Come gestire uno schizofrenico paranoide nel lungo periodo?

Gentili dottori,
vi scrivo in occasione di una nuova grave ricaduta di mio fratello per chiedervi consiglio.

Mio fratello minore, 25 anni, 3 anni fa ha avuto il suo esordio psicotico manifestando per la prima volta deliri di persecuzione.
I deliri erano e sono soprattutto concentrati sull'idea che qualcuno lo perseguiti con macchinazioni di portata internazionale volte a distruggerlo e perseguitarlo ecc. La situazione è esplosa quando ha deciso che l'artefice della persecuzione "era" mio padre, e io e mia madre i complici.

3 anni fa ha avuto un ricovero, un "quasi-tso", in realtà volontario, dal quale ne è uscito con una diagnosi di disturbo schizofreniforme. Il risperidone aveva fallito, invece ha risposto bene all'aloperidolo (dosi medio-alte). E' stato preso in carico dal CPS locale.

Fino all'anno scorso sembrava quasi riuscito a ricreare un'apparenza di vita normale: il miglioramento era così stupefacente da far pensare ad una guarigione. Poi la situazione è precipitata quando, a settembre scorso, si è deciso di farlo passare all'abilify. All'inizio ha avuto una fortissima presa di coscienza, ma forse ne è rimasto troppo spaventato, ha smesso di andare agli incontri con psichiatri e psicologi e i deliri sono ripresi.

Dopo mesi di segnalazioni invano, sembra che i dottori abbiano deciso di rinunciare all'abilify, ma ormai forse è troppo tardi per riprenderlo: i deliri sono abbondantissimi e dettagliatissimi. Si scaglia con estrema violenza verbale nei confronti di mio padre (e di me e mia madre) che ritiene complici di averlo "fatto diventare pazzo" o di averlo "rovinato" o di aver "fatto credere al mondo e ai media che lui è pazzo" menttendo in giro voci ecc.

Ora - indipendentemente dal fatto che il CPS, dopo il suo malaugurato gesto, ci ha lasciati come al solito soli, tenendoci a distanza e riuscendo ad architettare solo gentili conversazioni telefoniche che mio fratello accetta con scherno e disprezzo, e che non credo che lui sarà recuperabile spontaneamente perché il delirio si è ristrutturato alla perfezione (ha avuto una crisi paranoide proprio stanotte iniziando ad urlarci gli insulti più feroci, come ai vecchi tempi) - a vostro parere come si possono risolvere situazioni del genere?

I miei genitori sono avanti con l'età e non possono reggere ai litigi forsennati e alla distruzione di oggetti. Lui non è indipendente. Io non ho ancora trovato la mia stabilità economica, e poi ho un altro fratello di 14 anni, molto sveglio, che conosce la situazione ed è obbligato a subirla non avendo vie di scampo.

Sapendo che i paranoidi possono guarire soprattutto se allontanati dalle persone "fonte di ansia" (e che queste ultime rischiano il collasso nervoso), esistono forme di allontanamento terapeutico, come cliniche o centri di riabilitazione, o sono solo stupidaggini da film e siamo costretti a morire di infarto tutti quanti? Altrimenti?

Vi ringrazio infinitamente per qualsiasi parola, e vi chiedo perdono per l'amarezza del mio scritto.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Deve segnalare la problematica al cps competente ed eventualmente fare esplicita richiesta di inserimento in struttura riabilitativa, per il quale è necessario il consenso di suo fratello altrimenti non è una soluzione applicabile,

Se invece ha paura della sua incolumità personale e di quella dei suoi genitori, ove sono presenti gli estremi, deve denunciare suo fratello alle autorità competenti.

Dr. F. S. Ruggiero
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[#2]
Attivo dal 2010 al 2022
Ex utente
Gentile Dottore,
La ringrazio per la cortese e pronta risposta.

Queste strutture sono molto costose a suo parere?

Io penso che la situazione sia anche degenerata perché noi pur essendo caregiver siamo stati completamente lasciati a noi stessi, quindi non abbiamo la preparazione tecnica adeguata a parlare con lui.

Per esempio: come convincere un paranoide a sfogare la sua frustrazione in maniera costruttiva invece che distruttiva?

[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Un paranoico non ha una frustrazione ha la convinzione delirante che altri facciano cose contro di lui in qualsiasi modo possibile anche non realizzabile concretamente.

Il problema non è interpretare il sintomo ma trattarlo adeguatamente.

Le strutture sono parzialmente a carico delle asl, dei comuni ed anche delle famiglie in alcuni casi, se suo fratello prende pensione ed accompagnamento perderà l'accompagnamento mentre la pensione dovrà essere veicolata nella struttura.

Per i dettagli ulteriori ne deve parlare con i medici del cps.
[#4]
Attivo dal 2010 al 2022
Ex utente
Gentile dottore,
Grazie per le indicazioni. Mi sono attivato per ricercare le strutture più vicine e sto aspettando le risposte.

Lei dice con molta certezza che non c'è frustrazione da sfogare, eppure dopo la crisi e il litigio violentissimo sembra molto calmo e sereno, addirittura rivolge la parola a mio padre.
Se prima la tensione si tagliava col coltello adesso l'atmosfera è totalmente diversa e pacifica. Però sta ricominciando l'insonnia, quindi la crisi continua.

Certo comunque la destabilizzazione dovuta all'abilify è palese e disastrosa. Si era giunti ad un'ottima stabilizzazione con l'aloperidolo e invece hanno deciso di cambiare. Lo fanno per sperimentazione? E' un modo di procedere incredibilmente cinico e crudele, che ha anche (giustamente!!!) fatto perdere a mio fratello la fiducia nei professionisti. E' nel pieno del suo intelletto, i deliri non comportano di certo ritardo mentale!

Le nostre segnalazioni agli psichiatri sono sempre cadute nel vuoto perché si son sempre rifiutati di parlare con noi familiari in nome di uno strano principio secondo cui "io sono il medico del paziente e non dei familiari" che ha provocato solo un'enorme gap di comunicazione (mio fratello per quei 45 minutini può fingere molto bene di essere in perfetta salute nonostante poi soffra molto e conduca una vita dolorosissima) cosicché non si sono potuti accorgere delle ricadute.

Insomma il sistema è fatto in modo che non esista nessuno ad avere una visione di insieme: una psicologa deve dialogare con mio fratello sul suo passato, una psichiatra gli carica e scarica farmaci, e a quanto pare un terzo soggetto seguirà i miei genitori. Sembra schizofrenico lo stesso modo con cui si approccia la schizofrenia.

Chiedo scusa per lo sfogo, sto cercando di trovare anche associazioni di caregiver nelle quali poter trovare persone con cui dialogare e scambiarsi consigli pratici per far soffrire di meno mio fratello, ma finora trovo solo un'infinita saga di banalità su internet e nulla di concreto. Molti parenti forse si nascondono e si isolano per la paura e il dolore.


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