Mi rendo perfettamente conto che mi sto facendo del male
Salve, sono una studentessa di quasi 21 anni che da 3 anni a questa parte sta vivendo una situazione difficile. Feci la maturità nell'estate 2014 e fu fallimentare perché in un anno tormentato da ansia e attacchi di panico continui ero stremata mentalmente e non riuscivo a studiare come avrei voluto. L'anno prima ero riuscita ad avere un'ottima media ed ero felice ma poi non so cosa sia successo. Presi il minimo all'esame ma se non fossi andata da una psicologa a marzo di quell'anno forse sarei bocciata. Il fatto di parlarne con qualcuno probabilmente mi aiutò parecchio. In generale però fu una delusione talmente grande che non riuscirei mai a spiegarla a parole. In quell'estate nonostante ciò ero felice di cambiare aria e di trasferirmi in un'altra città da studentessa fuorisede. Psicologicamente cominciai abbastanza bene ma non credevo molto nelle mie capacità di studio. Nel primo semestre conobbi e mi misi insieme a quella che è ancora la mia attuale ragazza, lo confessai a mia madre e per mesi non mi ha praticamente parlato e guardato in faccia perché per lei non ero naturale ed ero un disonore per la famiglia. Ricominciai quindi a soffrire di attacchi di panico in quel periodo...
In quest'anno appena passato invece ho cominciato soprattutto a soffrire di grossi sbalzi d'umore. Ho molta sfiducia nei confronti dell'amicizia, penso che a nessuno interessino i miei problemi, non voglio fare leva sulla mia ragazza per non farle pesare la situazione ma io, fondamentalmente, sto male. Me ne rendo conto da come mangio, dal sonno irregolare, da come mi sento piccola e indifesa quando sono sola, da come ricorrentemente penso che forse sarebbe meglio se morissi. Certe volte provo un dolore talmente grande che non riesco nemmeno a piangere, l'unica cosa che riesco a fare è raggomitolarmi sul letto e fissare un punto nel vuoto aspettando che passi. Cosa dà origine a questa cosa? Spesso anche una stupidaggine o un vecchio pensiero negativo e da lì subito parte una inarrestabile spirale negativa da cui riesco a uscire solo con una distrazione casuale. E' terribile pensare queste cose, mi rendo perfettamente conto che mi sto facendo del male... Ma non riesco a smettere. Dopo la maturità continuai comunque ad andare dalla psicologa ma quest'anno l'ho cambiata per questione di vicinanza fisica. Non mi ha mai realmente aiutato e ho grosse difficoltà nell'esprimere il mio disagio, quasi come se anche di fronte a lei non volessi mostrare le mie debolezze.
Io son venuta qui soprattutto per un consiglio. Vorrei andare da uno psichiatra ma mi sembra di esagerare e forse non accetterei mai di rendermi schiava di qualche psicofarmaco, anche se dovesse effettivamente servirmi. So che hanno un po' di effetti collaterali e, insomma, non vorrei arrivare a questo a 20 anni perché sennò da grande come faccio?
Grazie in anticipo per i consigli, buona giornata
In quest'anno appena passato invece ho cominciato soprattutto a soffrire di grossi sbalzi d'umore. Ho molta sfiducia nei confronti dell'amicizia, penso che a nessuno interessino i miei problemi, non voglio fare leva sulla mia ragazza per non farle pesare la situazione ma io, fondamentalmente, sto male. Me ne rendo conto da come mangio, dal sonno irregolare, da come mi sento piccola e indifesa quando sono sola, da come ricorrentemente penso che forse sarebbe meglio se morissi. Certe volte provo un dolore talmente grande che non riesco nemmeno a piangere, l'unica cosa che riesco a fare è raggomitolarmi sul letto e fissare un punto nel vuoto aspettando che passi. Cosa dà origine a questa cosa? Spesso anche una stupidaggine o un vecchio pensiero negativo e da lì subito parte una inarrestabile spirale negativa da cui riesco a uscire solo con una distrazione casuale. E' terribile pensare queste cose, mi rendo perfettamente conto che mi sto facendo del male... Ma non riesco a smettere. Dopo la maturità continuai comunque ad andare dalla psicologa ma quest'anno l'ho cambiata per questione di vicinanza fisica. Non mi ha mai realmente aiutato e ho grosse difficoltà nell'esprimere il mio disagio, quasi come se anche di fronte a lei non volessi mostrare le mie debolezze.
Io son venuta qui soprattutto per un consiglio. Vorrei andare da uno psichiatra ma mi sembra di esagerare e forse non accetterei mai di rendermi schiava di qualche psicofarmaco, anche se dovesse effettivamente servirmi. So che hanno un po' di effetti collaterali e, insomma, non vorrei arrivare a questo a 20 anni perché sennò da grande come faccio?
Grazie in anticipo per i consigli, buona giornata
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Se la depressione viene confermata da una visita specialistica può stare tranquilla, esistono farmaci efficaci che aiutano a migliorare il tono dell'umore. L'idea che rendano dipendenti, "schiavi" come dice lei è diffusa, ma è una stupidaggine. Di solito si fa fatica a convincere la persona ad assumere antidepressivi e appena il paziente sta meglio bisogna convincerlo a non smettere per qualche mese, per evitare ricadute. Si è accorta da sola di quanto i pensieri negativi influenzino l'umore, forse sarebbe il caso di pensare anche a una psicoterapia cognitiva, che non è troppo lunga e può essere di aiuto anche associata ai farmaci.
Franca Scapellato
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.5k visite dal 16/09/2016.
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