Consigli? Sono stanca..
Mi presento. Ho 26 anni e sono laureanda. Da quando ero piccola ho avuto qualche disturbo di ansia ipocondriaco: avevo mal di pancia, dolori al petto. Il tutto si risolveva con le parole di mio padre che era un cardiologo.
Inoltre un giorno ( 5a elementare) ho avuto, forse, un fenomeno di derealizzazione: dicevo che non capivo quello che vedevo, mi sentivo distaccata. Non mi successe più ma per quasi 3/4 mesi mi sentivo depressa e non volevo uscire di casa. Ne sono uscita nel tempo grazie all'aiuto di mio padre. Sono stata bene anche se iniziavo a fare alcuni'rituali' perché pensavo che queste cose mi facessero stare meglio.. Era una specie di cosa scaramantica, però l'ansia era a bada. Purtroppo 2 anni fa ho perso all'improvviso mio padre e all'inizio sembrava stessi bene, mi sono buttata sullo studio cercando di non pensarci ( in realtà non mi rendevo conto perché nei pochi momenti di lucidità stavo malissimo).. Poi ho iniziato a soffrire di ogni tipo di problema somatico ( ho girato tutti i medici possibili e immaginabili, nessuno mi confortava, ho fatto risonanze su risonanze ma mai niente che giustificasse a pieno i sintomi). Dopo di che ho iniziato, smettendo coi rituali, ad avere un forte forte DAP. Inizia con le vertigini e mi porta al panico più totale della durata di 5/6 sec. Quando non sfocia in panico ho capogiri è vista disturbata anche per 20 min. Il problema è che credo sia agorafobia perché mi succede solo in luoghi dove c'è gente ed difficile fuggire o se sto con persone con cui non voglio fare brutta figura. Questo mi sta portando a rinchiudermi in me stessa e a precludermi molte cose. A casa ho solo i sintomi somatici ma non il panico.
Io comunque lo affrontò: alcune situazioni le sto vivendo lo stesso però mi sento stanca e limitata. Affrontare il panico come faccio io poi mi fa stare molto male fisicamente.
Vado da una psicologa e sto facendo training autogeno e cose simili ma niente di eccezionale..
Il neurologo che li ha seguita ( ho effettivamente sofferto di alcune cose neurologiche risoltosi perché la RM è' rimasta stabile nel tempo), mi ha dato cipralex+ xanax. L'ho preso per 10 giorni ma un po per colpa mia ( perché questi farmaci aggiustano una cosa ma ne rovinano altre ( fegato, colon, stomaco)) e un po' per colpa di mia madre ( che continua a sottovalutare il problema è non voleva usassi farmaci) ho smesso.
Io vorrei uscirne da sola, o magari con l'aiuto di qualche farmaco blando ( tipo qualche integratore e cose simili). In ogni caso vorrei uscirne per affacciarmi alla vita che verrà!! Voi cosa mi consigliate?
Vi ringrazio!!
Inoltre un giorno ( 5a elementare) ho avuto, forse, un fenomeno di derealizzazione: dicevo che non capivo quello che vedevo, mi sentivo distaccata. Non mi successe più ma per quasi 3/4 mesi mi sentivo depressa e non volevo uscire di casa. Ne sono uscita nel tempo grazie all'aiuto di mio padre. Sono stata bene anche se iniziavo a fare alcuni'rituali' perché pensavo che queste cose mi facessero stare meglio.. Era una specie di cosa scaramantica, però l'ansia era a bada. Purtroppo 2 anni fa ho perso all'improvviso mio padre e all'inizio sembrava stessi bene, mi sono buttata sullo studio cercando di non pensarci ( in realtà non mi rendevo conto perché nei pochi momenti di lucidità stavo malissimo).. Poi ho iniziato a soffrire di ogni tipo di problema somatico ( ho girato tutti i medici possibili e immaginabili, nessuno mi confortava, ho fatto risonanze su risonanze ma mai niente che giustificasse a pieno i sintomi). Dopo di che ho iniziato, smettendo coi rituali, ad avere un forte forte DAP. Inizia con le vertigini e mi porta al panico più totale della durata di 5/6 sec. Quando non sfocia in panico ho capogiri è vista disturbata anche per 20 min. Il problema è che credo sia agorafobia perché mi succede solo in luoghi dove c'è gente ed difficile fuggire o se sto con persone con cui non voglio fare brutta figura. Questo mi sta portando a rinchiudermi in me stessa e a precludermi molte cose. A casa ho solo i sintomi somatici ma non il panico.
Io comunque lo affrontò: alcune situazioni le sto vivendo lo stesso però mi sento stanca e limitata. Affrontare il panico come faccio io poi mi fa stare molto male fisicamente.
Vado da una psicologa e sto facendo training autogeno e cose simili ma niente di eccezionale..
Il neurologo che li ha seguita ( ho effettivamente sofferto di alcune cose neurologiche risoltosi perché la RM è' rimasta stabile nel tempo), mi ha dato cipralex+ xanax. L'ho preso per 10 giorni ma un po per colpa mia ( perché questi farmaci aggiustano una cosa ma ne rovinano altre ( fegato, colon, stomaco)) e un po' per colpa di mia madre ( che continua a sottovalutare il problema è non voleva usassi farmaci) ho smesso.
Io vorrei uscirne da sola, o magari con l'aiuto di qualche farmaco blando ( tipo qualche integratore e cose simili). In ogni caso vorrei uscirne per affacciarmi alla vita che verrà!! Voi cosa mi consigliate?
Vi ringrazio!!
[#1]
Gentile utente, credo sia il caso di continuare con il supporto di uno specialista. Ha scritto che è in trattamento da una psicologa e che segue il training autogeno. La psicologa alla quale si è rivolta conoscerà sicuramente la sua storia clinica ed avrà optato per la strada migliore da seguire per superare gli attacchi di panico. Occorrono tempo, pazienza e costanza per affrontare e superare il disturbo da attacchi di panico.
Distinti saluti.
Distinti saluti.
Dr. Raffaele Garinella
[#2]
Utente
La psicologa però dice anche che non e'medico e per quanto la situazione non le sembri irrecuperabile non è competente per vedere se ho bisogno di farmaci o meno.
Il neurologo che mi seguiva, invece, mi aveva dato il cipralex quando gli avevo raccontato i sintomi. All'epoca non avevo panico ma solo somatizzazione e lui me lo aveva dato per queste ultime.
Lei, non so se è psichiatra o psicologo, ma comunque pensa che in situazioni del genere servono i farmaci o basta la psicoterapia? Io vado da qualche mese ma sinceramente non vedo grandi miglioramenti..
Il neurologo che mi seguiva, invece, mi aveva dato il cipralex quando gli avevo raccontato i sintomi. All'epoca non avevo panico ma solo somatizzazione e lui me lo aveva dato per queste ultime.
Lei, non so se è psichiatra o psicologo, ma comunque pensa che in situazioni del genere servono i farmaci o basta la psicoterapia? Io vado da qualche mese ma sinceramente non vedo grandi miglioramenti..
[#3]
Gentile utente, ogni situazione è differente rispetto ad un'altra, e non è possibile con assoluta certezza stabilire se la psicoterapia da sola è sufficiente o se necessita dell'ausilio di psicofarmaci. Molto dipende dalla specificità della situazione stessa. Potrebbe dopo essersi consultata con la sua terapeuta, decidere di rivolgersi anche ad uno specialista psichiatra.
Distinti saluti.
Distinti saluti.
[#4]
Utente
Per quanto le ho raccontato sopra ( nel primo post dove ho detto tutta la mia storia) lei si è fatto un'idea?
Io ho difficoltà a stare nei luoghi dove c'è gente, a fare esami universitari, ad avere sane conversazioni perché ho paura che mi prenda il panico, l'ansia e la gente se ne accorga. Inoltre ovunque vada ho paura di svenire e cerco sempre un via di fuga nel caso dovessi sentirmi male. Prima non avevo questi problemi.. Li ho precisamente da luglio/ agosto 2015.
Invece le somatizzazioni sono altro. Non è panico, lì non so cosa sia. Non vorrei che il problema fosse organico, qualche carenza non so.
Dalla RM fatta avevo dei focolai gliotici che ( vista l'età) mi hanno fatto tenere sotto controllo: in 1 anno la RM era sempre la stessa, la gliosi era stabile.
Lei cosa ne pensa alla luce di questi nuovi dati?
Ps. A livello di farmaci mi era stato dato il cipralex. È' un buon farmaco? Fa ingrassare? E poi una domanda ( e le chiedo una risposta sincera) ma questi farmaci fanno male all'organismo? Nel senso che noi come li smaltiamo poi? Io non vorrei farmi del male da sola prendendo gli antidepressivi. Al bisogno, attualmente, comunque prendo qualche pasticca da 0,25 di xanax ma non cambia tantissimo, mi tiene a bada solo alcuni sintomi fisici.
La ringrazio ancora!!
Io ho difficoltà a stare nei luoghi dove c'è gente, a fare esami universitari, ad avere sane conversazioni perché ho paura che mi prenda il panico, l'ansia e la gente se ne accorga. Inoltre ovunque vada ho paura di svenire e cerco sempre un via di fuga nel caso dovessi sentirmi male. Prima non avevo questi problemi.. Li ho precisamente da luglio/ agosto 2015.
Invece le somatizzazioni sono altro. Non è panico, lì non so cosa sia. Non vorrei che il problema fosse organico, qualche carenza non so.
Dalla RM fatta avevo dei focolai gliotici che ( vista l'età) mi hanno fatto tenere sotto controllo: in 1 anno la RM era sempre la stessa, la gliosi era stabile.
Lei cosa ne pensa alla luce di questi nuovi dati?
Ps. A livello di farmaci mi era stato dato il cipralex. È' un buon farmaco? Fa ingrassare? E poi una domanda ( e le chiedo una risposta sincera) ma questi farmaci fanno male all'organismo? Nel senso che noi come li smaltiamo poi? Io non vorrei farmi del male da sola prendendo gli antidepressivi. Al bisogno, attualmente, comunque prendo qualche pasticca da 0,25 di xanax ma non cambia tantissimo, mi tiene a bada solo alcuni sintomi fisici.
La ringrazio ancora!!
[#5]
Gentile utente, da un punto di vista organico, ho letto che è seguita da un neurologo ed ha svolto degli accertamenti specialistici.
Non deve fare altro che seguire le indicazioni che le daranno lo specialista neurologo al quale si è rivolta ed il suo medico di base. Le indicheranno gli eventuali controlli da effettuare, alla luce dei dati clinici in loro possesso.
Per quanto concerne la componente farmacologica, non è intenzione degli specialisti prescrivere farmaci per danneggiare il paziente. Gli specialisti prescrivono farmaci per aiutare il paziente a stare meglio e migliorare il proprio quadro clinico.
Distinti saluti.
Non deve fare altro che seguire le indicazioni che le daranno lo specialista neurologo al quale si è rivolta ed il suo medico di base. Le indicheranno gli eventuali controlli da effettuare, alla luce dei dati clinici in loro possesso.
Per quanto concerne la componente farmacologica, non è intenzione degli specialisti prescrivere farmaci per danneggiare il paziente. Gli specialisti prescrivono farmaci per aiutare il paziente a stare meglio e migliorare il proprio quadro clinico.
Distinti saluti.
[#6]
Utente
Dal punto di vista 'neurologico' sembra che io non abbia nulla perché la gliosi mi hanno detto non essere un qualcosa di patologico e il fatto che sia stabile nel tempo conferma l'ipotesi.
Per quanto riguarda i farmaci, questo lo so.
Ma voglio capire se ci sono benefici. Effetti collaterali ( ingrassare) o altro. Io credo di averne bisogno sinceramente perché mi serve una spinta/aiuto in più..
Grazie!!
Per quanto riguarda i farmaci, questo lo so.
Ma voglio capire se ci sono benefici. Effetti collaterali ( ingrassare) o altro. Io credo di averne bisogno sinceramente perché mi serve una spinta/aiuto in più..
Grazie!!
[#7]
Continui a seguire i consigli dello specialista neurologo, ed effettui accertamenti specialistici quando lo stesso lo riterrà opportuno. È importante stabilire un rapporto di fiducia con il proprio medico di riferimento. È alla base della riuscita terapeutica. Per quanto concerne la componente psicofarmacologica, lei scrive di avere bisogno di "una spinta/aiuto in più". Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad uno specialista psichiatra in modo che lo stesso valuti la reale necessità di supporto farmacologico.
Distinti saluti.
Distinti saluti.
[#9]
Gentile utente, credo che , nonostante la professionalità e le competenze del collega neurologo, forse, anche per una valutazione più approfondita del tono dell'umore e della sintomatologia relativa agli attacchi di panico, sia più corretto far riferimento ad uno specialista psichiatra.
Distinti saluti.
Distinti saluti.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 1.8k visite dal 30/05/2016.
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