Venlafaxina e ansia

In seguito alla fine d'una relazione sentimentale, circa quattro mesi fa, durata 4 anni, 4 anni di convivenza, con una ragazza che voleva sposarmi, faceva progetti e di cui mi ero profondamente innamorato, salvo poi aver scoperto che aveva un'altra relazione e una serie di debiti fatti a mio nome ed essersene andata da un giorno all'altro...purtroppo ho accusato una depressione il cui sintomo principale era l'ansia.
Un'ansia veramente forte!
Lo psichiatra al quale mi sono rivolto mi ha prescritto Venlafaxina 75 mg poi aumentata a 150, trittico 75 la sera per dormire (e per fortuna funziona bene!) Rivotril 1mg X2.
Siccome dopo più di un mese l'ansia era ancora presente, seppur diminuita, ma di poco e sempre pervasiva e...sfibrante! il medico mi ha aumentato la venlafaxina a 225 mg e il Rivotril 1mg x 3 (visto che inizialmente avevamo provato con lo Xanax retard 0.50 mg x 3 senza ottenere alcun effetto!).
Mentre col Rivotril "respiro" per circa quattro ore
Ormai è da un mese e più che assumo la venlafaxina da 225 mg la sera insieme al Trittico 75.
Ma l'ansia, e' sempre presente e paradossalmente pare aumentata!
Tant"è che il Rivotril lo assumo in gocce (8/10 ) direttamente in bocca.
Nonostante vada a lavorare e mi sforzi di uscire a fare delle lunghe passeggiate e da due mesi abbia anche iniziato un percorso di psicoterapia ad indirizzo cognitivo, in questi giorni sono veramente...affranto e stanco di quest'ansia!, Ripensandoci mi sono reso conto che, pur non avendo mai avuto una giornata intera senza ansia, prima di aumentare la venlafaxina a 225 mg l'ansia pareva più gestibile e meno...forte.
Ho preso appuntamento dallo Specialista che mi segue per cercare di trovare una soluzione a questo "maledetto" problema, ma è in ferie per due settimane e l'appuntamento mi e' stato fissato il 9 giugno!
Vorrei quasi provare a ritornare a 150 mg di Venlafaxina per qualche giorno, per vedere se cambia qualcosa.
Ma so' che nn si modificano le terapie "in proprio" e quindi...continuerò così fino al 9 giugno.
Mi permetto tuttavia e cortesemente di chiedere il Vostro prezioso parere, ovvero se sia possibile che portando la venlafaxina a 225 mg, in concomitanza e paradossalmente a tale aumento, vi possa essere un aumento dell'ansia!
Attendendendo una Vostra risposta, porgo i miei più distinti e cordiali saluti.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Un fenomeno come quello lamentato cioè la fine della sua relazione è la conseguente ansia è da considerarsi una reazione normalmente presente che andava elaborata nel corso dei mesi prima di iniziare un trattamento di questo tenore e, soprattutto, una psicoterapia per una reazione agli avvenimenti.

Tra l'altro la psicoterapia deve avere indicazione.

Lei in circa 4 mesi ha fatto tutto ciò che andava valutato con calma dal sesto mese in poi, giungendo addirittura al massimo dosaggio di venlafaxina come se fosse depresso.

L'ulteriore aumento di ansia è possibile nel corso di aumento del dosaggio.

Sinceramente non condivido questo tipo di approccio alla sua problematica.

Dr. F. S. Ruggiero
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[#2]
Utente
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Chiarissimo Dr. Ruggiero,
La ringrazio per chiarezza e la celerita' della Sua risposta.
Nel tentativo di essere il più sintetico possibile, ho tuttavia omesso alcuni particolari che ritengo possano essere utili, nel caso abbia gentilezza, un'ultima volta, di rispondere al quesito di cui sopra.
In realtà i sintomi prevalentemente ansiosi oltre che inizialmente depressivi (anedonia, rallentamento ideo-motorio, difficoltà aestrema a svolgere le più comuni e banali attività della vita quotidiana...) ebbero inizio già a fine settembre dello scorso anno.
La mia compagnia, in primavera, tento' un suicidio e la diagnosi posta dai Suoi colleghi fu "disturbo di personalità borderline".
Le lascio quindi immaginare quanto fosse difficile, specie in alcuni momenti, la nostra convivenza!
Benché sotto terapia non so' quanto 'assumesse" regolarmente.
All'epoca (ottobre 2015) lo specialista mi diede del Cymbalta 60mg e dello Xanax 0.50mg x3 retard.
Il fatto è che l'ansia andò aumentando talmente da obbligarmi a stare a casa dal lavoro per più di due settimane.
Al controllo successivo (dicenbre 2015) visto il permanere dello stato ansioso davvero pervasivo, il medico disse che probabilmente ero particolarmente sensibile agli effetti serotoninergici e si passò quindi alla Venlafaxina man mano aumentata a 225 mg/die e al Rivotril 10 gtt x3.
Dopo l'8 gennaio la mia ex compagna, i cui rapporti i cui rapporti erano andati sempre piu' deteriorandosi, in un incidente stradale da cui uscì fortunatamente illesa,, mi sfascio' la mia macchina completamente tanto che dovetti acquistarne un"altra, grazie anche e soprattutto! all'aiuto dei miei genitori, e pochi giorni dopo il fatto se ne andò non versandomi nemmeno (seppur lavorando) 10 euro "simbolici"...
Sono quindi due mesi e piu' che assumo venlafaxina 225 mg e, facendo alcune considerazioni, che mi hanno spinto a scriverLe, non solo l'ansia è diminuita o quantomeno "rientrata" ad un livello ...gestibile, come Le dicevo nella mia precedente, è aumentata...rimando tale, giorno dopo giorno.
Ed è per questo che ritengo (nella mia assoluta ignoranza) che 225 mg di Venlafaxina forse sn la causa o comunque hanno una qualche causa diretta su questa sfibrante condizione ansiosa, che si placa alcune ore solo col Rivotril.
Aggiungo che, del tutto consapevole del fatto che non bisognerebbe ASSOLUTAMENTE fare e assumendomene totalmente la responsabilità, da ieri sono tornato ad assumere la Venlafaxina a dosaggio di 150 mg, per qualche giorno, per "vedere" se l'ansia si riduce.
Gradirei molto, alla luce di questo mio approfondimento anamnestico un Suo ulteriore parere, riguardo all'eventuale correlazione tra il dosaggio della Venlafaxina 225 mg e quest'ansia costante, visto che ila sintomatologia di quest'ansia pervasiva paiono di fatto coincidere con l'assunzione della Venlafaxina da 225 mg.
Nonostante l'assunzione del Rivotril.
La ringrazio ancora una volta sentitamente caro Dr. Ruggiero!
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Iniziare ad avere un sintomo ansioso che lei attribuisce secondario ad un evento (settembre) e trattarlo dopo circa un mese dall'evento non è da considerarsi pratica corretta. Soprattutto se il trattamento prevede l'uso di un antidepressivo duale poco indicato per l'ansia e, quindi, destinato alla variazione come accaduto.

Un disturbo d'ansia non andrebbe trattato in questo modo a mio parere, ma ovviamente chi l'ha visitata ha stabilito che non si tratta di un disturbo d'ansia semplice come lei crede.

Fare variazioni a caso secondo come si sente è un ulteriore errore. Secondo il mio parere va rivista la diagnosi e la terapia.
[#4]
Utente
Utente
La ringrazio sentitamente!
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