Compagno con ciclotimia/disturbi dell'umore?
Buongiorno,
premettendo che mi rendo conto che è difficile ottenere una diagnosi online, vorrei comunque sottoporvi il mio caso, per avere qualche indicazione generale su come muovermi.
Sono una ragazza di 26 anni e da 5 ho una relazione stabile con un uomo di 8 anni più vecchio di me. Quando ci siamo conosciuti lui era appena uscito da un periodo difficile (dovuto a problemi sul lavoro, alla fatica nel concludere gli studi universitari e alla fine di un'altra relazione) per cui -quando all'euforia e alla luminosità dei primi mesi di innamoramento è seguita una sua fase depressiva- io (forse anche per via della mia giovane età) ci sono stata molto male ma l'ho anche considerata una specie di colpo di coda del suo malessere.
Il problema è che queste fasi depressive, più o meno intense, si sono ripetute nel corso degli anni e solo recentemente mi sono resa conto di quanto abbiano un carattere ciclico. Mi spiego meglio: per mesi il mio compagno è tranquillo, ottimista, propositivo e con molta voglia di fare. Si sveglia sempre prestissimo, si impegna in mille cose ed è molto attento e di supporto nei miei confronti. In questi periodi la nostra relazione fluisce in modo sereno e appagante -con qualche litigata ovviamente- ma anche molta progettualità e amore. A mio parere comunque, niente di eccessivo o esaltato: una coppia normale e stabile, che si sta vicino e si lascia però anche spazio, in modo sano.
Poi però, di solito dopo dei cambiamenti esterni che però non sempre ho idenficato, arrivano i suoi momenti bui. Settimane o mesi in cui si lamenta continuamente di essere stanco e senza energie, in cui ha molta paura per il futuro e dice di sentirsi inadeguato. Ogni inconveniente gli sembra insopportabile ed è spesso irritabile. Perde interesse per le attività che solitamente facciamo insieme e anche per il sesso, a volte è anche molto distaccato nei miei confronti e fatica ad esprimere i propri sentimenti. Non si lascia distrarre dalla sua malinconia, faccio fatica ad alleggerire le tensioni e a vederlo sollevato, anche solo per un paio di ore.
Io mi rendo conto che sta male, vorrei aiutarlo in qualche modo ma d'altro canto sono anche triste, esasperata e un po' al limite. Sono stanca di sentire ciclicamente gli stessi problemi che ritornano e di non riuscire a fare dei progetti di vita concreti e da "adulti", perchè quando si affrontano dei cambiamenti nella pratica lui si spaventa. Credo che lui per primo si renda conto che qualcosa non va e negli anni lo ho visto lavorare per avere una vita regolare e serena, attraverso molto sport e alimentazione sana. Dopo qualche ricerca in internet però ho iniziato a chiedermi se non possa trattarsi di una forma leggera di ciclotimia o di qualche altro disturbo dell'umore e se non sarebbe il caso di provare a indirizzarlo verso uno specialista che sia in grado di dargli una diagnosi precisa. Grazie in anticipo per il vostro consulto!
premettendo che mi rendo conto che è difficile ottenere una diagnosi online, vorrei comunque sottoporvi il mio caso, per avere qualche indicazione generale su come muovermi.
Sono una ragazza di 26 anni e da 5 ho una relazione stabile con un uomo di 8 anni più vecchio di me. Quando ci siamo conosciuti lui era appena uscito da un periodo difficile (dovuto a problemi sul lavoro, alla fatica nel concludere gli studi universitari e alla fine di un'altra relazione) per cui -quando all'euforia e alla luminosità dei primi mesi di innamoramento è seguita una sua fase depressiva- io (forse anche per via della mia giovane età) ci sono stata molto male ma l'ho anche considerata una specie di colpo di coda del suo malessere.
Il problema è che queste fasi depressive, più o meno intense, si sono ripetute nel corso degli anni e solo recentemente mi sono resa conto di quanto abbiano un carattere ciclico. Mi spiego meglio: per mesi il mio compagno è tranquillo, ottimista, propositivo e con molta voglia di fare. Si sveglia sempre prestissimo, si impegna in mille cose ed è molto attento e di supporto nei miei confronti. In questi periodi la nostra relazione fluisce in modo sereno e appagante -con qualche litigata ovviamente- ma anche molta progettualità e amore. A mio parere comunque, niente di eccessivo o esaltato: una coppia normale e stabile, che si sta vicino e si lascia però anche spazio, in modo sano.
Poi però, di solito dopo dei cambiamenti esterni che però non sempre ho idenficato, arrivano i suoi momenti bui. Settimane o mesi in cui si lamenta continuamente di essere stanco e senza energie, in cui ha molta paura per il futuro e dice di sentirsi inadeguato. Ogni inconveniente gli sembra insopportabile ed è spesso irritabile. Perde interesse per le attività che solitamente facciamo insieme e anche per il sesso, a volte è anche molto distaccato nei miei confronti e fatica ad esprimere i propri sentimenti. Non si lascia distrarre dalla sua malinconia, faccio fatica ad alleggerire le tensioni e a vederlo sollevato, anche solo per un paio di ore.
Io mi rendo conto che sta male, vorrei aiutarlo in qualche modo ma d'altro canto sono anche triste, esasperata e un po' al limite. Sono stanca di sentire ciclicamente gli stessi problemi che ritornano e di non riuscire a fare dei progetti di vita concreti e da "adulti", perchè quando si affrontano dei cambiamenti nella pratica lui si spaventa. Credo che lui per primo si renda conto che qualcosa non va e negli anni lo ho visto lavorare per avere una vita regolare e serena, attraverso molto sport e alimentazione sana. Dopo qualche ricerca in internet però ho iniziato a chiedermi se non possa trattarsi di una forma leggera di ciclotimia o di qualche altro disturbo dell'umore e se non sarebbe il caso di provare a indirizzarlo verso uno specialista che sia in grado di dargli una diagnosi precisa. Grazie in anticipo per il vostro consulto!
[#1]
Gentile utente,
Potrebbe trattarsi di quella sindrome a cui accennava. La persona è seguita da qualcuno, assume qualche cura ?
Potrebbe trattarsi di quella sindrome a cui accennava. La persona è seguita da qualcuno, assume qualche cura ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta rapida, dottore.
No, al momento non è seguito da nessuno. So che ha visto uno psicologo per circa 1 anno prima che ci conoscessimo ma senza grandi benefici o diagnosi.
Quando ho provato ad accennargli al fatto che forse i suoi potrebbero non essere cambiamenti d'umore fisiliogici, mi ha detto che sono semplicemente dovuti all'insoddisfazione lavorativa e al non aver mai terminato l'università. Finora avevo preso per buona la sua risposta (anche perchè torno a sottolineare come nei i periodi buoni non mi sembri esaltato o strano, ma solo sereno e presente) ma ora alcuni problemi e situazioni su cui si fissa quando non sta bene iniziano a sembrarmi troppo ricorrenti, troppo sempre uguali a se stessi, anche nel modo in cui me li presenta. Quantomeno dimostra che ci sono delle cose irrisolte. A volte mi esaspera e mi sento in colpa per non riuscire ad essere più paziente, ma è pesante confrontarsi periodicamente con le stesse identiche difficoltà.
No, al momento non è seguito da nessuno. So che ha visto uno psicologo per circa 1 anno prima che ci conoscessimo ma senza grandi benefici o diagnosi.
Quando ho provato ad accennargli al fatto che forse i suoi potrebbero non essere cambiamenti d'umore fisiliogici, mi ha detto che sono semplicemente dovuti all'insoddisfazione lavorativa e al non aver mai terminato l'università. Finora avevo preso per buona la sua risposta (anche perchè torno a sottolineare come nei i periodi buoni non mi sembri esaltato o strano, ma solo sereno e presente) ma ora alcuni problemi e situazioni su cui si fissa quando non sta bene iniziano a sembrarmi troppo ricorrenti, troppo sempre uguali a se stessi, anche nel modo in cui me li presenta. Quantomeno dimostra che ci sono delle cose irrisolte. A volte mi esaspera e mi sento in colpa per non riuscire ad essere più paziente, ma è pesante confrontarsi periodicamente con le stesse identiche difficoltà.
[#3]
Gentile utente,
L'umore si porta dietro anche le spiegazioni, poiché le spiegazioni razionali vanno dietro all'umore, e non viceversa. Quindi niente di più facile che quando uno è giù ne trovi le ragioni, mentre quando è su pensi semplicemente di dominare ogni cosa.
Una diagnosi magari andrebbe fatta, anche perché se uno psicologo lo ha seguito evidentemente qualche tipo di problema c'era, e allora andrebbe anche meglio definito.
L'umore si porta dietro anche le spiegazioni, poiché le spiegazioni razionali vanno dietro all'umore, e non viceversa. Quindi niente di più facile che quando uno è giù ne trovi le ragioni, mentre quando è su pensi semplicemente di dominare ogni cosa.
Una diagnosi magari andrebbe fatta, anche perché se uno psicologo lo ha seguito evidentemente qualche tipo di problema c'era, e allora andrebbe anche meglio definito.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.6k visite dal 06/10/2016.
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