cura con ansiolitico
Buongiorno. ho 40 anni e sono una donna, da tanti anni soffro di ansia e attacchi di panico, finalmenete ho deciso una ventina di giorni fa di rivolgermi ad una psichiatra che mi ha detto che soffro di ansia generalizzata, io non uscivo piu di casa, niente giardinetti con le bambine, nessuna uscita per una pizza, una vita d'inferno cosi pesante da circa un anno, ma comunque sempre sofferto con alti e bassi per anni e anni ma riuscendo sempre a risollevarmi da sola. Ora prendo xanax dieci gocce mattina e dieci alle sera (la psichiatra mi disse 10 mat/10 pom/10sera) ma io già mi rimbambivo cosi poi l'ho chiamata e mi ha detto di fare come sto facendo senza problemi se sto già meglio. In effetti sto molto meglio da quando lo assumo, solo che la psichiatra mi dice che posso continuare senza problemi, ma ho letto da qualche parte che invece la cura non puo protrarsi troppo a lungo! Voi cosa ne pensate? Posso anche aumentare la dose in caso sia piu bisognosa in un particolare momento? Naturalmente ora mi rivolgero' ad una psicoterapeuta per capire questa ansia da dove deriva...grazie
[#1]
Gentile utente,
La terapia attualmente non c'è. Un ansiolitico assunto in maniera continuata perde effetto e anzi può peggiorare l'andamento nel tempo del disturbo.
Che sia un panico o ansia generalizzata quel che serve è una cura indicata per queste diagnosi, che non è l'ansiolitico.
Non si capisce perché non sia stata indicata una cura specifica. Anche il discorso della psicoterapia è vago, e soprattutto male orientato. L'ansia deriva dal cervello. Non da una spiegazione psicologica.
La terapia attualmente non c'è. Un ansiolitico assunto in maniera continuata perde effetto e anzi può peggiorare l'andamento nel tempo del disturbo.
Che sia un panico o ansia generalizzata quel che serve è una cura indicata per queste diagnosi, che non è l'ansiolitico.
Non si capisce perché non sia stata indicata una cura specifica. Anche il discorso della psicoterapia è vago, e soprattutto male orientato. L'ansia deriva dal cervello. Non da una spiegazione psicologica.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#3]
Gentile utente,
La radice dell'ansia è nel cervello, e tale radice non è affatto detto che stia in un qualcosa di ambientale o di biografico. Nelle diagnosi non è richiesto alcun elemento del genere.
Le cure agiscono alla radice del disturbo, appunto. Non quella che le è stata data, che è solo una cura momentanea e generica.
Vada da uno psichiatra.
La radice dell'ansia è nel cervello, e tale radice non è affatto detto che stia in un qualcosa di ambientale o di biografico. Nelle diagnosi non è richiesto alcun elemento del genere.
Le cure agiscono alla radice del disturbo, appunto. Non quella che le è stata data, che è solo una cura momentanea e generica.
Vada da uno psichiatra.
[#6]
Confermo quanto detto dal collega: le benzodiazepine come lo xanax hanno effetto sui sintomi, come un antidolorifico per un mal di testa, ma non agiscono sulle cause. Spesso si prescrivono all'inizio per dare un sollievo immediato.
"Andare alla radice" con la psicoterapia è un discorso vago. Una psicoterapia ad orientamento psicanalitico può effettivamente rivelare le motivazioni della sintomatologia, a patto che ci sia la motivazione del paziente a conoscersi e ad effettuare un lavoro a cadenza almeno settimanale e molto lungo. Nel frattempo il sintomo rimane.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale o la psicoterapia breve a indirizzo psicanalitico permette di raggiungere risultati sui sintomi ansiosi in un numero più ridotto di sedute. Non si scava nel passato, ci si concentra sui sintomi e sulle emozioni del presente, del qui e ora.
In particolare la psicoterapia cognitiva permette al paziente di acquisire strumenti per contrastare i sintomi alla loro comparsa.
L'altra possibilità per uscire rapidamente dal disturbo è provare una terapia con farmaci di altro tipo, come gli SSRI, che possono essere molto efficaci, ma richiedono anche molta pazienza da parte del... paziente, perché danno qualche effetto collaterale all'inizio e vanno assunti per mesi.
"Andare alla radice" con la psicoterapia è un discorso vago. Una psicoterapia ad orientamento psicanalitico può effettivamente rivelare le motivazioni della sintomatologia, a patto che ci sia la motivazione del paziente a conoscersi e ad effettuare un lavoro a cadenza almeno settimanale e molto lungo. Nel frattempo il sintomo rimane.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale o la psicoterapia breve a indirizzo psicanalitico permette di raggiungere risultati sui sintomi ansiosi in un numero più ridotto di sedute. Non si scava nel passato, ci si concentra sui sintomi e sulle emozioni del presente, del qui e ora.
In particolare la psicoterapia cognitiva permette al paziente di acquisire strumenti per contrastare i sintomi alla loro comparsa.
L'altra possibilità per uscire rapidamente dal disturbo è provare una terapia con farmaci di altro tipo, come gli SSRI, che possono essere molto efficaci, ma richiedono anche molta pazienza da parte del... paziente, perché danno qualche effetto collaterale all'inizio e vanno assunti per mesi.
Franca Scapellato
[#7]
Utente
grazie per le vostre gentili risposte, mi chiedo però come mai questa dott.psichiatra mi abbia allora dato da prendere dello xanax, anticipandomi che comunque non avrei potuto utilizzarlo a lungo... comunque sceglierò una terapia cognitivo comportamnetale, per i farmaci risentirò la dottoressa, grazie
[#8]
Spesso si inizia così, con la benzodiazepina per un breve periodo, per dare un sollievo immediato. Alcuni pazienti riescono a superare il disturbo assumendo poi sporadicamente (una volta tanto) l'ansiolitico al bisogno senza dover seguire terapie lunghe.
[#10]
Gentile utente,
Un atteggiamento direi limitativo delle sue possibilità di benessere e paradossale. Sta prendendo degli ansiolitici, però gli antidepressivi non si sa perché invece sarebbero un problema.
"comunque sceglierò una terapia cognitivo comportamnetale"
Non siamo in un negozio in cui sceglie il colore di un articolo. Prima sarebbe da stabilire cosa è utile in che diagnosi.
Al momento sceglierebbe una terapia cognitivo comportamentale non per un criterio preciso, ma per evitare di prendere la terapia farmacologica.
Come dicevo, un approccio che non può tornarle utile.
Un atteggiamento direi limitativo delle sue possibilità di benessere e paradossale. Sta prendendo degli ansiolitici, però gli antidepressivi non si sa perché invece sarebbero un problema.
"comunque sceglierò una terapia cognitivo comportamnetale"
Non siamo in un negozio in cui sceglie il colore di un articolo. Prima sarebbe da stabilire cosa è utile in che diagnosi.
Al momento sceglierebbe una terapia cognitivo comportamentale non per un criterio preciso, ma per evitare di prendere la terapia farmacologica.
Come dicevo, un approccio che non può tornarle utile.
[#11]
Utente
Gentile dott. Pacini non ho scelto la terapia cognitivo comportamentale da sola mi è stata consigliata dalla mia psichiatra, non ho paura di prendere antidepressivi, ho al limite il timore (magari sbagliato) di soffrirne gli effetti collaterali o di fare poi fatica a farne a meno una volta che (si spera) si possa abbandonare la cura.
[#12]
Gentile utente,
"di soffrirne gli effetti collaterali o di fare poi fatica a farne a meno una volta che (si spera) si possa abbandonare la cura."
Questo è proprio la sintesi delle idee già preimpostate sul tema della cura di questi problemi.
a) scopo della cura è abbandonare la cura
b) chi riesce a fare a meno della cura è bravo
c) per abbandonare la cura forse l'ideale sarebbe resistere senza iniziarla
Questi sono errori concatenati. Per gli effetti collaterali, potrebbe aver senso un timore generico, ma allora perché non averlo dei tranquillanti e della psicoterapia, trattamenti che hanno anche loro indicazioni e effetti collaterali possibili.
Che per un disturbo di panico si inizi con una psicoterapia senza trattamento antipanico non rientra nelle linee guida.
"di soffrirne gli effetti collaterali o di fare poi fatica a farne a meno una volta che (si spera) si possa abbandonare la cura."
Questo è proprio la sintesi delle idee già preimpostate sul tema della cura di questi problemi.
a) scopo della cura è abbandonare la cura
b) chi riesce a fare a meno della cura è bravo
c) per abbandonare la cura forse l'ideale sarebbe resistere senza iniziarla
Questi sono errori concatenati. Per gli effetti collaterali, potrebbe aver senso un timore generico, ma allora perché non averlo dei tranquillanti e della psicoterapia, trattamenti che hanno anche loro indicazioni e effetti collaterali possibili.
Che per un disturbo di panico si inizi con una psicoterapia senza trattamento antipanico non rientra nelle linee guida.
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 3.7k visite dal 19/04/2016.
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