Clonazepam, sonno, risveglio,depressione
Gentili Dottori,
a luglio 2015 vengo ricoverata presso una struttura psichiatrica( grave forma di depressione, difficoltà ad uscire di casa, isolamento quasi totale, dismorfofobia, sonno alterato, ricoveri in spdc per atti autolesivi). Ero a quel tempo in cura con clonazepam. Nel corso dei 3 mesi si è giunti ad una terapia con abilify + zoloft + talofen. Gradualmente è stato ridotto il rivotril che tra gli altri effetti collaterali mi causava forte perdita di memoria e scarsa concentrazione. Alle dimissioni il tono dell'umore era migliorato, non invece l'aspetto dismorfofobico e le crisi "simil -allucinatorie". L'abilify mi causava akatisia. Trasferitami di città, lentamente ho ricominciato ad autoisolarmi,e per affrontare un lavoro, intenso di pochi giorni, sono autoricorsa al rivotril ( 5 gocce al giorno ) per superare l'ansia, togliendo momentaneamente l'abilify per l'akatisia. Ho poi ripreso la terapia indicata. A seguito di una crisi di depersonalizzazione e derealizzazione mi è stato proposto un nuovo ricovero per rivedere la terapia. Questo nuovo ricovero (dicembre 2015- aprile 2016) è stato particolarmente duro. Dopo svariati tentativi si è arrivati ad una terapia comprendente deniban 100 mg, zoloft 50 mg, rivotril ( 10 +10+20), 20 gocce di minias, dostinex. Alle dimissioni: angoscia sempre presente, dismorfofobia anche, sentimenti di indegnità e autodenigrazione, perdita di ogni interesse. Lentamente sono ricaduta nell'autoisolamento e nella difficoltà a fare anche le cose minime come l'uscire per fare la spesa. Il peso aumentava e, visto un passato ( dai 14 ai 29 anni) di anoressia bulimica, e avendo ancora difficoltà ad accettare il corpo, ho gradualmente eliminato il solian (che mi era stato portato a 200 mg) e lo zoloft. Il mio psichiatra ne è al corrente. Sono così rimasta solo con rivotril 10+10+20. Sostanzialmente non riesco più a fare nulla, ho paura di trovare un lavoro perché mi metterebbe a contatto con le persone (mi vergogno ad essere vista in volto) non riesco a studiare ( devo ancora finire l'università), non provo piacere in nulla, mangio per sopravvivenza e i pensieri suicidi sono all'ordine del giorno. Attualmente il mio psichiatra è in vacanza. Mi rivolgo a voi per alcune domande:
- da uno stato di forte insonnia degli ultimi anni, sono passata all'opposto ad uno stato di ipersonnia. Ho un primo risveglio verso le 3, un secondo verso le 6, dopodiché non riesco più ad alzarmi fino alle 12.00. E quando mi alzo sono totalmente priva di energie. Perché?
- Il rivotril può essere depressogeno? - l'iperico potrebbe aiutarmi?
Diagnosi me ne sono state fatte molte.L'ultima sostanzialmente era priva di contenuto: disturbo di personalità non altrimenti specificato.
Il mio psicoanalista intravede invece una componente melanconica (nell'accezione freudiana-lacaniana del termine) con
vissuti persecutori e allucinatori.
-Il rivotril può peggiorare la situazione?
Ringrazio e porgo cordiali saluti
a luglio 2015 vengo ricoverata presso una struttura psichiatrica( grave forma di depressione, difficoltà ad uscire di casa, isolamento quasi totale, dismorfofobia, sonno alterato, ricoveri in spdc per atti autolesivi). Ero a quel tempo in cura con clonazepam. Nel corso dei 3 mesi si è giunti ad una terapia con abilify + zoloft + talofen. Gradualmente è stato ridotto il rivotril che tra gli altri effetti collaterali mi causava forte perdita di memoria e scarsa concentrazione. Alle dimissioni il tono dell'umore era migliorato, non invece l'aspetto dismorfofobico e le crisi "simil -allucinatorie". L'abilify mi causava akatisia. Trasferitami di città, lentamente ho ricominciato ad autoisolarmi,e per affrontare un lavoro, intenso di pochi giorni, sono autoricorsa al rivotril ( 5 gocce al giorno ) per superare l'ansia, togliendo momentaneamente l'abilify per l'akatisia. Ho poi ripreso la terapia indicata. A seguito di una crisi di depersonalizzazione e derealizzazione mi è stato proposto un nuovo ricovero per rivedere la terapia. Questo nuovo ricovero (dicembre 2015- aprile 2016) è stato particolarmente duro. Dopo svariati tentativi si è arrivati ad una terapia comprendente deniban 100 mg, zoloft 50 mg, rivotril ( 10 +10+20), 20 gocce di minias, dostinex. Alle dimissioni: angoscia sempre presente, dismorfofobia anche, sentimenti di indegnità e autodenigrazione, perdita di ogni interesse. Lentamente sono ricaduta nell'autoisolamento e nella difficoltà a fare anche le cose minime come l'uscire per fare la spesa. Il peso aumentava e, visto un passato ( dai 14 ai 29 anni) di anoressia bulimica, e avendo ancora difficoltà ad accettare il corpo, ho gradualmente eliminato il solian (che mi era stato portato a 200 mg) e lo zoloft. Il mio psichiatra ne è al corrente. Sono così rimasta solo con rivotril 10+10+20. Sostanzialmente non riesco più a fare nulla, ho paura di trovare un lavoro perché mi metterebbe a contatto con le persone (mi vergogno ad essere vista in volto) non riesco a studiare ( devo ancora finire l'università), non provo piacere in nulla, mangio per sopravvivenza e i pensieri suicidi sono all'ordine del giorno. Attualmente il mio psichiatra è in vacanza. Mi rivolgo a voi per alcune domande:
- da uno stato di forte insonnia degli ultimi anni, sono passata all'opposto ad uno stato di ipersonnia. Ho un primo risveglio verso le 3, un secondo verso le 6, dopodiché non riesco più ad alzarmi fino alle 12.00. E quando mi alzo sono totalmente priva di energie. Perché?
- Il rivotril può essere depressogeno? - l'iperico potrebbe aiutarmi?
Diagnosi me ne sono state fatte molte.L'ultima sostanzialmente era priva di contenuto: disturbo di personalità non altrimenti specificato.
Il mio psicoanalista intravede invece una componente melanconica (nell'accezione freudiana-lacaniana del termine) con
vissuti persecutori e allucinatori.
-Il rivotril può peggiorare la situazione?
Ringrazio e porgo cordiali saluti
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Attualmente la sua terapia è impostata per il trattamento di alcuni disturbi per cui la presenza di ipersonnia può considerarsi o un effetto collaterale oppure un fenomeno depressivo.
La sua diagnosi attualmente è solo di secondo asse ma non è presente una diagnosi di primo asse che è quella che stabilisce il trattamento farmacologico.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
La sua diagnosi attualmente è solo di secondo asse ma non è presente una diagnosi di primo asse che è quella che stabilisce il trattamento farmacologico.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.1k visite dal 04/08/2016.
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