Dopaminergici e antipsicotici
Gentili dottori, posto qui non avendo ricevuto risposta in un precedente. Sto assumendo due antipsicotici atipici seroquel 300mg e abilify 15mg e in cura e' stato aggiunto anche mirapexin 0,18mg per cercare di risolvere uno stato depressivo che si protrae e che con il solo ausilio di solian 100mg non si riusciva a risolvere. A questo proposito vi chiedo, antipsicotici e dopaminergici come questi due si antagonizzano e quindi si annullano a vicenda i non è tutto cosi lineare? I benefici terapeutici di solian e mirapexin si sentiranno ugualmente o saranno annullati da seroquel e abilify? Grazie sempre per la vostra disponibilità , cordialmente.
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Salve, gentile utente,
non essendo, immagino, la sua una curiosità tecnico-scientifica riguardante le possibili interazioni ai diversi livelli dei diversi presidi impiegati per contrastare il suo disturbo, ma piuttosto una richiesta di rassicurazione rispetto all'avere o meno intrapreso una strada possibile per ottenere lo scopo, la cosa migliore che le posso consigliare (dato il particolare e non ordinario protocollo terapeutico scelto dal collega che la segue, e che sembra suggerire un episodio o un disturbo depressivo non proprio tipico) è di chiedere un'integrazione di spiegazioni al collega prescrittore che saprà certamente chiarirle le ragioni delle sue scelte e gli obiettivi per i quali sta lavorando. La saluto cordialmente e le auguro il meglio.
non essendo, immagino, la sua una curiosità tecnico-scientifica riguardante le possibili interazioni ai diversi livelli dei diversi presidi impiegati per contrastare il suo disturbo, ma piuttosto una richiesta di rassicurazione rispetto all'avere o meno intrapreso una strada possibile per ottenere lo scopo, la cosa migliore che le posso consigliare (dato il particolare e non ordinario protocollo terapeutico scelto dal collega che la segue, e che sembra suggerire un episodio o un disturbo depressivo non proprio tipico) è di chiedere un'integrazione di spiegazioni al collega prescrittore che saprà certamente chiarirle le ragioni delle sue scelte e gli obiettivi per i quali sta lavorando. La saluto cordialmente e le auguro il meglio.
Dr. valerio lamberti
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Utente
Gentile dott. Lamberti, la ringrazio per l'esaustiva risposta. In effetti il mio curante mi ha rassicurato a riguardo dicendomi che non dovrebbero esserci interazioni ma non vorrei che l'efficacia antidepressiva dei farmaci fosse inficiata dall uso concomitante degli antipsicotici. Lei a riguardo, aldilà delle spiegazioni tecniche che come lei ha giustamente affermato non sarei in grado di comprendere, può rassicurarmi? Le dico inoltre che il tipo di depressione curata e' in realtà un episodio depressivo in corso di disturbo bipolare, per il quale il mio curante preferisce non utilizzare antidepressivi classici, da qui la scelta diciamo non tipica. La ringrazio ancora per la disponibilità , in attesa di un suo riscontro, cordialmente.
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Come dice bene lei, il trattamento farmacologico di un episodio depressivo è del tutto differente a seconda che sia da riferire alla cornice clinico-diagnostica di un disturbo unipolare o di un disturbo bipolare, ma più globalmente considerate sono diverse strategie, modalità e obiettivi terapeutici. Quanto alla rassicurazione da lei richiesta a me, posso solo aggiungere, sinteticamente, che sono delicati e a volte complessi, nei casi come il suo, gli incastri dei farmaci impiegabili che non hanno tanto una finalità antidepressiva in senso stretto, né solo obiettivi finalizzati alla risoluzione dell'episodio in corso, quanto la "costruzione" di un sistema di bilanciamento (che spesso richiede diversi farmaci in campo) che riesca a garantire il migliore dei controlli possibili dell'episodio attuale e contestualmente la prevenzione di futuri episodi dello stesso tipo o dell'opposta polarità. Ma sono certo che anche di questo avrà già ragionato con il collega che la segue. Un saluto
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Utente
Gentile dott. Lamberti, non so se legge ancora il post che e' di qualche giorno fa..le vorrei porre un'ultima domanda molto meno tecnica e su cui il mio curante non si e' espresso d che non mi e' molto chiaro. In sostanza mi chiedevo se aldilà delle terapie che come giustamente diceva lei hanno il compito di prevenire le ricorrenze ed essere efficaci sull'episodio, mi chiedevo per appunto se il disturbo facesse comunque il suo decorso abbastanza immodificato un po, come dire, libero dalle terapie che si stanno facendo se cioè almeno nei primi tempi di cura il decorso fosse poco sensibile alle varie anche interazioni che mi dono state proposte in cura e che sto seguendo. Chiedo questo perché mi sembra che le cure che faccio non sembrano avere molto impatto sul disturbo in se che sembra fare indipendentemente il suo corso e magari si tratta solo di avere un po di pazienza e il decorsosi stabilizzerà. E' una curiosità che ho e che presto sottoporrò senz'altro al mio curante, ci tenevo ad avere però anche la sua opinione. Attendo un suo gentile riscontro al riguardo, cordialmente.
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Quello della stabilizzazione nei disturbi che hanno una tendenza naturale alla ricorrenza o alla ciclicità è senz'altro un obiettivo importante e possibile, almeno quanto lo è quello della risoluzione dell'episodio x o y che in maniera più eclatante causa il disagio alla persona per il suo carattere di maggiore urgenza ma che spesso richiede tempo ed applicazione...Con il suo psichiatra si tratterà di cercare, con la collaborazione/alleanza terapeutica che in questi casi è particolarmente importante, le strategie (farmacologiche, psicoeducazionali ed ambientali) adeguate per puntare all'obiettivo....Ancora un saluto
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.8k visite dal 04/08/2016.
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