Depressione e attacchi di panico: terapia farmacologica fallita

Buongiorno a tutti. Soffro di depressione da quando ero piccolo, e da qualche anno anche di attacchi di panico, in più sono sempre ansioso, stressato, non dormo la notte, il giorno nemmeno mi reggo in piedi. Sono seguito da una psicoterapeuta, ho provato l'omeopatia ma ha funzionato fino a un certo punto perché sotto esame comunque avevo dei fortissimi attacchi di panico, per il resto stavo sempre meglio. Inoltre il dottore mi aveva giustamente messo a dieta, ma i miei di collaborare non ne vogliono sapere. Lo so che è difficile da credere ma io a casa mia faccio da 10 anni la lotta per potere dimagrire. Il dottore crede che la terapia avrebbe funzionato benissimo se avessi seguito la dieta. L'omoeopata stesso fu a prescrivermi il Lexotan e a consigliarmi di andare da uno psichiatra o da un neurologo per una terapia farmacologica. La mia psicanalista si è trovata d'accordo e mi ha consigliato uno psichiatra considerato un luminare rispettatissimo (che non nomino, per privacy, anche perché è famoso) che mi ha prescritto questa cura: 1 xanax da 0,25 mg al mattino 1 sereupin da 20 mg dopo pranzo 1 xanax da 0,25 mg prima di andare a dormire. All'inizio sembrava che io stessi meglio, ma quasi subito sono stato travolto dagli effetti collaterali dei farmaci: problemi all'erezione e all'eiaculazione, offuscamento della vista, irritabilità, la depressione si è aggravata, pensieri suicidi più forti e ricorrenti, incubi orribili, insonnia grave (prima delle 4 o addirittura le 6 del mattino non prendevo sonno, e quindi mi alzavo alle 2 o alle 3 del pomeriggio), difficoltà estrema nel concentrarmi sui libri (sto per laurearmi e sono indietro con la tesi), problemi al fegato, aumento spropositato della fame e quindi aumento della massa grassa e altri che ora non ricordo. Insomma solo effetti indesiderati e niente benefici. Sono tornato dall'altro dottore per vedere se poteva fare qualcosa per gli effetti indesiderati e mi diede un prodotto per il fegato e iniziai a stare meglio, ma non benissimo, e tra l'altro i miei di comprarmi di nuovo il prodotto per il fegato che si è ingrossato di nuovo. Dopo sei mesi di terapia all'ultima visita di controllo ero scocciatissimo, insistevo affinché il dottore cambiasse la cura o la eliminasse per tornare ad essere curato dall'altro medico. I farmaci omeopatici potrebbero anche essere dei placebo, o inefficaci, ma almeno io non stavo così male quando seguivo quella terapia. Lo psichiatra negava il fatto che quei farmaci mi facessero male, dice che il mio corpo tollera benissimo i farmaci e che quelle dosi sono così basse da equivalere quasi alla camomilla. Insisteva nel dire che io stavo meglio e che la terapia sta funzionando. Io a questo punto non so cosa fare. La terapia omeopatica è limitata, o molti di voi direbbero che è inefficace. La terapia farmacologica a bassissime dosi mi fa stare male. I miei sono la causa dei miei problemi psicologici e della mia obesità gravissima, che ci crediate o no
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Se una cura non funziona, visto che non è l'unica possibile, si cambia.
Non c'è ragione di insistere solo con la stessa, però va tenuto presente che il peggioramento dei sintomi nelle prime due settimane è possibile, e che non significa che la cura sia sbagliata.

Solo perhé una cura non è tollerata passare a soluzioni a casaccio non mi pare il caso.

Non ho capito bene il discorso del fegato ? Era ingrossato in fegato in che senso ? L'ecografia ha mostrato un ingrossamento del fegato da un periodo all'altro ? C'erano esami del fegato anomali ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Grazie per la risposta dottore.

Nelle prime settimane stavo meglio, ma subito dopo iniziai a peggiorare progressivamente. Ora sono passati 6 mesi circa e sto sempre peggio.

Riguardo il fegato, non ho fatto alcuna analisi, lo sento da me che il fegato è ingrossato e lo ha sentito anche il medico omeopata toccandomi l'addome.
Il dottore mi ha prescritto un farmaco per il fegato che mi ha fatto stare molto meglio, ma una volta finito il flacone mio padre non ne vuole sapere nulla di comprare l'altro.

Tra l'altro lo psichiatra crede che non siano i farmaci a farmi stare male ma che sia una risposta psicosomatica alla situazione invivibile a casa mia, il che è plausibile, ma ciò non esclude, come credono sia il medico omeopata che il medico di famiglia, che siano i farmaci a farmi stare malissimo.

E poi lei ha parlato di "cure a casaccio". Allora cosa dovrei fare?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Da sé non lo può sentire che il fegato è ingrossato, e il fatto che sia ingrossato alla palpazione dell'addome non significa che sia ingrossato adesso, ci vorrebbe un confronto.
Inoltre, la ragione per cui il fegato può ingrossare non è una sola. Per giunta, senza analisi la cosa è ancor meno chiara.

Star peggio nelle prime 2-3 settimane è previsto, specie iniziando subito con dose piena, ma comunque è possibile a causa della natura del panico, che produce attacchi, magari più forti o diversi da solito, e induce in allarme.

Detto questo, non si capisce perché non provare un'altra cura antidepressive/antipanico. Se una non funziona non se ne prova un'altra, e perché ?

Vedo inoltre un concetto strambo, e cioè se "i farmaci" le fanno male, concetto che viene da fonti anti-terapeutica, perché "i farmaci" in generale non significa niente sotto nessun aspetto: chimico, clinico, etc.

Io sentire lo psichiatra se ha una cura diversa da proporre.
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Utente
Utente
Riguardo il fegato so solo di avvertire una sensazione di gonfiore e dolori alla schiena e spesso bruciore di stomaco... non so nulla di come si diagnostica un problema al fegato.

Riguardo i farmaci ripeto: nelle prime settimane stavo MEGLIO e non PEGGIO, spero di essere stato chiaro questa volta.

Io seguo questa maledetta terapia da SEI MESI e sto PEGGIO, malissimo, in tutto, tranne che non ho più attacchi di panico, ma non significa nulla perché sono stato anche anni senza attacchi di panico senza prendere alcun farmaco.

Non capisco cosa intende per "concetto strambo" e fonti "anti-terapeutiche".

Sia sui foglietti illustrativi e sia i dottori ammettono che ci sono effetti collaterali anche gravi, lo stesso psichiatra ha ammesso che la vista offuscata e i problemi di natura sessuale dipendono dai farmaci, anzi, alla prima visita mi ha pure avvertito che essi aumentano la fame in maniera spropositata ed essendo gravemente obeso era una cosa da tenere sotto controllo.

Solo che ora insiste dicendo che il mio corpo si è abituato e che non ho più questi problemi, il che non è vero, io ho la vista offuscata pur non avendo alcun problema reale alla vista, inoltre insiste sul fatto che io sto meglio e non peggio e che non sono i farmaci a farmi stare male...

Non ne vuole sapere di modificare la terapia, ho provato più volte a convincerlo.
Di psichiatri affidabili ce ne sono pochi, la maggior parte sono persone che stigmatizzano parecchio e riempiono di farmaci i pazienti... infatti lui stesso è noto perché da davvero pochi farmaci, e se gli effetti collaterali sono così gravi con delle dosi così basse, dice lui, figuriamoci cosa accadrebbe con delle dosi più massicce...

In zona egli a quanto pare è il migliore, forse uno dei più bravi in Italia, forse lei lo conosce anche di fama, è un personaggio noto nel campo, non posso fare nomi, per tante ragioni, se le dicessi chi è forse capirebbe di cosa sto parlando.
Se lui è uno dei migliori non oso immaginare i peggiori
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Non è il caso di scaldarsi, ci perdiamo. Concetti strambi significa "i farmaci mi fanno male", non i farmaci, se mai sta peggio nonostante la cura con questo farmaco, il che non è neanche equivalente a dire che il farmaco le causa qualche malessere.
Fonti anti-terapeutiche significa che in genere quando uno comincia a sentire discorsi del tipo "i farmaci le fanno male" significa che siamo su un binario poco scientifico.

"e se gli effetti collaterali sono così gravi con delle dosi così basse, dice lui, figuriamoci cosa accadrebbe con delle dosi più massicce... "

Ma appunto, chi ha stabilito che si tratti di questo ? Alcuni sono effetti collaterali presumibilmente, ma il fatto che stia male ora potrebbe non entrarci niente. Detto questo, io non vedo un motivo per non cambiar cura.

"Di psichiatri affidabili ce ne sono pochi, la maggior parte sono persone che stigmatizzano parecchio e riempiono di farmaci i pazienti... "

Questa storia è un po' sopravvalutata, c'è pieno se mai di persone che demonizzano la medicina e che stigmatizzano i pazienti come tutt'altro che malati, col risultato di non dar nessuna cura o pseudo-cure non controllate o innocue ma inutili.
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Utente
Utente
Comunque non saprei a quale dottore rivolgermi, io sono andato da uno specialista che lavora a 100 km da casa mia perché davvero in zona di gente competente ce n'è poca, tra neurologi, psichiatri, neuropsichiatri, psicologi e psicoterapeuti.
Ognuno di essi ha la propria opinione e modi di fare diversi.
Chi ha ragione?
La mia psicoterapeuta dopo anni di ricerche ha saputo consigliarmi questo dottore, che non è nemmeno in zona, ci siamo dovuti spostare. Negli anni ha mandato vari pazienti da vari dottori che non sono stati capaci di curarli o addirittura sono stati peggio e comunque sono stati stigmatizzati come "pazzi" da internare, gente rimasta all'epoca precedente alla legge Basaglia, e conosco persone che sono imbottite di farmaci rinchiuse in cliniche o reparti psichiatrici trattati in maniera disumana.
Insomma io ha davvero paura a rivolgermi a un altro dottore, non saprei cosa aspettarmi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Nella sua zona ci sono persone valide, capita di doversi spostare. Comunque io non capisco sinceramente il bandolo del problema: uno fa una cura e prima migliora, poi invece sta di nuovo male. A questo punto di solito il medico valuta perché e provvede a cambiare la cura. Quel che non capisco è perché invece questo non accada.

Il mito della rivoluzione che ha svuotato i disumani manicomi dando dignitù ai malati è appunto un mito, in gran parte per quanto mi riguarda capovolto nella realtà. La situazione attuale è in parte risultato del fatto che i malati psichiatrici sono senza strutture dedicate, e l'unico modo di curarli in ambiente protetto è stipati dentro reparti di ospedali che sono incoraggiati, in quanto aziende, a ricoveri brevi e a cure sbilanciate verso la ricerca di farmaci contenitivi.

Nel caso suo non capisco però perché arrivare a parlare di situazioni che non la riguardano. Ripeto, dietro a queste idee generali antipsichiatriche si perde il senso pratico delle richieste da fare a un medico, e del fatto che se una cura non va se ne sceglie un'altra.
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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta però avrei preferito che non dicesse dove vivo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Sono dati che ha reso pubblici Lei inserendoli nel profilo, insieme agli altri, e ha sollevato una questione relativa alla reperibilità di psichiatri in zona.
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Lo staff ha anonimizzato il testo

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