Depressione di un familiare
Sono seriamente preoccupata,grata a quanti potranno darmi un consiglio.Mio marito da qualche anno ha una "sindrome ansioso depressiva",talvolta mi spaventa la sua chisura con il mondo ,continua a lavorare ,fa anche lavoro di responsabilita ma ormai non c'è persona o cosa che gli vada bene.Si attacca e attacca tutti con una veemenza ingiustificata ed ingiustificabile inevitabile il vuoto che si crea e ogni giorno di più si crerà intorno.Rifiuta terpia farmacologica e psicoterapia,prende solo quando l'ansia lo divora un blando tranquillante a base di valeriana.Io non so più come comportarmi ,spesso,dicimo quasi sempre, non gli va bene nulla di ciò che faccio e ciò che penso,come si può aiutare una persona che giorno dopo giorno si chiude al mondo? Grazie mille
[#1]
Gentile signora,
purtroppo non esiste una ricetta giusta per uscire da queste situazioni. Forse potrebbe essere utile fare leva sui momenti che lo portano ad assumere qualche tranquillante facendogli notare che con una terapia appropriata potrebbe risolvere in maniera più completa i suoi disagi. Non so se avete figli ma potrebbe essee utile fargli notare che i bambini/ragazzi soffrono nel vederlo così ansioso e ne risentono nella loro vita personale. Ci provi. In bocca al lupo
Cordiali saluti
purtroppo non esiste una ricetta giusta per uscire da queste situazioni. Forse potrebbe essere utile fare leva sui momenti che lo portano ad assumere qualche tranquillante facendogli notare che con una terapia appropriata potrebbe risolvere in maniera più completa i suoi disagi. Non so se avete figli ma potrebbe essee utile fargli notare che i bambini/ragazzi soffrono nel vederlo così ansioso e ne risentono nella loro vita personale. Ci provi. In bocca al lupo
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Gentile utente,
ma quella che lei descrive e' una condizione che ha avuto una diagnosi oppure lei sospetta che questa sia la diagnosi?
Oltretutto, c'e' da considerare che i trattamenti devono sempre essere condivisi da chi li deve assumere.
Chi le ha suggerito una "eventuale" psicoterapia?
Chi ha fatto la valutazione di suo marito?
ma quella che lei descrive e' una condizione che ha avuto una diagnosi oppure lei sospetta che questa sia la diagnosi?
Oltretutto, c'e' da considerare che i trattamenti devono sempre essere condivisi da chi li deve assumere.
Chi le ha suggerito una "eventuale" psicoterapia?
Chi ha fatto la valutazione di suo marito?
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Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.7k visite dal 31/10/2008.
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