Disturbo bipolare di tipo II

Buongiorno, descrivo in sintesi la mia storia clinica.

Marzo 2012: a seguito di una forte crisi depressiva con crisi di panico e ansia mi rivolgo a uno psichiatra.
La diagnosi è disturbo bipolare di tipo II, temperamento ipertimico, con una forte componente ansiosa.
Terapia: Depakin 300, Citalopram e Alprazolam.

Novembre 2012: viene tolto l’Alprazolam.

Marzo 2013: prevale la componente depressiva e viene sostituito il Citalopram con il Fluoxeren, più attivante, lasciando il Depakin. Nelle visite successive viene confermata questa terapia. Per circa due anni sono in una condizione di stabilità (niente oscillazioni dell’umore) e di benessere, leggermente iperattivo ma ben controllato.

Agosto 2015: tornano all’improvviso le crisi di panico e l’ansia.

Settembre 2015: viene confermata la terapia con Fluoxeren e Depakin, con l’aggiunta dell’Alprazolam (20 gg x 3). L’ansia migliora ma l’umore è instabile.

Febbraio 2016: poiché la componente ansiosa non se ne andava, viene tolto il Fluoxeren e aggiunto il Gabapentin. Quindi la terapia adesso è Depakin, Gabapentin e Alprazolam.

Aprile 2016: l’umore è instabile e la componente ansiosa rimane. Nuova terapia: Carbolithium 150, Depakin 300 e Gabapentin.

Sento che non è la terapia giusta, la componente ansiosa è rimasta e ho qualche crisi di panico. Sono ancora lontano dalla condizione di benessere che ho avuto per due anni da Marzo 2013 ad Agosto 2015.

Ho proposto al medico di introdurre un antidepressivo non attivante come il Fluoxeren ma ha ritenuto che in questo momento qualunque antidepressivo avrebbe peggiorato la mia condizione ansiosa. Però nel 2012 sono uscito da una grave crisi depressiva con una forte componente ansiosa proprio con un antidepressivo.

Vorrei un vostro parere. Grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

La cura è potenzialmente corretta, ma perché dosi così "infime" ? Nel senso di basse.
Dare diverse medicine a dose piccola può significare non aver nessun effetto, meglio partire con una a dose efficace e poi giudicare se va bene, basta etc.

Ragionare a componenti è poco costruttivo, perché il Bipolare II ce le ha quasi tutte, e la chiave è trovare un compenso soddisfacente, si dice sull'umore, ma si intende in generale. L'umore non va inteso come stabilità di un tono affettivo, ma come andamento dei progetti, delle relazioni, capacità di costruire, gestire, essere se necessario stressati da impegni etc.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
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Grazie per la risposta
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