ho più paura della terapia che della malattia

Buonasera,
Vi scrivo perché negli ultimi giorni non sono molto in forma.
Non dormo quasi nulla, ma vorrei farlo....non ho pensieri assillanti che non mi permettono di dormire, semplicemente non dormo.
Non sono né triste, né felice, ma entrambe le situazioni, contemporaneamente, ma ben distinte. E mi sento irrequieta.
non ho sbalzi di umore senza motivo, ma sono più suscettibile del solito e se mi trattano male è una tragedia.
Questo non è strano che mi succeda con il cambio di stagione in primavera (o in autunno), sarà una decina di anni che mi succede.
Prima o dopo dovrebbe passare, però ho paura che peggiori, infatti ogni anno questo stato è sempre peggiorato, di poco, ma costantemente.
Per questo motivo mi ero rivolta ad uno psichiatra che mi ha poi diagnosticato un disturbo di personalità e curato per quello.
E stato un disastro; sia dal punto di vista farmacologico che psicologico. I farmaci mi hanno fatto toccare gli estremi, fino a rendermi incapace di tutto e questo lo interpretavo come una prova di malattia e me ne sono convinta. Penso di non essere mai stata più malata di come quando ero convinta di essere malata.
Un altro medico poi mi ha diagnosticato la ciclotimia, mi ha tolto tutti i farmaci sostituendoli con il litio, cura che ho fatto durare poco. Dal punto di vista fisico-mentale mi sono ripresa in fretta, dal punto di vista psicologico è stata più dura, ho ripreso in mano la mia vita, ma ho dovuto rifiutare qualunque tipo di intervento medico o diagnosi. Parte del problema, infatti, lo lego alla dipendenza psicologica che avevo nei riguardi del primo psichiatra. Sono stata bene per mesi,cosa che ha potuto constatare anche il secondo psichiatra in qualche sporadico colloquio.
Adesso però non sto bene. E spero che passi. E passerà,ma probabilmente tornerà in autunno,magari peggio, magari più a lungo. Non è un pensiero allettante,ma ho troppa paura di accelerare le cose a causa delle terapie. Di ricadere nel circolo vizioso...
Non so cosa fare.
E possibile che sistemando al meglio la mia vita tutto si risolva da solo? O mi tocca per forza chiedere un intervento?
In due parole: che rischio ho che le cose peggiorino in assenza di terapia?
E solo questo che temo,poiché allo stato attuale la situazione è tollerabile così com'è.
invece un altro periodo come quello che ho passato sotto cure non potrei più sopportarlo,non ne uscirei più. Il secondo psichiatra lo sa e si è accorto che ultimamente non va,infatti ha avvicinato i colloqui. Sono io che non voglio fidarmi. Non ce la faccio. Non so se chiamare o fingere di non avere tempo...
Grazie.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Ha avuto una diagnosi e una terapia (ciclotimia/litio) che erano coerenti, poi ha sospeso la cura. Questo è il risultato verosimilmente. Riparta da dove ha sospeso, contatti lo psichiatra e senta se le conferma la cura o cos'altro.

Il titolo del consulto dice un po' il nocciolo del problema: ha un disturbo che probabimente può curare, ma non assume la cura.

Che sia stato bene per qualche tempo è irrilevante, specie se la diagnosi era ciclotimia. Quando uno sta bene sospende le cure, spesso sono fasi di ipo-mania con improvvisa idea di farcela da sola e insofferenza per chi ti dice che hai bisogno di cure, di controlli e quant'altro.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Utente
Utente
Sì, il nocciolo del problema è quello:
Ho una diagnosi e una possibile terapia coerente.
Ma probabilmente anche la terapia precedente era coerente con la diagnosi precedente.
Ho dubbi. Tanti dubbi.
E non posso dire "vale la pena provare, alla peggio si cambia"
L'ho già fatto. E il risultato è stato disastroso.
Come ho detto, ho solo paura che le cose possano peggiorare negli anni. Se restano così, mi sta bene.

Grazie...
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

In che senso il risultato è stato disastroso ? La cura (litio) non l'ha fatta praticamente. Risultato di cosa ?
[#4]
Utente
Utente
No, infatti...il litio praticamente non l'ho fatto.
Mi riferivo alla cura precedente.
Per quanto riguarda il litio sono io che mi sono intestardita sul voler evitare di curare sintomi sopportabili.
Ora mi sto chiedendo se la scelta fatta sia la migliore.
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
"mi sono intestardita sul voler evitare di curare sintomi sopportabili."

Si cura una diagnosi, con tutte le sue implicazioni di evoluzione e conseguenze da prevenire.

La ciclotimia per periodi anche lunghi non ha neanche sintomi., se non ci sono fasi possono non esserci sintomi "insopportabili". La terapia con litio è soprattutto preventiva.
[#6]
Utente
Utente
Ho riletto più volte e non riesco a vedere dove non riesco a farmi capire...
Continuando così non ne arriveremo mai a una.
Grazie comunque e buona settimana.
[#7]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Non riesce a capire Lei il concetto. Ha una diagnosi e una cura, che non ha fatto. Se l'errore è l'idea di evitarla, è sbagliata. Se i sintomi sono sopportabili "ora", non significa niente. Se è stato meglio anche senza una cura fatta come si deve, non importa. La diagnosi le hanno spiegato in cosa consiste ?

Non è che ci sia niente da spiegare. L'impostazione attuale è sbagliata, è in una situazione già diagnosticata, con un decorso già noto, e non si cura. Non è che ci siano altri commenti particolari da fare. Il resto sono giustificazioni per sostenere che se sta bene ha senso evitare la cura, etc etc. Invece non è così.
[#8]
Utente
Utente
In tutto il discorso, non mi sembra di aver mai scritto di stare bene, se no non avrei nemmeno scritto il post. E non mi sembra nemmeno di aver cercato giustificazioni, anzi, ho espresso dubbi su una scelta.
Ho detto chiaramente che se continua così mi va bene. Se peggiora preferisco rivedere le mie scelte di non prendere farmaci.
Mi chiedevo quale fosse il rischio effettivo di un peggioramento.
[#9]
Utente
Utente
Le chiedo quindi una risposta secca:
- Che rischi corro a non farmi curare? (Dal peggioramento della malattia, a danni organici...a tutto, insomma)
- che rischi corro nel farmi curare? (Dagli -effetti collaterali passeggeri a quelli definitivi...all'eventuale rinuncia di un certo stile di vita, o una gravidanza...tutto sempre)
- Che rischi corro a farmi curare per una malattia sbagliata? (Se hanno sbagliato una volta, potrebbero sbagliare ancora)

Insomma...si tratta di cure comunque pesanti e continuative...per malattie considerate pesanti....

Ma a differenza di tutte le terapie pesanti per malattie organiche pesanti non c'è chiarezza.
Penso che se avessi una grave malattia autoimmune o un tumore oppure una malattia infettiva cronica, il medico mi metterebbe di fronte a una lista di pro e contro con i quali potrei scegliere con lucidità.

Con questo genere di malattia invece no.
Ricevi una diagnosi (non sempre chiara, non sempre subito), ricevi una terapia...ma non c'è chiarezza ne su prognosi, né sugli effetti della terapia.
C'è un vago "la malattia fa danni" e un "devi curarti".
Se non vuoi curarti, oppure vorresti anche ma sei incerto perché non hai avuto le dovute spiegazioni, allora "è il disturbo che parla per te" e "il non volersi curare è sintomo del disturbo ".

No! Se una malattia mentale è da considerarsi come una qualsiasi altra malattia, allora è corretto mantenere la giusta chiarezza, non nascondere problemi, non omettere rischi, non negare effetti collaterali!
Se per voi medici il fatto di tremare tanto da non riuscire più ad utilizzare le posate, è un effetto collaterale "trascurabile" rispetto ai benefici...non è importante! E giusto, è corretto ed è necessario che sia la persona che assume le terapie che valuti e soppesi i pro e i contro!
Quindi chiarezza e onestà!

Per quanto mi riguarda, io posso tollerare i rischi di un farmaco.
Ma non posso tollerare i rischi dell'ignoto!
Il fatto di non sapere a cosa vado in contro diventa già un rischio che non vale la pena correre.
Come ho già detto, ho già subito gli effetto di una terapia sbagliata. E non me la sento di rischiare di nuovo.
[#10]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

"In tutto il discorso, non mi sembra di aver mai scritto di stare bene"
"Ho detto chiaramente che se continua così mi va bene."

Appunto, quindi ha scritto che così va bene, se dura.

La sua diagnosi prevede che non duri.

La terapia era giusta per la diagnosi.

Tutto il resto sono considerazioni talmente generiche. Da una parte la malattia, dall'altra la cura (che secondo Lei sarà peggio della malattia in termini statistici ?).

La domanda più assurda è sulla cura sbagliata. Mi pare che siano ragionamenti sul nulla, o sull'ovvio, o sull'imponderabile oltre le considerazioni di partenza (che di solito si fanno con un medico, quindi il medico che l'ha visita e dato il litio le avrà detto qualcosa)

Vede, ragiona come se dovesse partire per un viaggio di anni con una terapia addosso e tornare con chissà quale inevitabili conseguenze se non va bene. Ha un medico, le cure si provano, se non vanno bene si smettono, con il medico si può ragionare sul perché si fanno, se stanno funzionando, se non stanno funzionando etc.

Inutile fare ragionamenti prima pretendendo di sapere cosa succederà nel proprio caso specifico.
[#11]
Utente
Utente
"La sua diagnosi prevede che non duri."

Ok...questo l'ho capito.
Ma non ho chiara una cosa:
Intende che un periodo di benessere non durerà in base alla malattia,
Oppure intende che col tempo le cose (nei periodi di non benessere) potranno peggiorare?
Ora non mi trovo in un periodo di benessere, quindi la considerazione "posso accettare le cose così come sono" non la sto facendo quando sto bene, rischiando una ricaduta.
La considerazione la sto già facendo in un periodo negativo. Peggio di così non sto.
La domanda però è: che rischio corro di vedere i periodi negativi peggiorare?

"che secondo Lei sarà peggio della malattia in termini statistici ?"
Io so solo che senza:
- non tremo (e tremavo seriamente, non riuscivo a fare nulla)
- riesco a concentrarmi su ciò che faccio
- non mi sento una stupida
- non ingrasso
- la qualità della pelle è migliore
- non ho problemi di ansia
- non spiano il mio conto corrente

Ora mi dirà che l'ultimo punto è sintomo di malattia che può venire alla luce con l'uso di antidepressivi.

Non lo metto in dubbio. Però il disastro l ho fatto in presenza della cura.
Quindi non so in termini statistici come mi ha chiesto, ma su di me i farmaci non hanno sortito un buon effetto, parlando di aspetti pratici e verificabili (vedi lista).

E per quanto riguarda l aggiustamento della terapia, è vero, non vado via e potrei essere monitorata di in questo senso.
Però io mi baso sulla mia precedente esperienza: per mesi (quasi due anni) ho preso cure che mi hanno fatta peggiorare a vista d'occhio (vedi lista) e non mi hanno mai tolto un farmaco! Solo aggiunti! O sostituiti con dei simili (prozac con zoloft p.es)!

E nemmeno quando mi sono lamentata del tremore,che è un fatto visibile e non opinabile,sono riuscita a far mettere in discussione la terapia,mi è stato risposto "a me sembra che sia il tuo solito tremore di base"
Cosa? Non ero in grado di affettare le verdure! Non sto parlando di lavori di fino da orologiaio...no: non ero in grado di fare azioni banalissime. Ma nulla; non è stato sufficiente perché al medico venisse un dubbio che fosse uno.

Quindi non si può dire che le mie considerazioni siano proprio basate sul nulla...

Onestamente questo medico mi sembra diverso, razionalmente mi fiderei. Ma faccio fatica comunque.

E poi non riesco a contattarlo.
quindi niente comunque.
[#12]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Se non sopporta una cura, se ne considera un'altra. Lei diceva che l'ha sospesa, non specificava perché e se era per effetti collaterali, che poi nel tempo possono anche migliorare.

Inoltre, ed è importante, quando ci si cura senza capire quale sia il problema è chiaro che si può essere infastiditi dall'idea che la cura non serve e in più ci si deve sobbarcare effetti collaterali.

"- non spiano il mio conto corrente"

Questa non l'ho capita: senza terapia non le spiano il conto corrente ? Chi ?
[#13]
Utente
Utente
No...un malinteso:
Quando prendevo antidepressivi spendevo tanto e quindi "spianavo=azzeravo" il mio conto corrente.
Ho utilizzato un modo di dire regionale.

Il litio è stato il farmaco con meno effetti collaterali, erano solo di tipo fisico/estetico.
Antidepressivi e antipsicotici mi hanno alterata anche dal punto di vista nervoso, con tremori e movimenti involontari, e mentale, in un certo senso mi si alterava proprio il pensiero, in più ero ansiosa, agitata, paranoica...

Iniziando a prendere il litio sono tornata a come ero prima della terapia. Solo che, visto che ho iniziato a prenderlo subito, non si poteva sapere se il miglioramento fosse dovuto al litio o alla sospensione della terapia dannosa.
Probabilmente è la seconda ipotesi, siccome non ho avuto cambiamenti al momento della sospensione del litio.

Al momento non sarei molto d'accordo di riprendere, proprio per il motivo per cui ho sospeso...se riprendessi la terapia e poi stessi bene,come farei a sapere se il benessere fosse dovuto alla terapia piuttosto al fatto che non avrei avuto ricadute comunque?

E poi, sarò anche superficiale, ma anche i soli effetti collaterali di tipo estetico sono pesanti.
L'aumento di peso, la pelle grassa, l'acne...
Che felicità potrà mai esserci se mi faccio schifo a guardarmi allo specchio?

E poi, come dice, sulla chiarezza della terapia e della diagnosi:
E vero: io personalmente non mi trovo d'accordo, non so niente, ma quel poco che so è che il litio stabilizza l'umore soprattutto nelle fasi maniacali, più che quelle depressive.
E io non mi ci vedo in questa cosa, non credo di avere mai avuto un solo episodio di euforia in assenza di antidepressivi.
[#14]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Un disturbo bipolare lasciato a sé, dopo le prime fasi, ha un decorso prevedibile: si ripetono le manie o ipomanie, seguono le depressioni. Se è un tipo II prevale poi la parte depressiva.

Se ha avuto solo episodi di euforia sotto antidepressivi è un sottotipo 3, ma la prognosi è intermedia, quindi sostanzialmente la stessa.

Le terapie di prima linea sono litio, depakin, antipsicotici atipici, soli o associati tra loro (i tre tipi di medicinali).

La stabilizzazione non significa che nel momento x si sta bene, questo è un concetto vago e non specifico né del disturbo né dell'assenza di esso. Stabilizzazione significa prevenzione degli episodi con le loro conseguenze comportamentali, relazionali etc.
[#15]
Utente
Utente
Sì, va bene.
Stabilizzando prevengo le ricadute.
Ma con il farmaco mi prendo pure la mia dose di effetti collaterali.
con i farmaci sono stata male e molto sia fisicamente, che mentalmente, che emotivamente.
Prima delle terapie avevo fasi depressive, ma mai così gravi.
E se devo fare un bilancio tra gli effetti collaterali e i sintomi iniziali, mi sarebbe convenuto non iniziare mai nessuna terapia.
E vero, non stavo bene, per questo mi sono rivolta ad un medico, speravo di poter migliorare la mia condizione. Ma con tutto quello che ho passato dopo, scoprendo quindi cosa significa stare davvero male, queste fasi depressive non mi sembrano poi così gravi.

Quindi se avessi garanzia che non ci sarà un peggioramento e che quindi i miei periodi negativi saranno così, preferirei non curarmi.
Se invece rischiassi un peggioramento e che quindi rischiassi di stare come con i farmaci sbagliati, non curandomi, allora preferirei prevenire.

Io poi ho un'altra preoccupazione:
Sono donna, sono in età fertile e vorrò fare figli.
Quindi se devo iniziare una terapia continuativa che potrebbe durare per anni, questa dovrebbe essere compatibile con una gravidanza.
E le tre categorie di farmaci da lei citati non penso che lo siano.
[#16]
Utente
Utente
Posso porgerle una domanda?
in questo momento mi sento dieci volte meglio rispetto all'altro giorno.
Ma ho una strana sensazione, ho come l'impressione di percepirmi più malata, più di quanto non sia o forse solo più priva di forze per rigettare la malattia come al solito.
In alcuni momenti ho proprio dei flash in cui rivedo periodi in cui ero in difficoltà, forse peggiori di quanto in realtà non fossero.
Mi chiedo se alcune fobie che avevo fossero solo strane fissazioni dovute allo stress oppure una base di "delirio" (non so se sia corretto il termine).
Mi sento debole e fragile, e vorrei chiedere un sostegno, ma so che rischierei di farmi convincere ad iniziare qualche terapia. E credo che non sia quello che voglio.
E una fase normale pure questa? E passerà in fretta come le altre?
[#17]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Io, sinceramente, cercherei di trovare una cura che lei sopporti bene, per il resto possiamo commentare ma si finisce per descrivere una fase di un disturbo pienamente noto, senza dire nulla di nuovo.
[#18]
Utente
Utente
Mi sto convincendo per andare in questa direzione...
Però sarà noto a lei, ma per me ci sono elementi nuovi.
Mi chiedevo se il decorso seguisse il "copione".
Grazie ancora.
[#19]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

E' quello che dicevo, appunto. Anche perché un medico legge più la forma delle cose che non i contenuti che di volta in volta possono anche variare.
[#20]
Utente
Utente
In che senso?
In cosa consiste la forma?
[#21]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Nel senso del tipo di umore che sottende ai ragionamenti, del modo di esporli, etc. Al di là di quel che poi uno esprime come problema del momento.
[#22]
Utente
Utente
Si avevo capito in senso generale.
Ma chiedevo cosa avesse visto lei...
[#23]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Un momento di preoccupazioni su di sé, ma che la portano fuori strada con ragionamenti paradossali del tipo

"Prima delle terapie avevo fasi depressive, ma mai così gravi.
E se devo fare un bilancio tra gli effetti collaterali e i sintomi iniziali, mi sarebbe convenuto non iniziare mai nessuna terapia"

Dal mio punto di vista è l'esatto contrario. La malattia si dev'essere aggravata, in assenza di terapie continuative. Poi sugli effetti collaterali è un discorso a parte.
[#24]
Utente
Utente
Perché aggravata, dice?
[#25]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
L'ha detto Lei
[#26]
Utente
Utente
Si ma avevo fatto il confronto tra niente terapia e la terapia "destabilizzante" di antidepressivi e neurolettici.
[#27]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Ah, certo, ma allora la terapia del disturbo bipolare si basa su farmaci antibipolari, gli altri lo so che sono usati molto, ma in realtà possono peggiorare l'andamento, e gli antidepressivi possono proprio indurre agitazione.

Io parlavo quindi degli stabilizzanti. Stando così le cose, se l'aggravamento in realtà era una fase esacerbata sotto antidepressivi, meglio, vuol dire che fino a prova contraria aggravata la malattia non è.
[#28]
Utente
Utente
Io ho davvero paura che si aggravi, è quella paura che mi ha portato a rimanere in cura o perlomeno seguita da un medico.
Infatti il mio problema è che mi sento combattuta, sono consapevole che qualcosa non va, anche quando mi sento (troppo?) Bene. Ho difficoltà ad ammetterlo e lo rifiuto, ma ne sono consapevole. E diverso.
Sono andata dal primo medico con questa paura e mi sono fidata ciecamente.
Sicuramente non era un cattivo medico, ma non mi ha inquadrata bene e non ha avuto il senso critico (e nemmeno io, onestamente ho la colpa di questo) di dire che con le cure peggioravo sempre di più e quando iniziavo a stare meglio, stavo meglio si, ma rispetto a poco tempo prima, non si faceva mai il confronto con prima della terapia (li sarebbe stato ovvio che si andava nella direzione sbagliata).
Ho fatto fatica a riprendermi. E ho il terrore che possa succedere di nuovo, e magari potrei non riprendermi più.
Però continuando così non si andrà mai da nessuna parte.
per intanto ho accettato/ammesso la malattia.
poi per riprendere una terapia con calma. Vedremo.

per intanto la ringrazio di avermi ascoltata,avevo bisogno di schiarirmi le idee in questi giorni...ma certi pensieri mi vengono solo ad orari strani...

[#29]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Capisco ma stiamo girando intorno allo stesso problema. Ha ricevuto una cura per la sua diagnosi (litio), inutile parlare di altro che poteva non andar bene, è questo l'ultimo punto di partenza poi non andato a buon fine. Di lì riparta contattando il medico che gliel'aveva indicata.
[#30]
Utente
Utente
Non ho mai interrotto i colloqui.
Ma ero bloccata dalla diffidenza.
Nell'ultimo periodo qualcosa è cambiato in me però e vedo le cose diversamente, e ho altre necessità.
Credo di essermi rivolta a voi forse per metterlo nero su bianco, chiedo scusa se ho sforato dallo scopo del sito.

Grazie
[#31]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Non avrà interrotto varie cose, io parlo di terapia. Mantenersi in contatto col medico è sempre meglio che niente, ma di per sé non è una cura. Ha ben chiarito la situazione, spero che le sia servito per riconsiderare la cosa.
[#32]
Utente
Utente
Guardi...
Sul fatto che possa esserci un problema sono d'accordo.
Sul fatto che si possa migliorare e stare meglio credo di si (nel senso, so che si può stare meglio, ma non so quali siano i limiti delle terapie, quindi di fatto quanto stare meglio).
I problemi -più che ragionevoli e razionali-
Restano sempre gli stessi:
- il disturbo è sufficientemente grave per giustificare una terapia? (In fondo nemmeno tutte le malattie organiche vengono trattate)
- i benefici supererebbero gli effetti collaterali?

Se si tratta di due si,in tal caso accetterei anche una terapia farmacologica.

La questione però è anche un'altra:
Non ho mai avuto il riconoscimento degli errori passati.

i fatti dimostrano che prima dei farmaci stavo bene con dei periodi in cui stavo meno bene. Ma restavo comunque equilibrata e funzionale.
con la terapia (SSRI e neurolettici) sono arrivata a toccare il fondo. Ma davvero.
tolti questi farmaci sono tornata come prima.

questi sono fatti. Il peggioramento è dovuto ai farmaci.
ma nessun medico vuole ammetterlo ufficialmente.
in compenso se si parla di sostanze (mai fatto uso) aaaah li no...una sola volta potrebbe fare danni irrimediabili!
Qui mi chiedo dove sia la coerenza: in fondo se i farmaci psichiatrici non avessero effetti mentali,perché verrebbero prescritti?

Poi un'altra cosa:
Il mio medico mi aveva detto che uno stabilizzatore dell'umore si può interrompere dopo uno,due,tre anni perché poi fa delle modifiche benefiche anche definitive.
Però prende d'esempio un periodo di crisi che ho avuto dopo l'interruzione dell'assunzione dei farmaci come prova che il mii malessere non era causato dai farmaci.
innanzitutto quel periodo di crisi era più lieve e poi è successo dopo solo un paio di mesi dall'assunzione,non è possibile che fosse un effetto residuo?
Cioè....gli effetti benefici perdurano e quelli negativi no? E poco verosimile...

Poi anche col litio: secondo lui ero molto migliorata nell'umore,io mi sentivo uguale a prima di ogni terapia e interrotto il litio pure.
rispetto allo stato della precedente terapia effettivamente ero molto meglio.
però lui era convintissimo di questa cosa che comunque è opinabile.
ma ha sempre negato gli effetti collaterali come la comparsa di acne,di dermatite e l'aumento di peso...che comunque sono cambiamenti oggettivi. Molto piu dimostrabili del cambiamento di umore.
anzi...ha cercato mille altre cause pur di non ammettere gli effetti collaterali (dall'ovaio policistico alle carenze di vitamina B12)
Però le stesse cause non le vede come possibili cause scatenanti dei disturbi depressivi (tralaltro penso che tra tutte le terapie,quella che mi pare che abbia migliorato l'umore siano state le iniezioni di vitamina B12)

ecco: ora ho Fatto veramente chiarezza, sono disposta a farmi aiutare.
ma voglio l'assoluta trasparenza,voglio che vengano presi in considerazione tutti i fattori,voglio che venga riconosciuto il precedente "errore terapeutico".
Voglio che mi vengano esposti i fatti chiaramente i rischi e i benefici di ogni cosa.
non accetterò piu false giustificazioni o scuse...

Penso che sia mio diritto sapere prima a cosa vado incontro e poi scegliere...
se vengono omessi dei rischi diventa una scelta pilotata.
se vengono negati gli effetti collaterali non è tanto diverso da una truffa.

per me non esiste il concetto "fidati senza domande,faccio io il meglio per te"
Questo va bene finché si è bambini.
ora sono adulta e sufficientemente intelligente e consapevole per scegliere il meglio per me.

Lunedì prendo appuntamento e chiarisco queste cose.
se il medico sarà disposto alla totale chiarezza e trasparenza si proseguirà con delle cure appropriate e discusse.
in caso contrario, non mi farò mai più vedere da uno psichiatra.

Si...mi è servito a fare chiarezza e rivalutare. Prima non sapevo se farmi curare o meno e per cosa si oppure no.
ora so cosa cerco e quali sono le condizioni.
ancora grazie
[#33]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Mi pare che invece di semplificarsi le cose si complichino, ha scritto un testo lunghissimo per ripetere le stesse cose già commentate.

Dobbiamo quindi giungere a commentare le seguenti cose:

se una malattia merita di essere curata (.....)
se una cura può dare più benefici che rischi
a) in generale (altrimenti perché esiste la cura ?)
b) nel suo caso in particolare (quale cura ? e chi lo può sapere ?)

Purtroppo anche un consulto a i suoi limiti, ma soprattutto siamo semplicemente di fronte ad una decisione da prendere da parte sua sul problema, non su qualcosa di particolare da aggiungere in merito.
[#34]
Utente
Utente
Come ho detto: inizialmente Ero partita con un'idea,ma alla fine avevo bisogno solo di fare chiarezza con me stessa.
se sono in chiaro io posso mettere le cose in chiaro con il medico e pretendere dunque chiarezza.
L'ultimo testo è lunghissimo perché ho fatto il punto della situazione.

Per i punti da lei esposti:
Una qualsiasi terapia vale la pena farla solo se i benefici sono maggiori dei rischi. Per chiunque e per qualunque patologia. Penso a questo.
Però ho notato che c'è una sostanziale differenza con le terapie psichiatriche:
Innanzitutto c'è un uso maggiore della terapia imposta coattamente.
Per le terapie non coatte c'è l'abitudine a omettere prima e sminuire dopo che si sono presentati gli effetti collaterali. In compenso c'è chi vede miracolosi miglioramenti mentali.
E quello che vede il medico come stato di benessere non sarebbe mai e poi mai condiviso dalla maggioranza delle persone.
Perché chi considererenbe in buona salute uno zombie che trascina i piedi e non è in grado di gestirsi i soldi per pagare un caffè?

Quindi una cura che, come ha detto lei ha senso se ha più benefici, ma bisogna vedere chi li valuta, questi pro e contro.

Questo in senso generale.
Nel mio caso specifico direi che la malattia rende l'essere umano improduttivo. La medicina lo rimette in piedi e lo fa tornare produttivo.
Io sono stata in malattia solo quando prendevo una decina di pastiglie al Giorno. Mai prima e adesso lavoro senza interruzioni da un pezzo.
Quindi nel mio caso specifico la terapia è stata una malattia.

Questo quanto riguarda il passato.
Per quanto riguarda il presente e il futuro le domande quale malattia? Quale cura? E chi lo può sapere potrebbero trovare risposta solo in un medico psichiatra.
Lo so bene. Non sono stupida. Ma proprio perché non sono stupida non mi limito solo a riconoscere di aver bisogno di supporto, ma ho anche la pretesa di non essere ingannata.
Una volta si. Due no.
[#35]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Non è questo che ha detto

"Iniziando a prendere il litio sono tornata a come ero prima della terapia. Solo che, visto che ho iniziato a prenderlo subito, non si poteva sapere se il miglioramento fosse dovuto al litio o alla sospensione della terapia dannosa.
Probabilmente è la seconda ipotesi, siccome non ho avuto cambiamenti al momento della sospensione del litio."

Ha detto di essere migliorata con una terapia specifica per la sua diagnosi. L'ha sospesa. C'erano degli effetti estetici.

Lei mette tutto insieme, io sto parlando di questo che ha scritto Lei, non di altro.

Quindi adesso spero sia chiaro.
[#36]
Utente
Utente
Onestamente non capisco dove abbia scritto le ultime cose nel consulto precedente....
Questo era quello che voleva dire, va bene, ma prima dove lo aveva scritto?

Poi io sono stata ben chiara:
- prima di rivolgermi al primo psichiatra stavo abbastanza bene, ma con dei disturbi stagionali, gestibili, ma avevo il timore che potessero peggiorare
- ho preso palate di farmaci. Sono stata male fino a non essere piu in grado né di lavorare ne di vivere come qualunque altra persona
- ho sospeso i farmaci d introdotto il litio
- sono tornata come prima della prima terapia. Quindi sto abbastanza bene con disturbi stagionali.
- ho sospeso il litio. E sto ancora come prima.
--> il litio sarà specifico per la mia diagnosi, ma l'unico effetto avuto è ststo quello di tornare come in assenza di terapia. Solo più brutta.
[#37]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Lei ragiona della sua malattia, senza considerare la sua malattia. Ora quante volte vogliamo ripetere il concetto che star bene da soli nel disturbo bipolare o ciclotimico che dir si voglia non significa niente rispetto al decorso del disturbo, che procede per fasi e intervalli ?

Non saprei più come ripeterlo, lei diceva di aver capito ma come vede evidentemente invece questi commenti non li aveva per niente colti.

Il litio ha bloccato il disturbo, cosa che le terapie precedenti non avevano fatto, oppure sì ma a prezzo di effetti non sostenibili (oppure non erano semplicemente efficaci ed erano mal tollerate).
Ora abbiamo una persona che sta come prima della prima fase, o della prima fase che ha motivato la richiesta di cura, e che non è sotto terapia. Questo è quanto.
[#38]
Utente
Utente
Ma lei parte dal presupposto che io ora sia in fase stabile e mi sento bene per questo, ma che poi avrò una ricaduta. Quindi dire di stare bene in fase stabile non ha senso, è vero.
Ho capito il concetto.
Ma ma è così : quando ho scritto il post ero giù di tono.
Sapevo di essere in fase di ricaduta.
Poi ho passato gli ultimi giorni "un po' più su".
E ora le fasi si sono già esaurite.
Quindi i ragionamenti sul mio stato sono:
- la prima terapia quella mal tollerata ha peggiorato queste fasi? (In intensità, durata e frequenza) : sicuro
- se avessi continuato il litio questa ultima fase di ricaduta non l'avrei vissuta? : può essere
- vale la pena diventare obesa e con l'acne per evitare -forse- questo tipo di ricadute (con intensità ridotta e nemmeno due settimane)?: assolutamente no

Ecco. Questo è il mio ragionamento.
So che ci sono problemi ciclici di umore, ma considerando l'interferenza ridotta che hanno con la mia vita, non vale la pena prendere farmaci che influirebbero molto più negativamente della malattia in sé.

Il problema che ho esposto qualche post più su è un altro:
Che rischio corro di avere un peggioramento delle fasi?
Più lunghe, più intense e più frequenti?
Corro addirittura il rischio di diventare bipolare 2 o forse 1?
Se ci fosse un rischio effettivo di un peggioramento in tal senso, penso che varrebbe la pena seguire una cura fin da ora. In caso contrario no.
Però a questo mio quesito non ottengo risposte chiare...
[#39]
Utente
Utente
Buonasera,
Scrivo perché ho una preoccupazione.
In generale sto bene, sono serena e l'umore è abbastanza elevato (normale).
L'unica cosa è il sonno:
Già settimana scorsa mi era capitato di dormire anche solo due ore per notte.
Negli ultimi giorni invece dormo al massimo due ore e spesso nemmeno consecutive.
Il fatto è che mi sembra di sognare comunque, mi sveglio e mi sembra di aver dormito per ore e di ricordarmi i sogni, però guardo l'ora e sono passati magari solo 25 minuti. Ma è possibile ciò?
Non dovrei dormire più tempo perché nasca il sogno?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Come "è possibile" ? Se me lo sta dicendo Lei....

Non si ponga domande inutili.

Dovrebbe smettere di ragionare su come sta ora, e capire di che malattia soffre. Altrimenti fa il giro dei quattro canoni con le solite decisioni o prospettive che cambiano a periodi, e non prende in considerazione nessuna cura seriamente. E anche iniziata una cura, eviti di giudicare come sta il giorno dopo, la settimana dopo, se le faccia illustrare dal medico queste cose: obiettivi della cura, tempistiche, criteri per valutare etc.
[#41]
Utente
Utente
Ma non era questa la domanda... :(

Comunque adesso non capisco: cosa c'entra La malattia?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

E' chiaro che la risposta letterale non è questa, ma non siamo qui sempre a rispondere su tutto senza inquadrare il tipo e le modalità della domanda.
Altrimenti ci sono persone che passerebbero ore a discutere le domande che vengono loro in mente, con effetto peggiorativo sulla loro capacità di giudizio sui problemi e sul da farsi.


Sulla malattia sta ripetendo all'infinito le stesse domande, se non se ne rende conto è un problema aggiuntivo, ma non credo non se ne renda conto. Più si va sul concreto e sul pratico, più reinizia da capo discorsi a 360 gradi, oziosi e inutili a prender decisioni. Oltretutto tutti punti già chiariti.
[#43]
Utente
Utente
Ma io ho già deciso:
Perdo ancora una decina di chili, mi stabilizzo un po sul peso (per fine agosto ce la faccio, senza troppo sforzo) e poi lo chiedo io di iniziare con una terapia. Non sono i due mesi che fanno la differenza,quasi per nessuna malattia,nemmeno di più gravi.

L'unica cosa e che non sono convinta che il sonno sia prettamente legato alla diagnosi..

E poi mi rimane una piccola perplessità :
Io ho sempre detto che il litio non mi ha fatto nessun effetto.
però forse sì,in effetti dopo due anni di antidepressivi,antipsicotici e antiepilettici,forse non avrei potuto sospendere senza niente a fare da "cuscinetto",forse sarebbe stato peggio.
Però....se avesse avuto un effetto (e nel pratico non si può sapere con certezza),forse non era "perfetto"
Perché stavo bene,ma non benissimo.
mi spiego meglio:
Se dovessi fare una scala dove -5 è la depressione massima, +5 la mania (né l'una né l altra mai vissute), -3 e +3 i picchi di depressione e rispettivamente euforia massimi da me raggiunti. -2 e + 2 stati leggeri. Lo 0 l'umore normale e -1 e + 1 gli stati di umore un po basso o un po elevato ma normali.
Direi che in quel periodo ero sul -1.
Poi non so se fosse perché inverno,perché fossi in una fase di ristabilizzazione o cosa..
però è chiaro che se dovessi rimanere in stato di -1 tutto l'anno,per tutta la vita,non ne sarei tanto felice.

Se non provo non lo posso sapere e un'ulteriore prova la farò. Però se così deve essere è garantito che la cura non arriverà agli 8 mesi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Ancora ragiona su forme perfette o generiche. La salute non è perfetta, quindi figuriamoci se la cura delle malattie ha come obiettivo la perfezione.
Chi cura la depressione con successo non ha un ottimo umore dalla mattina alla sera, anzi alcuni giorni lo ha pessimo,.
La cura deve colpire l'andamento della malattia, con la sua prognosi nel tempo.
ll ragionamento parte spesso dal "qui e ora", ma purtroppo aggiungo, perché se si aspetta di aver bisogno "qui e ora" di una cura significa che forse funziona peggio, e si è anche in condizioni di ragionarci peggio. Nel disturbo ciclotimico, quando si sta molto depressi non ci si cura, quando si sta molto bene non ci si cura: da qui discende l'importanza di avere una cura di mantenimento, perché poi non è così semplice essere nelle condizioni di farla e mantenerla quanto serve.
[#45]
Utente
Utente
Sulla cosa del "qui e ora" dovreste mettervi d'accordo tra voi specialisti: c'è chi lo osanna e chi lo critica.

Comunque non ragiono sulla perfezione, ragiono su di me:
Tendenzialmente se non sono depressa, sono di ottimo umore.
Non scherzo, quando non sono di buon umore è un periodo critico, magari non di depressione, ma comunque di ansie o pensieri vari...difficilmente ho l'umore neutro proprio.
E se per evitare un paio di + o - 2 all'anno, dovessi essere condannata ad un perenne -1...storcerei un po il naso...
Ma forse non succede...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Io sono qui a risponderLe, non devo mettermi d'accordo con nessuno.

I ragionamenti li abbiamo già tutti fatti.
[#47]
Utente
Utente
Si scusi...era solo per dire che ci sono tante, troppe versioni...

Solo un'ultima domanda, forse la più stupida:
Ci sono farmaci non psichiatrici/neurologici che possono indurre (ipo)mania? Se si ci sono anche quelli da banco come antidolorifici, lassativi, antiemetici...?

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Certo, ci sono. Alcuni antimalarici, i cortisonici, per citarne due, ma non sempre e ovviamente se assunti in determinate dosi e per determinati tempi.
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Utente
Utente
Quindi non farmaci "comuni"...?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Non saprei quali intende, o mi dice un nome, o non saprei
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Utente
Utente
No, penso che se fossero possibile me lo saprebbe dire senza problemi...
Allora non sarà dovuto a niente, ma è successo "qualcosa"...