Bipolarismo e tipologia di cura

Salve,
vi scrivo per chiedere un vostro parere sulla cura che segue una persona di famiglia per il disturbo bipolare. La persona ha 38 anni e soffre della malattia da quando era giovane, anche se gli episodi non sono stati molto numerosi nella sua vita, circa 4-5. Due anni fa e dopo circa 9-10 anni di pausa, la crisi si è ripresentata molto forte con un episodio maniacale persecutorio, che l'ha portato a dover lasciare casa e lavoro (viveva all'estero). Purtroppo a giugno scorso ha riavuto una crisi e vivendo di nuovo all'estero, è dovuto rientrare a casa lasciando la sua vita e il suo lavoro per la seconda volta. In questi due anni ha fatto una terapia di mantenimento che non conosco, ma che evidentemente stava abbandonando, così ha riavuto una ricaduta dovuta ad un periodo di forte stress. Lo psichiatra che lo segue non vuole contatti con la famiglia, ci permette talvolta di parlare con lui per 5 minuti a fine incontro, ma sempre in presenza del nostro familiare così che noi non siamo liberi di dire tutto quello che sappiamo, perchè il nostro familiare si altera molto e si offende (non accetta apertamente la malattia), peggiorando il rapporto già difficile con noi. Dai primi di giugno segue una terapia col seroquel rp da 150, ma sinceramente non vediamo grossi risultati e sono già tre mesi di terapia. Le manie persecutorie sono attenuate rispetto al primo periodo, ma la persona è molto instabile, si altera se non siamo d'accordo con lui, non vuole ascoltare i consigli della famiglia, sta sempre chiedendo soldi che spende in maniera poco accorta, parla in modo logorroico e salta da un argomento all'altro senza terminare il primo. Insomma non sta affatto bene e speravamo invece in un miglioramento più vistoso dopo 3 mesi di cura. Siccome davanti agli estranei riesce a controllarsi molto, temiamo che lo psichiatra non abbia capito la gravità del suo stato, ma non riusciamo a comunicare con lui. Inoltre tende anche lui a non contraddirlo troppo, cercando di non caricarlo di farmaci (perchè non li vuole!!) e diradando per lo stesso motivo gli incontri, che stanno avvenendo anche a distanza di più di un mese. Noi familiari siamo molto provati da litigi e comportamenti instabili ed eccentrici, abbiamo paura che faccia qualche scemenza (ad es. minaccia di denunciarci per qualsiasi cosa), ma non vogliamo ovviamente pensare ad un ricovero forzato perchè ancora non ci sembra in pericolo per se e sarebbe una vera tragedia per tutti, distruggendo definitivamente il rapporto all'interno della famiglia. Vi chiedo un parere sulla cura che sta seguendo e sulle modalità di interazione che dovremmo avere con lo specialista. Grazie infinite.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Avete la possibilità di dire cose davanti al paziente alla fine dell'incontro e dovete utilizzare questo tempo per dire la verità.

Dr. F. S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Utente
Utente
Grazie, purtroppo non è facile parlare apertamente con il paziente presente. Secondo la sua visione la terapia è adeguata o necessiterebbe di integrazione , inserendo magari uno stabilizzatore dell'umore?
[#3]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 221
Se la diagnosi è "Disturbo Bipolare" è implicito che la cura dovrebbe comprendere uno stabilizzatore. Però gli stabilizzatori sono molto lenti e vanno all'inizio associati, in una fase di eccitamento, ad un antipsicotico atipico (come è il Seroquel), che è più rapido. Se in più vi è il dubbio di una corretta compliance da parte del paziente (cioè la probabilità che possa non seguire una terapia complessa) è necessario optare per la monoterapia con l'antipsicotico, rimandando l'aggiunta dello stabilizzatore a quando la situazione clinica sarà migliorata.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#4]
Utente
Utente
La ringrazio dei chiarimenti. Credo che la cura di mantenimento comprendesse uno stabilizzatore, poi interrotto o preso "male" . Quando ha ricominciato la cura, lo psichiatra ha detto che non poteva introdurre di nuovo lo stabilizzatore in quel momento e ha prescritto solo il seroquel rp 150, una pastiglia al g. presa la sera. A distanza di tre mesi, il miglioramento sugli aspetti di mania c'è stato, ma la persona è molto instabile, si stressa subito al minimo discorso e non vuole ascoltare., non è concludente in alcuna attività. Mi sembra stia passando troppo tempo, per quello chiedevo un confronto sulla terapia.
Disturbo bipolare

Il disturbo bipolare è una patologia che si manifesta in più fasi: depressiva, maniacale o mista. Scopriamo i sintomi, la diagnosi e le possibili terapie.

Leggi tutto