Mirapexin depressione

Gentili dottori, Scrivo per avere qualche delucidazione a proposito del mirapexin. Sto assumendo il farmaco in due somministrazioni al giorno: 0,18x2 ormai da quasi una settimana senza riscontrare benefici ma anzi un peggioramento. La prescrizione e' stata ordinata nella speranza che lo stato depressivo che mi affligge da mesi si plachi un po'..quindi una prescrizione off Label. Adesso mi chiedo, il farmaco aveva bisogno di una titolazione più lenta per essere inserito, quindi prima qualche giorno a 0,18 e poi a salire a 0,36? L'eventuale non titolazione ha potuto portare questo peggioramento che comunque nel tempo può affievolirsi o non è determinante? e' previsto più in generale un peggioramento del tono dell'umore con questo farmaco cosi come con altri antidepressivi o e' in tipo di farmaco che agisce fin dai primi giorni in maniera efficace? Ultima domanda, vale per il mirapexin la regola degli altri antidepressivi e cioè che cominciano ad esplicare la loro azione dalla seconda settimana di assunzione in poi più o meno? Grazie come sempre per la disponibilità.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

La dose è anzi di per sé non elevata, quindi potrebbe non funzionare bene. Si tratta di un farmaco usato nella depressione resistente.
Dovrebbe funzionare rapidamente, più degli antidepressivi classici

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
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Gentile dott. Pacini, la ringrazio per la pronta risposta. Quindi non c'è nessun metodo particolare per introdurre il farmaco? Semplicemente una titolazione graduale? Grazie ancora per la disponibilità.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Il metodo generale sì, può essere quello di partire bassi e salire piano, ma alla fine questo limita degli effetti che poi si prevede scompaiano. Se rimangono emergevano comunque arrivando alla dose finale.
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Utente
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Mi scusi dottore l'ultima domanda e non la disturbo più. Come mai sul foglietto illustrativo c'è scritto che la co-somministrazione con farmaci antipsicotici dev'essere evitata? Non si antagonizzano semplicemente o c'è qualche controindicazione specifica? Grazie ancora e mi scusi per le tante domande.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Hanno un meccanismo opposto, più che evitata non avrebbe senso. Fanno effetto contrario, si neutralizzano a vicenda.
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Utente
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Gentile dott. Pacini, mi scusi non so se legge ancora, era per chiederle di quest ultimo aspetto farmacologico. Il mio curante in ragione della somministrazione di antipsicotici e mirapexin, ha deciso per la diminuzione e successiva eliminazione della quetiapina. Resta quindi solo abilify 15mg. L'antagonismo con il mirapexin permane o comunque diminuisce all'eliminazione della quetiapina consentendomi di beneficiare maggiormente degli effetti dopaminergici del mirapexin? Grazie ancora della disponibilità, cordialmente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
L'antagonismo permane.
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Utente
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Gentile dott, Pacini,

Per evitare un post, le chiedo qui..sempre a proposito dell'antagonismo. Il mio curante ha infine optato per il bupropione che sembra una buona scelta in ambito di episodio di depressione bipolare in corso. Quello che però sono riuscito ad apprendere è che sostanzialmente è un dopaminergico anch'esso. A questo punto mi chiedevo, il ragionamento fatto per il mirapexin vale anche per il Wellbutrin? Essendo anche quest'ultimo un dopaminergico si neutralizzano con abilify e seroquel? Assumo wellbutrin alla dose di 150mg e abilify a 10mg seroquel 300mg se può servirle per darle qualche informazione in più. Un'ultima cosa su cui spero possa darmi risposta; il caso dell'antagonizzazione del wellbutrin, così come abbiamo detto precedentemente del mirapexin, è assimilabile anche all'amisulpride a dosaggi bassi 50-200 o il meccanismo di quest'ultimo farmaco è parzialmente differente dai primi due? Le chiedo questo perchè per un periodo ho utilizzato solian 100mg con risultati migliori di quanto adesso non dia wellbutrin. Grazie come sempre per la sua disponibilità, cordialmente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Sì, pur non essendo l'esatto contrario, cioè agonista/antagonista D2, comunque ha un meccanismo in parte contrastante.

La pratica di abbinare antidepressivi e antipsicotici non è sempre priva di senso, e vale anche per gli ssri che in realtà l'azione possa essere probipolare e quindi contrastante.

In questo caso una parte dell'azione dell'abilify contrasta con quella del bupropione come meccanismo d'azione.
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Utente
Utente
Grazie dott per la risposta! Mentre invece stesso discorso anche per l'amisulpiride? Glielo chiedo poiché sembrava che l'amisulpiride mi avesse dato un po di sollievo in più.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

L'amisulpride è un farmaco che a dosi piccole funziona come un pro-dopaminergico, favorendo il rilascio. Però non accade in ogni area cerebrale, perché ad esempio spesso dà iperprolattinemia anche a basse dosi, effetto mediato dai D2 nell'ipofisi.
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Utente
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Gentile dott. Pacini, non so se legge ancora il post...nella possibilità che lo legga, volevo sottoporle un questione. Seguo questa terapia stabilizzante per disturbo bipolare composta da molti farmaci, che purtroppo non mi compensa..alla fine abbiamo provato anche con il bupropione, ma nessun risultato... questa terapia va avanti ormai da un anno e mezzo senza risultati. Il mio curante afferma che l'uso di antidepressivi nelle cure degli anni precedenti "mi ha rovinato" per cui è estremamente contrario all'uso di qualsiasi antidepressivo e penso che sia un atteggiamento assolutamente condivisibile nell'ambito della bipolarità, quello che però mi lascia perplesso è l'affermazione "mi hanno rovinato"..intanto io vivo uno stato di completa apatia da più di un anno. Quello che vorrei chiedere a lei e' se pensa che in qualche modo una terapia antidepressiva possa rovinare una persona affetta da disturbo bipolare a distanza di così tanto tempo (ultima terapia antidepressiva risale a febbraio 2015) ed addirittura modificare l'architettura biologica del cervello fino ad un anno e mezzo dopo e inoltre portare ancora ripercussioni. A me questa sembra una cosa assurda considerato il fatto che mentre il mio curante dice che prima o poi mi riprenderò da questo "scombussolamento" cerebrale nel frattempo io debba soffrire le pene dell'inferno ed essere comunque scompensato nel frattempo che mi riequilibri. Volevo chiedere quindi se questo ragionamento potesse essere giusto in linea di massima o e' completamente fuori da ogni logica. Grazie per la disponibilità come sempre, cordialmente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Non mi esprimerei in questi termini, diciamo che dopo anni di uso degli antidepressivi si è stabilito che nel disturbo bipolare era meglio non usarli da soli, ma questo coincide anche con l'assegnazione di quella zona grigia di "disturbi di personalità", "sindromi ansioso-depressive" "nevrosi" etc all'ambito bipolare, cosa che avrebbe chiarito da subito la questione.

I farmaci antidepressivi non sono messi in commercio provati sul disturbo bipolare, ma sulla fase depressiva (non meglio specificata spesso), e non sempre misurati a lungo termine, a volte solo per qualche settimana.

Quel che rovina il disturbo è il disturbo stesso, poi che alcune volte le fasi siano provocate dagli antidepressivi è vero, ma non c'è ragione di demoralizzarsi al pensiero che il disturbo sia peggiorato.

La depressione può durare un anno e più, quindi non è qualcosa di abnorme rispetto alla durata possibile di una fase depressiva.
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Utente
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Gentile dott. Pacini,
Veramente l'ultima domanda e non la disturbo più. Per ritornare sul tema dell'antagonizzazione tra farmaci, mi è stato scalato abilify a 5mg e re-introdotto amisulpiride a 100mg. In questo caso si può parlare comunque di antagonizzazione anche se c'è abilify a dose bassa e quindi, in teoria, data la sua farmacodinamica, con attività di agonista D2 ? In questo caso non si potrebbe verificare un potenziamento amisulpiride+aripriprazolo? Scusi se insisto sull'argomento, ma è per capire la logica di queste "mosse tecniche". Come sempre grazie per l'attenzione, cordialmente.
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Utente
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Scusi, aggiungo che più che per "capire le mosse tecniche" è soprattutto per capire se con queste scelte si sta perdendo il tempo, nel senso che l'effetto dei due farmaci in sinergia è poi vano..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Certo, ma quindi i due sarebbero dati nel tentativo di potenziare un effetto agonista sui D2 ? Allora tanto varrebbe usare un agonista D2 che agisce come tale.

Può anche tornare il discorso, ma mi sembra un modo arzigogolato di ottenere un effetto del genere.
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Utente
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Gentile dott. Pacini, innanzitutto la ringrazio dell'attenzione. Per quanto riguarda il suo "certo" nella risposta, immagino si riferisse al potenziamento e non all'antagonizzazione. Se e' cosi le posso dire che probabilmente la sua scelta sia dovuta al fatto che non vuole rinunciare all'abilify che ritiene importante nella cura per le ossessioni. E' in effetti come mi fa notare lei un modo un po arzigogolato di procedere, ma penso sia dovuto effettivamente dalla volontà di non rinunciare ad abilify. Per il momento sembra andare un po meglio..umoralmente, penso per l'appunto a causa del potenziamento ma probabilmente il mio curante in futuro tenderà a semplificare l'azione terapeutica in questo senso. La ringrazio ancora per l'attenzione, cordialmente.
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Utente
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Gentile dott. Pacini,

RIprendo la discussione per dirle che purtroppo la situazione umorale non è rimasta stabile e, seppur con l'associazione di amisulpride e abilify, l'aspetto depressivo è rimasto più o meno invariato. Mi chiedevo però, ho notato questa cosa. Il disturbo bipolare, da cui sono affetto, prevede naturalmente di logica sbalzi umorali, nel caso anche ravvicinati tra loro, ma nel mio caso ho notato che questi sono sempre elicitati da uno "stimolo esterno", mi spiego. Può capitarmi un evento, una situazione, in cui mi sento a disagio o deprezzato o che comunque può "smuovere la mia psiche" o anche il caso che partano pensieri negativi in testa, in questi casi dopo un giorno-due giorni ecco là il periodo depressivo che può durare anche una settimana, poi posso riprendermi dopo tale periodo e stare bene per un'altra settimana ma il ciclo inevitabilmente si ripete. Mi rendo conto che sintomi non producono sintomi ma in questo caso, nello specifico, si potrebbe dire che i miei sbalzi umorali siano in qualche modo portati da ruminazioni depressive? Pensieri che nascono in testa quali "non sono più come una volta..sono un fallimento..ecc..ecc..." possono portare a susseguenti sbalzi umorali? O è il meccanismo della bipolarità che comunque li riproduce? Infine, un'ultima cosa. Ho fatto una prima visita in un ambulatorio universitario e mi chiedevo se il paziente, anche in clinica universitaria, venisse seguito magari non come da un privato ma comunque con dei contatti più o meno costanti, me lo può confermare? La ringrazio come sempre per la gentile disponibilità, cordialmente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Più uno tende agli sbalzi umorali, più aumenteranno anche quelli indotti da fatti esterni, o che la persona interpreta come tali, salvo poi vedere che i fatti sono semplicemente la vita.

In una clinica universitaria ci sono orari fissi, non sempre c'è una reperibilità precisa, si va per appuntamenti. In realtà l'essere "seguiti" è un concetto che cambia da persona a persona, per cui non è chiaro uno cosa esattamente si aspetti o giudichi importante. Nel privato la disponibilità è mediamente più elastica, ma questo non significa che sia sempre importante.
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