Depressione lacan mobbing

Buongiorno, sono in cura da circa due anni e mezzo per depressione. All’origine insonnia prolungata dopo risvegli dalle 2 di notte in poi, crollo della capacità di concentrazione, perdita di interesse ed azzeramento di ogni tipo di aspettativa, attribuibili, secondo me al mobbing subito sul lavoro. Ho fatto un anno e mezzo circa con citalopram e da circa un anno sertralina 100 mg al giorno, ora ridotti a 50, la sera 5 mg di zolpidem-stilnox, colloqui mensili. Quando ho cominciato pesavo 73,5 kg, verifica giornaliera del peso, e facevo attività fisica 6 giorni su 7, 1 h al giorno, senza toccare una goccia di alcool da almeno due anni. Dopo 6 mesi dall’inizio della cura ho ricominciato a bere (3,5 litri di vino alla settimana, 2-3 bicchieri la sera). Sia su indicazione della specialista, che aveva definito ossessivo tale impegno, sia per rimediare ad una tallonite che mi perseguitava, ho rallentato e poi sospeso l’attività fisica. Ora peso quasi 88 Kg e bevo tali 2 bicchieri la sera. Spesso mi sono venuti dubbi sull’adeguatezza della cura e fiducia nella specialista, soprattutto i colloqui. Ho percepito che volesse minare la fiducia in me stesso e attribuirmi le cause degli insuccessi che mi hanno sfinito, che considero assolutamente esogeni. Recentemente ho compreso che il metodo adottato segue le teorie di Lacan, il che spiega molti dialoghi (specchio, affetto, etc.). Mi sembra molto fantasioso, non nego che certe dinamiche possano essere interpretate con tale schema, come la mitologia in altri contesti etc. Tuttavia manca di scientificità e consistenza. E poi che dire di chi lo specchio non lo usa affatto o non lo usava perché non esisteva? Come si applica alle femmine? A chi è mancata la madre? Non mi piace perchè tende a distogliere la responsabilità del danno da soggetti esterni agenti verso fattori surrettiziamente soggettivi, in pratica anziché dire che la colpa è degli altri, darla al soggetto. Per questo assomiglia alla dinamica del peccato adottata dalla chiesa, quando colpevolizza le persone. Infatti prima ancora di conoscere queste teorie dissi una volta alla specialista che assomiglia ad un prete moderno. Perché? Perché incoraggia l’assertività nei confronti delle gerarchie e tende a convincere il soggetto che non deve avere mire o aspirazioni, non dico eccessive, ma assolutamente ragionevoli e legittime. Inoltre trovo esageratamente forzate certe interpretazioni, assolutamente fantasiose. Insomma un “instrumentum regni”, come le dottrine nei loro lati peggiori e discutibili. Ritengo che ci siano motivi per chiedere un indennizzo al datore di lavoro, ma quando tocco questo argomento mi sono sentito dire che “è complicato”. Colleghi in situazioni analoghe ritengono che sia troppo remissivo e mi riferiscono che i loro dottori si comporterebbero in modo molto più reattivo. Che fare?
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Non esistono metodi che si applicano a qualsiasi diagnosi in qualsiasi situazione. La medicina non vive di un approccio univoco, di teorie, ma di pratica e riscontri.

Lei si sta curando per una diagnosi che è di depressione, o non è stata ben definita ? L'antidepressivo è stato ridotto poiché il medico riteneva che Lei fosse sovraeccitato ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Utente
Utente
Non conosco nemmeno io la diagnosi. Vedo solo che sull'accettazione per I controlli viene riportato "disturbi umore". Non so perche abbia risotto la dose e cambiato farmaco. Anche la (non) condivisione mi ha lasciato perplesso. Posso sommariamente riportare dei tratti di discussione. " Non sentirsi amato, riempirsi la vita di obiettivi per compiacere una madre che mi sono creato, etc. Ossessivita quando per contro I miei responsabili e colleghi mi biasimano per la flemma.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Ecco magari però faccia chiarire la diagnosi, perché disturbi dell'umore è un po' vago, e la ragione di tenere una cura a dose così bassa non è chiara. In generale una cura a dosi basse non tende a funzionare granché, se invece la ragione è che era sovraeccitato e quindi il disturbo dell'umore non è depressione, ma è di un altro tipo, allora si ragiona in modo diverso.
[#4]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Aggiungo all'intervento del collega, che condivido, che il mobbing, quando c'è, è un motivo di depressione e sofferenza molto intenso. E' utile tenere traccia degli episodi in cui ci si è sentiti mobbizzati: giorno, ora, cos'è successo, chi ha fatto cosa, chi era testimone. Questo perché se si ricorre al sindacato o a un legale bisogna riportare fatti precisi. Raccogliere materiale fa sentire meno impotenti rispetto alla situazione. Anche guardarsi intorno per cercare un altro lavoro (lo so, è difficile) può essere d'aiuto.
La flemma è l'altra faccia dell'ossessività, non è antitetica. E' l'atteggiamento passivo-aggressivo di chi non può/non deve buttare fuori la rabbia, (perché ne ha troppa e rischierebbe di eccedere) e allora trova tutti i motivi apparentemente razionali per fare il lavoro lentamente.

Franca Scapellato

[#5]
Utente
Utente
Buongiorno, in attesa del prossimo controllo e quindi delle risposte ai punti, rivolgo una domanda più diretta: se non mi trovo con la specialista, ha senso continuare? Me lo sono chiesto da parecchio e finora ho persistito perché ho ritenuto che se non seguissi con continuità una terapia, anche se poco convincente, non avrei ottenuto benefici. Per quanto riguarda le testimonianze, non farò affidamento a colleghi. Immagino che nessuno si esponga per timore di ripercussioni. Mi baserei solo su scritti. Per esempio ormai si da per scontato di lavorare durante le ferie, è avvenuto come prassi negli ultimi 5-6 anni. Ma è normale? Poi ci sono altri elementi di carattere evidentemente discriminatorio. Grazie e saluti.
[#6]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Se ci sono problemi in terapia è importante farli presente prima di tutto a chi la segue, perché spesso questo provoca un cambiamento di direzione nel senso di una maggiore efficacia. Non bisogna avere timore di esprimere insoddisfazione e parlarne, prima di prendere la decisione di andare o restare. Abbandonare la terapia senza un chiarimento si può fare, ovvio, ma può restare una sensazione di "non finito", "non riuscito", che non aiuta.
Per quanto riguarda le testimonianze, non intendevo che chiedesse ai colleghi di esporsi, ma se nella situazione x del giorno y era presente il collega Tizio e il collega Caio questo lo può scrivere sui suoi appunti, forse sarà utilizzabile o forse no.
Lavorare durante le ferie ovviamente non è normale, ma bisogna vedere il caso specifico e cosa si intende per lavorare: da casa, al telefono, rientrando in azienda? Succede a tutti tutte le volte che vanno in ferie o solo in situazioni particolari?
Quando ero all'Asl cercavo di prevedere i problemi che potevano sorgere mentre ero via e lasciavo per quanto possibile tutto in ordine, ma una volta ho posticipato la partenza e un'altra volta ho dovuto anticipare il rientro per problemi di servizio: non l'ho sentita una prevaricazione, perché i motivi erano validi, anche se non ne sono stata contenta. Il clima lavorativo è quello che fa la differenza.
[#7]
Utente
Utente
Buongiorno la diagnosi è depressione ansiosa e tratti ossessivi narcisistici. Sembrerei migliorato, nel frattempo ulteriore dimezzamento della dose di sertralina, quindi ora dovrei assumere 25 mg al giorno. E difficile dividere in 4 la pastiglia. Durante le ferie ho deciso di accendere il cellulare solo una volta al giorno e occuparmi solo delle urgenze non differibili. Quindi sono riuscito a dormire, con risvegli a tratti ma senza rimanere ore con gli occhi spalancati, senza lo zolpidem. Ho rallentato le varie attività. Dal 25 agosto ad oggi ho bevuto in 3-4occasioni sociali perché c era la disponibilità. Non ne ompro per la cena. Non ne sento desiderio. Il disagio che ho provato nelle sessioni è proprio l insistenza nel volere trovare l applicazione di tale/i congetture. Rimango convinto che se non fossi frustrato professionalmente starei sicuramente meglio. Fisicamente ora sono obeso e mi sento intorpidito. Rispetto ai periodi più marcati di depressione ora mi sento invecchiato come mai prima, in pratica come se gli anni mi fossero calati colpo. Prima non sentivo cosi tanta differenza rispetto a quando avevo 25-30 anni. Vorrei tanto recuperare la forma fisica.Grazie per le risposte.
[#8]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Abbiamo una terapia antidepressiva ai minimi termini di dosaggio. Il suo stato generale (umore, controllo dei pensieri) non sembra ottimale, quindi non comprendo esattamente perché si stia togliendo la cura.
[#9]
Utente
Utente
Buongiorno, vorrei condividere quanto é poi avvenuto giusto in seguito a gli scambi di cui sopra, nell'autunno del 2016. Avevo fatto presente a chi mi aveva in cura che il mio stato dipendeva dall'ambiente di lavoro: meriti non riconosciuti, essere sistematicamente messo da parte a fronte di possibilità di sviluppo, etc., quindi considerare una causa per mobbing. La risposta é stata: "troppo complicato". Per contro mi chiese: "che cosa ne pensa se la trasferissero all'estero?". Fui piuttosto sorpreso e risposi che era molto improbabile visto che nella mia azienda avevano appena comunicato che l'intenzione era quella di ridurre gli espatri solo a casi realmente necessari, quindi non ci feci molto caso. Dopo circa un mesetto fui convocato dalla mia azienda e mi proposero poprio un espatrio....Coincidenza? Cosa vi farebbe pensare una domanda di questo genere seguita, relativamente a breve da una proposizione del genere?
[#10]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
A una coincidenza. E' ovvio che Lei lo chiede perché pensa ci sia dietro qualcosa. Forse ne è convinto a prescindere. Non si è capito se per Lei è un evento positivo o no.
[#11]
Utente
Utente
Gentile Dottor Pacini, ho cominciato a maturare questo sospetto recentemente, quindi ad anni di distanza, in particolare dopo che ho avuto a che fare con altri specialisti che hanno avuto approcci ben diversi.

La risposta alla sua domanda: se lo considero un evento positivo, dipende da quando mi sarebbe stata posta la domanda.

Il primo anno é stato catastrofico. Ho accettato intrepidamente un trasferimento in una capitale dove il costo della vita é almeno il 30/40 per cento più alto che in Italia del Nord, senza compensazione sul salario. Gli affitti sono più che il doppio che a Milano, almeno questo é rimborsato dall’azienda. Avevo chiesto un corso di lingua prima di trasferirci ma é stato negato. Di tutta la famiglia non parlavamo una sola parola. Dopo l'arrivo quindi: la lingua, il timore di far perdere degli anni scolastici ai figli (ho dovuto portarne d'urgenza al pronto soccorso per attachi di panico la notte), il ruolo, come spiegarsi con i medici o in farmacia, il cambiamento di clima, il cambio di tastiera, i comandi su word excel, etc.. Ho cominciato a studiare la lingua ma il cervello sembrava bloccato quando normalmente me la cavo bene.

Dopo qualche settimana ho cominciato a sognare situazioni imbarazzanti, poi il fenomeno si é riprodotto nella veglia quando bastava un piccolo dettaglio per farmi avere dei flash back potentissimi di decine e decine di anni addietro aventi come conseguenza farmi prefigurare dei pericoli. Ho perso la capacità progressivamente di concentrarmi ed evitare l’intrusione di pensieri e infine gli attacchi di panico generati da piccoli dettagli di forma o colore normalmente insignificanti e che mi portavano ad ingigantire qualsiasi preoccupazione. Ho evitato di svenire due volte in un giorno, in ufficio e poi in metropolitana, riuscendo a sdraiarmi in tempo. Mi sentivo quasi assente dal mio corpo e quasi difficile da riafferrare, impensabile dormire, mi sono ritrovato a saltare per scuotermi e cercare di riappropriarmi di me stesso. Non trovavo posizione. Senso di estraniamento costante. Insomma il baratro.

Mi sono rivolto ad uno specialista italiano, non quello di prima chiaramente, che dopo dei tentativi , ha concluso che non traggo giovamento dagli antidepressivi inbitori, il reuptake della serotonina. Quindi mi ha prescritto dell’Amisulfride, del Mutabon mite, che pero non si trova nel paese dove risiedo, e cio mi generava ulteriore ansia, e del Tavor. Sono stato meglio velocemente: non ho avuto più i disturbi ma sentivo che non ero ancora propriamente integrato nel mondo nuovo, il peso rientrava nella regola. Dopo 5 mesi ci siamo rivisti e mi ha detto che potevo interrompere il trattamento, marzo 2018.

Dopo 15 giorni é stato peggio di prima,. Ho deciso di rivolgermi ad uno specialista locale per avere a disposizione la farmacologia disponibile nel paese di residenza (lo stilnox é considerato oppiaceo e si puo ritirare solo nella stessa farmacia, per esempio), e per evitare di dover prendere l’aereo, anche perché non ci sarei riuscito. Come sono arrivato addirittura ad avere paura di prendere la macchina. Ho dovuto attendere un mese per avere un appuntamento! Come già accennato il sistema sanitario é ben differente dall’Italia e questo mi rendeva piuttosto inquieto.

In lingua locale ho spiegato la situazione e ho cercato di riportare le conclusioni dello specialista precedente, intraprendendo un percorso prima ogni 15 giorni, ora ogni 3 mesi. Il nuovo specialista ha scelto invece Escitalopram, dicendomi che secondo lui ero ancora gravemente depresso. Da 79 kg in maggio 2018 sono arrivato a 94 kg a inizio gennaio 2019 e poi ora 98 kg. Nessuna voglia di mettermi a dieta, perso interesse per praticare attività sportiva, salvo cio che mi piace, ho quasi recuperato le capacità mentali e quindi finalmente ho dato un impulso all’apprendimento della lingua, che prima era lentissimo, raggiungendo un livello C1 (C2 é madrelingua). Ora mi muovo con disinvoltura in questo paese, anche se non ho esattamente ancora l’energia che avevo in Italia. Ho grande stima dei colleghi che mi circondano e dei vicini di casa, nella media abbiamo incontrato persone impeccabili.

Ora anche i figli se la cavano a scuola, chi più chi meno, e hanno sviluppato una vita sociale. Ho chiesto più volte di interrompre il trattamento che secondo me é all’origine dell’aumento di peso, ma lo specialista vuole evitare ricadute, ne riparleremo.
Quindi la risposta alla sua domanda cambierebbe molto a seconda di quando me la si sarebbe posta, se due anni fa o ora.

Ripensando a quanto successo trovo che si sia trattato di un eccesso di fatica mentale che mi ha portato ad un burnout, non capisco perché lo specialista la definisca depressione.

Ringrazio e saluto cortesemente
[#12]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
La diagnosi psichiatrica non prende in considerazione la causa come criterio per distinguere se è depressione o non depressione. E' la forma, il tip di funzionamento cerebrale, che definisce una situazione, al di là della situazione che può averlo indotto. In pratica se uno è depresso, o paranoico, o ansioso a causa di una situazione x, non giova comunque. IL burn-out, per esempio, è un disturbo specifico ma formalmente può corrispondere ad una depressione.

Se gli antidepressivi non hanno inciso più di tanto, andrebbe considerata la diagnosi, specie se non è stata mai esplicitata.
[#13]
Utente
Utente
Buongiorno,

Finalmente lo specialista che mi segue ha acconsentito a diminuire la dose a 5mg al giorno di Escitalopram, prima delle vacanze di Natale. Prossimo appuntamento per verifica a metà marzo. Sono contento di poter dire che ieri ho completato una settimana senza toccare una goccia d'alcol. Dopo l'inizio di questa terapia, ero 79 kg e ora sono a 100 kg, ho cominciato a sentire la necessità di bere un paio di bicchieri tutte le sere e a mangiare senza sentire sazietà, anzi sepre appetito. Dopo 20 mesi finalmente, credo grazie a tale riduzione, non sento più tale stimolo, staremo a vedere.

Altro problema che é insorto sempre dopo l'inizio di tale cura: mi addormento di colpo durante le riunioni o delle conferenze. Non ho più difficolta in questa lingua nel comprendere e parlare faccia a faccia o con più persone, ma in certe riunioni accade che comprendo le parole, ma si presentano non le immagini che vi dovrebbero corrispondere ma delle altre, come se si dissociasse il senso o il loro significato dall'immagine che mi compare. Dopo qualche secondo mi addormento di colpo senza riuscire a reagire, poi mi risveglio, mi sforzo di resistere ma niente da fare, e via cosi fino all fine della riunione. Diciamo che si tratta di riunioni con più persone che rilanciano con velocità il discorso a ruota libera, spesso gli argomenti sono piuttosto teorici. Per me é molto fastidioso e imbarazzante e potrebbe essere addirittura invalidante dal punto di vista professionale. Il medico curante mi ha suggerito di registrare le riunioni e riascoltarle per abituarmi, ma in questi 20 mesi dalla comparsa il problema non ha fatto che aumentare. Ho dovuto parlarne col mio capo diretto per spiegargli la situazione. Sono preoccupato prima delle riunioni, specialmente quando sono presenti responsabili esterni che sono di norma ai massimi livelli dell'azienda di cui faccio parte. Incontrollabile.

Saluti
[#14]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Potrebbe essere legato a sovrappeso, e magari ad una sindrome da insufficiente ossigenazione notturna, o, se post-prandiale, ad un effetto associato all'aumento di peso.
[#15]
Utente
Utente
Buongiorno Dott. Pacini, ne ho parlato col medico curante e ho effettuato una sonnografia. Dunque una media di 35 apnee per ora, da 10 '' fino a 1'40'' ciascuna. Da circa due settimane ho cominciato l'uso di un respiratore notturno. La prima notte è stata critica. Il giorno seguente sono stato ricoverato per sospetto infarto. Alle 3 di notte non ne potevo più della maschera e mi sono reso conto di un dolore al petto che pensavo passeggero. Alle 16 dello stesso giorno mi sono recato in infermeria, poiché tale dolore che si irradiava dallo sterno verso la parte mia sinistra del petto, non cessava e in più ho avuto una fitta tipo colpo di pugnale dopo aver fatto circa 3 piani di scale. Gli ospedali che dovevano validare l'ecg hanno ordinato il trasferimento e mi hanno comunicato che la curva non era per loro abituale, inoltre i valori delle triponine erano al di sopra della soglia critica e mostravano sofferenza cardiaca. Mi hanno rilasciato dopo ulteriori controlli alle 4 della mattina successiva quando i valori erano in discesa, mancano pero i valori della fase acuta. Prescritto ecocardiogramma, che ha escluso danni da infarto. Sono in attesa di effettuare una indagine per immagini con liquido per verificare se ho avuto un'infezione e se ora è risolta. Ho insistito col respiratore e la media si è normalizzata sulle 3-5 apnee per ora, arrivando a dormire per 6-7 ore. Ieri ho constatato un netto miglioramento durante una riunione che altrimenti sarebbe stata soporifera. La mattina mi sento più riposato e positivo, anche per tutta la giornata. Sto ritrovando la carica che sembrava irrimediabilmente perduta. Spero di recuperare al 100% anche le mie capacità di memoria e concentrazione che avevo fino al debutto della crisi di un paio di anni fa.

Cordialmente
[#16]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Bene, l'importante è che appunto se c'era quella situazione sia in trattamento.
Insonnia

L'insonnia è un disturbo del sonno che comporta difficoltà ad addormentarsi o rimanere addormentati: tipologie, cause, conseguenze, cure e rimedi naturali.

Leggi tutto