Cocaina, mancanza memoria, incapacità decisionale, danni encefalo
Scrivo in quanto seriamente preoccupato per il mio "stato mentale".
ho fatto uso di cocaina per circa 4 anni con frequenza pari ad 1 o 2 volte la settimana (classicamente nei weekend, dopo qualche drink).
Ho completamente abbandonato la sostanza da 5 mesi, e dire che non ci sto capendo più niente è dire poco.
Depressione, stati confusionali, incapacità di memorizzare discorsi e lettur, il tutto sta avendo gravi ripercussioni sul mio rapportarmi con il mondo esterno e nell'attività lavorativa (ingegnere).
E' possibile che l'uso della sostanza abbia provocato danni irreparabile alle mie capacità cerebrali?
Il medico internista al quale mi sono rivolto mi ha fatto una serie di esami (risonanza magnetica encefalo e cervicale, tac torace, esami del sangue, elettromiografia 4 arti) i quali hanno dato tutti, grazie a Dio, esiti negativi/nella norma.
Lui mi tranquillizza dicendo che il referto della risonanza magnetica non segnala niente di particolare, quindi sono "fortunato" perchè nonostante l'uso della sostanza non ho danneggiato il cervello.
Io però sento che qualcosa non va, non riesco a ragionare per più di 5 secondi, canto canzoni nella testa.
Terminati gli esami e accertato non ci fosse nulla di organico, per combattere la depressione mi ha prescritto la paroxetina, partendo da 10 gocce al giorno per arrivare a 20 incrementando di una goccia ogni 3 giorni e continuare per 6 mesi.
Che controindicazioni ci sono nel prendere questo farmaco? io vorrei davvero evitare di prenderlo perchè, essendo un soggetto che tende alla dipendenza, potrei non staccarmi più dal medicinale.
L'uso continuativo di cocaina produce dei sintomi da sospensione che sono duraturi, alcuni forse sono un po' più particolari, le "canzoni" nella testa ad esempio.
La paroxetina è un farmaco utile nel compensare una depressione, un disturbo d'ansia, anche ossessivo, e funziona in capo a 1 mesetto mediamente.
Un soggetto che tende alla dipendenza in che senso ? Che c'entra la cocaina con un medicinale ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
tendente alla dipendenza perchè:
- fumo sigarette;
- ho giocato a tutti i tipi di giochi d'azzardo;
- ho fumato hashish per 10 anni.
non vorrei "attaccarmi" al medicinale a vita (mi dicono ci sia il rischio).
il cantare lo associo alla incapacità di concentrarmi. mi spiego meglio, provo a concentrarmi ma attacco a cantare nella testa la prima canzone che mi viene in mente o l'ultima ascoltata.
prendere qualunque decisione, anche che fare la sera, lo vivo con ansia.
mi chiedo se è colpa dei danni provocati dall'uso della sostanza (e che non recupererò più) o se dipende dallo stato mentale in cui mi trovo, e quindi l'uso del medicinale possa aiutarmi a ritrovare concentrazione, memoria e voglia di fare.
Allora tendente se mai all'autostimolazione e al legame con stimoli rapidi.
Una tendenza può essere ipotizzata su base genetica, le cose non sono ancora chiare. Ma la dipendenza si sviluppa come processo nel tempo, quindi non si parte dipendenti.
Sembrererebbero fenomeni ossessivi, sui quali la paroxetina potrebbe essere quindi benefica. Una parte dei sintomi è però più lenta a recuperare, parlo soprattutto di umore, rapporto con la gratificazione esterna, sensazione soggettiva di buon funzionamento etc.
Sono davvero confuso. Amici e parenti mi sconsigliano (e anche io non voglio) di prendere il farmaco. Voglio farcela da solo.
ma lo stato confusionale continua. manco di velocità di risposta, ho davvero difficoltà ad elaborare qualsiasi tipo di strategia. anche ripensando a me stesso, nel tentativo di trovare qualche soluzione dentro me, finisco sempre con il distrarmi.
quando sono in questo stato le occhiaie diventano marcatissime, e da un po' inizio ad avere anche dei piccoli tremori altezza spalle, o irrigidimento dei muscoli delle gambe. la definirei come una reazione di fastidio di fronte all'incapacità di calmarmi e ragionare.
sono stato dal neurologo ieri. gli ho mostrato la RM encefalo e dice che c'è giusto un piccola asimmetria tra emisfero sx e dx. piccola tranquillità me l'ha data il sapere che il corpo umano è in grado di ripristinare anche i collegamenti neuronali che, ahimè, ho bruciato.
Inoltre ha detto che ho un lieve nistagmo. ha detto che anche questo fa parte della depressione. c'è davvero legame?
Non è un atteggiamento utile, e non sarebbe pensabile per altre malattie, ma evidentemente è difficile pensare che il cervello si ammala come le altre parti del corpo.
"il corpo umano è in grado di ripristinare anche i collegamenti neuronali che, ahimè, ho bruciato. "
Chi l'ha detto ? Queste sono informazioni prese qua e là e appiccicate insieme per costruire una inutile e controproducente rassicurazione. Il medico le ha dato una cura, questo è il punto.
ha ragione quando dice che è difficile ammettere che il cervello si possa ammalare come altre parti del corpo, e per me lo è ancora di più in quanto la malattia me la sono provocata da solo. è triste dover ammettere a se stessi che si è così deboli da cadere nell'uso di sostanze, decidersi ad uscirne, e scoprire che da soli non si è in grado.
continuano a preoccuparmi fortemente i vuoti di memoria.
ho richiamato la dottoressa che ha refertato la risonanza magnetica e dice che se non ha evidenziato nulla nel referto è perchè non c'è nulla. ma non riesco a tranquillizzarmi.
che posso fare per assicurarmi che non stia succedendo (non sia successo) nulla a livello organico?
La medicina non la deve usare per la rassicurazione, se mai per curare i sintomi presenti e le malattie.
Non scelga Lei se e quali esami fare, non è un percorso sensato.
SIamo già oltre questo, il medico le ha già indicato il da farsi.
Successivamente ho fatto il passaggio dal neurologo (per fargli controllare la RM encefalo) ed in mezz'ora di visita mi ha prescritto l'eutimil la mattina e lo xanax la sera. Non le sembrano cure (una prescritta da un non specialista, l'altra prescritta in maniera piuttosto affrettata) che andrebbero intraprese dopo una valutazione più approfondita? Se non si fosse capito sono molto preoccupato all'idea di prendere questo tipo di farmaci.
Non so come valuti la profondità di una visita, comunque la prescrizione è identica (paroxetina).
Se è preoccupato di prendere farmaci è Lei ad avere se mai un problema di partenza, che lascerei perdere perché non è un criterio per scegliere e giudicare le cure.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.