Non riesco più ad andare avanti. Ormai sono sempre ansiosa e arrabbiata con il mondo.
Salve,
è la prima volta che scrivo qui e, ovviamente, non lo faccio per ricevere risposte che possano, in qualche modo, sostituire quelle di un consulto specialistico. Sono una ragazza di 21 anni e da un po' di tempo non sto bene con me stessa e con il resto del mondo.
Non ho mai avuto una grande autostima e ho sempre sperato di ottenere grandi risultati in tutto, ma nonostante ciò sono andata avanti, fin quando non sono entrata all'Università, senza l'aiuto di nessuno, traguardo estremamente importante per me. Inizialmente andava tutto bene, i risultati erano eccellenti e, in contemporanea, l'inizio di una relazione -che ancora oggi continua- facevano di me una persona felice, per la prima volta. Poi le cose sono peggiorate sempre di più, fino ad arrivare a questo periodo eccessivamente stressante, in cui gli impegni universitari riempiono ormai le mie giornate, non permettendomi di prendere un po' di tempo per me stessa. Sono diventata sempre più cupa, assistendo ad una graduale deflessione del tono dell'umore. Sono sempre triste e arrabbiata con il mondo, ho sfuriate verso tutti e soprattutto verso chi nemmeno merita, come il mio ragazzo, con cui le cose vanno molto bene, che mi supporta sempre e si dimostra comprensivo, senza mai ferirmi e che reputo importantissimo per me. Talvolta evito le situazioni sociali, con profonda tristezza alternata a indifferenza, perché fonte di ansia e sofferenza, non mi sento adeguata perché le interazioni con gli altri non sono soddisfacenti, non riesco ad essere efficiente nello studio e nella vita in generale perché mi viene l'ansia per qualsiasi cosa durante il giorno, dalle cose più stupide, per non parlare di quando le richieste provenienti dal mondo esterno si fanno sempre più complicate. Credo di avere schemi mentali poco flessibili, tollero poco le frustrazioni e non so adattarmi bene ai cambiamenti improvvisi; questo mi sta portando all'incapacità quasi totale di integrarmi col mondo e ho paura che gli altri si accorgano di questo mio disagio continuo e incessante. Spesso sono consapevole di proiettare sugli altri cose che solo io penso di me stessa, desidero sempre essere una persona migliore e diversa, ma così facendo le cose peggiorano. Tutto ciò sta diventando una spirale viziosa dalla quale non riesco ad uscire. E ho paura che questo rovini i pochi rapporti che ho e che danno significato alla mia vita. Mi viene da piangere per le cose più banali e quando penso al futuro la disperazione è sempre presente, soprattutto per il timore nei confronti della persona che potrei diventare, mai all'altezza delle mie aspettative. Ciononostante credo di avere buone capacità introspettive e so che tutto quello che sto provando non deriva esclusivamente dal mondo esterno, ma non so come reagire.
Ringrazio in anticipo chiunque leggerà e risponderà.
è la prima volta che scrivo qui e, ovviamente, non lo faccio per ricevere risposte che possano, in qualche modo, sostituire quelle di un consulto specialistico. Sono una ragazza di 21 anni e da un po' di tempo non sto bene con me stessa e con il resto del mondo.
Non ho mai avuto una grande autostima e ho sempre sperato di ottenere grandi risultati in tutto, ma nonostante ciò sono andata avanti, fin quando non sono entrata all'Università, senza l'aiuto di nessuno, traguardo estremamente importante per me. Inizialmente andava tutto bene, i risultati erano eccellenti e, in contemporanea, l'inizio di una relazione -che ancora oggi continua- facevano di me una persona felice, per la prima volta. Poi le cose sono peggiorate sempre di più, fino ad arrivare a questo periodo eccessivamente stressante, in cui gli impegni universitari riempiono ormai le mie giornate, non permettendomi di prendere un po' di tempo per me stessa. Sono diventata sempre più cupa, assistendo ad una graduale deflessione del tono dell'umore. Sono sempre triste e arrabbiata con il mondo, ho sfuriate verso tutti e soprattutto verso chi nemmeno merita, come il mio ragazzo, con cui le cose vanno molto bene, che mi supporta sempre e si dimostra comprensivo, senza mai ferirmi e che reputo importantissimo per me. Talvolta evito le situazioni sociali, con profonda tristezza alternata a indifferenza, perché fonte di ansia e sofferenza, non mi sento adeguata perché le interazioni con gli altri non sono soddisfacenti, non riesco ad essere efficiente nello studio e nella vita in generale perché mi viene l'ansia per qualsiasi cosa durante il giorno, dalle cose più stupide, per non parlare di quando le richieste provenienti dal mondo esterno si fanno sempre più complicate. Credo di avere schemi mentali poco flessibili, tollero poco le frustrazioni e non so adattarmi bene ai cambiamenti improvvisi; questo mi sta portando all'incapacità quasi totale di integrarmi col mondo e ho paura che gli altri si accorgano di questo mio disagio continuo e incessante. Spesso sono consapevole di proiettare sugli altri cose che solo io penso di me stessa, desidero sempre essere una persona migliore e diversa, ma così facendo le cose peggiorano. Tutto ciò sta diventando una spirale viziosa dalla quale non riesco ad uscire. E ho paura che questo rovini i pochi rapporti che ho e che danno significato alla mia vita. Mi viene da piangere per le cose più banali e quando penso al futuro la disperazione è sempre presente, soprattutto per il timore nei confronti della persona che potrei diventare, mai all'altezza delle mie aspettative. Ciononostante credo di avere buone capacità introspettive e so che tutto quello che sto provando non deriva esclusivamente dal mondo esterno, ma non so come reagire.
Ringrazio in anticipo chiunque leggerà e risponderà.
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La sua situazione può essere oggetto di valutazione diretta per capire se effettivamente siano presenti elementi patologici oppure sia una condizione esistenziale da dover affrontare.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.1k visite dal 26/07/2016.
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