoterapia ma.senza buoni risultati.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Partiamo dal concetto che gli psichiatri sono esseri umani e che non sempre ricordano tutto a distanza di anni. Se chiama il suo psichiatra dicendogli dei dubbi che ha lo specialista potrà confermare la terapia e rassicurarla oppure riproporle la vecchia terapia, perché si dovrebbe irritare o offendere?
La terapia cognitiva esamina proprio questi dubbi e queste credenze, lavora sulle convinzioni errate o esagerate, in modo attivo e a volte direttivo. Si esaminano strategie e programmi.
La terapia farmacologica può aiutare, ma è importante che arrivi a dire al suo compagno "mi stai facendo male", perché se cerca di proteggerlo lui può anche non aver capito quanto è importante per lei avere dei figli, che tanto in Italia volere o volare se li gestiscono in prima linea le donne, con qualche eccezione...
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Utente
Utente
Grazie mille dottoressa per il suo interesse nei miei confronti, ho letto più volte il suo commento e credo anche io sarebbe la.migliore cosa da fare, in ogni situazione il dialogo e la.manifestazione delle proprie esigenze.
Solo che ho un vero e proprio blocco anche solo nel chiamare il medico e dirgli che non ho ancora iniziato la terapia proprio è come se fossi impossibilitata in tal senso, si figuri il resto.
Intanto però la vita mi passa dal finestrino e mi spaventa molto pensare a come sarà in ogni caso il mio futuro.
Sono arrivata a convincermi di essere malata in modo da vivere la mia vita attuale come la.migliore possibile. Mi circondo di persone che vivono situazioni peggiori delle mie e verso di essere loro utile forse perché sono io ad aver bisogno di un,sostegno e di sapere che un domani potrei essere meno sola di quanto penso adesso.
Apparentemente sono una persona caratterizzata da una carica empatica molto forte, credo sia questo che ha falsato le mie sedute di terapia, mi avvicino a chiunque come voglio, in questo periodo sono circondata da donne con problemi ormonali, in menopausa, donne che non possono avere figli, in difficoltà con i propri compagni e mi spaventa molto questa cosa.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Questo suo timore di spiacere agli altri o di danneggiarli è il punto centrale del problema. Il suo compagno probabilmente non si rende conto di niente, perché se lo protegge dicendo "ho un disturbo che dipende dalla serotonina" non può capire.
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