Depressione ansiosa
Da circa 5 anni soffro di depressione ansiosa, con a volte attacchi di ansia e di panico.
Il tutto si è manifestato anche in seguito a un trauma subito (aggressione).
Sono stato in cura due anni fa con daparox 30 mg fino ad avere dei miglioramenti che mi hanno portato alla sospensione graduale del trartamento. In seguito a ricadute, ho assunto da settembre 2015 cymbalta 60 e da febbraio di quest'anno sono ritornato a daparox 30mg; con entrambi non ho avuto ultimamente miglioramenti. Dopo vari consulti, l'ultimo psichiatra mi ha consigliato di aumentare il dosaggio di daparox a 40 mg, dicendo che per i miei problemi non esiste farmaco migliore.
Ultimamente, nonostante le lunghe vacanze, mi sveglio sempre con una tristezza immensa e senso di sonnolenza e confusione mentale.
Da due giorni sono passato dai 30 mg a 40 mg, in modo non graduale, ma l'ansia e il senso di disperazione mi sembrano addirittura aumentati. Ho il controllo tra un mese, ma mi sento ormai sfiduciato.
Ho intrapreso ultimamente anche un percorso con una psicoterapeuta di indirizzo sistemico-famigliare e sessuologa (in passato mi travestivo a volte e ho sviluppato dipendenza sessuale: ricerca ossessiva di relazioni occasionali, nonostante un compagno stabile da anni) . Ho fatto anche una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale per un anno fino ad agosto scorso.
Come mai la terapia attuale non mi porta alcun beneficio?
Il tutto si è manifestato anche in seguito a un trauma subito (aggressione).
Sono stato in cura due anni fa con daparox 30 mg fino ad avere dei miglioramenti che mi hanno portato alla sospensione graduale del trartamento. In seguito a ricadute, ho assunto da settembre 2015 cymbalta 60 e da febbraio di quest'anno sono ritornato a daparox 30mg; con entrambi non ho avuto ultimamente miglioramenti. Dopo vari consulti, l'ultimo psichiatra mi ha consigliato di aumentare il dosaggio di daparox a 40 mg, dicendo che per i miei problemi non esiste farmaco migliore.
Ultimamente, nonostante le lunghe vacanze, mi sveglio sempre con una tristezza immensa e senso di sonnolenza e confusione mentale.
Da due giorni sono passato dai 30 mg a 40 mg, in modo non graduale, ma l'ansia e il senso di disperazione mi sembrano addirittura aumentati. Ho il controllo tra un mese, ma mi sento ormai sfiduciato.
Ho intrapreso ultimamente anche un percorso con una psicoterapeuta di indirizzo sistemico-famigliare e sessuologa (in passato mi travestivo a volte e ho sviluppato dipendenza sessuale: ricerca ossessiva di relazioni occasionali, nonostante un compagno stabile da anni) . Ho fatto anche una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale per un anno fino ad agosto scorso.
Come mai la terapia attuale non mi porta alcun beneficio?
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In Italia esiste un forte conflitto tra essere maschi ed essere donne all'interno della comunità Lgbt, che riverbera la misoginia, l'omofobia e la transfobia della società.
Ovviamente la sua breve narrazione non ci dà modo di dire nulla di lei.
Avere relazioni omosessuali, travestirsi, cercare sesso occasionale non sono patologie, ma è patologico e fa soffrire il fatto che lei lo possa pensare.
Lei ha subito un'aggressione.
Un'aggressione omofoba o una violenza sessuale o un'altro tipo ancora di violenza?
Quando si subisce in ogni caso una violenza il nostro senso di sicurezza viene meno e in quanti hanno l'ossessione della virilità, non posso certo sapere se è il suo caso, si crea una grande confusione anche rispetto all'identità di genere.
Lei si percepisce diversamente da prima dell'aggressione? In che modo?
Il passaggio dopo l'aggressione e il conflitto psicologico è quello della depressione post traumatica, indipendentemente dalla questione Lgbt, ma ovviamente in correlazione rispetto agli elementi culturali e psicologici emersi.
I sintomi che lei descrive possono essere attribuiti a questa, ma la sua narrazione è troppo breve ed è necessario che lei ne parli con uno psicoterapeuta e uno psichiatra dal vivo (a patto ovviamente che non siano omofobi a loro volta, o subirebbe una seconda violenza, iatrogena).
Ovviamente la sua breve narrazione non ci dà modo di dire nulla di lei.
Avere relazioni omosessuali, travestirsi, cercare sesso occasionale non sono patologie, ma è patologico e fa soffrire il fatto che lei lo possa pensare.
Lei ha subito un'aggressione.
Un'aggressione omofoba o una violenza sessuale o un'altro tipo ancora di violenza?
Quando si subisce in ogni caso una violenza il nostro senso di sicurezza viene meno e in quanti hanno l'ossessione della virilità, non posso certo sapere se è il suo caso, si crea una grande confusione anche rispetto all'identità di genere.
Lei si percepisce diversamente da prima dell'aggressione? In che modo?
Il passaggio dopo l'aggressione e il conflitto psicologico è quello della depressione post traumatica, indipendentemente dalla questione Lgbt, ma ovviamente in correlazione rispetto agli elementi culturali e psicologici emersi.
I sintomi che lei descrive possono essere attribuiti a questa, ma la sua narrazione è troppo breve ed è necessario che lei ne parli con uno psicoterapeuta e uno psichiatra dal vivo (a patto ovviamente che non siano omofobi a loro volta, o subirebbe una seconda violenza, iatrogena).
Dr. Manlio Converti
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.5k visite dal 10/08/2016.
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